Classe D [I]

Presentazione + Controllo del Reiatsu Lv. 1

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  1. Kazuma.]
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    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui


    Kazuma-kun, il tuo sencha. E’ pronto, non farmi aspettare.

    Arrivo subito, Naka-san. Grazie mille.
    La giornata si preannunciava splendente e calda come non mai: fu il primo pensiero del ragazzo che, in teoria, avrebbe dovuto alzarsi circa un’ora prima, ovvero alle sette e mezza. Il suo nome è Kazuma, Kazuma Saruwatari, ed è morto suicida. La sua è una storia triste e particolarmente strana, e, se gli chiedeste di raccontarvela, sono sicuro che non lo farebbe.

    Dunque, eravamo rimasti al ragazzo in mutande sotto il suo leggerissimo lenzuolo. Udito il richiamo del suo compagno di casa si alzò celermente, come suo solito, e lavandosi soltanto il viso finalmente si sedette al tavolo, dove lo aspettava, come avrete capito, il suo sencha bollente, momento irrinunciabile della sua vita quotidiana.

    Muoviti, si fredda.

    Kazuma lanciò un’occhiata all’apparenza benevola al suo amico, chino sulla sua tazza da lavare.

    So che mi stai guardando. Era solo un consiglio spassionato, non te la prendere.
    Non me la prendo, tranquillo, voglio solo che mi lasci bere il mio tè come voglio io, tutto qui.

    Nakashima Kuniumi, il biondo compagno del ragazzo in mutande, rinunciò definitivamente a replicare.

    C’è posta per me, per caso?

    Da tempo Saruwatari aspettava la risposta dell’accademia Shinigami, dove, poco tempo fa, aveva inviato la sua richiesta d’ammissione. Non che l’aspettasse così impazientemente, voleva soltanto concludere al più breve quella tediosa attesa.

    Non ho guardato, vai tu.

    Kazuma si diresse quindi verso la loro cassetta della posta, in realtà una piccola scatola di legno retta da un robusto bastone dello stesso materiale. Apertala, scorse in effetti una piccola busta sigillata con ceralacca rossa, cosa che dava un aspetto particolarmente importante alla lettera.
    Sapeva già quale fosse il suo contenuto, non era di sicuro stupido. Eppure quasi fece finta di niente mentre rientrava dentro, e si sedeva nuovamente davanti alla sua tazza di sencha non più fumante.

    E quella cos’è?

    Nakashima, ruotando la testa di circa quarantacinque gradi, lanciò un’occhiata curiosa e preoccupata all’amico, che nel frattempo aveva già aperto con molta delicatezza la busta.

    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.


    Sono stato ammesso.

    Il ragazzo biondo spostò lo sguardo un po’ a lato del compagno, e tornò a lavare le stoviglie, in silenzio.

    Mi dispiace.
    Ne abbiamo già parlato, questa seconda vita è tua e hai il diritto di fare ciò che vuoi. Se decidi di andare dritto per la tua strada, però, la devi percorrere fino in fondo.
    E’ quello che farò, Kuniumi. Non ferirmi ulteriormente.
    Giammai…

    Kazuma emise un lungo sospiro, carico di emozioni.

    Mi devo preparare; saremo anche nel Distretto 3, ma comunque tra venti minuti io devo essere lì.

    L’unica risposta che ottenne fu il flebile rumore di un panno di stoffa sulle stoviglie.

    ----------


    L’Accademia è davvero… Bianca.

    Vestito con la sua divisa bianca e blu, il ragazzo esplorava con gli occhi quel vasto edificio, così gremito di studenti all’esterno da aspettarsi che all’interno non dovesse essere così tanto diverso. Tutt’intorno alla costruzione si ergevano alberi più e meno alti, creando una sorta di atmosfera completamente a se stante. Tuttava un’uniforme diversa dalle altre catturò immediatamente la sua attenzione: nera, intonsa, perfettamente pulita e liscia.

    Dev’essere lui GS.

    Era distante circa cinquanta metri da lui, e gli ci volle poco per raggiungerlo, nonostante l’enorme quantità di corpi che li separavano.
    Arrivato vicino poté notare meglio il suo aspetto: capelli grigio-azzurri, cuffie viola alle orecchie ed enorme sciarpa bianca al collo. In generale dalla sua persona scaturiva un’aura di indifferenza totale al mondo esterno, cosa per la quale quest’individuo entrò immediatamente nelle simpatie di Kazuma.

    Buongiorno. Bella giornata, eh? In realtà del tempo non importa a nessuno… Dico bene, GS-sama? Ma forse dovrei precisare che a te non importa minimamente, forse, neanche di me. Eppure ti è capitato in sorte di avermi come allievo, che disdetta.

    Sorrise gaio, quasi come un bambino. Aveva parlato con estrema tranquillità, e con l'assoluta certezza che quello fosse l'uomo da lui ricercato.

    Il mio nome è Saruwatari Kazuma, piacere di conoscerla.

    Edited by Kazuma.] - 12/1/2012, 15:02
     
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