Classe D [I]

Presentazione + Controllo del Reiatsu Lv. 1

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  1. B l a z e
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    The line that divides me somewhere in my mind.

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    @Kazuma.]: Nessun appunto particolare da fare.
    @Burn: Ho sempre sconsigliato l'utilizzo del presente nei post, anche perché nei post di combattimento è del tutto deleterio. Preferirei vivamente che utilizzassi un più comodo passato.
    Occhio alle imprecisioni.
    @ZioFargo: Occhio agli errori di battitura, ne ho visti fin troppi. Usa Word oppure OpenOffice per accorgerti degli errori che fai.

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    In quel periodo non riuscivo ad avere un attimo di respiro tra scartoffie, missioni e lezioni accademiche. Il tempo da dedicare a me stesso e alla mia ragazza rasentava lo zero e, sì, ero molto stressato. Come molti sanno, lo stress causa malumore. Nel mio caso particolare, malumore significava profonda irritazione verso qualsiasi cosa si muovesse. Lo ammetto, da tempo ormai la soglia massima che la mia pazienza mi consentiva di non buttare tutto all'aria si era pesantemente abbassata e una nuova classe di reclute non giovava all'innalzamento di essa né al recuperare il mio buonumore.
    Come ero solito fare per le nuove leve, quella mattina mi dovetti alzare presto per piazzarmi davanti all'ingresso prima dell'apertura dell'Accademia, in modo da evitare tutto il fastidioso viavai di studenti che la popolavano. Studenti che non tardarono nemmeno ad arrivare, formando così il solito fiume di persone che entrava e usciva, accalcandosi e spingendosi l'un l'altro.

    Poi, dal nulla, cominciarono ad arrivare i tre rompiscatole. O prescelti, a seconda dei punti di vista. Magari rompiscatole più dal punto di vista mio, prescelti da quello di chiunque altro. Il primo, abbastanza più basso di me, arrivò vicino a me con fare fin troppo disinvolto, andando ben oltre il limite posto dall'aggettivo 'strambo' e cianciando le solite fesserie di circostanza, mentre sorrideva con un'espressione del tutto ebete. Stomachevole.

    «Buongiorno. Bella giornata, eh? In realtà del tempo non importa a nessuno… Dico bene, GS-sama? Ma forse dovrei precisare che a te non importa minimamente, forse, neanche di me. Eppure ti è capitato in sorte di avermi come allievo, che disdetta. Il mio nome è Saruwatari Naozumi, piacere di conoscerla.»
    «Uno...»

    Semplicemente rimasi in silenzio, fissandolo con uno dei miei sguardi più agghiaccianti... la specialità della casa, insomma. Nel frattempo, ecco giungere il secondo rompib-... ehm, aspirante shinigami. Era più o meno della mia stessa altezza, con i non eccessivamente lunghi capelli castani che gli ricadevano disordinatamente attorno al volto formando un caschetto. Aveva degli occhi verde smeraldo piuttosto espressivi e una mimica facciale un po' da tonto ma, come si suol dire, ognuno porta le sue croci...

    «Buongiorno! Mi chiamo Mito Hiyakedo e spero di non aver sbagliato persona, perchè sarebbe proprio una bella figura di... mmmh ....»
    «Due...»

    Il mio sguardo si spostò dal tipo che adesso avrei soprannominato "Fiamma", per il colore dei suoi capelli, al nuovo arrivato. Infine sopraggiunse, con qualche minuto di ritardo, l'ultimo dei tre studenti previsti. Poco più basso del sottoscritto, dal fisico ben curato e una - almeno apparentemente - laccatissima chioma di capelli neri tirati all'indietro che metteva in bella mostra la fronte a mio parere abbastanza spaziosa. Grave errore, per lui, dal momento che questa scelta costò un soprannome anche per lui: "Fronte".


    «Salve, sono nuovo, sa dirmi dove posso trovare il Sensei della classe D I?»

    «... E tre.»

    Il quadretto della mia nuova classe era... deprimente. Avevamo "Fiamma", "Fronte" e "Tonto". Era ancora presto per poter valutare il loro reale valore, ma nessuno di loro mi aveva colpito più di tanto. Nessuno dei tre aveva avuto, almeno inizialmente, il potere di destare dal suo sonno la mia molla della curiosità.
    Sospirando amaramente, presi infine la parola.

    «Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?»

    Senza nemmeno aspettare una loro qualsiasi replica, voltai loro le spalle e mi infilai in mezzo alla confusione. Poi, facendo slalom tra uno studente e l'altro e i vari corridoi, mi avviai a passo deciso verso una porta sulla destra dell'ultimo corridoio nel quale svoltammo, la cui insegna recava la lettera "D" dipinta in nero a caratteri occidentali. Aprii la porta scorrevole velocemente ed entrai all'interno della stanza, aspettando che anche gli studenti entrassero al suo interno. L'aula si presentava come un locale perfettamente quadrato di circa dieci metri quadrati, dall'arredamento piuttosto spoglio: vi erano solo una cattedra e tre banchi, con dietro le rispettive sedie, una lavagna e , sul versante opposto alla porta, un'enorme finestra che illuminava a giorno la stanza esattamente come se fossimo all'aperto. Una volta preso posto sulla cattedra, sedendomi sopra di essa, aspettai che gli studenti prendessero posto sulle sedie dietro i loro banchi e presi per la seconda volta la parola.

    «Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i vero Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.»


    Indugiai per diversi secondi su ognuno di loro, incontrando i loro sguardi con una glacialità che in confronto gli Iceberg potevano essere definiti bollenti.

    «Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.»


    Freddo, schietto, brutale come sempre. Probabilmente non avevo fatto una bella impressione, ma non mi importava più di apparire simpatico agli occhi della gente. Non come prima, almeno.


    Penso che il post parli da sè: fate ri-presentare brevemente i vostri personaggi, se volete potete anche dare dei brevi cenni di vita (alla Soul Society, chiaramente, quella da vivi non la ricordano), e dire per quale motivo vogliono diventare degli shinigami.

    Non prendetevela per i soprannomi o le valutazioni di Sakata: non è un pensiero mio, trattasi di semplice interpretazione. ;)
     
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21 replies since 9/1/2012, 22:40   274 views
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