Classe D [I]

Presentazione + Controllo del Reiatsu Lv. 1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Kazuma.]
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il sensei non azzardò minimamente una risposta al discorso pronunciato da Kazuma. E sì che doveva apparire abbastanza strano, soprattutto se pronunciato da un allievo.

    Faccia quel che vuole, tanto l’avevo previsto che non gli sarebbe importato nulla di me.

    Dopo poco arrivò un ragazzo, probabilmente suo compagno: era carino, molto carino, e aveva un’aria trasandata che per nulla dispiaceva a Saruwatari. Occhi verdi e capelli squisitamente poco curati incorniciavano un viso candido, che poggiava su un fisico snello e leggermente muscoloso.
    Ma lo Shinigami non rispose, prevedibilmente, neanche alla breve frase pronunciata da egli.
    Infine arrivò quello che doveva essere l’ultimo degli allievi, molto scuro di capelli ma non altrettanto di pelle, e quest’ultimo particolare risaltava decisamente troppo a detta di Kazuma. Decisamente non il suo tipo, concluse.
    Dopo aver ascoltato anche questi, il sensei finalmente spiccicò parola, dopo aver sospirato teatralmente e aver suscitato con questo un’occhiata annoiata di Saruwatari.

    Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?

    Senza attendere risposte entrò nell’Accademia, e seguendo un itinerario impossibile da ricordare giunse, seguito dagli allievi, dinnanzi ad una porta con su scritta, in nero, la lettera ‘D’.
    All’apertura di questa i tre studenti si trovarono di fronte ad un’aula molto grande: spiccava sicuramente la grande finestra che illuminava a giorno l’intero ambiente, e che dava sul cortile interno dell’Accademia, ricco di piante che il ragazzo mai aveva visto prima d’ora. Per il resto si presentava come una normalissima classe: banchi e sedie ordinatamente disposti davanti ad una grande cattedra, dietro la quale immediatamente prese posto ‘GS’.
    Kazuma intuì di doversi andare a sedere, per cui si diresse verso il banco centrale della prima fila, sperando che Mito, il ragazzo dagli occhi verdi, si sedesse affianco a lui.

    Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i veri Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.

    Si fermò un attimo, poi riprese a parlare.

    Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.

    Provò a resistere fino all’ultimo, ma proprio non ce la fece. E così Kazuma fece il primo dei passi falsi che temeva di compiere, ovvero rise di gusto.
    Dopo aver sghignazzato per circa un minuto abbondante, finalmente si decise a parlare.

    Mi scuso di cuore, sensei Sakata, ma vedere tutta questa teatralità mi rende molto ilare. Insomma, sì, ok, io posso morire, et cetera, ma lo sapevo sin dall’inizio. Non le pare di essere un tantino… Ecco, appunto, teatrale è l’unica parola che mi viene in mente!
    Chiedo scusa anche per la mia poca educazione finora dimostrata, ma vedo che anche lo scordarsi i nostri nomi non sia indice di un atteggiamento molto da galateo. Comunque, a me le premesse vanno più che bene, e posso spiegarle tutto quanto.


    Sorrise, e dopo essersi schiarito la gola prese nuovamente a parlare.

    Il mio nome, glielo ripeto, è Kazuma Saruwatari, primo seggio del Distretto Tre del Rukongai, sobborgo della Soul Society. Voglio diventare Shinigami perché, essendo io molto altruista, mi piacerebbe proteggere le anime innocenti da quelle erranti, conosciute qui come Hollow, a quanto si dice. Per cui mi affido completamente a lei e alle sue capacità: cercherò di imparare tutto ciò che serve, e di sicuro ci metto tutta la mia volontà.

    Di nuovo sulle sue labbra affiorò un sorriso, stavolta più enigmatico, in netto contrasto con lo sguardo calcolatore che era solito mostrare al mondo.
    Sapeva di aver mentito spudoratamente, ma d’altronde questo era sicuramente un motivo più valido di quello reale. Nessuno poi lo obbligava ad essere sincero, e l’esperienza gli aveva insegnato che tutti possono essere eventuali nemici; per cui, meno cose avessero saputo di lui, meglio avrebbe potuto agire.

    Edited by Kazuma.] - 12/1/2012, 22:45
     
    Top
    .
21 replies since 9/1/2012, 22:40   274 views
  Share  
.
Top