Classe G [II]

Controllo del Corpo Lv. 1

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  1. B l a z e
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    × 2.1: Funny game.

    Personalmente, non mi sorprese più di tanto l'atteggiamento che, una volta arrivati, entrambi gli studenti tennero. Da Lily non mi aspettavo niente di diverso: una reazione composta, ma che non riusciva a nascondere del tutto l'evidente ira e frustrazione provata nelle ventiquattro ore precedenti; il non averle dato un ordine chiaro e tondo da eseguire deve averla fatta autenticamente dare di testa per la rabbia. Iniziavo a chiedermi se non fosse una pazza maniaca del sadomaso come quell'altra, lì...1
    Quanto all'altro, era molto molto probabile il fatto che avrebbe cercato di fare lo strafottente, cosa che puntualmente avvenne, ritrovandomi con una piccola sferetta di reiatsu puntata addosso. Allargai impercettibilmente il mio già largo sorriso. Oltre ad essere praticamente uno stronzo, però, era anche piuttosto intelligente. Probabilmente, il fatto che non fosse irritato quanto la compagna dipendeva unicamente dal fatto che non doveva avere perso troppo tempo a decifrare quel giochino insulso. Forse tanto insulso non era, ma del resto io ne conoscevo la soluzione...
    Ad un certo punto, però, senza aver ancora risposto né alla domanda postami né al saluto, iniziai a chiedermi dove fosse la terza. "Eppure ho mandato il messaggio anche a lei" pensai "Che non lo abbia decifra-..."
    Improvvisamente, mi ricordai che avevo mandato il messaggio alla sua vecchia abitazione nel Rukongai, avendo completamente rimosso dalla mia mente il fatto che aveva trovato alloggio nei dormitori accademici. "Merda, merda, merdaaaaaah, eppure il nonnetto con la casetta in testa era venuto a dirmelo!"
    Nella mia faccia, quando quei pensieri si risvegliarono, probabilmente passarono un teatrino di smorfie ed espressioni varie (click), che però cercai di far sparire al termine dei quali ritornando alla mia più classica inespressività. «Ehm, ok, ci siamo tutti. Perché, dici? Perché sono sadico, probabilmente... o forse perché oltre che testare le vostre capacità fisiche dovrei accertarmi del fatto che non siate dei completi idioti. Ne abbiamo già fin troppi, di balordi, giù all'Undicesima... non ne servono altri.» dissi loro semplicemente, in risposta alla domanda della biondina. «Ora seguitemi senza fare tante storie.» Il mio tono era decisamente di quelli che non ammettevano repliche; inoltre ero particolarmente soddisfatto del non avere completamente cagato di striscio né Ibi né il micro-testicolo di reiatsu che mi aveva puntato contro con le mani.
    Sì, ero decisamente malvagio.
    O forse anche no. Ai posteri l'ardua sentenza.
    Comunque, dopo una ventina di minuti di marcia a passo blando -personalmente non avevo alcuna fretta- giungemmo dinnanzi ad una grossa costruzione squadrata e, come tutto ciò che faceva parte dell'Accademia, completamente tinta di bianco. Una volta al suo interno, la temperatura si abbassò di colpo sotto lo zero. Infatti quell'enorme struttura conteneva una sorta di paesaggio artico -un toccasana per quel caldo afoso all'esterno- con tanto di stalattiti e stalagmiti di varia taglia e consistenza; dal centro dell'edificio si allargava circolarmente una grossa distesa d'acqua del diametro complessivo di una decina di metri. Il resto dell'edificio era occupato da alti cumuli di ghiaccio; le uniche due parti nella quale si poteva camminare -quasi- decentemente erano la zona pianeggiante all'entrata che dava sul bordo del lago e quella in linea retta dall'altra parte del lago. La distesa d'acqua stessa era costellata da diverse piattaforme di ghiaccio di una grandezza tale da poter a fatica contenere una persona, le quali per onor del vero andrebbe detto che non sembravano particolarmente stabili...
    «Ah, Demon-... ehm, Falkner, sei già qui vedo.» dissi improvvisamente con un'espressione divertita, volgendo lo sguardo alla mia destra. Seduto su un cumulo di ghiaccio come se fosse un cuscino, vi era infatti Falkner Chase, che fissava con il suo solito ghigno sadico e perverso i due nuovi arrivati, come tutte le volte che delle nuove prede con cui giocare e tutte da sbrandellare gli capitano tra le mani.
    Ok, forse la mia era una visione un po' di parte, ma non per niente io lo chiamavo Demonio ed era l'incubo ricorrente di Mouryou Urahara, il mio migliore amico. «Immagino ne abbiate già sentito parlare, comunque costui è il Luogotenente dell'Ottava brigata, Falkner Chase. Ed oggi è qui per aiutarci con un simpaticissimo esercizio che sono sicuro apprezzerete anche voi. A te la parola, luogotenente Per quanto mi sforzassi, non riuscivo ancora ad abituarmi a vedere Falkner come un ufficiale in comando; quindi definirlo come tale mi faceva un po' ridere.
    Luogotenente o meno, era pur sempre un Demonio quello lì.

    CITAZIONE
    Stavolta, prima di postare, dovrete attendere il post di argletahm. :P

    Nota n°1: Gintoki si riferisce ad Ayame Sarutobi. Un png da me stesso creato che lo stalkera per renderlo il suo giocattolo sessuale per le pratiche sadomaso; dopo i suoi numerosi rifiuti, ha semplicemente deciso di ucciderlo.

     
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