Classe C [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv.1

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  1. °LoxaS
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    Era incredibile. Si dice che la realtà, alla fine, riesca sempre a superare la fantasia. Ma la fantasia non deriva forse dalla stessa percezione, passata o non che sia, della stessa realtà rimodellata? La realtà non supera la fantasia: è la stessa fantasia a soffrire di una doppia, differente, esistenza. E la sua, di fantasia, in quel momento ce la stava mettendo davvero tutta. Ma davvero, davvero.
    Un attimo prima si era lasciata cadere a terra, lo ricordava. Con i suoi obiettivi ben in mente, con lo sguardo rivolto ad essi e al mutabile cielo. Ed ora sapeva di star sicuramente sognando. Perché quel momento di paura e di incertezza era passato così in fretta, cambiando nel suo stesso opposto. Come una nuvola è drago, l'essere più maestoso e fantastico, un evento negativo si redime ed oltre il fato, segue il volere dell'anima cui appartiene. Un pazzo era divenuto uno shinigami che fingeva d'essere un pazzo o, forse, un pazzo che fingeva di essere uno shinigami; ed una cicatrice, un brutto ricordo, era diventuta la battuta più fantastica che avesse potuto immaginare! Rise di gusto, immersa da sadismo proprio: tanto era solo un sogno, lo sapeva. Poi, tra le tante cose che nel riflettere sul proprio stato, sentiva, una in particolare la colpì: la misteriosa, ma appariscente personalità apparsa, visibile, udibile, parlava rivolta a più persone. Si guardò intorno, confusa. C'erano due ragazzi, due sconosciuti. Quand'è che erano arrivati? Immersa in se stessa, non si era nemmeno accorta, di nulla. "ammasso di vermi" Udì poi e per la sua autostima, sarebbe potuto essere fatale. Ma quello era un sogno e, lì, aveva già i mezzi per scrollarsi il tutto di dosso: si era appena guardata intorno e, quei due ragazzi, dovevano ovviamente essere l'oggetto di discussione. Ovviamente, dovevano. Però il gattino posso provare a prenderlo pure io, ne sono certa. O quel sogno non avrebbe avuto alcun senso d'esistere e lei avrebbe persino potuto svegliarsi. E visto che era anche lei interpellata nella sfida, il suo cuore avrebbe dovuto parlare. Perché sì, quello era il primo passo. E sarebbe stato più veloce di uno shunpo! "Scommetto che non te l'aspetti, ma non ho mangiato alcun rospo!" Beh non era certo la cosa più intelligente da dire visto che le parole dell'altro erano solo un detto che lei ovviamente, da estimatrice del mondo umano, conosceva perfettamente; ma essere intelligenti non poteva far certo parte della sfida! E poi, quelle parole, le erano venute spontanee! Non v'era alcun modo di bloccare la spontaneità e nessun modo di bloccare l'imbarazzo: in preda a del rossore, del calore improvviso, andò a cercare il gatto. Che era meglio.
    "Miaao, Miaaooo" Per catturare un gatto, devo essere un gatto. E pensare, come tale, agire come solo i felini, possono. Le sue mani senza artigli, i suoi palmi senza velluto, non avrebbero potuto però mai saltare, mai scalare e graffiare come le zampe del più inetto dei gatti. Senza contare che la sua lingua non era ruvida abbastanza. Dannazione! E' inutile provare! Non sarò mai un gatto, non ce la farò mai. Ma se si accorgeva di essere pessimista, di mancare di autostima, non poteva non porvi rimedio. "Miaaao" Esclamava, inutilmente. Anche fosse stata un gatto, non avrebbe conosciuto la lingua. Aveva appena sperimentato su se stessa la desolazione portata dal non sapere il greco, così importante nella vita e, come se non bastasse, si aggiungeva anche quel diretto affronto: l'importanza del conoscere il "gattese" la colpì, con tutta la sua forza. Si rialzò, dal ritenersi animale. Tornò umana degna d'intelletto, priva di intelletto. Com'è che davvero si può catturare un gatto, spirito libero per eccellenza? Apparte il miagolare, si intende... Forse c'era o, almeno, era quel che credeva. Se la libertà era ciò che un gatto viveva, ciò di cui si circondava, solo altra libertà l'avrebbe attirato. Ora lei era un gatto disinteressato, libero. Faceva ciò che voleva, quando lo voleva e ora, voleva solo godersi lo spettacolo. "Provate a catturarci vermiciattoli! Ma anche se provate non ci riuscirete, mai!" Non voleva affrontare nessuno, con quelle sue parole. Nè tantomento voleva sembrare pazza. L'unica sua intenzione era quella di interagire col gatto. Tramite le emozioni e le vibrazioni. Come un cobra gustava la paura forse un gatto, in quel momento, sarebbe potuto essere suo amico. Lo sperò caldamente. Aveva davvero bisogno di un amico in quel momento: non aveva davvero, davvero la più pallida idea di quel che stava accadendo di quel che stava facendo. E per di più, sembrava non svegliarsi più.
     
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12 replies since 29/11/2012, 19:04   244 views
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