Classe C [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv.1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alex932
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Parlato altrui


    Più veloce di un treno, ma che dico neanche so cos'è; più veloce del più allenato cavallo di stirpe guerriera, di quel fulmine che qualche giorno prima vidi trapassare in due un albero incendiandone le foglie; probabilmente anche più veloce di quello stesso insetto che risiedeva da ormai mesi nel mio futon, ogni giorno in luoghi diversi e con cui avevo dovuto imparare a convivere per colpa della sua appunto superiore velocità.

    Questo era quella specie di movimento che il sensei (così lo chiamerò d'ora in poi a puro scopo narrativo, seppur le sue facoltà mentali purtroppo non gli consentivano di insegnarmi alcunché) aveva sfoggiato dinnanzi a quei tre studentelli pienamente inconsapevoli di ciò che stava succedendo. In effetti altre due persone si erano recate nel frattempo davanti a quel portone tanto grande e curato, a pochi metri dalla più totale miseria del rukongai. Nulla di che. Persone, per giunta dall'aspetto noioso, non come il monossido di carbonio, che non ti delude mai. Evviva il monossido di carbonio.

    Effettivamente quello che mi incuriosiva di più, se così si può asserire, era il sensei, che d'ora in poi chiamerò "quello" perché ho appena cambiato idea.
    Tornando infatti al discorso poco fa introdotto, quello, era appena apparso tra di noi facendo disgustosamente sfoggio della sua velocità, ma mostrando allo stesso tempo qualcosa di fortemente fortemente e fortemente interessante; un movimento che mi aveva fatto salire un leggerissimo brivido su per la schiena, perché di questo si trattava effettivamente, un movimento. Nulla come un teletrasporto o invenzioni del genere, che non potevano esistere nella vita reale, ma un vero e proprio movimento che sfruttava la forza corporea e l'energia spirituale, ma che mi era stato possibile vedere solo con la coda dell'occhio, tenendoli aperti a forza senza sbattere ciglio per farli reidratare. Non vidi in effetti tutta la parte del movimento, riuscii solo a vedere l'immagine di quello in mezzo all'aria per meno di un millesimo di secondo, mentre invece lui si trovava già qui. Fatto sta che non mi ci sarebbe voluto molto per impararlo a mia volta, nonostante non ne avessi ancora compreso le basi.
    Tralascerò ogni possibile descrizione sulla personalità di quello.

    Ebbene, in pochi secondi quattro avvenimenti suscitarono in me l'idea che in realtà mi trovavo in un ambiente per poco malsano (li catalogherò di seguito per meglio farvi comprendere le radici della mia argomentazione):
    1- Un gatto apparve dal nulla
    2- Il sensei ci chiese di prenderlo
    3- Il sensei si rimangiò le parole appena dette per chiederci di presentarci
    4- La donzella che fino ad allora era stata a guardare chiunque con uno sguardo tra l'odio e il risentimento per qualche strana ragione prese un modo di dire alla lettera e si mise a miagolare.

    Tutto questo mi portò a supporre varie conclusioni: tutto ciò che era avvenuto fino ad ora era in realtà puro frutto della mia mente, e nulla era realmente accaduto, in quando la luce del sole non aveva ancora colpito i miei occhi e il mio corpo si trovava ancora in stato simil-comatoso ad espletare il ristoro dell'organismo; questa pantomima mal recitata era in realtà un trabocchetto del nostro vero sensei, che aveva mandato un idiota, probabilmente il fratello (e in questo caso sarebbe davvero un brav'uomo, a prendersi cura del suo fratello ritardato), per osservare se eravamo motivati abbastanza da seguire anche l'ultimo dei perdigiorno pur di avere un diploma in quel posto.

    Beh, purtroppo aree del mio cervello non abbastanza metabolizzate non mi permettevano di sviluppare questi miei pensieri, perché quello, che chiamerò da ora il fratello del sensei per rispetto verso quel buon uomo che riusciva a lavorare e occuparsi dei familiari allo stesso tempo, aveva attirato la mia attenzione con quell'immagine che aveva richiamato che non riusciva proprio a convincermi.
    Il... Il... Il cuo-cuo-cuore.
    Fu tutto quello che riuscii a dire prima che la mia bocca si seccò completamente rendendomi impossibile parlare.
    Il cuore è un organo, merda, serve a pompare il sangue e non ci si può parlare. Avresti dovuto dire parlare con tutte le corde vocali, o a gran voce, brutto idiota. La grande romanticità attribuita a quel muscolo violaceo non è nient'altro che una mistificazione della società occidentale dovuta all'erronea identificazione di quest'ultimo con il disegno stilizzato di un fondoschiena visto dall'alto.

    Ok, probabilmente avevo ancora qualche problema a livello verbale, e per questo motivo la presentazione non era riuscita benissimo, ma che importa, dopotutto il vero sensei era da qualche parte nascosto negli alberi come un ninja a valutare il nostro impegno, e ce l'avevo messo tutto, dato che avevo ascoltato fino alla fine il discorso del fratello del sensei, ed ero giunto ad una ben precisa e ponderata analisi.
    In effetti sembra molto facile prendere quel gatto. Mi sembra abbastanza ovvio che ci sia sotto un trabocchetto, anche abbastanza elaborato, probabilmente un indovinello... Fammi pensare, la casualità della richiesta, di prendere un gattino che probabilmente era la prima volta che il sensei stesso vedeva, il fatto che questi altri due studenti siano qui... Chi mi dice che le classi di quest'accademia siano da tre persone, e se invece fossero da due? Ci dev'essere per forza un infiltrato, ed è sicuramente tra di noi. Non è quindi il gatto colui da trovare ma...

    Miao
    La ragazza aveva appena miagolato.
    Gatta... Catturare una gatta... La gatta ladra. UNA SPIA!
    TRADIRSI COSì!
    Una forte dose di adrenalina venne scaricata istantaneamente nel mio corpo, provocando una tempestiva deviazione del flusso sanguigno verso i muscoli, in particolare quella degli arti; un'interessante stato mentale che stava all'esatta soglia tra la paura e l'eccitazione; una particolare prontezza fisica negli arti, come di qualcuno costretto a combattere o scappare e ultimo ma non meno importante, una colata di sangue nei capillari della camera anteriore dell'occhio che mi facevano sembrare un po' meno tenero.

    La mia azione fu tempestiva: abbandonai la mia postura in pochi secondi e dimostrando molte più facoltà fisiche di quelle che chiunque potesse mai darmi a prima vista mi scagliai a tutta velocità, ma silenziosamente verso la ragazza che miagolava. Ogni mio passo toccava il terroso suolo su cui ci trovavamo solo per rialzarsi un momento dopo averlo toccato e dirigersi con un'enorme falcata verso un punto più in là di quest'ultimo.
    Giunto in prossimità della ragazza, feci un rapido movimento del braccio destro, che disegnò un arco nell'aria per provare a raggiungere la testa arancione della ragazza che si trovava ben sotto la mia spalla, mentre col braccio sinistro ero pronto con un pugno teso nel caso in cui fossi riuscito a forzarla su quella stessa terra umidiccia e di un marrone molto meno secco e malato e più spesso interrotto da gettate di colore verde acceso di quella che si trovava a pochi metri di distanza.
     
    Top
    .
12 replies since 29/11/2012, 19:04   244 views
  Share  
.
Top