Classe C [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv.1

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  1. Alex932
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    A volte la vita ci offre degli scenari che non ci aspettavamo, altre ciò che ci accade è semplicemente ovvio. Altri scenari possono includere raffreddore, catarro, mal di gola e un po' di febbre, giusto con l'umidità.
    Il punto è che quel giorno la vita aveva deciso di sbeffeggiarsi di me, e nel peggiore dei modi: mi ero ritrovato senza accorgermene a pancia in su con un graffio sul polpaccio e il naso indolenzito.

    No-non era... Mmmm.....
    Poco male.
    Rimasi un poco a fissare le nuvole che vagheggiavano e facevano commenti su quel cielo azzurro, illuminato da un sole delle quattro del pomeriggio, o delle dieci del mattino. Una leggera confusione mi aveva preso in quel momento a dir la verità, ma il colpo alla testa mi aveva anche permesso di comprendere una più profonda verità.

    La realtà, e tutto quello che ci circonda, può essere inteso sbirciandone le minime screziature e sfumature di senso, oppure può venire semplicemente presa così com'è. Ogni cosa può essere una cosa di per sé, o mille altre cose allo stesso tempo.
    Il semplice fatto che una porta venga usata per accedere ad un nuovo ambiente, non rende quella porta un ambiente, ma questa è e rimarrà per sempre un pezzo di legno.
    Detto questo, quel giorno io mi sentivo un po' come una porta. Anzi, come del più generale legno, potevo essere qualunque cosa, fabbricarmi degli stipiti ed introdurmi in un circonferenzoide, accogliendo tutta la gente del mondo in una nave da crociera, oppure starmene nella mia casupola a sorseggiare del buon tè fatto gentilmente cadere sulla mia schiena da un bambino poco attento. Eppure ero lì, e dovevo prendere un gatto.

    Eppure la mia anima da sturm und draenger di quel giorno non voleva stipiti, voleva andare lontano come uno di quegli oblò degli aeroplani, o essere rincorso da una miriade di cani come quell'esca di legno vecchio alle corse. Le quantità di adrenalina erano state troppo basse in quel periodo, provocandomi un abbassamento di serotonina e di conseguenza rendendomi infelice. Un piccolo sorriso al contrario si fece spazio tra i miei zigomi, giusto sotto il mio naso in quel momento esatto, e senza neanche accorgermene stavo frugando per terra in cerca di un'arma contundente.

    Irritato e deluso dalla mancanza di ciò, mentre la ragazza continuava imperterrita a cercare di catturare quell'essere irritante, i miei meccanismi inibitori e quelli del buoncostume fecero improvvisamente una brutta fine, facendo morire l'essenza stessa del mio super-io suicida.
    Questa improvvisa morte, e la rabbia conseguente al lutto, mi fecero prendere una manciata di pietruzze dal terriccio secco su cui camminavamo, e ciò unito al mio recentemente ritrovato odio verso la punta della piramide, lanciai tutto quello che avevo in mano verso quello. Sì, il sensei, quell'uomo che non faceva che guardare dall'alto i nostri sforzi di interpretare le sue parole. Preso poi dalle mie velleità barocche, e da un'improvvisa voglia di pomposità, pronunciai delle parole ora riportate solo per amor del vero, ma che verranno smentite seduta stante in qualsiasi seconda circostanza.
    Lo prenda lei il gattino, io penso al leone.

    Quel giorno la mia sveglia mattutina non era ancora suonata.


    Non so chemmièppreso.
     
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12 replies since 29/11/2012, 19:04   244 views
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