Classe A [III]

Controddu di Coppu II

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    Marneus a causa di problemus misteriosus non poteva postare ai tempi e fargli fare una lezione di reucpero per un solo post mancante mi sembrava eccessivo, perci è promosso automaticamente a codesta lezione <3


    When the night has come and the land is dark, siete a lettuccio che dormite (Sì, mi piace disturbarvi nel sonno), quando all'improvviso vi svegliate. Inizialmente non capite il perché, ma piano piano sentite un rumore di sottofondo farsi sempre più forte, sempre piu forte... il rumore in questione, è una voce che produce insistentemente uno YAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL. Il grido si fa sempre più vicino, fino a quando una squadra di alpini con il cappello, le braghe e la piuma irrompono nella stanza. L'alpino in testa al gruppo si toglie la scarpa che emana odor di gorgonzola e ve la lancia, colpendovi in piena fronte. Svenite, e quando vi risvegliate è mattino. Dentro la scarpa, trovate un fogliettino con scritto su:

    "Domani alle 12, cortile dell'accademia"

    Guardate l'orologio... e siete in ritardo.
    Al vostro arrivo, il vostro amabile sensei Saku è sdraiato sul ramo di un albero e sonnecchia, in attesa.
     
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    - Parlato da Weinberg -: Grassetto.
    - Parlato da altri -: Rosso.
    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato


    Weinberg si svegliò di colpo, stava sudando freddo.
    Aveva ancora davanti agli occhi l'immagine che aveva visto pochi istanti prima: una persona vestita di nero con lunghi capelli cremisi.
    Ricordava solo quel colore, quel rosso.
    Capelli di un rosso più intenso delle fragole mature.
    Uno splendido rosso brillante.

    Weinberg non riusciva a ricordare chi fosse la persona del suo sogno, non ricordava diverse cose, e quindi aveva diverse domande:
    Chi era quella persona?
    Era un uomo oppure una donna?
    Perché quei capelli gli sembravano familiari?
    Mentre pansava a tutte queste cose...
    YAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL.
    Qualcuno si avvicinò facendo questo grido.
    Prima che Weinberg potesse fare qualunque cosa, diverse persone vestite da alpini entrarono nella sua stanza.
    Rimase per alcuni secondi basito, mentre l'alpino in testa alla squadra si toglieva le scarpe e le lanciava nella sua direzione.
    Poi il buio.

    Ti p- -so ch- -d- -e u- f- -ore?
    m - - -i p-r -e?


    Weinberg non riuscii a capire cosa diceva quella persona dai lunghi capelli neri.
    Poi si svegliò nuovamente.
    Ci mise alcuni secondi per ricordare la stravagante entrata degli alpini, ma le scarpe che stavano a pochi passi da lui erano la prova inconfutabile del loro passaggio.
    Guardando con attenzione, si accorse che dentro una delle scarpe vi era un biglietto.
    Lo prese:
    "Domani alle 12, cortile dell'accademia"
    Era il sensei, solo lui avrebbe potuto inviargli dei “messaggeri” del genere.
    Poi guardò l'orologio.
    Naturalmente era in ritardo.
    Dopo essersi preparato ad una velocità che persino lui non pensava di possedere, Weinberg si diresse (indossando la sua divisa da allievo) al cortile dell'accademia.
    Alcuni minuti di corsa dopo, si ritrovò nel cortile dell'accademia.
    Non vi era nessuno che assomogliasse al suo sensei.
    Poi, per caso, diresse lo guardo su uno dei rami della pianta poco distante da lui.
    Il sensei era in dormiveglia (più dormi che veglia) su uno dei rami.
    Salve sensei.
    Disse Weinberg facendo un leggero inchino.
    Poi si sedette anche lui sotto il medesimo albero, con la schiena a contatto col tronco, ad aspettare che gli altri allievi arrivassero (o che Saku gli rispondesse).

    SPOILER (click to view)
    Mi scuso con tutti per il precedente inconveniente

     
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    Improvvisamente Arashi si svegliò. Gli capitava raramente di dormire a lungo senza svegliarsi o di sognare, ed alla fine ci si era abituato. Poco a poco, le sue orecchie iniziarono ad avvertire delle strane grida, che, poco a poco, sentiva sempre più vicino. Rapidamente un gruppo d'alpini fece letteralmente irruzione nella sua abitazione, e quello in testa al gruppo si tolse le scarpe lanciandole in faccia ad Arashi, che non ebbe nemmeno il tempo di fare un qualsivoglia movimento. Svenne, e si risvegliò solo al mattino. Al risveglio, sperava che quello fosse stato solo un incubo, ma la visione delle scarpe ai bordi del letto gli confermò che quello fu tutt'altro che un sogno. Notò poi che una scarpa conteneva un piccolo foglietto, con sopra scritto:
    "Domani alle 12, cortile dell'accademia" Pensò subito a quel suo odioso sensei, Saku. Solo lui poteva trovare modi così privi di tatto ed eleganza per mandare messaggi. Accartocciò il foglio, lanciandolo lontano, si vestì rapidamente, non voleva arrivare in ritardo, poi uscì, sbattendo la porta alle sue spalle. Nonostante non fosse poi così tardi, decise d'affrettarsi ugualmente. Non si fidava del suo sensei, era un tipo imprevedibile, ed Arashi si domandava a chissà quale allenamento lo avrebbe sottoposto. Fu cauto nell'avvicinarsi al cortile, temeva che Saku avesse piazzato qualche scherzo, ma così non fu, ed Arashi non potè che rasserenarsi. Mentre s'avvicinava, notò di non essere arrivato per primo. Infatti il suo compagno era già lì, e pareva che fosse arrivato da ben poco, mentre Saku era sdraiato su un ramo. Ad Arashi venne le tentazione di farlo cadere, ma a malincuore dovette trattenersi. Attaccarlo sarebbe stato controproducente per lui in quel momento, e di certo non era così stupido da minare la sua futura carriera.
    'Giorno. Si limitò a dire, andandosi a posizionare affianco al suo compagno.
     
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    Eqquindi sì, avevo assunto uno squadrone di mercenari sudtirolesi. Fra le altre cose il capo del suddetto squadrone, Klaus, era campione imbattuto di tiro al terrone da quattro anni di fila, un vero talento... comunque, essendo mercenari erano disponibili a compiere altri servigi oltre allo sterminio di terroni. Il compito da me affidato loro, era di avvisare in maniera originale i miei allievi... e Klaus si era fatto venire una discreta idea, devo dire che centrare in fronte i poveretti era stato davvero un colpo di genio.
    Comunque, io invece mi ero recato con discreto anticipo sul luogo. Volevo trovare una maniera molto yeah per fare una buona impressione sui tizi. Avevo deciso di sdraiarmi sul ramo di un albero, così quando sarebbero arrivati sarei sceso in maniera molto spettacolosa e impressionante.
    ...
    Però quella notte avevo dormito poco, eqquindi mi addurmendiedi sul ramo. E difatti, i tizi arrivarono e io feci una figura MESCHINA. Come se non bastasse, un'improvvisa folata di vento mi fece volare giù dal ramo, con conseguente spappolamento del faccione per terra. Ed era la seconda figura MESCHINA.
    Mi alzai in piedi, smadonnando in aramaico antico.

    ACCIDENTI AL CANE D'EVA MORTO IN CROCE DIO BONO CAZZAROLA VAFFANCULO.

    E solo dopo, notai i due tizi.

    Oh. BUONGIORNO GIOVINI! Quest'oggi il vostro compito è molto semplice. Ho deciso che oggi, in data chenonmiricordo, voi due dovrete fare squadra e fare a botte con me. Ovviamente mi sarà permesso tutto, dallo schivare al parare, al contrattaccare. E posso anche attaccarvi di mia iniziativa. Voialtri invece dovrete riuscire a colpirmi almeno una volta. Ah, sappiate che ho deciso che solo uno di voi due passerà alla prossima lezione... Detto icò, non vi è però permesso di colpirvi fra di voi. Deciderò io chi di voi passerà. E ora, che le danze comincino, bum bum chika bum.

    Eddopodiciò, liberai la mia reiatsu. Che era poi una cosa che volevo fare dai secoli, mettere la strizza a qualcuno liberandola... Non ero powa come Mouryou perciò non ero in grado di schiacciarli al suolo, ma almeno un pò di ansia e di paura di crepare addosso ero benissimo in grado di provocarla.
     
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    Arashi trovò il suo sensei addormentato sul ramo di un albero, e non se ne sbalordì affatto. Ad un certo egli cadde, sbattendo la faccia per terra. Fece davvero tanta fatica a trattenere le risate, era una scena davvero pietosa, ma in qualche modo riuscì a tener serrata la bocca.
    ACCIDENTI AL CANE D'EVA MORTO IN CROCE DIO BONO CAZZAROLA VAFFANCULO.
    Il fatto che lui fosse caduto divertiva molto Arashi, che però non lo lasciò intravedere affatto. Al sentir le imprecazioni del sensei, però, si lasciò sfuggire un ghigno ormai inevitabile. Oh. BUONGIORNO GIOVINI! Quest'oggi il vostro compito è molto semplice. Ho deciso che oggi, in data chenonmiricordo, voi due dovrete fare squadra e fare a botte con me. Ovviamente mi sarà permesso tutto, dallo schivare al parare, al contrattaccare. E posso anche attaccarvi di mia iniziativa. Voialtri invece dovrete riuscire a colpirmi almeno una volta. Ah, sappiate che ho deciso che solo uno di voi due passerà alla prossima lezione... Detto icò, non vi è però permesso di colpirvi fra di voi. Deciderò io chi di voi passerà. E ora, che le danze comincino, bum bum chika bum. Quel genere d'allenamento piaceva ad Arashi, nonostante fosse consapevole della profonda differenza di forza fra lui ed il sensei, ciò non lo scoraggiò affatto. Infatti attendeva ormai fin dal primo incontro un'occasione per scontrarsi con quell'odiosa creatura dai capelli verdi, e finalmente era stato accontentato. Non si soffermò molto sul fatto che solo uno di loro sarebbe passato, ma se fosse realmente stato così avrebbe ovviamente tentato il tutto per tutto per avanzare al prossimo allenamento. Non gl'interessava affatto della fine che avrebbe fatto il suo compagno, se così poteva definirlo. Temeva però, che in quell'allenamento non ci fosse altra scelta se non la collaborazione, cosa che Arashi odiava dal profondo, dato che lui odiava contare sugli altri. Anche il fatto che il sensei potesse tranquillamente far di tutto lo preoccupava, ma in minor modo, dato che se non fosse stato così non sarebbe stato affatto divertente. Detto ciò, Arashi s'avvicinò, seppur restio, al suo compagno, sussurandogli all'orecchio. “Temo che una collaborazione fra noi due sia necessaria, nonostante il sensei abbia detto che solo uno di noi due passerà. Ritengo sia solo una menzogna, ma non è detto.” Detto ciò, Arashi iniziò a guardare il suo sensei, tentando di studiarlo, mentre pensava ad una possibile mossa da attuare.
     
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    Weinberg era seduto sotto le fronde dell'albero, erano passato si e no due o tre minuti da quando era arrivato, ma il sensei stava ancora dormendo.
    Girando lo sguardo in giro, vide una silhouette familiare dirigersi verso di loro.
    Quando si avvicinò di più, Weinberg si accorse che la persona che stava avanzando era Arashi.
    In quel momento una folata di vento fece crollare il sensei dal suo ramo, il contatto con il terreno non poterono che svegliarlo.
    ACCIDENTI AL CANE D'EVA MORTO IN CROCE DIO BONO CAZZAROLA VAFFANCULO.
    Un leggero sorriso comparve sul volto di Weinberg, che però ritornò subito serio alle parole che subito dopo pronunciò il sensei.
    Oh. BUONGIORNO GIOVINI! Quest'oggi il vostro compito è molto semplice. Ho deciso che oggi, in data chenonmiricordo, voi due dovrete fare squadra e fare a botte con me. Ovviamente mi sarà permesso tutto, dallo schivare al parare, al contrattaccare. E posso anche attaccarvi di mia iniziativa. Voialtri invece dovrete riuscire a colpirmi almeno una volta. Ah, sappiate che ho deciso che solo uno di voi due passerà alla prossima lezione... Detto icò, non vi è però permesso di colpirvi fra di voi. Deciderò io chi di voi passerà. E ora, che le danze comincino, bum bum chika bum.
    Quindi per quella volta avrebbe dovuto fare squadra con Arashi, la cosa non lo entusiasmava così tanto, ma capiva benissimo che, se fosse stato fortunato, in uno scontro uno contro uno con il sensei come nemico, lui sarebbe durato tre secondi.
    Alcuni attimi dopo che il sensei ebbe dato inizio alla sfida, Arashi si avvicinò a Weinberg.
    Temo che una collaborazione fra noi due sia necessaria, nonostante il sensei abbia detto che solo uno di noi due passerà. Ritengo sia solo una menzogna, ma non è detto.
    Weinberg non sapeva se il sensei avesse mentito oppure no, ma anche solo il sospetto di non passare era un incentivo a dare il massimo.
    Era sicuro che se fosse rimasto fermo per ancora un minuto, il sensei si sarebbe stufato di aspettare e sarebbe scattato nella loro direzione.
    Quindi escogitò una “tattica” che avrebbe potuto (forse) funzionare.
    Consisteva in questo: Weinberg si sarebbe lanciato in uno scontro frontale, mentre Arashi si sarebbe avvicinato al sensei alla sua destra (di Weinberg, non del sensei).
    Arrivati a circa mezzo metro dal loro obbiettivo, si sarebbero divisi, Arashi avrebbe attaccato da destra, mentre Weinberg da sinistra.
    L'importante era non colpire nello stesso momento, perché in quel caso il sensei avrebbe semplicemente dovuto spostarsi e i due alleati si sarebbero trovati a colpirsi a vicenda.
    Quindi avrebbe attaccato prima Weinberg e, dopo un suo probabile fallimento (dubito che al primo colpo finisca tutto), Arashi avrebbe tentato di farcela.
    Weinberg spiegò brevemente la strategia al compagno, e poi iniziò a muoversi per metterla in pratica.
     
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    Avete fatto casino °L° Adesso vi trovate in una situazione brutta burtta, in quanto Marneus non può manovrare il pg di Arashi... ma adesso sta a me postare °L° quindi, Arashipuzz doveva muoversi per primo e Marneus seguirlo. Perciò, in questa azione Arashi resterà immobile °L° Povero Marneus. Inoltre, ricordatevi sempre di specificare come e dove attaccate °L° altrimenti lasciate decidere all'avversario... Se è un calcio, se è un pugno, quale mano/piede usi e quale parte del corpo cerchi di colpire o_o


    Si misero a parlare fitto fitto fra di loro. Non pareva che la mia affermazione li avesse messo addosso troppa preoccupazione... Ua, qualcosa mi aspettavo. Se erano in grado di collaborare decentemente anche in queste condizioni, complimenti davvero.

    ... Ma non erano in grado di fatti. Perché Weinberg si lanciò come un capriolo incazzoso verso di me, ma Arashi non se lo cagò, restando fermo al suo posto come un bimbo autistico. Oh bhe. Poteva anche essere una bella strategia, se l'avessero appunto eseguita in due.
    All'ultimo, lo spilungone cambiò direzione e cerco di attaccarmi, dalla mia destra. Peccato che in un uno contro uno contro di me, avesse le stesse possibilità che ha una cacca di cane contro un pneumatico di monovolume. Avrei potuto evitare il suo pugno, ma sarebbe stato banale... Perciò, ricoprii la mano destra con un lieve strato di reiatsu e mi limitai a scivolare sotto la sua guardia e colpirgli con quanta meno forza potessi il braccio che stava sferrando il pugno. E lui poverino volò indietro, andandosi a schiantare contro Arashi.

    CITAZIONE
    Marneus riceve una lieve al braccio sinistro, Arashi subisce una lieve alla testa

    Cos'è sta roba? Un pò di impegno, perdincibaccoh.
     
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    Arashi si ritrovò per terra, con Weinberg addosso, e non fece nemmeno in tempo ad evitarlo. La sua testa ne aveva risentito; infatti gli causava un leggero dolore, ma non ci pensò, non era il momento di preoccuparsi delle sue ferite. Cos'è sta roba? Un pò di impegno, perdincibaccoh. Quel commento non potè che farlo innervosire, ma si costrinse a mantenere la calma. Se non ce l'avesse fatta, sarebbe stato tutto vano. Il tentativo del suo compagno, seppur fallimentare già in partenza, gli fece capire all'incirca quale fosse il potenziale del suo sensei. Nonostante fosse assai odioso, non era affatto da sottovalutare. Guardò il suo compagno, per terra come lui, e gli venne un'idea. Non sapeva ancora se ce l'avrebbe fatta, ovviamente, ma valeva un tentativo. S'avvicinò al compagno, iniziando a sussurrargli. “Tu distrailo, vagli incontro con l'intenzione d'attaccarlo o fa quel che vuoi, l'importante è che tu attiri la sua attenzione, mentre io gli passerò affianco, a sinistra, e proverò a tirargli un pugno all'altezza delle costole.” Detto ciò, Arashi s'alzò, gli occhi puntati sul sensei, un animalesco ghigno a fratturare il volto. Non aspettò nemmanco una conferma del suo compagno, si lanciò, sperando che lui lo seguisse. Non era granché tipo da strategie e da collaborazioni soprattutto, odiava dover contare sugli altri. Dovette però, in quell'occasione, fare un'eccezione, dato che non vi era alcun modo oltre a quello per riuscire a colpire il suo sensei. Temeva di fallire, era costantemente ossessionato dal pensiero del fallimento. Sapeva che se avrebbe fallito non ci sarebbero state seconde occasioni per lui, e ciò lo intimoriva non poco. Ovviamente riusciva a non darlo a vedere, ma dentro di lui era presente un gran turbinio di emozioni contrastanti, che non facevano altro se non deconcetrarlo. Proprio quello che gli serviva in quel momento, perdere concentrazione. Non era affatto fortunato, si ripeteva, ed in fondo, manco troppo in fondo, era vero. Mai nulla gli andava come doveva. Ma non era il momento di farsi impossessare da pensieri così negativi. Il suo sensei era davanti a lui, il suo compagno dietro, e lui stava correndo incontro alla sua ipotetica fine. Era consapevole che la sua tattica non era un granché, non era mai stato bravo ad idearle, soprattutto quando si doveva collaborare; non era roba che faceva per lui, quella. Nonostante tutto, però, preferiva di gran lunga ideare una tattica penosa piuttosto che lasciare tutto al caso. Ora Arashi stava correndo verso il suo sensei, avrebbe poi deviato per passargli affianco, alla sua sinistra, per poi tentare di piazzargli un pugno ben assestato, con la mano destra, sulle costole, sperando che Weinberg facesse la sua parte.
     
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    Prima che se ne accorgesse, Weinberg era finito in aria.
    L'impatto contro il corpo di Arashi fu particolarmente duro, e infatti, il suo braccio sinistro iniziò a diventare dolorante.
    Cos'è sta roba? Un pò di impegno, perdincibaccoh.
    Dopo questo completo fallimento, Weinberg era molto indeciso su cosa fare, quando Arashi gli si avvicinò e gli disse:
    Tu distrailo, vagli incontro con l'intenzione d'attaccarlo o fa quel che vuoi, l'importante è che tu attiri la sua attenzione, mentre io gli passerò affianco, a sinistra, e proverò a tirargli un pugno all'altezza delle costole.
    Nemmeno il tempo di acconsentire che il folle aveva iniziato a correre verso il sensei.
    Ah! Al diavolo!!
    Pensò Weinberg, prima di alzarsi e rimettersi a correre con l'intenzione di avere uno scontro frontale contro il sensei.
    Sarebbe sicuramente morto.
    Era sicuro di poche cose, anzi pochissime, ma era certo di quella.
    Prima era stato abbastanza fortunato, anche se il braccio sinistro era ancora dolorante, non aveva ricevuto danni troppo duri.
    Ora era diverso, stava caricando il sensei a testa bassa, senza un piano, prendendo per buone le parole di Arashi.
    Prima cosa, perché lo stò aiutando nel suo piano?
    Lui non ha assecondato il mio!
    Perché devo rischiare di farmi uccidere per qualcuno che non ha fatto lo stesso per me!?

    Questo era quello che pensava Weinberg, un mescolarsi di pensieri che contraddicevano le sue azioni.
    Si.
    Perché nonostante si chiedesse come mai stava facendo quella cosa, la stava comunque portando a termine.
    Si stava contraddicendo.
    Improvvisamente, mentre era a pochi metri dal sensei (su cui si sarebbe scagloato per un fantastico placcaggio) venne in mente a Weinberg una citazione sulla sua contraddizione.
    Non ricordava dove l'avesse letta o sentita, ma come tante volte prima, gli venne dall'interno.
    La bisbiglio mentre percorreva gli ultimi metri che lo separavano dal sensei.
    La contraddizione è un cattivo segno di verità: parecchie cose certe sono contraddette; parecchie cose false passano senza contraddizione. Né la contraddizione è un segno di falsità, né la non contraddizione è un segno di verità.
    Poi si lanciò sul sensei.
     
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    ... E si rimisero a parlare fitto fitto. Questa volta però, si mossero entrambi. Arashi si mosse di lato, mentre Marneus cominciò a correre dritto verso di me. Non ci provò neanche a fare una finta, un qualcosa per ingannarmi... Mi stava proprio caricando. Un'esca, non poteva essere più chiaro di così. In effetti, non potevo distogliere lo sguardo da Marneus per controllare dove fosse Arashi, altrimenti avrei rischiato. O meglio, non avrei potuto se fossimo stati allo stesso livello. Fatto sta, che non lo eravamo. Optai comunque per un'altra soluzione, facendo qualche rapido passo indietro e ampliando il mio campo visivo. In questo modo avevo anche guadagnato qualche secondo. Sfruttai quel tempo per elaborare una piccola strategia, anche se non ce n'era realmente bisogno. Marneus, una volta raggiuntomi, mi si lanciò proprio addosso, a peso morto, come per un placcaggio. Ma io, da ex giocatore di football, li conoscevo cfin troppo bene. Arashi invece cercò di colpirmi alle costole con un destro.

    Bravo Marneus. Bisogna sempre sostenere il proprio compagno, anche quando il piano è una cazzata... quantomeno per limitare i danni. Non posso dire lo stesso di te, Arashi. Prima non caghi il tuo compagno, e dopo parti all'attacco senza manco consultarlo... ti meriti una punizione.

    Detto ciò, il mio bracciò destro scatto velocissimo, praticamente invisibile agli occhi dei due tizi, e la mano andò a deviare il pugno del ciofine. Dopodiché, richiusi la stessa mano intorno alla testa di Arashi, mentre mi spostavo di un passo a destra, evitando il placcaggio di Marneus. Con la mano sinistra bloccai anche la sua testa al volo, poi le sbattei insieme come due noci di cocco.

    Ye, caraibi.

    CITAZIONE
    Ricevete entrambi una lieve alla testa. x Arashi: Due lievi fanno una moderata.

    Li spinsi lontano poi, riguadagnando una posizione normale.

    Avanti lorsignori, altro giro, altra corsa.
     
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    Il placcaggio venne eseguito bene da Weinberg, sia gli adduttori che i polpacci diedero il massimo in quel momento.
    Nonostante questo, l'azione di Weinberg finì comunque con un fallimento, ed in più, ora la sua testa era nella manona destra del sensei.
    Con la coda dell'occhio, vide che anche l'attacco di Arashi non era andato a buon fine.
    Bravo Marneus. Bisogna sempre sostenere il proprio compagno, anche quando il piano è una cazzata... quantomeno per limitare i danni. Non posso dire lo stesso di te, Arashi. Prima non caghi il tuo compagno, e dopo parti all'attacco senza manco consultarlo... ti meriti una punizione.
    Il cervello di Weinberg impiegò pochi decimi di secondo per capire cosa stava per succedere alle loro due teste, quindi si preparò psicologicamente all'impatto...
    … Anche preparandosi faceva male lo stesso.
    Poi vennero entrambi lanciati via, come due stracci vecchi.
    Ye, caraibi.
    Avanti lorsignori, altro giro, altra corsa.

    Disse il sensei mentre i due atterravano.
    Weinberg si toccò la testa ancora dolorante, poi si rivolse ad Arashi.
    Proviamo così: la stessa strategia di prima, ma tu ora, invece di attaccarlo dal fianco lo attacchi da dietro.
    Anche se fallisse questa strategia, non sarà un problema, ho in mente una cosa.
    Se saremo nuovamente trattenuti, avvinghiati con più forza che puoi, in questo modo quelli liberò potrà cercare di colpire il sensei in qualche modo.
    Se invece vieni scaraventato via, riprova nuovamente con l'attacco, ma questa volta frontale.
    Se non ci riusciamo dopo tre tentativi fermiamoci.

    Come strategia era decisamente strana, ma andava tentata.
    Aspettò che Arashi dicesse qualcosa, poi si alzò e ripetè la carica verso il sensei.
    Questa volta però non completamente frontale, ma leggermente a destra, così da poter dare ad Arashi maggior tempo per aggirare il sensei.
    Se avesse nuovamente fallito si sarebbe rialzato e avrebbe riprovato altre due volte con un attacco frontale.
    Potevano farcela.
     
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    Come non detto, il suo pugno venne deviato dal suo sensei, che poi prese la sua testa e la fece sbattere contro a quella del suo compagno. Ovviamente sapeva fin dal primo momento che avrebbe quasi sicuramente fallito, eppure quella certezza non fu abbastanza per farlo desistere dal suo futile tentativo. Le tattiche non erano cosa per lui, lo sapeva, dunque decise di lasciare tutto in mano al suo compagno, di cui momentaneamente ‘si fidava’. Pareva esser più bravo di lui, strategicamente parlando. Ad ogni modo, le teste dei due cozzarono una contro l'altra, facendo percepire ad Arashi una gran sensazione di dolore. Ed ora ci mancava solo che il suo odiato sensei parlasse, per completare il felice quadretto di sofferenza.
    Bravo Marneus. Bisogna sempre sostenere il proprio compagno, anche quando il piano è una cazzata... quantomeno per limitare i danni. Non posso dire lo stesso di te, Arashi. Prima non caghi il tuo compagno, e dopo parti all'attacco senza manco consultarlo... ti meriti una punizione.
    Dovette riconoscere che il suo sensei, nonostante il suo carattere, in quell'occasione avesse ragione. La sua tattica era da folli, eppure lui l'aveva attuata, ovviamente fallendo, ed anche il suo compagno lo aveva aiutato. Non se lo sarebbe mai immaginato.
    Ye, caraibi.
    Avanti lorsignori, altro giro, altra corsa.

    Quella sua simpatia da quattro soldi proprio l'odiava, non riusciva a sopportare le futili battutine che il suo sensei si lasciava ‘sfuggire’, in fin dei conti lo stava pur sempre deridendo. Non ebbe tempo per pensare ad altro, dato che Weinberg s'avvicinò a lui.
    Proviamo così: la stessa strategia di prima, ma tu ora, invece di attaccarlo dal fianco lo attacchi da dietro.
    Anche se fallisse questa strategia, non sarà un problema, ho in mente una cosa.
    Se saremo nuovamente trattenuti, avvinghiati con più forza che puoi, in questo modo quelli liberò potrà cercare di colpire il sensei in qualche modo.
    Se invece vieni scaraventato via, riprova nuovamente con l'attacco, ma questa volta frontale.
    Se non ci riusciamo dopo tre tentativi fermiamoci.

    Eh, in effetti aveva ragione. A far strategie Weinberg gli era nettamente superiore, e non se ne stupì affatto, anzi, lo sospettava. Gli parse una strategia sensata, ed anche se un po’ insicuro decise di ripagare il suo compagno della fiducia. E sia. Ci sto. Vide dunque Weinberg correre in direzione del suo sensei, questa volta però, la sua traiettoria era diversa, puntava più verso destra. Senza perdere più tempo di quanto non ne avesse già perso, iniziò a correre. Avrebbe cercato di aggirare il suo sensei correndo alla sua sinistra, per arrivargli dietro. Fatto ciò, avrebbe provato ad attaccarlo da dietro tirandogli un pugno con la mano sinistra all'altezza delle scapole. In caso di fallimento, avrebbe riprovato per due volte con la medesima strategia, eccetto che al secondo tentativo avrebbe provato, avvinghiando le sue braccia sotto le ascelle del suo sensei, ad impedirgli qualsiasi movimento con le braccia.
     
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    Ancora non si davano per vinti. Il che era appunto quello che volevo da loro... perciò sì, andava bene così. Dopo esseri di nuovo consultati, i due partirono di nuovo all'attacco. La strategia sembrava la stessa della volta prima, anche se denotavo delle piccole differenze. In primis, la corsa di Weinberg non era proprio una corsa rettilinea verso di me, ma stava puntando più sulla mia sinistra. Allo stesso tempo, Arashi si era rimesso a correre disegnando una luuunga curva intorno a me. Uscì di nuovo dal mio campo visivo, ma per stavolta preferii focalizzarmi sul suo compagno. lo aspettai, piantando bene le gambe atterra, leggermente divaricate. Nel momento stesso in cui mi saltò addosso, mi chinai. Usando la mia schiena come perno, nel momento in cui lui impattava con essa scattai di nuovo in piedi, facendolo rovesciare all'indietro. Destino volle che proprio in quel momento Arashi spuntasse dietro di me, venendo di nuovo travolto dal compagno. Stavolta però non ne uscirono danneggiati. Li presi per la divisa e li lanciai indietro, di nuovo.
    Non feci in tempo ad aprir bocca per uscirmene con qualche battuta scadente, che loro ripartivano già all'assalto. Lo schema d'attacco stavolta era decisamente lo stesso identico preciso a quello di prima, non sbagliavo. Perciò adesso ero praticamente già sicuro che Arashi sarebbe spuntato dietro di me. Avrei preso io l'iniziativa, stavolta. Scattai in avanti, precedendo il salto di Weinberg. Non avrebbe comunque avuto il tempo per contrastarmi perché ero stato troppo veloce, ma preferii coglierlo nel momento esatto in cui le sue gambe si staccavano da terra, così che non potesse fare niente. con il palmo della mano lo spinsi all'indietro, mentra la gamba destra andava a sgambettarlo facendolo ruzzolare al suolo.

    CITAZIONE
    Marneus subisce una lieve alla schiena. A-ha. °L°

    Scattando in avanti rendevo la vita difficile anche ad Arashi, che avrebbe dovuto cambiare direzione, arrivando in ritardo. Ebbi così tutto il tempo di girarmi ed aspettarlo. Nel momento esatto in cui mi raggiunse, lo presi per la divisa e lo lanciai all'indietro, vicino al compagno.
    ... Ma ancora una volta si alzarono, e si prepararono a caricare di nuovo. Alzai la mano, spazientito-

    AAAAAALT. basta così, direi che può andare. Ero consapevole che dandomele alla pari con voi non avreste avuto possibilità, quello che volevo è che attaccaste senza mai arrendevi. Perciò complimenti, siete passati. Vi farò sapere per la prossima lezione. Oss!

    E poi via, verso nuove avventure.

    Lol °L° Complimenti, guadagnate Controllo del corpo 2 e 12 punti Eshperienzah °^° Fate un post conclusivo e alla prossima °3°
     
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    Pensato da Weinberg : Corsivo.
    - Parlato da Weinberg -: Grassetto.
    - Parlato da altri -: Rosso.
    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato


    Weinberg si sentì un vero idiota quando, dopo la schivata del sensei, si scontrò con Arashi.
    Come da programma, dopo il primo fallimento si rilanciarono alla carica, ma il risultato fu soltanto un intenso dolore alla schiena.
    Nonostante il secondo fallimento, erano comunque pronti a ritentare nuovamente, ma il sensei alzò la mano per fermarli, poi disse:
    AAAAAALT. basta così, direi che può andare. Ero consapevole che dandomele alla pari con voi non avreste avuto possibilità, quello che volevo è che attaccaste senza mai arrendevi. Perciò complimenti, siete passati. Vi farò sapere per la prossima lezione. Oss!
    Detto questo, il sensei se ne andò, lasciando i due alievi da soli.
    Weinberg sospirò profondamente, era stato davvero stancante (e doloroso), ma alla fine erano passati entrambi.
    Cosa si inventerà la prossima volta?
    Pensò Weinberg, appoggiando la schiena al tronco dell'albero su cui il sensei stava dormendo prima di iniziare la prova.
    Ora sapeva anche di potersi fidare di Arashi, non ciecamente, ma comunque sicuramente gli avrebbe dato più fiducia ora, rispetto a prima di aver affrontato la prova.
    Quindi Weinberg si rivolse ad Arashi.
    Grazie per aver avuto fiducia in una tattica pazza come questa.
    Detto questo, Weinberg fece un leggero inchino, prima di avanzare verso l'alloggio che gli era stato assegnato.
    Aveva ancora parecchie cosa da cercare, soprattutto sul suo passato.
    Chi erano quelle due figure?
    Quella con i capelli neri e l'altra con i capelli cremisi.
     
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    Il loro primo tentativo fallì, ed Arashi si ritrovò Weinberg addosso, di nuovo. Ormai stava diventando una dannata abitudine. Anche la seconda volta fu un fallimento, ma al terzo tentativo, improvvisamente, i due vennero fermati dal sensei.
    AAAAAALT. basta così, direi che può andare. Ero consapevole che dandomele alla pari con voi non avreste avuto possibilità, quello che volevo è che attaccaste senza mai arrendevi. Perciò complimenti, siete passati. Vi farò sapere per la prossima lezione. Oss!
    Poi se ne andò rapidamente, lasciando i due soli. Vide Weinberg appoggiarsi al medesimo albero da cui il sensei cadde prima dell'allenamento. Arashi era incredulo: era già finita? Così semplice? Bastava dimostrare un po' d'iniziativa e finiva tutto lì? Nonostante fosse consapevole dell'abissale differenza fra lui ed il sensei, non poté che rimanere un po' deluso da quella fine così improvvisa quanto rapida. L'allenamento e le parole del suo sensei gli avevano fatto ricordare i suoi stupidi limiti. Limiti che voleva superare, a tutti i costi. Era ancora debole, e nonostante avesse voluto combattere con lui, col suo attuale livello non sarebbe durato nemmeno una frazione di secondo. Nonostante tutto la collaborazione col suo compagno era andata alquanto bene, nonostante per lui fosse un'esperienza relativamente nuova. Si girò verso Weinberg, che iniziò a parlargli.
    Grazie per aver avuto fiducia in una tattica pazza come questa.
    In effetti quella definizione non faceva una piega, era stato un tentativo davvero folle. Ripensandoci ad Arashi veniva quasi da ridere; se fosse stato un vero combattimento entrambi sarebbero stati già morti.
    “Di niente.” Rispose col suo solito tono freddo e distaccato, tipico della sua persona. Lo vide poi inchinarsi ed andarsene. Non avendo più nulla da fare, se ne andò a sua volta, risparmiandosi il banale e futile inchino.

    Edited by Aräshi - 18/12/2012, 19:28
     
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