Classe I [IV]

Controllo del Reiatsu Lv.2

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  1. Feferocky
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    Quella settimana era stata durissima per Akane: il suo peso era aumentato vertiginosamente dopo l’ultimo allenamento con Moryou-sensei (ormai si era abituata a chiamarlo per nome). Quei maledettissimi dolci la stavano per uccidere. Certamente i suoi allenamenti lasciavano un segno, o anche due.

    Facciamo tre.
    Però la ragazza si sentiva nettamente più robusta e con i muscoli leggermente più sviluppati. Anche i suoi riflessi erano migliorati e spesso si divertiva a provare i suoi miglioramenti sui suoi gatti, saltando su di loro.
    Ah già. Tosei si era trovato una ragazz… ehm… una graziosa gattina tutta bianca (all’inizio le pareva avesse macchie nere ma era solo perché sporca) con occhi azzurrissimi, alla quale Akane aveva faticato per dare un nome. Era indecisa se chiamarla Mizu-chan per via dei suoi occhi color acqua, Kumo-chan per via del suo pelo morbido come una nuvola di zucchero filato o Amai-chan, poiché sembrava un marshmallow e l’appellativo di “dolce” sarebbe stato perfetto.
    Fu lei stessa a decidere, strusciandosi sulle gambe di Akane nel momento in cui lei diceva:
    -Mizu-chan! È pronto in tavola-
    Si! In effetti, data l’estrema golosità dei due gatti di Akane, era difficile capire se la piccola avesse reagito alla prima o alla seconda delle frasi, ma la ragazza volle pensare che, in qualche modo alla gattina piacesse quel nome.
    Così Mizu-chan era entrata a far parte della famiglia … La quale a breve si sarebbe più che moltiplicata, ma Akane ancora non se ne era resa conto.
    Era passata esattamente una settimana e ormai la dieta aveva avuto i suoi frutti. Era tornata a essere in forma come prima. Mancava solo l’ultima cosa da fare: si tolse la benda dalla mano sinistra, vedendo con grande piacere che era ormai tornata completamente alla normalità. Chissà perché ci aveva messo tanto, poi? Quell’ortica doveva essere piuttosto potente.
    In ogni caso dopo aver fatto un po’ di esercizi di mantenimento e dopo aver preparato dei pranzetti nutrienti per i suoi gattini, si mise nel letto e, come suo solito si addormentò nel giro di due minuti o poco più.
    Se c’era una cosa che Akane non seppe mai (o quasi) è che, quando non aveva i suoi soliti incubi, la notte russava, rumorosamente e a lungo, indecorosamente con la bocca aperta.
    Non sapeva che quel giorno se ne sarebbe pentita.
    Quella notte, infatti, le parve di sentire un terrificante tonfo che la fece spaventare, ma, ovviamente, non si svegliò.
    Si svegliò invece a causa dei sobbalzi. Era in un sacco con migliaia di caramelle in bocca, ancora aperta per il suo tremendo russare.
    -Ehi! Che diamine …? –
    Un rapimento? Perché lei? Che cosa aveva fatto di male? Ovviamente nessuno poteva impedirle di dire quello che pensava. Magari il suo rapitore si sarebbe stufato di sentirla parlare in continuazione.
    -Lasciami stare subito pezzo d’imbecille! Chiunque tu sia, sappi che non è divertente. Lo sai che in certi stati essere stupidi quanto te, è illegale? Da dove ti viene di mettere la gente in un sacco? Sai, le persone in genere hanno quella cosa chiamata CERVELLO! Tu l’hai lasciato da qualche parte in giro, non è così? Su, dai, lasciami andare e lo andiamo a cercare insieme.
    La ragazza continuò a parlare per moltissimo altro tempo ma non sembrava voler cedere. Anzi, aveva aumentato i sobbalzi facendola andare a sbattere contro non si sa cosa.
    Aveva cercato in tutti i modi di liberarsi ma il sacco sembrava essere più che resistente. Così a un certo punto smise di parlare a raffica e prese il suo fermaglio per capelli e cominciò a tagliuzzare un filino per volta di quel sacco. Era difficile mantenere la costanza di quel compito visti i salti continui.
    -La smetti una volta per tutte di fare Heidi sulle montagne? Almeno se devi rapirmi fallo con decenza no?-.
    La ragazza cominciò a prendere a morsi il sacchetto di juta mordendo e rosicchiando il più rapidamente possibile i fili. Era di sicuro più efficace del fermaglio.
    Continuò a rosicchiare i fili, era riuscita a creare perfino un buco piccolo, ma non ancora abbastanza grande da passarci attraverso, ma almeno per vedere chi fosse il suo rapitore.
    Come tutti i buffoni ovviamente aveva una maschera per non farsi riconoscere.
    Dopo un po’ che la ragazza continuava a saltare e a rosicchiare, fu lanciata insieme al sacco su qualcosa di molto duro. Per fortuna non si fece quasi nulla. Continuò così a mangiucchiare i fili di quel sacco. Non mancava molto e il suo rapitore sembrava essere ormai scomparso.
    Ecco che finalmente dopo un po’ di tempo, nonostante un po’ di dolore ai denti, la ragazza riuscì a uscire da quel coso.
    -E adesso voglio vedere chi è quel pazzo che … - Akane era in una conca fra due rocce che, a dirla tutta, aveva un certo fascino naturale. Beh, almeno un rapitore naturalista.
    Poi si voltò e vide un uomo, di certo il suo rapitore, che assomigliava più che altro a una bruttissima copia di Capitan Uncino, o magari a suo fratello giacché l’uncino era sulla sinistra. Si scorgevano facilmente degli occhioni luminosissimi di un color azzurro acceso. Erano inconfondibili. Tutto quadrava.
    Il volto di Akane improvvisamente assunse un’espressione che si potrebbe descrivere come un “Are you fuc**** kiddin’ me?”. Era senza parole, oltre che estremamente sconcertata dal pensiero di quell’uomo, l’unico capace di fare una cosa del genere, che forse, in una mentalità parallela, estremamente contorta, era convinto di non essere riconoscibile.
    -Arrhhhh!- Urlò il pirata mal riuscito.
    Akane si mise una mano davanti alla bocca e, piegata in due, scoppiò a ridere, fragorosamente, ormai sollevata di non essere veramente in pericolo. Beh, forse, in effetti, lo era. E anche troppo. Un rapitore sarebbe stato di gran lunga un’esperienza meno dolorosa.
    -Ahahahah! Sensei! Veramente pensava che quel costume ridicolo la potesse nascondere?-.
    Eppure, Akane era felicissima di rivedere quel pazzo ancora una volta, anche se questo le sarebbe costato una nuova pseudo morte. Forse stava diventando masochista?
    Nel frattempo non si era accorta che c’era un altro sacco, poco lontano da lei.

    YEEEEEEEEEEEE!!!! :lalala: Altra morte in avvicinamento!!! Mi piace!!!! XD :quoto:
     
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