Classe α [II]

Controllo del Reiatsu Lv. 1

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    Durante la notte ti viene recapitata una missiva che noterai l'indomani, al momento del risveglio. Essa è vergata dalla solita grafia storta, confusionaria e particolarmente fuori dal comune di Haine. Spenderai diversi minuti a decifrarne il contenuto, ed infine ne ricaverai il seguente:
    CITAZIONE
    Presentati alle ore 09:00 davanti all'ingresso dell'accademia, ove troverai il tuo sensei.
    La puntualità è imperativa, eventuali ritardi non saranno tollerati.

    Al tuo arrivo non troverai nessuno, dunque sarai costretto ad attendere l'arrivo del tuo sensei restando vicindo all'ingresso.
     
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    CITAZIONE
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    Era passato qualche giorno dalla prima lezione nell’Accademia e ancora Ryuichi non aveva ricevuto notizie per la prossima lezione. Certo, capiva che non era il solo studente li dentro e che il continuo affluire di nuovi poteva rallentare le comunicazioni.
    Passò i seguenti giorni come al solito: passando molto tempo con i suoi fratellini. Senza ombra di dubbio il il bambino che più gli si era attaccato era la piccola Aya. Eiji e Masahiro gli volevano bene, ma essendo maschi volevano comportarsi da “duri” e quindi si lasciavano andare poco alle smancerie.

    Dal canto suo, non aveva mai avuto dei fratelli, essendo stato figlio unico nella precedente vita e quella situazione per lui, nonostante fossero passati tre secoli, era sempre una novità e cercava di essere sempre un ottimo fratello maggiore.
    § Uff… sono instancabili! § Era dal mattino che stavano giocando agli Shinigami e il ragazzo stava mostrando loro quello che apprese durante la sua lezione. Eiji si stava dimostrando il più dotato fra i tre, ma anche Aya, per quanto goffamente ci provasse, era discreta.

    Masahiro invece non sembrava proprio portato per le arti marziali e il suo viso si incupì. Non preoccuparti Masahiro, non esiste solo l’Hakuda. Potresti essere più dotato nel Kido o nello Zanjutsu. Quel piccolo commento ridiede la luce nel viso del bimbo.
    Giunta la sera, i fratellini andarono a dormire distrutti e anche Ryuichi si coricò presto, stremato pure lui. Il mattino seguente, svegliatosi, la madre gli consegnò una nuova lettera. Finalmente avrebbe avuto una nuova lezione! Aperta la missiva riconobbe la scrittura di Haine e accendensi il suo kiseru, cominciò a decifrare il messaggio.

    CITAZIONE
    Presentati alle ore 09:00 davanti all'ingresso dell'accademia, ove troverai il tuo sensei.
    La puntualità è imperativa, eventuali ritardi non saranno tollerati.

    § Anche è arrabbiato per quel piccolissimo ritardo. Vabbè che ha ragione… § Con quel pensiero andò a salutare i fratelli ancora addormentati, che lo salutarono con indistinti grugniti, non proprio delle parole, ma guai se non avesse osato a salutarli, glielo avrebbero rinfacciato per molto tempo.
    Si mosse dunque verso la sua classe ed arrivò con un discreto anticipo, ma del Sensei o di un altro allievo nemmeno l’ombra. Restò vicino all’ingresso attendendo pazientemente e poggiandosim con la schiena sulla parete con un piccolo pensiero. § Sarò il solo studente anche questa volta? §
     
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    Occhio, hai fatto un paio di errori di battitura. C'è inoltre una cosa che non mi va granché a genio, questa frase: “Anche è arrabbiato per quel piccolissimo ritardo.” Direi che è alquanto scorretta, seppur ancora comprensibile.

    CITAZIONE
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    Lentamente, Haine si dirigeva verso l'imponente edificio dell'accademia. Le strade erano ormai colme d'inutili quanto fastidiosi abitanti, che egli cercava d'evitare con ogni mezzo. Non voleva nemmeno respirare la medesima aria di persone di così infimo rango, riteneva che potesse nuocere alla sua altezzosa quanto superba persona. Fortunatamente era molto raro che lui camminasse a quel modo per le strade, fra tutti quei rifiuti umani. Mai stato un amante degli spostamenti, prediligeva spostarsi poco, o meglio, affatto, ed infatti lo faceva solo per assoluta necessità. Come di consueto era in ritardo, ed il fatto che il suo ‘caro’ studentello non avrebbe potuto lamentarsi in modo alcuno di ciò lo rallegrava, in un certo senso. Quando ormai l'edificio era vicino, notò subito la figura dell'alunno, di cui, fra l'altro, s'era dimenticato il nome. Ma non importava, almeno, non a lui. Era un'altra delle tante futili formalità. Contava solo la pratica, poiché spesso e volentieri le parole non portavano a nulla. S'avvicinò allo studente, salutandolo con un languido cenno della mano, mentre gli rivolgeva una gelida occhiataccia. “Spero non t'abbia fatto aspettare molto” disse, prorompendo in un'acuta quanto tetra risata. “Ad ogni modo, seguimi.” Detto ciò, scattò rapido in direzione dell'edificio, camminando rapidamente fra i vari corridoi, fino ad arrivare ad un dojo vuoto ed alquanto piccolo, privo d'arredamento alcuno, esattamente come quello del primo allenamento. Appena entrato Haine si sedette, facendo cenno allo studente di fare lo stesso. “Ebbene, sai nulla sul reiatsu?” Disse, col solito tono freddo e disinteressato. Sfilò dalla tasca una moneta ed iniziò a giocarci con aria annoiata, lanciandola in aria e riprendendola, mentre attendeva una risposta.
     
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    Ryuichi stava aspettando da tempo indeterminato, per un attimo pensò che quella fosse una sorta di vendetta da parte di Haine sul suo precedente ed unico ritardo. Davanti a lui continuavano a passargli individui che si dirigevano alle loro rispettive classi. Infondo fare tardi poteva capitare a chiunque.
    Quindi, magari, anche Haine era stato in qualche modo trattenuto per chissà quale impegno. Convincendosi di ciò intravide la sagoma del Sensei in lontanaza e una volta avvicinato lo salutò con un breve cenno della mano e una gelida occhiata.

    Tuttavia dovette ricredersi su quello che aveva precedentemente pensato. Spero non t'abbia fatto aspettare molto. Ad ogni modo, seguimi. Disse ciò con una risata acuta e non dandogli nemmeno il tempo di rispondergli o salutarlo, fece uno scatto improvviso.
    Ryuichi stette al passo e si inoltrarono nella struttura, quasi correndo per i corridoi, fino ad arrivare davanti ad una classe. Era differente da quella della scorsa volta solo per l’ampiezza, questa era più piccola. Haine entrò e si sedette intimando Ryuichi a fare lo stesso con un gesto.

    Una volta che il ragazzo si accomodò Haine proruppe con il solito tono freddo e distaccato. Ebbene, sai nulla sul reiatsu? Nel mentre, il Sensei tirò fuori dalla tasca una moneta e cominciò a giocarci lanciandola in aria per poi riprenderla.
    Ryuichi non dovette pensarci molto per dare una risposta. A quanto ne so è l’energia spirituale degli Shinigami, da esso si può capire quanto è forte l’oppositore e ogni volta che si attacca questa energia diminuisce. Finì di parlare restando in attesa e guardandolo continuare a lanciare quella moneta.

    Volevo scrivere "ancora" ma dati i numerevoli errori, ero stanco e non me ne sono accorto. Chiedo venia.
     
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    Haine s'umettò le labbra con fare impaziente. Dopo aver udito la risposta del suo studente lanciò per un'ultima volta la moneta, che ripose poi in un taschino. “Nonostante sia corretta, la tua è una risposta incompleta e superficiale.” Fece una breve pausa. “Oltre a ciò che hai detto, il reiatsu permette di fare molte altre cose. Ora, dato che ritengo sia futile - almeno per il momento - metterti al corrente di tutti gli usi possibili del reiatsu, ci concentreremo solamente su uno di essi, su cui si basa la lezione d'oggi.” Detto ciò mosse il braccio sinistro in avanti, e, volgendo il palmo della mano al cielo, iniziò lentamente a dar forma ad una sfera di reiatsu di colore nero, della grandezza d'un'arancia. “Ecco la lezione di oggi. Ovviamente non m'aspetto di certo che tu faccia qualcosa di così perfetto, basta che il tuo tentativo sia vagamente simile a questa. Hai i mezzi per farlo, ergo non dovrebbe essere affatto un problema per te. Ovviamente devo avvertirti che se sbagli potresti farti davvero tanto male.” Haine ghignò, continuando a guardarlo. “Non voglio privarti - e privarmi - del divertimento, di conseguenza non t'aiuterò. Voglio vedere fin dove riesci ad arrivare con le tue sole forze. Al massimo potresti perdere un braccio, ma non è un problema, vero? In fin dei conti ne hai due.” Proruppe in una cupa risata. “Che altro dirti, divertiti, per quanto ciò può riuscirti possibile. Non mi ritengo responsabile per tue eventuali menomazioni, sappilo.” Ghignò, ancora, per poi tornare impassibile, fissandolo coi vividi occhi scarlatti. S'alzò poi, rapido, allontanandosi d'un paio di passi dal ragazzo. Si poggiò poi contro al muro della piccola stanza, mettendosi, di conseguenza, in sicurezza da un possibile quanto probabile fallimento del ragazzo, che avrebbe quasi sicuramente comportato un'esplosione.
     
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    Il Sensei restò immobile ad ascoltare la spiegazione di Ryuichi, senza mai smettere di giocare con la piccola moneta, fino a quando non la fece roteare un’ultima volta in aria e la nascose in un taschino. Nonostante sia corretta, la tua è una risposta incompleta e superficiale.
    Oltre a ciò che hai detto, il reiatsu permette di fare molte altre cose. Ora, dato che ritengo sia futile - almeno per il momento - metterti al corrente di tutti gli usi possibili del reiatsu, ci concentreremo solamente su uno di essi, su cui si basa la lezione d'oggi.


    Haine finì di parlare ed estese il suo braccio sinistro, con il palmo della mano rivolto verso l’alto, e molto lentamente comparve una sfera dal colore nero, che fluttuava a pochi centimetri dalla pelle e le sue dimensioni erano alquanto esigue. Simili a quelle di un’arancia o una pesca.
    Gli spieghò, senza mai tralasciare i vari ghigni sadici e risate cupe, che avrebbe dovuto ricreare una sfera di Reiatsu abbastanza simile alla sua. Per puro sadismo non volle rivelargli alcun suggerimento, oltre ad accennare la probabilità di essere menomato e che lui se ne sarebbe lavato le mani.

    § Molto professionale devo dire. Fregarsene se l’allievo si può fare male perché non gli si è data un giusta base su cui lavorare è sinonimo di ineguatezza all’insegnamento. Già, mi è capitato un pessimo insegnante. § Con quel pensiero legitto in mente, mutò subito la sua espressione, entrando in quella modalità fredda e calcolatrice.
    Haine si portò ad una distanza di sicurezza, ma lui se ne era accorto, l’aveva fissata per tutto il tempo, e certamente Ryuichi non era uno stupido. Il trucco era la moneta, o per meglio dire, la sua forma. § Devo concentrarmi sulla forma sferica di quella moneta e proiettare il mio Reiatsu sulla mano. §

    Chiuse gli occhi, portando il braccio destro davanti al proprio busto e rivoltando il palmo della mano al cielo, cominciò ad immaginare la moneta che veniva lanciata in aria, che con la sua molteplice rotazione assumeva la forma di una sfera perfetta, e concentrò un po’ delle sue energie sulla mano.
    Non percepì nulla di insolito, ma non se la sentiva di aprire gli occhi per controllare se stava succedendo qualcosa, perché se qualcosa stava succedendo, magari quella piccola interruzione avrebbe portato alla conclusione predetta dal Sensei.
     
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    Allora. Hai scritto ‘legitto’, credo volessi scrivere legittimo. Oltre ad un altro errore di battitura va tutto bene. Ammetto che avrei preferito un ‘se ne accorse’ al tuo ‘se ne era accorto’ in questa frase: ‘Haine si portò ad una distanza di sicurezza, ma lui se ne era accorto, l’aveva fissata per tutto il tempo, e certamente Ryuichi non era uno stupido.’ Ma credo sia personale. Ti consiglio inoltre d'ampliare la descrizione del tentativo e direi che scrivere qualcosa in più sui pensieri e le sensazioni che prova il tuo pg non sarebbe male. Più descrivi meglio è.

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    Come previsto il suo studente aveva ovviamente fallito. Nonostante fosse riuscito a creare una minuscola sfera di reiatsu bluastro essa era instabile ed esplose quasi immediatamente, ustionando lievemente il braccio dello sventurato. Era sicuramente improbabile che uno studente al suo secondo allenamento potesse manipolare il reiatsu senza nessuna spiegazione. Nonostante tutto, Haine non aveva ancora trovato qualcuno all'altezza delle sue aspettative, dunque perché si sarebbe dovuto sprecare? Seppur restio, dovette dar un suggerimento - seppur misero - all'allievo. “Sapevo che sarebbe esploso qualcosa, la decisione d'allontanarsi è stata indubbiamente saggia. Sei riuscito a materializzare un po’ di reiatsu, complimenti. Ma sei ancora lontano dal risultato che esigo tu raggiunga. Se vuoi passare questa lezione è imperativo che tu riesca a creare una palla di reiatsu che assomigli almeno vagamente alla mia. Questa volta t'è andata bene, ti sei solo ustionato un po’, purtroppo.” Ghignò leggermente. La possibilità che il suo allievo si fosse potuto ferire lo deliziava. “Avrai sicuramente notato la mia indisposizione all'insegnamento. Ammetto che non è affatto il mio punto forte. Pensi che la tua inabilità nel manipolare il reiatsu dipenda dal fatto ch'io non t'abbia detto nulla? Potrebbe anch'essere così, ma adoro complicarti la vita. Se io ti dicessi tutto non ci sarebbe più alcun divertimento, ergo sarò sintetico. A mio avviso, tutto ciò che è necessario al completamento di tal esercizio è la consapevolezza di possedere reiatsu; consapevolezza che già dovresti avere, dato che la tua presenza qui è la prova che tu ne abbia. Tutto ciò che ci circonda è formato da particelle di reishi. In sintesi, oltre a scorrere dentro di noi, il reiatsu è ovunque. Devi percepirlo, per poi convogliarlo e concentrarlo sul palmo della mano. ” Aveva parlato fin troppo. Odiava dover dare spiegazioni, e non era nemmeno troppo bravo nel farlo. Era proprio vero, l'insegnamento non gli s'addiceva affatto. Ad ogni modo, quella scarna spiegazione era tutto ciò che avrebbe dato al suo studente, ergo egli avrebbe dovuto provvedere da solo, dandosi da fare. “Ad ogni modo, non voglio far notte con te. Credo d'averti sopravvalutato. O sono troppo esigente? Una vale l'altra. Non mi soddisfi affatto. Il fatto ch'io abbia dovuto darti una spiegazione è molto deludente, sappilo.” Tornò a giocherellare con la moneta, tediato. “Se non vuoi perdere un braccio - cosa ch'io gradirei - concentrati sulla forma ed utilizza più reiatsu. Esagera e perdi un braccio. Semplice, no?”
    CITAZIONE
    Ricevi una ferita lieve al braccio destro.
     
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    Se Ryuichi avesse aperto un occhio per sbirciare quello che stava succedendo, avrebbe visto una minuscola, tremolante, instabile e quanto più lontano dall’essere perfetta, sfera di Reiatsu.
    Ma di fatto, forse non ci sarebbe neanche riuscito, visto che quella flebile manifestazione della sua energia scomparve con uno scoppio che gli ustionò parte del braccio.

    Sapevo che sarebbe esploso qualcosa, la decisione d'allontanarsi è stata indubbiamente saggia. Sei riuscito a materializzare un po’ di reiatsu, complimenti. Ma sei ancora lontano dal risultato che esigo tu raggiunga.
    Se vuoi passare questa lezione è imperativo che tu riesca a creare una palla di reiatsu che assomigli almeno vagamente alla mia. Questa volta t'è andata bene, ti sei solo ustionato un po’, purtroppo.


    Haine ghignò appena, e Ryuichi ormai ne era assolutamente certo, quel ragazzo godeva nel vederlo soffrire. Comunque si prolungò nel parlare, e, come se gli avesse letto nel pensiero, esternò la sua ineguatezza all’insegnamento.
    Avrai sicuramente notato la mia indisposizione all'insegnamento. Ammetto che non è affatto il mio punto forte. Pensi che la tua inabilità nel manipolare il reiatsu dipenda dal fatto ch'io non t'abbia detto nulla? Potrebbe anch'essere così, ma adoro complicarti la vita.

    Se io ti dicessi tutto non ci sarebbe più alcun divertimento, ergo sarò sintetico. A mio avviso, tutto ciò che è necessario al completamento di tal esercizio è la consapevolezza di possedere reiatsu; consapevolezza che già dovresti avere, dato che la tua presenza qui è la prova che tu ne abbia.
    Tutto ciò che ci circonda è formato da particelle di reishi. In sintesi, oltre a scorrere dentro di noi, il reiatsu è ovunque. Devi percepirlo, per poi convogliarlo e concentrarlo sul palmo della mano.


    Quella sicuramente fu la prima volta in cui il Sensei parlò veramente tanto. Ryuichi, senza darlo a vedere, rimase leggermente accigliato, e riuscì a cogliere qualche buon consiglio in mezzo a quel miasma.
    Ad ogni modo, non voglio far notte con te. Credo d'averti sopravvalutato. O sono troppo esigente? Una vale l'altra. Non mi soddisfi affatto. Il fatto ch'io abbia dovuto darti una spiegazione è molto deludente, sappilo.

    Se non vuoi perdere un braccio - cosa ch'io gradirei - concentrati sulla forma ed utilizza più reiatsu. Esagera e perdi un braccio. Semplice, no?

    Haine terminò cominciando a giocherellare con quella moneta, annoiato. Ryuichi ancora in modalità “fredda e calcolatrice” si rimise immediatamente al lavoro.

    Aveva già fatto quell’errore, e lo perseverava ancora, il pensare ancora da umano non gli avrebbe assolutamente giovato. Il rischio di perdere il braccio era assai concreto, data l’esplosione precedente.
    § Devo concentrare più Reiatsu, sia da me che da quello che ho attorno. Di più… di più… § Questa volta non aveva gli occhi chiusi, in mente aveva ben stampata l’immagine che doveva dargli una forma a quella energia.

    L’immagine comunque non era più una moneta. Pensò che doveva essere un qualcosa di personale, o che si porta sempre dietro, e lui stava immaginando il foro del suo kiseru. Lo fissava ogni giorno da oltre trecento anni.
    Un qualcosa di più famigliare o personale di quello non c’era. Si sforzò dunque nel richiamare a se tutte le particelle di Reishi a lui vicine e finalmente notò la sfera di colore nero che si stava formando sulla sua mano.

    § Questo è il momento cruciale. Se immetto troppa energia a discapito della forma mi ferisco gravemente, viceversa, se mi concetrò di più sulla forma non dovrebbe succedermi nulla di grave, ma sarà lo stesso risultato di prima. §
    Azzardò la prima ipotesi e ignettò quanto più Reiatsu era riuscito ad accumulare fino a quel momento. Se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe ottenuto una sfera dalle dimensioni più o meno simili a quelle del Sensei e se invece fosse andato tutto storto gli avrebbe regalato un altro ghigno.
     
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    I soliti due o tre errori di battitura, per il resto non ho nulla di cui lamentarmi, apparte il fatto che non specifichi con quale braccio ritenti l'azione.

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    L'aria divertita, i soliti ghigni, l'ilarità ch'egli traeva dalla scena, tutto svanì nel vedere che il suo studente aveva fallito per l'ennesima volta. Seppur pareva ch'egli avesse conseguito il suo obiettivo, tutto ciò ch'era riuscito a materializzare era una sfera leggermente più grande della prima, e - almeno all'apparenza, più stabile - cosa che non si rivelò essere, dato che dopo poco, esplose nuovamente, andando a danneggiare ulteriormente le già ustionate braccia dello sventurato. Alla visione di tale patetica scena Haine andò a posarsi una mano sul volto. “Stai migliorando. Il lasso di tempo in cui sei riuscito a tenerla sotto controllo - seppur comunque insufficiente - è aumentato.” Ecco perché odiava insegnare; il dover assistere ai ridicoli fallimenti degli altri, se da un lato lo divertiva, dall'altro lo tediava a morte. Dipendeva tutto dai casi. Ovviamente egli non comprendeva affatto le difficoltà che un individuo poteva riscontrare cimentandosi in tale allenamento, né gli interessavano. Non ci vedeva nulla d'arcano o arduo, al contrario del suo studente, ch'evidentemente non aveva ancora compreso il metodo corretto per il completamento dell'esercizio. Ma il tempo degli aiuti e dei suggerimenti era finito, anche perché non c'era più nulla da dire. Ora stava a lui. Se una cosa tanto banale costituiva per lui un ostacolo insormontabile era meglio che abbandonasse immediatamente l'idea di diventare uno shinigami. Ad ogni modo, dato che un fallimento di un suo studente consisteva anche in un suo fallimento, Haine era intenzionato ad attendere e dargli un ulteriore tentativo. Col viso più inespressivo ch'avesse mai mostrato finora, si rivolse al suo studente: “Vuoi davvero dirmi che con queste misere capacità tu desideri diventare uno shinigami? E' una mera illusione. Se non riesci nemmanco a soddisfare la mia richiesta - per non parlare delle mie aspettative - puoi ben pensare di scordartelo, poiché al tuo attuale livello è alquanto improbabile, per non dire impossibile.” Lo guardò fisso negli occhi, iniziando a camminargli attorno. “Dato che finalmente sei riuscito a creare una sfera, tutto ciò che ti resta da fare è concentrarti sul renderla stabile. Se tu, per assurdo, dovessi riuscire a non farti esplodere la sfera in mano per la terza volta, oltre al fatto che passeresti l'allenamento sono sicuro che le tue braccia te ne sarebbero infinitamente grate. Ma ribadisco: più passa il tempo e più mi convinco della tua inadeguatezza a ricoprire il ruolo che tanto brami. Ma visto ch'io sono molto caritatevole ho deciso di concederti un'ultima chance, prego.”
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    Ricevi una ferita lieve ad entrambe le braccia.
     
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    La sfera nera stava perdurando leggermente di più della precedente e anche la sua forma era decisamente più grande, l’aver usato due mani per mantenere la forma era stata un’ottima intuizione, tuttavia, esattamente come qualche minuto prima, esplose.
    Si ferì nuovamente e a quella vista, contrariamente al pensiero di Ryuichi, Haine si posò una mano in viso pronunziando una sorta di mezzo complimento. Stai migliorando. Il lasso di tempo in cui sei riuscito a tenerla sotto controllo - seppur comunque insufficiente - è aumentato. O almeno così credeva inizialmente.

    Ma non gli importa granchè. Si stava guardando le mani, presentavano varie bruciature e se un ulteriore tentativo fosse andato male, avrebbe rischiato di ferirsi molto gravemente. Ma neanche questo gli interessava. Si interessò di più alle nuove parole del Sensei.
    Vuoi davvero dirmi che con queste misere capacità tu desideri diventare uno shinigami? E' una mera illusione. Se non riesci nemmanco a soddisfare la mia richiesta - per non parlare delle mie aspettative - puoi ben pensare di scordartelo, poiché al tuo attuale livello è alquanto improbabile, per non dire impossibile.

    Dato che finalmente sei riuscito a creare una sfera, tutto ciò che ti resta da fare è concentrarti sul renderla stabile. Se tu, per assurdo, dovessi riuscire a non farti esplodere la sfera in mano per la terza volta, oltre al fatto che passeresti l'allenamento sono sicuro che le tue braccia te ne sarebbero infinitamente grate.
    Ma ribadisco: più passa il tempo e più mi convinco della tua inadeguatezza a ricoprire il ruolo che tanto brami. Ma visto ch'io sono molto caritatevole ho deciso di concederti un'ultima chance, prego.
    Gli stava camminando intorno, mostrando un’espressione glaciale che mai aveva dipinto il suo viso. Ryuichi lo stava fissando con i suoi occhi freddi e distanti.

    C’è chi eccelle e chi no, nessuno nasce sapendo fare tutto… magari si ha una predisposizione naturale, ma resta comunque impossibile. Puoi credere il contrario, ma da che mondo è mondo è così che funziona. Parlava continuando a seguire con gli occhi Haine.
    Farò tesoro sul tuo pensiero di essere inadatto come Shinigami, ma ancora non lo sono e quindi è tutto da decidere. Terminato di parlare concentrò nuovamente la sua energia nella mano destra.

    Aveva capito il meccanismo e la seconda mano ormai era superflua. Ora restava solo la stabilità, come gli aveva fatto notare Haine. § Quindi devo solo rendere più fluido lo scorrere del Reiatsu. § Con quel pensiero in mente assorbì le particelle di Reishi nella stanza facendole fondere con quelle immesse dal suo corpo.
    La sua sfera di Reiatsu nero stava prendendo forma, stava immettendo esattamente l’energia di prima e si concetrò sulla fluidità per renderla stabile. A momenti avrebbe scoperto se era riuscito a controllarla perfettamente.
     
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    Aveva iniziato anche a ribattere, il che gli fece relativamente piacere. Non si curò granché delle sue parole, ma finora mai aveva risposto a qualche sua affermazione. Anche quello era un passo avanti, in un certo senso. Haine ne parve deliziato. Ormai il ragazzo aveva imparato a creare la sfera nelle proprie mani, e ben presto, sarebbe sicuramente riuscito anche a controllarla. Fortunatamente per lui il suo terzo tentativo fu anche l'ultimo, dato che andò a buon fine.
    Haine ora ghignava, ghignò che andò ad infrangere l'apparente illusione d'inespressività che era venuta a crearsi sul suo pallido volto. “Finalmente. Iniziavo seriamente a dubitare sull'esito di tale allenamento. Se tu avessi perduto un arto o due certo non me ne sarei affatto lamentato, anzi, sarebbe per me stato un più che gradito spettacolo, ma la moira ha voluto privarmi di tal estasiante visione. Avremo altre occasioni, non ne dubito.” Certo, non l'aveva affatto soddisfatto, ma almeno non aveva macchiato la sua reputazione con un fallimento. La sua presenza non era dunque più richiesta, ma la visione - per lui paradisiaca - del suo studente ormai stanco e ferito lo deliziava. Seppur restio, dovette infine allontanarsi; non prima però d'aver fatto un'ultima raccomandazione alla sua vittima. “Mi hai trattenuto per un lasso di tempo esorbitante, ergo hai messo a dura prova il mio sistema nervoso, che non è certo fra i più resistenti. Non sono conosciuto per la pazienza, e seppur io possa apparire come un individuo distaccato e disinteressato, purtroppo i miei nervi, se messi a dura prova, tendono a cedere, ed io conseguentemente a far danni. E' solo un piccolo avvertimento per la prossima volta, sempre se ce ne sarà una. Sai, la vita è così effimera.” S'abbandonò ad una cupa risata che echeggiò per il dojo e l'adiacente corridoio. “Dato che hai completato l'esercizio trattenermi ulteriormente sarebbe futile. Au revoir.” Detto ciò, si trascinò languidamente fuori dalla classe, sparendo subito dopo.
    Fai un post conclusivo. Ricevi l'abilità Controllo del Reiatsu Lv.1 e 5 exp.
     
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    Alla fine i suoi sforzi vennero ripagati con una sfera nera, più o meno delle stesse dimensioni di quella prodotta dal Sensei, che fluttuava a pochi centimetri dalla mano destra. Il suo precedente discorso fu ignorato bellamente da Haine, ma non se ne curò più di tanto.
    Finalmente. Iniziavo seriamente a dubitare sull'esito di tale allenamento. Se tu avessi perduto un arto o due certo non me ne sarei affatto lamentato, anzi, sarebbe per me stato un più che gradito spettacolo, ma la moira ha voluto privarmi di tal estasiante visione. Avremo altre occasioni, non ne dubito.

    Questa volta fu Ryuichi ad ignorare le parole del maestro, così come il discorso su quanto i nervi dello stesso fossero stati messi sotto ardua prova spacciandolo come suggerimento per il futuro. La risata cupa che lo contrastingueva lo accompagnò fino alla porta e dopo averlo informato di aver passato la prova lo salutò.
    Il ragazzo restò dunque solo e volle riprovare ancora una volta prima di andarsene. Il procedimento fu assai più veloce dei precedenti tentativi e la stabilità era assai migliore. Soddisfatto i suoi occhi ripresero la solita luce vitale e uscì dal dojo pronto a mostrare i suoi progressi ai fratellini.
     
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