Apprendimento "Ferrea Stretta" [Hanae Haru]

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  1. Tamaki-kun
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    LEGENDA
    Parlato
    Urlato
    Sussurrato
    Pensato
    Parlato shinigami generici
    Parlato Kensei Muguruma
    Parlato Zacarias Kanezane

    Quanti giorni erano passati da quando, in seguito al nostro breve combattimento, Mouryou aveva preso posto in una delle tante celle della prigione che potevo ben dire di governare? Un paio, forse, non di più. Un paio di giorni che, del resto, ero stato costretto a passare entro i confini della IV Divisione. Le mie ferite? No, non erano certo quelle il problema, delle sciocchezze se confrontate con altre ben più recenti. Il vero problema era stato il rendermi improvvisamente conto di quanto fosse diventato limitante decidere di rinunciare all’intervento propostomi per sistemarmi il braccio inizialmente amputato da Zaraki Kenpachi. Se non riuscivo a tenere tranquillamente a bada un avversario come quel biondino, sia pure posseduto da chissà quale entità facente parte del suo ego frammentato e deviato, con quale coraggio e coerenza avrei potuto pretendere di poter un giorno sfidare il capitano della XI Divisione ad armi pari?
    -Durante l’intervento non abbiamo riscontrato problemi di sorta. Come si sente, 3° Seggio Hanae-san?- mi chiese uno degli shinigami che mi aveva messo a posto quel braccio, conservato fino ad allora dalle attente cure della loro brigata medica.
    –Non provo alcun dolore, posso tranquillamente fare a meno delle vostre attenzioni per lenire il fastidio. Vi ringrazio per quanto avete fatto per me, è ora che torni ai miei compiti- dichiarai con un leggero cenno nella sua direzione, approfittandone poi per alzarmi rapidamente dal letto e indossare una delle mie tante divise dalle maniche strappate.
    -Il suo tenente, Hisagi-san, ci ha chiesto di tenerla sotto controllo per almeno una settimana, così da seguirla durante questa riabilitazione ini…- tentò di protestare il povero seggio, che doveva probabilmente essere abituato a trattare con pazienti testardi ed incoscienti.
    -Una settimana..?- esclamai inarcando appena un sopracciglio, con aria vagamente sorpresa mentre già mi dirigevo fuori dalla porta -Per chi diamine mi avete preso? Prendetevi cura di altri, magari meno temprati di me dai loro combattimenti. Io starò bene.-.
    Lo shinigami che mi aveva parlato si mosse leggermente, come se fosse deciso a tentare di trattenermi, ma un subitaneo guizzo del reiatsu che normalmente ero costretto a tenere a bada bastò a farlo desistere. Con passo spedito mi diressi verso gli uffici del mio nuovo Capitano, Kensei Muguruma.

    -No. No e poi no. Non se ne parla!- rispose irritato il mio capitano, al quale avevo appena chiesto di essere inviato in qualche missione di livello S per poter migliorare le mie capacità di combattimento -Sei appena stato operato, hai così tanta fretta di farti ammazzare? Se proprio ti diverte, puoi sempre chiedere a Zaraki di staccarti anche l’altro braccio, così da vedere se voi kenpachi siete in grado di combattere utilizzando soltanto la forza dei morsi. Inoltre…-.
    Improvvisamente un uomo vestito di rosso e con un insolito cappello comparve davanti alla porta che avevamo lasciato aperta: era uno dei tanti emissari utilizzati per le comunicazioni urgenti all’interno del Seireitei. Capimmo subito che qualcosa non andava e l’irritabile capitano, per un momento, tacque.

    Nel giro di pochi secondi venimmo a conoscenza che, nel mondo terreno, era stata registrata dalla XII Divisione un’insolita concentrazione di reiatsu all’interno di un teatro, cosa davvero strana considerato che quella sera il posto era colmo di persone radunatesi per ascoltare un concerto di musica classica e, normalmente, un hollow che eventualmente si fosse trovato nei paraggi avrebbe certamente tentato di divorare tutti i presenti. Eppure, nonostante l’energia spirituale individuata appartenesse molto probabilmente ad una di quelle crudeli creature, per ora lo spettacolo sembrava continuare senza particolari disordini. Era una faccenda delicata, bisognava investigare senza che gli umani presenti potessero esserne coinvolti.
    -Capitano, la prego di convocare altri tre seggi della nostra brigata per garantirmi un supporto in questa missione. In questo modo non dovrebbero esserci pericoli nonostante il mio infortunio, giusto?- dissi rivolgendomi a Kensei, lasciando che i miei occhi impassibili si incontrassero con i suoi.
    -… E sia. I tuoi più vicini subordinati ti seguiranno durante questo compito. Ma esigo che nessun mortale venga ucciso, sono stato chiaro? In caso contrario, dovrai risponderne a me.- borbottò di malumore quell’uomo tanto irascibile, facendomi cenno di prepararmi e di raggiungere subito quello che rischiava di trasformarsi presto in un campo di battaglia.

    Il freddo vento della sera ci colpì in pieno volto, facendo rabbrividire un paio degli shinigami che avevo portato con me. Ci trovavamo di fronte al teatro al cui interno era chiaramente avvertibile una presenza davvero insolita, non mi stupiva che i membri della XII Divisione si fossero affrettati a volerne sapere di più. Daiki, il 4° seggio della mia compagnia, particolarmente specializzato nei kidou, sembrava mormorare sottovoce alcune parole prive di apparente significato, come se stesse ripassando il suo repertorio di arti demoniache. Miku, una ragazza che da poco aveva raggiunto il ruolo di 5° seggio, giocherellava nervosamente con l’impugnatura della zampakutou che l’era valsa la recente promozione. Dietro di noi rimaneva Shou, un 6° seggio noto per la sua velocità piuttosto che per le sue doti offensive, che tuttavia riusciva ad utilizzare con grande versatilità ed esperienza a seconda della situazione che si trovava a dover fronteggiare. Tutti loro si erano già allenati svariate volte insieme a me, e sapevo che avremmo potuto contare su una buona ordinazione nel caso in cui ci avesse atteso qualche pericolo.
    -Svelti, entriamo da quella finestra socchiusa. A giudicare dalla musica, dovrebbe aprirsi proprio sopra la platea presente questa sera.- dissi indicando una delle vetrate più alte, che tuttavia riuscii agilmente a raggiungere con un rapido balzo. Prima di voler entrare nell’ampio salone, tuttavia, approfittai di quella situazione per dare una rapida occhiata a tutti i presenti. Eccetto il rosso e il blu appartenenti ai vestiti da sera di qualche signora imparruccata, il colore che predominava in quella stanza era certamente il nero della maggior parte dei completi. Solo un individuo mi saltò subito all’occhio, una persona vestita di bianco comodamente seduta con le gambe elegantemente accavallate, che pareva aver preso posto proprio in una delle poltroncine della prima fila, rimaste libere. Due piccoli frammenti dai riflessi perlacei gli ornavano le guance, unici indizio della sua natura non umana. Possibile che fosse un… Arrancar? La faccenda avrebbe potuto farsi improvvisamente più seria di quanto avessi inizialmente sospettato.
    -Un avversario probabilmente al mio livello, sebbene dal questa distanza non riesca a valutare attentamente la sua energia spirituale. Daki, hai qualche parere?- sussurrai ai miei compagni, rivolgendomi in particolar modo a quello tra loro più affine al percepire le forze spirituali. Con mia grande delusione, però, lui scosse la testa: evidentemente l’arrancar pareva fin troppo bravo a celare il suo reiatsu per potersene stare seduto in modo tanto indifferente in mezzo a tutte quelle persone.
    -… In tal caso, ci rimane soltanto una cosa da fare. Seguitemi.- sancii irritato, consapevole che molto probabilmente quella creatura doveva aver già notato la nostra presenza. Con un piccolo salto mi lasciai cadere dentro la sala gremita, invisibile agli occhi dei tanti umani, per atterrare senza alcun rumore proprio davanti a quella creatura. I miei compagni mi seguirono dopo un breve istante.

    Per un brevissimo istante tentai di pensare alla frase adatta per potermi inserire ad una scena che trovavo vagamente assurda, ma non appena feci per muovere le labbra subito l’arrancar si portò il dito indice vicino alle proprie, come per farmi cenno di tacere.
    -Shhh… Non dovreste mai interrompere lo svolgimento di una qualsiasi opera, sapete? Ritengo sia la cosa più maleducata da poter fare, specialmente a teatro.- ci sussurrò senza nemmeno degnarci di uno sguardo, occupato a rivolgere i propri occhi verso la numerosa orchestra situata qualche metro sopra di noi -Inoltre, come se non bastasse, quel primo violinista pare deciso a stuprare ogni nota in questa serata. Giuro di non aver mai visto all’opera tanta inettitudine, specie da qualcuno che dovrebbe distinguersi per il proprio talento… Fortunatamente, al termine di questa serata, mi assicurerò di divorarlo. Dovrebbe portare grandi benefici a tutto il resto dell’orchestra, non trovate?-
    -Non sottovalutarci, potresti pentirtene.- dissi con una punta di risentimento, lasciando che l’enorme quantità di reiatsu che riposava nel mio corpo iniziasse ad ardere come una fiamma vivace.
    -Temo che, qui, l’unico a sottovalutare il proprio avversario potresti essere tu. So benissimo come la tua energia possa definirsi paragonabile alla mia, l’ho avvertita non appena siete giunti nei pressi di questo teatro. Tuttavia, non essendo cieco, ho anche potuto osservare i segni della tua recente operazione alla spalla sinistra. Non puoi realmente essere così sciocco da pensare di sconfiggere Zacarias Kanezane in uno stato tanto pietoso.- mi rispose con semplicità, abbassando per la prima volta gli occhi verso il mio volto e sorridendomi con una punta di pietà.
    -Posso quantomeno provarci.- risposi, mentre in me si faceva progressivamente strada l’idea di quanto poco avrebbero potuto essermi utili i compagni che avevo scelto per fronteggiare una situazione che, ad essere sinceri, non credevo potesse finire con il rivelarsi tanto ostica -… Shou, torna nella Soul Society ed avverti Hisagi-san che potrei avere bisogno del suo aiuto. Miku, accompagnalo. Avete poco tempo a disposizione.-.
    -Davvero poco.- aggiunse con una leggera risata l’arrancar che pareva rispondere al nome di Zacarias -Questa sinfonia dovrebbe finire tra circa 23 secondi. Fino ad allora, non mi muoverò da questa poltrona.-.
    Ci stava prendendo in giro? Per poco non rischiai di perdere definitivamente la pazienza, ma nel profondo fui sollevato quando i miei due sottoposti riuscirono ad allontanarsi senza che l’arrancar provasse a seguirli.



    -E così, anche per oggi, la musica è finita… Mi sento sempre così malinconico quando succede: sembra quasi che una piccola parte di me decida di morire insieme a quelle note, già divorate dal passato.- mi disse quella creatura senza badare minimamente al 4° seggio che ancora si trovava al mio fianco, mentre la folla batteva le mani per ringraziare l’orchestra della piacevole serata trascorsa. Per quanto ancora avrebbero potuto definirla piacevole?
    -Per quanto mi riguarda possiamo andarcene, ho già deciso chi andrò a divorare in questa lunga notte. Tredici persone mi hanno profondamente disgustato in questa serata, chi per inettitudine e chi per una tale mancanza di sensibilità artistica da essersi addormentato durante l’esecuzione. A ben pensarci, potrei definire il mio appetito come nulla più che un servizio di pulizia, destinato col passare degli anni a ridurre la diffusione degli zotici. Non potete negare che, a modo mio, questo non sia altro che un gentile servizio alla comunità, non trovate?-.
    -Intendi davvero seguirci, per combattere in un posto più isolato?- chiesi con un barlume di incredulità, consapevole di come in tanti decenni di servizio nelle file del Gotei XIII mai mi fosse capitato di incontrare una personalità tanto singolare in un hollow. Di solito quelli si limitavano a fracassare le cose e a tentare di divorarti. Ah, come li adoravo! Un tempo la vita era certamente più semplice.
    -Sì, perchè non dovrei? Questo palazzo mi piace e, sebbene sia consapevole di poter trattenermi a sufficienza da non danneggiarlo in alcun modo, lo stesso non posso assicurare per voi shinigami. Fatemi strada, ovunque voi preferiate combattere- spiegò alzandosi l’arrancar con una semplicità vagamente offensiva, alla quale decisi che avrei rimediato il prima possibile.
    -Andiamo fuori di qui, Daiki. E tu, Zacarias o come diamine ti chiami (che, per inciso, non mi potrebbe importare di meno), resta in mezzo a noi. A circa due chilometri da qui al nostro arrivo notai una palazzina in rovina, ormai evidentemente abbandonata da anni, che potrebbe essere il luogo adatto per scontrarsi senza problemi.-.
    Fu davvero un insolito terzetto quello che uscì velocemente dal palazzo, senza che nessuno si fosse accorto della nostra presenza, per poi dirigersi verso quel terreno abbandonato. Mentre con pochi balzi raggiungevamo il tetto di quella che un tempo doveva essere stata una palazzina a sei piani, abitata da molte famiglie, non potevo evitare di domandarmi dove mi avrebbe portato quella notte così piena di sorprese e contraddizioni.
    -Attiva il tuo shikai. Ne avremo bisogno.- dissi a denti stretti al mio compagno, mentre l’insolita creatura si allontanava da noi un paio di metri, quanto bastava a prendere le distanze prima di iniziare.
    -…Rinchiudi le loro speranze, Chēn…-
    La zampakutou da poco estratta dal fodero di Daiki brillò per un istante, acquisendo la forma di una lunga catena arrotolata intorno al braccio dello shinigami, con due piccoli pesi posti alle estremità. Avevo già avuto modo di osservare le peculiarità di quel rilascio e, sebbene fossi conscio di quanto poco il 4° seggio avrebbe potuto aiutarmi in quello scontro, ero certo che avrei trovato qualche compito adatto alle sue particolari qualità.
    -Diamine, così non va bene! Vi ho seguito volontariamente fino a questo luogo, ed ora vorreste anche farmi credere che dovrò affrontarvi contemporaneamente?- esclamò l’arrancar con un tono che tuttavia non lasciava trasparire alcun nervosismo, ma solo apparente ironia -Permettetemi in tal caso di spostare leggermente la bilancia delle nostre due fazioni, quanto basta per rimettere almeno in pari la situazione… Soffocali tra le tue gelide spire, Hebikogane!-

    Fui costretto ad ammetterlo: nonostante tra le file del Gotei XII potessi godere di una discreta esperienza, mai prima d’ora mi era capitato di assistere ad un rilascio di qualche arrancar. La sua energia spirituale bruciante cominciò ad espandersi intorno a noi, avvolgendoci come delle sottili mani che già miravano allo stringersi lentamente intorno al nostro collo, mentre l’aspetto di quel mostro iniziava velocemente a mutare. Delle scaglie esangui lo stavano ricoprendo, simili per certi versi a quelle di una rara serpe albina. I suoi stessi occhi, prima così “umani”, videro restringersi lateralmente la pupilla a favore di una maggiore predominanza delle iridi, dal colore scarlatto. L’avrei quasi definito un serpente dalle sembianze antropomorfe, se solo all’altezza dei suoi gomiti e delle sue ginocchia non fossero cresciuti anche dei sottili aculei che parevano aver preso minacciosamente il posto delle vesti, lacerandole in parte. Non sapevo praticamente nulla riguardo lo stile di combattimento di quella creatura, ma al momento perfino un’informazione tanto rilevante pareva acquisire un’importanza soltanto relativa.
    -Direi che possiamo finalmente inisssiare…- sibilò facendo scattare fuori dalle labbra sottili una lingua biforcuta, che per un istante vibrò come a voler saggiare il sapore di quella notte prima di tornare all’interno del suo proprietario. I miei muscoli si irrigidirono, pronti a scattare verso l’arrancar, ma ancor prima che potessi accennare ad un qualsiasi movimento quello era già sparito di fronte ai miei occhi. Mentirei se dicessi che feci in tempo a chiedermi dove fosse finito, perché subito avvertii un forte urto proprio all’altezza della spalla su cui ancora recavo i segni della recente operazione: quell’hollow pareva essermi comparso alle spalle e aver tentato di riaprirmi subito la ferita con un calcio ben piazzato.
    -Tutto qui? Credevi davvero che bastasse sfruttare il mio infortunio per mettermi rapidamente fuori gioco?!?- esclamai irritato, voltandomi subito per tentare di colpire il mio avversario con un pugno sfruttando la rotazione dell’intero corpo, un colpo che parve prenderlo in pieno… Fino a quando quella figura non scomparve, lasciandomi sorpreso a prender a pugni soltanto l’aria della sera.
    -Questo sì che è sssorprendente, shinigami-kun!- disse Zacarias, che nel frattempo pareva aver ripreso la sua posizione iniziale -Quel colpo avrebbe dovuto far urlare di dolore qualsiasi avversario!-.
    -Ho smesso da tempo di provare dolore durante le mie sfide, quella parola inizia a perdere qualunque significato ai miei occhi.- risposi, mentre nella mia testa iniziava già a farsi strada la consapevolezza che l’unico modo possibile per poter vincere quello scontro sarebbe stato quello di riuscire ad afferrare il maledetto arrancar. Era troppo veloce per poter essere colpito in altri modi, probabilmente ancor più veloce di Falkner e di Mouryou.
    -Capisco, è decisamente interessssante. Tuttavia credo che il tuo corpo non sia propriamente dello stessso parere, visssto che la tua ferita ha già ripreso a ssanguinare leggermente.- osservò l’hollow con un sorriso sinistro, facendo saettare nell’aria la lunga lingua. Scomparve di nuovo, riapparendo stavolta a poco meno di un metro di fronte a me e proprio mentre il suo gomito sinistro colmo d’aculei aghiformi già si stava dirigendo verso il mio volto.
    -Bakudou 61: Rukujyou Kourou!- esclamò il mio compagno, che proprio in previsione di una simile eventualità aveva iniziato a recitare la breve formula ancor prima che il nostro avversario decidesse di muoversi. Sei schegge di luce intensa andarono a conficcarsi dritte nell’addome dell’hollow, formando un cerchio restrittivo che perfino io avrei avuto difficoltà ad infrangere. La cosa tuttavia non funzionò, perché per la seconda volta in quella serata la figura dell’hollow colpita si rivelò essere niente più che un’immagine residua, probabilmente rivestita di reiatsu in maniera simile ad un bozzolo.
    -I bambini non dovrebbero restare sssvegli troppo a lungo, ragasssino. Credo che per te sia giunta l’ora di concederti un po’ di meritato riposo.- sussurrò Zacarias all’orecchio del mio compagno, comparendo alle sue spalle e trafiggendogli quasi contemporaneamente l’articolazione scapolo omerale sinistra con un attacco assai simile ai miei colpi perforanti, facendosi strada tra muscoli ed ossa come se fossero niente più che fumosi ostacoli nel suo cammino. Il grido di dolore di Daiki infranse la quiete della notte, ma fortunatamente quel dolore che per lui doveva essere troppo intenso da poter sopportare lo portò a svenire quasi subito, evitando di dare a quel mostro ulteriori ragioni per dedicarsi a lui più di quanto avesse già fatto. Ora ero rimasto totalmente solo.

    -Ti dirò, shinigami-kun, sssono vagamente contento che abbiano mandato una pattuglia a indagare sulla mia presenza. Tu mi fornirai l’occasione perfetta per provare una tecnica per la quale mi sssono allenato a lungo nello Hueco Mundo, credo sia arrivato il momento di tesssstarla in un combattimento vero.- esclamò Zacarias mentre si puliva la mano insanguinata e dalle unghie aguzze sui resti dei propri vestiti, quasi gli fosse dispiaciuto sporcarsela per un pesce tanto piccolo quanto Daiki.
    Io, insensibile a quel fastidioso bisogno di chiacchiere del mio avversario e consapevole di non poter fare nulla di utile al momento per assicurarmi dello stato di salute del mio subordinato, tentai di approfittare di quel momento per afferrare il collo dell’arrancar con uno scatto repentino del mio braccio sinistro. Anche stavolta quella creatura riuscì a sfuggirmi, con un rapido balzo all’indietro, ma per la prima volta sentii le mie dita accarezzare per un momento le fredde scaglie che ornavano il collo di Zacarias.
    L’hollow rimase per un momento interdetto, accarezzandosi il punto che ero andato tanto vicino dal riuscire ad afferrare, come se fosse decisamente indignato da quella che doveva probabilmente recepire come un’ingiustificabile maleducazione. Dopodiché, rivolgendomi uno sguardo colmo di famelico odio, scattò improvvisamente nella mia direzione. Entrambe le mie braccia si sollevarono in posizione di guardia per fronteggiare quella che, a giudicare dalla posizione dell’arrancar, doveva essere una potente ginocchiata mirata al mio sterno, ma poco prima che il suo attacco potesse cozzare contro le mie difese l’hollow fu ingurgitato da un garganta, intromessosi in un istante tra di noi.





    In costruzione.

    Edited by Tamaki-kun - 18/2/2013, 17:33
     
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