Classe A [IV]

Controllo dIRREIAZZUU Lv.2

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    Sei Dove ti pare a te (sii fantasioso) quando un obeso dai tratti messicani ti si avvicina.Ti giri e guardandolo noti che indossa un cosplay di Hanae Haru: divisa da shinigami con le maniche strappate, farlocchissima parrucca bionda e un dildo fucsia in mano. Proprio quest'ultimo oggetto ti viene recapitato dal losco figuro, che poi si dilegua facendo capriole. Il giocattolino sessuale una volta depositato fra le tue mani si divide in due. All'interno vi trovi un foglietto di carta con scritto "Vieni nella foresta vicino al quarantaquattresimo distretto, segui le frecce rosse".

    Nella suddetta foresta troverai le suddette frecce rosse che ti guideranno fino a una radura, uno spazio completamente vuoto se non fosse per dei tronchi d'albero ammassati in un angolo. al centro dello spiazzo seduto c'è il tuo amato sensei dai capelli fluorescenti, che sonnecchia ad occhi chiusi.

    Bentornato <3
     
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  2. Tamaki-kun
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    Io ti ammazzerò per questa rievocazione, Saku, e gli avvoltoi banchetteranno con i tuoi resti. :sblink:
     
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    Pensato da Weinberg : Corsivo.
    - Parlato da Weinberg -: Grassetto.
    - Parlato da altri -: Rosso.
    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato

    Weinberg stava camminando senza meta.
    Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva quei capelli cremisi.
    Quei capelli, erano il suo unico ricordo, insieme alla frase che aveva sentito in sogno:
    Ti p- -so ch- -d- -e u- f- -ore?
    m - - -i p-r -e?

    Eccoli, i suoi unici collegamenti con il passato, una frase di cui non ricordava il senso e quei capelli rossi.
    Con questi pensieri in testa stava vagando per il Rukongai, senza una destinazione.
    Una forte folata di vento, accompagnata dal rumore delle foglie, lo ridestarono dai suoi pensieri.
    Si trovava in mezzo ad una strada piena di gente.
    Improvvisamente, "un coso" gli si avvicinò.
    Quando “il colosso” fu più vicino, Weinberg si accorse di cosa fosse realmente:
    Un gigantesco messicano, con una divisa da Shinigam,i con le maniche strappate, ed una strana parrucca bionda.
    Sembrava anche portare qualcosa in mano, ma la folla gli impediva di vedere.
    Il messicano, notando che la folla gli impediva di raggiungerlo, sbattè violentemente il piede per terra.
    Circa dieci secondi dopo, tutta la gente era scappata, terrorizzata.
    Gli unici rimasti, erano Weinberg ed il messicano.
    Questi, avvicinatosi, gli consegnò un dildo fucsia.
    Prima che lo sconcertato Weinberg potesse dire qualcosa, l'inquietante individuo si allontanò facendo capriole.
    Nel medesimo istante, il dildo che gli era stato consegnato si aprì.
    Ancora prima di leggere il contenuto del foglio, che ora aveva in mano, Weinberg
    aveva capito benissimo da chi provenisse.
    "Vieni nella foresta vicino al quarantaquattresimo distretto, segui le frecce rosse".
    Il Sensei...
    Prima gli Alpini ed adesso questo...

    Pensò mentre si dirigeva verso il limitare del quarantaquattresimo distretto.
    Dopo alcuni minuti di corsa, Weinberg si trovò sul limitare della foresta.
    Immediatamente notò le frecce rosse che avrebbero dovuto condurlo al luogo di ritrovo.
    Per altri dieci minuti, vagò, dietro a quelle frecce che sembravano farlo tornare sempre al punto di partenza, ma alla fine trovò una radura, dove, il Sensei stava sonnecchiando.
    Weinberg non ne sapeva bene la ragione, ma la vista del Sensei che dormiva lo intristiva:
    Le ore preziose della vita d’un uomo,gli istanti impagabili, che non mai più torneranno, sciupati così, in un semplice sonno.
    Ecco il Sensei, che sprecava in una tristissima accidia l’inestimabile dono del tempo;
    ecco la sua preziosa vita, di cui deve un giorno avrebbe dovuto render conto, dileguarsi inutilmente.
    Avrebbe potuto ingozzarsi, stuzzicare gli allievi (meglio di no), o corteggiare una fanciulla,
    invece di starsene lì, immerso, in sonno bestiale.

    In quel momento, Weinberg decise di aiutare il Sensei.
    Gli corse quindi incontro, prima di lanciarglisi addosso, gridando:
    - SEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENSEIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -

    SPOILER (click to view)
    È da questi gesti che si vede l'affetto degli allievi.
     
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    "Ma... ma Saku... Capisci, non puoi farmi fare una cosa del genere.

    Paulo, è inutile che insisti. Ho deciso che lo farai, e quindi lo farai. Ora, nel bagno trovi la parrucca e tutto il resto.

    Ma Saku, abbi pietà di me. Ti ho tenuto in casa mia per quasi un anno, come puoi farmi questo...

    Tecnicamente non vivi in una casa ma in un garage, ergo le tue argomentazioni sono invalide. Smetti di lamentarti e vai a prepararti... E mi raccomando, le capriole. Sei ancora in forma, vero? Bene... adesso ti lascio. Sai dove trovare il tizio, perciò confido in te. Ciao ciao.


    ...Sì, avevo obbligato il mio grosso e grasso ex coinquilino a travestirsi e a recapitare un messaggio al mio allievo. E non me ne vergogno, e mai me ne vergognerò. D'altronde, da quando ero diventato shinigami lo avevo sfruttato solo... tre volte. Non si poteva lamentare.

    Fra l'altro, si trattava della prima volta per me che un allievo arrivava al quarto allenamento, ero abbastanza fiero in effetti. Poco conta che con me di allenamenti ne avesse fatti tre e non quattro, e che il suo compagno si fosse volatilizzato misteriosamente. Come ormai d'altronde succedeva a tutti i miei allievi... Secondo me era Mouryou. Sicuramente era lui che li rapiva e li rinchiudeva nella sua stanza delle torture, per farmi sentire in colpa e farmi sentire incompetente. Non che non fossi incompetente eh, ma era poco carino.

    Devo ricordarmi di chiederglielo...

    Insomma, un sacco di pensieri molto poco carini mi attraversavano la testaH, mentre senza fretta mi dirigevo nel posto dove si sarebbe svolto l'allenamento. Avevo anche già in mente che cosa far fare al povero Weinberg. E di testare anche le sue capacità di osservazione...

    Il povero fringuello non sapeva infatti che quello al centro della radura non ero io, HAHA! Certo che no, ma era un manichino con una parrucca e una divisa. Tristemente lo scoprì solamente quando ci si lanciò addosso, credo nel tentativo di abbracciarmi.

    Aw, che tenero chessei. Se volevi un abbraccio bastava chiedere.

    Dissi io, uscendo dai cespugli in mutande. Mi affrettai a riprendermi la divisa e ad indossarla, mentre indicavo il mucchio di tronchi nell'angolo.

    Vedi, quelli saranno l'oggetto di questo nostro allenamento.

    Detto ciò balzellai allegro e ne presi uno fra le braccia. Ognuno era alto circa due metri e discretamente largo.

    Quello che tu dovrai fare, è qVesto.

    Lanciai in aria il suddetto tronco e tirai indietro il braccio sinistro, accumulando un pò di reiatsu sul pugno chiuso, DOPODICHééé, quando il pezzo di legno fu all'altezza ccciusta, sferrai un pugnazzo che lo lanciòòòò come una lancia (per l'appunto) verso il signor Weinberg, percorrendo in un secondo i tre metri circa che ci dividevano e passandogli sopra la chiorba, scompigliandoli l'acconciatura.
    Senza dare ascolto alle possibili e forse probabili lamentele e sfanculamenti che quel gesto poteva avermi procurato, presi il resto dei tronchi e mi avvicinai al mio composto allievo, accorciando la distanza frannoi a due metri.

    Adesso, funzionerà in questa maniera. Io ti lancerò i tronchi a mani nude, senza reiatsu, e tu dovrai rilanciarmeli indietro con un puuuugno di reiatsu. Ti spiego come funge... tu accumuli la reiatsu sul pugno, poi al momento giusto la lasci uscireeeee come un cannone powa, e dovrebbe funzionare. Bene? bene.

    E senza aspettare la risposta del tizio, alzai un altro tronco e glielo lanciai contro.

    Uyea. Procedi pure con il tuo tentativo °^° Nn ti preokkupare ;))) non ti infortunerò il pg °L° non troppo, almeno
     
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    Pensato da Weinberg : Corsivo.
    - Parlato da Weinberg -: Grassetto.
    - Parlato da altri -: Rosso.
    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato



    Weinberg decise di farsi un appunto mentale:
    Mai più cercare di salutare o salvare il sensei.
    Mai più.

    Mentre si rialzava, toccandosi la faccia, ebbe una fuggevole visione del sensei senza divisa.
    Decise di rimuovere l'immagine dalla mente.
    Quella notte avrebbe sicuramente avuto qualche incubo terribile.
    Mentre pensava a questo, il sensei aveva già iniziato a parlare:
    Vedi, quelli saranno l'oggetto di questo nostro allenamento.
    Disse riferendosi ai tronchi.
    Quello che tu dovrai fare, è qVesto.
    Circa tre secondi dopo, la nuca di Weinberg venne sfiorata dal tronco che il sensei gli aveva lanciato senza troppe cerimonie.
    Adesso, funzionerà in questa maniera. Io ti lancerò i tronchi a mani nude, senza reiatsu, e tu dovrai rilanciarmeli indietro con un puuuugno di reiatsu. Ti spiego come funge... tu accumuli la reiatsu sul pugno, poi al momento giusto la lasci uscireeeee come un cannone powa, e dovrebbe funzionare. Bene? Bene.
    "Tu accumuli la reiatsu sul pugno, poi al momento giusto la lasci uscireeeee come un cannone powa, e dovrebbe funzionare. Bene? Bene."
    Ripensò Weinberg.
    Andava bene lo scherzo del manichino, andava bene il lancio del tronco a pochi centimetri dalla sua testa, ma una spiegazione del genere?
    Per non parlare della domanda a cui si era risposto da solo.
    Forse, se un tronco mi colpisse la testa, potrei ritrovare la memoria!
    Pensò per un nanosecondo; prima di autoinsultarsi.
    Si guardò, dunque, la mano destra.
    Cercò di ricordare il meccanismo per il quale, la volta precedente, era riuscito a creare una sfera di reiatsu, quindi, cercò di inviare il reiatsu al pugno destro.
    Senza troppe cerimonie (e nessun avvertimento), il sensei lanciò un secondo tronco in direzione di Weinberg, che prese le misure e cercò di calcolare il momento giusto per far uscire fuori il reiatsu.
    Qui ci rimetto il braccio...
    Pensò pochi istanti prima di allungare il braccio e cercare di rilasciare il reiatsu contro il tronco.

    SPOILER (click to view)
    Weinberg, questa è la volta buona che perdi di nuovo la memoria.
    Saku, ti prego:
    Non uccidermelo!!!
     
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    Il tronco arrivò in pieno volto al giovane, che conseguentemente ruzzolò in modo rovinoso per terra, scivolando indietro di diversi metri. Rimase incosciente giusto per un paio di minuti, ed in quel breve lasso di tempo arrivò un messaggero con una comunicazione d'urgenza rivolta al sensei Saku Hiruma. Molto probabilmente si trattava d'un impegno alquanto importante che non poteva in alcun modo rimandare, giacché dopo averla letta egli sparì rapidamente insieme al messaggero, lasciando il suo studente - ancora svenuto - da solo e senz'alcuna spiegazione. Al suo risveglio, ch'accadrà non prima di diversi istanti dopo la sparizione del suo sensei, il giovane si ritroverà davanti, seduto sull'ammasso di tronchi, un altro sensei mai visto prima e ben differente dal primo, che - con fare divertito - continuerà a squadrarlo.
    “La bella addormentata si è destata dal suo sonno, vedo”. Un tono peculiare - a dir poco ironico, seppur distaccato - atto a ridicolizzare il giovane andava a caratterizzare le sue parole e più in generale il modo di parlare che utilizzava di solito, rendendolo indubbiamente odioso. “Ritengo sia inneccessario rivelarti la mia identità, dunque mi limiterò semplicemente a dirti il motivo della mia sgradita visita”. Ghignò, guardandolo. “Il tuo sensei se n'è andato improvvisamente. Non chiedermi il perché, giacché non ne ho idea né tantomeno nutro interesse alcuno nel saperlo, così come non ne nutro nei confronti della tua incolumità, sia essa mentale o fisica”. S'alzò, dirigendosi dunque verso il giovane, andando a lasciare giusto un paio di centimetri fra di loro. Lo guardò dunque negli occhi, ghignando con fare divertito. “Il mio compito, qui - seppur non nego d'esser restio a farlo - è quello di continuare quel misero allenamento che tu ed il tuo sensei avevate iniziato”. Disse, con tono freddo e distaccato. “Ti avviso però che non sarà affatto facile, giacché temo d'essere ben più severo e sadico di quello shinigami che fino ad ora ha ricoperto il ruolo di tuo sensei, ergo non pensare che sia una passeggiata. Detesto perder tempo, dunque non tergiversiamo ulteriormente”. Detto ciò si diresse nuovamente in direzione dei tronchi, e - dopo averne alzato uno - lo lanciò con fare fulmineo in direzione dell'allievo, che nel frattempo s'era rialzato.

    CITAZIONE
    Ricevi una moderata al volto.
     
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    - Parlato da Weinberg -: Grassetto.
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    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato


    Riuscire a colpire il tronco al primo tentativo era una cosa che Weinberg avrebbe voluto molto intensamente.
    Nonostante questo grande desiderio, il tronco lo colpiì in pieno volto, facendolo crollare al suolo, poi il buio.
    Ti p- -so ch- -d- -e u- f- -ore?
    m - - -i p-r -e?

    Sempre quei capelli, e sempre quella frase incomprensibile.
    Cosa volevano dire quelle parole, di cui sentiva solo frammenti senza senso?
    Pensando a questo, riaprì gli occhi.
    La prima cosa che notò, fu il dolore al volto, mentre, la seconda, molto più strana, fu il cambiamento del sensei.
    Infatti, ora davanti a lui non vi si trovava più lo strano personaggio dai verdi capelli, ma un'altra persona.
    Questa, aveva profondi occhi rossi e capelli bianchi.
    Weinberg ringraziò il destino di non avergli fatto incontrare prima quell'individuo in un vicolo buio.
    Il nuovo venuto, era seduto sopra i tronchi, e lo squadrava con uno sguardo a metà tra il divertito e annoiato.
    "La bella addormentata si è destata dal suo sonno, vedo”.
    Iniziò, parlandogli con un tono di voce ironico e distaccato, quasi beffardo.
    “Ritengo sia inneccessario rivelarti la mia identità, dunque mi limiterò semplicemente a dirti il motivo della mia sgradita visita”
    Weinberg impiegò un paio di secondi per riuscire a tradurre quella frase, che nessun essere sano di mente avrebbe potuto pronunciare in quella forma.
    Avrebbe potuto tranquillamente dire:
    Non ho voglia di dirti chi sono, quindi ti dirò solo perché sono qui.

    “Il tuo sensei se n'è andato improvvisamente. Non chiedermi il perché, giacché non ne ho idea né tantomeno nutro interesse alcuno nel saperlo, così come non ne nutro nei confronti della tua incolumità, sia essa mentale o fisica”.
    Invece gli altri due mi hanno tenuto in una gabbia di cristallo, vero?
    Pensò ironicamente Weinberg, ascoltando la seconda parte del discorso.
    “Il mio compito, qui - seppur non nego d'esser restio a farlo - è quello di continuare quel misero allenamento che tu ed il tuo sensei avevate iniziato.
    Ti avviso però che non sarà affatto facile, giacché temo d'essere ben più severo e sadico di quello shinigami che fino ad ora ha ricoperto il ruolo di tuo sensei, ergo non pensare che sia una passeggiata. Detesto perder tempo, dunque non tergiversiamo ulteriormente”.

    Almeno ammetteva il suo sadismo, di questo gli era grato; sarebbe stato molto peggio scoprirlo a metà dell'allenamento, magari dopo la perdita di due o tre arti...
    Il nuovo sensei, dunque, si diresse verso i tronchi, sollevandone uno senza mostrare alcuna fatica.
    Weinberg guardò il suo braccio destro per quella che sarebbe potuta essere l'ultima volta.
    Mentre il tronco partiva, cercò di accumolare il reiatsu nel pugno (destro naturalmente) per poi cercare di rilasciarlo nel momento in cui il tronco sarebbe stato a portata.
    SPOILER (click to view)
    Danni: Moderata al volto.
    Si riprende!
     
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    Giusto un paio d'errori di battitura. Inoltre un ampliamento della descrizione del tentativo non sarebbe male, due righe sono davvero poche.


    Seppur egli avesse ormai compreso il metodo tramite cui svolgere l'esercizio era ancora ben lungi dall'avere successo nella pratica, al punto che il suo tentativo fallì miseramente a causa del poco reiatsu che aveva concentrato e del tempismo con cui l'aveva rilasciato.
    Il tronco infatti colpì in pieno la sua mano, causandogli una ferita non da poco conto. Dopo aver assisto all'ilare visione del suo nuovo studente soffrire, Haine rise sadicamente per diversi minuti, deliziato dalla scena. “Tutto qui ciò che sai fare? Pensavo che conoscessi almeno le basi, ma pare ch'io mi sbagliassi completamente. Temo d'averti sopravvalutato, ed a causa di ciò hai deluso le mie aspettative. Tuttavia devo riconoscere che mi hai fatto divertire; il vederti soffrire è cosa alquanto ilare e ridicola, ergo ti perdonerò, per questa volta. Dato che odio tergiversare e non ho alcuna intenzione di perdere tutta la giornata dietro di te, t'inviterei a riprovare. In fin dei conti non hai nulla da perdere, o quasi. Al massimo tornerai più leggero, privato di qualche arto. Ma non ritengo che questo sia un gran problema, no?” L'ennesimo ghigno sadico e contorto andò a fratturargli il volto. “Ma non sono così cattivo, almeno non ancora, dunque mi vedo costretto ad aiutarti. In tal caso il tuo errore principale - seppur ce ne fosse anche un altro di poco conto nel tempismo con cui hai rilasciato il reiatsu - è stato l'aver concentrato una dose troppo scarsa di reiatsu. Pensa razionalmente: pensi davvero che con quel poco reiatsu potessi riuscire a respingere un tronco di quelle proporzioni? Mi domando se tu sia davvero stupido o se quel tronco t'abbia momentaneamente reso tale.” S'avvicinò nuovamente ai tronchi, andandone a prendere un altro ed ignorando di conseguenza il precedente. “Ho già detto che odio tergiversare e perder tempo? In caso non l'avessi fatto, ora ne hai la consapevolezza. T'invito di conseguenza a riprovare, anche se temo che affrontare nuovamente l'esercizio con la mano così conciata non sia una grande idea, ma mai mi permetterei di fermarti, giacché la tua sofferenza è per me una deliziosa goduria, dunque più ti farai male e soffrirai e più mi farai divertire. Con questa premessa, come potrei mai fermarti? Sarebbe davvero insensibile da parte mia.” Ghignò, e - dopo esser tornato nuovamente inespressivo - lanciò il tronco precedentemente raccolto al giovane studente.

    CITAZIONE
    Ricevi una lieve alla mano destra.
     
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    Pensato da Weinberg : Corsivo.
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    - Parlato da altri -: Rosso.
    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato


    Il dolore alla mano fu molto intenso.
    Riflettendoci bene, Weinberg si accorse dell'assurdità delle sue azioni; chi mai si sarebbe messo a tirare pugni contro dei tronchi lanciati a quella velocità?!
    Mentre cercava di trattenere gli improperi e il dolore, il nuovo sensei non la smetteva di ridere, aveva una risata sadica, priva di qualsiasi sentimento che fosse minimamente imparentato con la pietà.
    Perché mai avrebbe dovuto avere un insegnate del genere...
    L'intero universo cospirava contro Weinberg, questa era l'unica certezza a cui poteva aggrapparsi.
    Qualcuno, da qualche parte, stava tirando le fila di quel complotto ai suoi danni, ridendo sadicamente come il sensei che aveva di fronte.
    Dopo alcuni minuti, il dolore alla mano passò, e, con la scomparsa del dolore, scomparve anche la risata del sensei.
    - Tutto qui ciò che sai fare?
    Pensavo che conoscessi almeno le basi, ma pare ch'io mi sbagliassi completamente.
    Temo d'averti sopravvalutato, ed a causa di ciò hai deluso le mie aspettative.
    Tuttavia devo riconoscere che mi hai fatto divertire; il vederti soffrire è cosa alquanto ilare e ridicola, ergo ti perdonerò, per questa volta.
    Dato che odio tergiversare e non ho alcuna intenzione di perdere tutta la giornata dietro di te, t'inviterei a riprovare.
    In fin dei conti non hai nulla da perdere, o quasi. Al massimo tornerai più leggero, privato di qualche arto.
    Ma non ritengo che questo sia un gran problema, no? -

    Noooooo, infatti ho così tante braccia che non so che farci....
    Pensò Weinberg guardando quel che rimaneva della sua mano destra.
    Su una cosa, però, il sensei aveva ragione:
    Doveva riprovare, prima o poi (ossa rotte permettendo) sarebbe riuscito a colpire quel tronco.
    - Ma non sono così cattivo, almeno non ancora, dunque mi vedo costretto ad aiutarti. In tal caso il tuo errore principale - seppur ce ne fosse anche un altro di poco conto nel tempismo con cui hai rilasciato il reiatsu - è stato l'aver concentrato una dose troppo scarsa di reiatsu. Pensa razionalmente: pensi davvero che con quel poco reiatsu potessi riuscire a respingere un tronco di quelle proporzioni? Mi domando se tu sia davvero stupido o se quel tronco t'abbia momentaneamente reso tale. -
    Finalmente consigli veri!!
    Sempre accompagnati da minacce di: morte, dolore, sofferenza, perdita di arti, eccetera eccetera...
    Ma pur sempre consigli!!

    Pensò Weinberg, guardando il sensei muoversi verso un'altra pila di tronchi.
    - Ho già detto che odio tergiversare e perder tempo? In caso non l'avessi fatto, ora ne hai la consapevolezza. T'invito di conseguenza a riprovare, anche se temo che affrontare nuovamente l'esercizio con la mano così conciata non sia una grande idea, ma mai mi permetterei di fermarti, giacché la tua sofferenza è per me una deliziosa goduria, dunque più ti farai male e soffrirai e più mi farai divertire. Con questa premessa, come potrei mai fermarti? Sarebbe davvero insensibile da parte mia. -
    Weinberg ringraziò mentalmente il sensei per il “consiglio”, ma decise ugualmente di ritentare usando la mano destra.
    Non ne conosceva il motivo, ma sentiva che la sua mano destra avrebbe dovuto superare quella sfida.
    Mentre il sensei lanciava un nuovo tronco, Weinberg si ripreparò a colpirlo.
    Tenendo in testa le parole del suo nuovo insegnante, concentrò tutto il reiatsu che riuscì a raccogliere nella mano destra.
    In quei cruciali secondi, sentì di aver raggruppato una quantità sufficiente di reiatsu.
    La parte difficile arrivava ora, mentre il tronco viaggiava verso di lui alla velocità di un treno merci, Weinberg decise il momento in cui avrebbe rilasciato il reiatsu:
    Nel momento in cui, il tronco sarebbe stato abbastanza vicino da fargli sentire l'aria spostata, avrebbe allungato con forza il braccio rilasciando tutto il reiatsu raggruppato.
    Per sicurezza concentrò la vista per cercare di seguire, almeno parzialmente, il movimento del tronco.
    Concentrando altro reiatsu in quei decisivi momenti, tentò nuovamente di colpire il tronco.

    Danni:
    Moderata al volto;
    Lieve alla mano destra.
     
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    Il veloce tronco impiegò ben poco ad arrivare vicino al giovane, che riuscì miracolosamente a respingerlo grazie al suo pugno ed ad un tempismo che - seppur ben lungi dall'esser impeccabile - bastò per quell'occasione, salvandogli conseguentemente la pelle. In effetti, resistente o meno che fosse, se avesse ricevuto qualche altra ferita difficilmente sarebbe riuscito a rialzarsi. Il tronco tornò dunque in direzione di Haine, che si limitò - senza porvi particolar interesse - a spostarsi lateralmente d'un paio di passi, scansandolo completamente. Un tonfo eclatante segnò infine l'arrivo del tronco per terra, diversi metri più lontano. Un ghigno deliziato andò a ricoprire il volto di Haine, mentre egli iniziava ad avvicinarsi sempre più alla sua nuova vittima. “Infine, dopo avermi fatto passare per indicibile tedio, ti sei deciso a compiere questo dannato allenamento. Non mi pareva che fosse così difficile, non concordi? Anche se non nego di pentirmi di non averti fatto soffrire di più; in fin dei conti da ciò che ho potuto vedere saresti un'ottima cavia.” Rise sadicamente per diversi attimi, poi si ricompose, tornando nuovamente inespressivo. “Non aspettarti ch'io mi complimenti con te o ti faccia la festicciola come avrebbe fatto il tuo sensei; trovo tali idee davvero rivoltanti. Non son di certo qui per diventarti amico, così come tu non sei qui per tentare di vincerti la mia simpatia, anche perché non ci riusciresti.” Arrivato a pochi passi dal giovane si fermò improvvisamente, fissandolo. “Mi permetto di darti un unico avviso: non pensare che tutto t'andrà sempre bene, giacché d'ora in poi sarà per te sempre più difficile. Ovviamente è futile dirti che probabilmente perirai, o almeno, è ciò che mi auguro. Vederti soffrire, quest'oggi, è stato alquanto ilare per certi versi, seppur per altri sia stato oltremodo tedioso. Ma pare ch'io abbia parlato troppo; la mia presenza è divenuta futile dal momento che hai completato l'allenamento, ergo ho la piena libertà d'andarmene.” Ed infatti, detto ciò, sparì.

    Ricevi controllo del Reiatsu Lv. 2 e 12 Exp.
    Fai un post conclusivo.
     
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    Narrato.
    Pensato da Weinberg : Corsivo.
    - Parlato da Weinberg -: Grassetto.
    - Parlato da altri -: Rosso.
    - Divagazioni di Weinberg - : Sottolineato


    L'animo di Weinberg si rasserenerò parecchio, quando vide il tronco volare nella direzione opposta al suo pugno, e non contro, il suo pugno.
    La mano faceva ancora male, ma la consapevolezza di essere riuscito a completare la prova, alleviave quel dolore.
    -Infine, dopo avermi fatto passare per indicibile tedio, ti sei deciso a compiere questo dannato allenamento. Non mi pareva che fosse così difficile, non concordi? Anche se non nego di pentirmi di non averti fatto soffrire di più; in fin dei conti da ciò che ho potuto vedere saresti un'ottima cavia. Non aspettarti ch'io mi complimenti con te o ti faccia la festicciola come avrebbe fatto il tuo sensei; trovo tali idee davvero rivoltanti. Non son di certo qui per diventarti amico, così come tu non sei qui per tentare di vincerti la mia simpatia, anche perché non ci riusciresti. -
    Iniziò a dire il sensei avvicinandosi al suo malridotto allievo.
    - Mi permetto di darti un unico avviso: non pensare che tutto t'andrà sempre bene, giacché d'ora in poi sarà per te sempre più difficile. Ovviamente è futile dirti che probabilmente perirai, o almeno, è ciò che mi auguro. Vederti soffrire, quest'oggi, è stato alquanto ilare per certi versi, seppur per altri sia stato oltremodo tedioso. Ma pare ch'io abbia parlato troppo; la mia presenza è divenuta futile dal momento che hai completato l'allenamento, ergo ho la piena libertà d'andarmene. -
    Completò, fermandosi a pochi passi dallo studente.
    Weinberg sapeva benissimo che quello non era niente di speciale, per gli standard degli Shinigami, una cosa del genere doveva essere ordinaria amministrazione.
    L'unica cosa che lo turbava, era il non sapere quali fossero quelle cose per le quali sarebbe potuto morire.
    Stava per chiederlo al sensei quando si accorse che era sparito.
    Weinberg, quindi, fece un respiro prondo, si voltò verso la foresta, e si incamminò verso quella che, da tempo, oramai, chiamava casa sua.
     
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