Esame Shinigami

Per Akane "Yuki" Fumiya e Ilyan Light - Sensei Urahara Mouryou

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  1. Belfagor90
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    Scusate il ritardo ad aprire, ma come ho detto in chat, i sono stati problemi in real che mi hanno impedito di stare connesso abbastanza da postare alcunché. Ma bando alle scuse e diamo il via all'ultima lezione dell'Accademia!



    Ci sono mattine speciali dove capisci fin da subito che la tua giornata sarà altrettanto... speciale. Capisci poi che sarà tanto, tanto, ma tanto speciale quando vieni svegliato da una scuola di acciughe che, apparentemente, hanno portato un impianto stereo nella tua camera e si sono messe a ballare la Caramelldansen formando molte strane coreografie.
    Coreografie che componevano criptici messaggi come:

    forza, in piedi, si va a pesca

    hai dieci minuti dalla fine della canzone per prepararti

    oddio, ma era oggi che il macellaio faceva quei fantastici sconti?



    Non c'erano dubbi su chi fosse il mandante di quel fenomeno sovrannaturale. Si preannunciava dunque un'altra mirabolante giornata sotto le amorevoli cure di Urahara Mouryou. C'era solo da sperare di sopravvivere!!


    Ci ho provato usato tutti i codici che conoscevo, ma niente: non riesco a mettervi un collegamento col tubo per la canzoncina. A questo punto eccovi il link così ve lo guardate per conto vostro. Io ci ho sghignazzato copra come uno scemo XD
    Ora fatemi vedere cosa sapete fare e come i vostri pg si organizzerebbero per andare a pescare col loro normalissimo sensei ;)
     
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    Pensare di restare una mattina nel letto, solo perché magari ti eri organizzato il tuo tempo libero, non voleva dire che realmente sarebbe andato a finire, come tu stesso avevi progettato.
    Soprattutto quando sei lo sfortunato allievo di un Sensei pazzo, che si diverte a convocarti nei momenti meno appropriati. Questa piccola considerazione doveva metterla in conto, molto prima di buttarsi sotto le coperte e chiudere gli occhi, perché non appena arrivò davanti alla porta del mondo dei sogni, un suono strano e assordante, lo riportò nella brutale realtà.
    L’aspirante Shinigami aprì gli occhi lentamente e quello che vide, bastò per rovinargli la giornata. Una grande scuola di acciughe, con tanto di bandierine e impianto stereo, che erano proprio lì sul suo comodino, che urlavano e sbraitavano a tempo di musica.
    La musica era molto veloce e loro si esibivano in una serie di coreografie a dir poco, strambe e goffe, ma comunque apprezzabili, se consideriamo il fattore “acciuga”.
    Signori si vedono delle mosse ancora più strane anche se fatte da uomini e donne, figuriamoci se possiamo insultare le movenze di una povera acciuga.

    La musica aveva invaso tutto l’ambiente della stanza e provare a ignorarla era totalmente fuori discussione, cosi sbuffò e provò a mettere la testa sotto il cuscino, ma il gesto ebbe una conseguenza abbastanza ovvia. Se una persona si copre le orecchie, ci sono solo due modi per farla ascoltare lo stesso, o si riesce a toglierli le mani dai timpani oppure si alza il volume.
    Bè la scelta più ovvia, finì per ricadere sulla seconda opzione, arrivando a dare fastidio, come un concerto di heavy metal.
    Disturbato e ancora più scorbutico, il giovane guerriero, prese il cuscino e con rabbia lo sollevò, con l’intento di schiacciare tutti quei fastidiosi animaletti. Il gesto fu secco e improvviso, ma quando l’attacco stava per compiersi, trovò una difesa solida.
    Tutte le acciughe che non ballavano, ma portavano gli stendardi della scuola le misero a difesa del balletto fermano l’avanzata del cuscino e sembravano avere una forza assurda. Provò anche a cambiare direzione, ma non c’era niente da fare, il cuscino veniva sempre parato con efficacia e questo bastò per farlo alzare ancora più amareggiato e più stordito, per colpa della musica.


    Mi sto alzando va bene…..va bene….basta con questa musica….che cosa volete???

    Oppure dovrei dire…..dov’è quel malato di “Mouryou” cosi che possa andare da lui e……..provare a ucciderlo…..per l’ennesima volta!!!

    Si sedette sul letto in dormi-veglia e sbadigliando incominciò a guardare meglio le mosse che continuavano a eseguire le acciughe, in maniera imperterrita e continua.
    Fino a che non ebbe un lampo su quella danza cosi eccentrica e vide il codice criptato che nascondeva, riuscendo a comprendere la vera natura di quel risveglio.


    CITAZIONE
    forza, in piedi, si va a pesca - 

hai dieci minuti dalla fine della canzone per prepararti - 

oddio, ma era oggi che il macellaio faceva quei fantastici sconti?

    La cosa positiva, c’era anche stavolta, perché almeno adesso sapeva che doveva prepararsi per andare a pesca. La cosa brutta era solo che doveva aspettare la fine della canzone e non si sarebbe fermata prima, nonostante fosse riuscito a decifrare il messaggio nascosto.
    Ilyan incominciò a frugare all’interno della sua stanza, ma sapeva benissimo, che non aveva granché di attrezzatura da pesca; forse poteva avere del filo per le cuciture, ma di sicuro non aveva ne ami e ne canne. Alla fine in cuor suo gli importava ben poco, perché sapeva che ogni missione svolta con il Sensei, sarebbe finita con lo sfociare nell’assurdo e nel maligno.
    Quindi non ci perse poi troppo tempo a cercare strumenti strani, ma si preoccupò solo di prendere il filo per le cuciture e la sua personale katana di legno.
    Poi frugò ancora nei cassetti cosi da trovare qualcos’altro che poteva sembrare apparentemente utile e finì con trovare un retino per la caccia delle farfalle, senza sapere nemmeno come fosse finito sotto il suo letto.


    Bè prendiamo anche questo e andiamo!!
     
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  3. Feferocky
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    Akane aveva notato diversi miglioramenti nel suo stile di vita da quando aveva cominciato la strada per diventare shinigami. Le sue braccia e le sue gambe erano diventate un po’ più robuste, la respirazione era migliorata e aveva notato che anche nel fare le pulizie o a lavare i panni, la sua resistenza era aumentata. Non arrivava più distrutta la sera, esausta per tutti i lavori che aveva fatto. Anzi. Siccome non prendeva sonno facilmente aveva preso la buona e sana abitudine di farsi una passeggiata dopo cena. Per questo motivo quella sera la ragazza aveva lavorato più del previsto, convinta di essere ormai diventata una specie di super woman geneticamente modificata o qualcosa del genere. Ovviamente aveva esagerato.
    Di conseguenza sprofondò nel suo morbido cuscino e si addormentò non appena le sue tempie ne sfiorarono la superficie.
    Aveva preso un sonno così intenso che il modo di dire “nemmeno le cannonate sarebbero riuscite a svegliarla” poteva essere preso tranquillamente alla lettera.
    Infatti per la prima volta in tutta la sua vita nella Soul Society aveva abbassato completamente la guardia mentre dormiva.
    Aveva sempre temuto che qualcuno entrasse senza che lei se ne rendesse conto… ma tra tutti non si sarebbe mai aspettata che i primi esseri ad entrare senza permesso in casa sua sarebbero state delle acciughe pon-pon. Appena sentì che qualcuno stava cantando saltò dal letto con il cuscino in mano pronta a sbatterlo contro i primi esseri che si trovava di fronte:
    -Maledettissimi ladri… vi faccio vedere io come si disturba il sonno altrui.-
    Ovviamente nessun essere umano e non, una volta svegliatosi in quelle condizioni, avrebbe avuto una visione chiara di quello che stesse accadendo.
    Akane era ancora convinta che fossero dei ladri e, con la vista ancora appannata dal sonno sbatteva da tutte le parti il cuscino senza una mira precisa. Quegli esseri però continuavano a cantare e a ballare una strana danza che Akane non riuscì a comprendere.
    La sua vista cominciava a farsi più limpida e dovette strofinarsi più volte gli occhi per convincersi che gli autori di quella melodia fossero effettivamente delle acciughe.
    -Va bene… ok… non lavorerò più così tanto. Comincio perfino ad avere le allucinazioni. O semplicemente sto diventando pazza.-
    Poi qualcosa la fece rinsavire. Non era pazza. C’erano delle parole sensate tra quei versi incomprensibili e stupidi:
    “forza, in piedi, si va a pesca
    hai dieci minuti dalla fine della canzone per prepararti
    oddio, ma era oggi che il macellaio faceva quei fantastici sconti?”

    Akane per un attimo rimase ferma e impietrita. Poi cadde sul letto e scoppiò a ridere come una pazza. Diventò tutta rossa in faccia non appena capì che era stato lui a mandare quel messaggio. Quel pazzoide di Moryou. Poi si alzò dal letto.
    -Ahahahah ho capito. D’accordo. Avete vinto.Chissà cosa avrà in mente quel pazzo questa volta-
    La ragazza si avvicinò all’armadio degli ikebana e lo aprì piano, temendo che da un momento all’altro sarebbe potuto cadere qualcosa. Per fortuna era tutto in ordine e c’era in mezzo a tutte quelle piccole decorazioni colorate, una lunga canna di bambù. C’erano anche tanti filini di ferro che la ragazza usava per mantenere dritti gli steli degli ikebana. Avrebbe usato alcuni di quelli come ami. Poi prese anche dello spago che avrebbe legato alla canna.
    Nel frattempo sentì che le acciughe stavano continuando a saltellare sul letto. Così la ragazza si voltò e vide che i suoi due gatti, una volta svegliati dall’odore delle acciughe, stavano cercando di mangiarsele. Tosei era riuscito a prenderne una ma la teneva ancora stretta tra i denti e la stava portando alla padroncina, convinto che in cambio gli avrebbe dato un po’ di cibo. Akane urlò subito. Aveva paura di non fare in tempo.
    -Se la canzone finisce chi lo sente a quello?-
    -TOSEI! Lascia subito quell’acciuga! ADESSO!-
    Il gatto, spaventato e deluso, lasciò l’acciuga e si allontanò verso la sua dolce metà, che fece un miagolio di disapprovazione verso Akane.
    Però non c’era più tempo. Così Akane prese l’acciuga mezza mangiucchiata (che continuava a cantare) e invitò le altre ad uscire dalla porta. Lei le seguì a ruota.
    Noooo l'ultima lezione... Moryou sensei... poi cosa faremo? :cry: :cry: :cry:
     
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  4. Belfagor90
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    Curiosamente, proprio in questo momento in zona staff si sta discutendo di una cosa che vi permetterebbe di fare immediatamente l'esame da Shinigami senza fare questo allenamento. Siccome l'approvazione della suddetta regola sembra prossima, se per caso decidete di fare subito l'esame saltando quest'allenamento basta che me lo diciate e io provvederò ^^
    Nel frattempo però io posto comunque. Vi faccio un post ancora neutro nel caso decidiate di fare l'esame tutti e due, così usiamo questa stessa discussione senza aprirne una da capo. Ma come sarò intelligente? :matto:



    Ovviamente, nuovo luogo, nuovo compito... nuova canzone! E quella nuova non era da meno di quella prima. Le sardine sputarono - ebbene sì, li sputarono proprio - dei ponpon da cheerleader e ripresero a ballare con tanto di coreografie in mezzo ai corridoi dell'Accademia precedendo i due studenti come una fanfara d'onore molto imbarazzante. Durante il breve tragitto dalla loro stanza al cortile più vicino dove si ritrovarono, non ci fu testa che non si girò a guardare allibita. Certo, qualche insegnante scosse la testa e alcuni si misero silenziosamente a piangere - probabilmente riconoscendo ad istinto l'autore di quell'insulsa pantomina - ma alcuni studenti non si fecero alcun problema a ridere a squarciagola dei due sventurati. si sarebbero ricreduti. Non avrebbero più riso per quei due se avessero saputo cosa li attendeva e che quella era la loro ultima prova prima dell'Esame. Se avessero saputo questi piccoli dettagli, lo scherno sarebbe diventata ammirazione e... terrore!!
    Sì, perché non appena i due furono al centro del cortile, il più lontano possibile da qualsiasi riparo, le sardine cominciarono a comportarsi da talpe e se la filarono scavando nel terreno lanciando un piccolo grido di giubilo.
    Quasi nello stesso momento, nell'aria si sentì un rombo in avvicinamento. Loro non potevano saperlo, ma quel rumore caratteristico era quello di un caccia Mitsubishi A6M - alias Caccia Zero - usato durante la guerra del Pacifico contro le forze americane... dai Kamikaze Giapponesi!!
    - TORA TORA TORA!!! - ululò il pilota spuntando con una giravolta da sopra un tetto a volo radente.
    Anche da quella distanza, non c'era bisogno della chioma dorata per capire che alla guida ci fosse un Urahara Mouryou parecchio sovreccitato dall'esperienza. Uno stato d'animo pericoloso per un soggetto simile. Infatti eseguì un'ardita carpiatura e si portò in linea verso i due studenti ancora impegnati a guardarlo a bocca aperta.
    - MOLTE AI NEMICI DI PATLIA!! VIVA IL SOLE NASCENTE!! - urlò prima di premere un bottone sulla cloche e far partire una pioggia di mitraglia sul cortile.


    Ok, avete un severo caso di sensei impazzito. Non venite colpiti dai proiettili (non sono così stronzo da ferire i vostri pg all'infuori della prova) ma voglio le giuste reazioni per l'occasione e le risposte via mp al dilemma "un altro allenamento oppure subito l'esame?".
     
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  5. Feferocky
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    Parlato da Moryou

    Ormai Akane credeva di essersi abituata agli sguardi che puntavano alle stranezze di Urahara Moryou, folle leggendario, cercatore di guai, esperto in travestimenti di animali inconsueti (come quello di una piovra gialla) e partecipante ai club più strambi. La ragazza continuava a camminare per la sua strada cercando di non pensare al fatto che delle acciughe le stessero letteralmente ballando intorno, circondandola, costringendola a subire l’ennesima vergogna. Tra quelle c’era ancora una delle acciughe mezza mangiucchiata che non aveva smesso un attimo di agitare i suoi pon pon da cheerleader. Akane per la prima volta provò stima per un’acciuga.
    La guardò con tenerezza ormai non facendo più caso alle risate della gente. Poi però improvvisamente non sentì più nulla e le acciughe erano scomparse. Sembrava che fossero andate sottoterra, come spaventate da qualcosa di terrificante.
    Beh cosa ci sarebbe più terrificante di Moryou del resto?
    Infatti non tardò a farsi sentire il forte rumore di un macchinario con al seguito la sua voce inconfondibile. Ormai aveva capito di provare più di una semplice stima per quell’uomo pazzo, che nonostante tutto non avrebbe esitato ad uccidere i suoi allievi pur di insegnare loro qualcosa. Akane non aveva mai avuto buon gusto per gli uomini. Già.
    -TORA TORA TORA!!! –
    Beh in effetti quel macchinario era più spaventoso del solito. Doveva essere una macchina da guerra o qualcosa di simile, il che non era affatto un buon segno. Akane era sbalordita da come quel matto da legare riuscisse a pensarne una e a farne 1500.
    -MOLTE AI NEMICI DI PATLIA!! VIVA IL SOLE NASCENTE!! -
    -Eh?- ma da dove gli venivano frasi simili? Cosa era diventato? Una specie di saggio giapponese con pseudo manie da generale dell’esercito?
    Akane non ebbe nemmeno il tempo di cominciare a farsi queste domande che si vide arrivare una serie di proiettili nelle vicinanze. Fu ovviamente istintivo cominciare a scappare alla velocità della luce, alla ricerca (vana) di un riparo.
    Era una situazione disperata, un pazzo le stava venendo incontro con una mitragliatrice puntata su di lei, c’era in gioco la loro stessa “seconda vita”… Eppure Akane, nonostante si fosse resa conto che quell’uomo non stesse scherzando (quando mai!), in quel momento stava ridendo fra sé. Non era di certo un modo per non prendere seriamente l’allenamento.
    No.
    Di questo ne era sicura. Voleva diventare una bravissima Shinigami ad ogni costo.
    Però che ci poteva fare? La ragazza non sapeva nulla della sua vita precedente, ma di sicuro quell’uomo aveva reso la sua vita attuale molto più divertente.
     
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    Prese le cose, ebbe giusto il tempo di uscire dalla stanza per ritrovarsi all’interno di un corteo storico, compreso di banda e pubblico, che attento lo aspettava.
    Naturalmente si parla di corteo perché le sardine sputarono fuori dei ponpon che incominciarono ad agitare con vigore, allestendo un altro grande show, anch’esso dotato di una colonna sonora indimenticabile. Quelle mosse erano accompagnate da un passo forte e continuo che li avrebbe accompagnati per tutto il tragitto fino al cortile più vicino. Naturalmente come ogni grande spettacolo, meritava un pubblico degno di questo nome, infatti, non tardò ad arrivare. Nel corridoio si radunarono una miriade di studenti che comunque si divisero le reazioni, non tutti erano piegati a ridere, altri addirittura piangevano al passaggio del ragazzo sventurato, preceduto dalle sardine ponpon.
    Magari avevano capito chi era la testa che aveva creato, tutto quello scempio e quindi avevano capito che tutte quella preparazione senza senso, sarebbe servita solo a farli sprofondare in un mare di sofferenza e malattia.
    Nonostante tutto, lo studente continuava ad avanzare senza dare troppo peso alle facce che lo stavano guardando, fermo a pensare solo alla prova che lo avrebbe atteso, sapendo che lì avrebbe trovato la sua compagna di sventure e una volta incontrata, avrebbe avuto il quadro della situazione molto più chiaro.
    Oramai erano due o tre giorni che non la vedeva, forse aveva avuto dei problemi oppure si stava preparando proprio a questa prova, comunque vederla gli avrebbe fatto piacere in qualunque caso.
    Una volta arrivati al cortile finalmente la vide e nella sua testa si stava anche immaginando di andarla a salutare, magari per chiederle cosa stava pensando; oppure sapere come si era preparata a quella che sarebbe potuta essere l’ultima prova insieme. Invece rimase lì nei suoi pensieri e dopo averla guardata per un istante, distolse lo sguardo, senza donare nessun cambiamento di umore. Questo bastò per estraniarla dal suo mondo interiore e riportarlo alla prova nuda e cruda che stava per affrontare, quando di colpo le sardine sparirono lanciandosi di sotto il terreno.


    Anche questo fa parte della prova? Oppure hanno sentito qualche cosa che le ha mese in allerta?

    CITAZIONE
    - TORA TORA TORA!!!

    Questo fu il suono che annunciò la venuta di aereo, che apparse compiendo una giravolta da sopra un tetto. La voce che aveva urlato aveva qualcosa di familiare; addirittura sarebbe stato pronto a scommettere sulla figura del Sensei. Poi arrivò la prova che glie ne diede la certezza matematica.
    Il mezzo esegui una manovra perfetta e acrobatica, per portarsi in linea con i due studenti.
    Poi una volta agganciati i bersagli comuni, sprigionò la sua euforia senza fine, lanciando nel cielo una frase a dir poco brutale.


    CITAZIONE
    - MOLTE AI NEMICI DI PATLIA!! VIVA IL SOLE NASCENTE!!

    Si convinse perfettamente, che il pilota esaltato non poteva che essere il suo maestro e poi prima che potesse capacitarsi della follia che aveva di fronte, si vide arrivare contro una pioggia di proiettili. La sua compagna cercò un riparo, tentando una fuga senza senso; mentre lui si lanciò a terra incominciando a strisciare.
    Vista l’esperienza dell’ultima prova, avrebbe potuto impersonare la parte di un soldato sotto bombardamento, invece cercò dei sassi abbastanza grandi, da poter impugnare e lanciare contro l’aereo. Ne trovò giusto due o tre e provò a lanciarli con tutta la forza che aveva e dopo aver lanciato l’ultimo si mise raggomitolato a terra, stringendo le sue braccia intorno alla testa.
     
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  7. Belfagor90
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    Teo, io con te non so che fare. Sparisci per tutto questo tempo senza avvisare e quando torni non dai neanche un messaggio di scuse o comunque una spiegazione a quanto è successo. Sono passate settimane e hai ufficialmente avuto tempo fino a ieri per postare, quindi non intendo tener conto del tuo ultimo post e sono costretto a bocciarti per abbandono. Mi spiace che si sia arrivati a questo, ma sei troppo incostante e non è giusto nei confronti né di feferocky né miei.
    Non è una punizione come vorrei visto che hai giusto fatto due post dall'inizio, ma spero che almeno il messaggio sia passato. Potrai rifare l'esame con me quando mi sarò liberato di quello di Fefe (questione di tempo a disposizione) oppure chiedere ad un altro mod che ti apra una classe singola, ma se vengo a sapere che hai fatto altri ritardi ingiustificati, sarai costretto a ricominciare da zero.



    Il caccia da combattimento si librò sopra il piazzale scaricando una gragnuola di colpi che stranamente non fecero grandi danni. A quanto pare non erano proiettili veri (tutto un calcolo malefico o pura fortuna?) ma si rivelarono essere qualcosa di molto peggio: proiettili di gomma... super-elasticizzata. Come colpivano una superficie, rimbalzavano via come impazziti per la grande pressione data dallo sparo. In breve tempo, il cortile divenne un inferno di biglie gommizzate che rimbalzavano in ogni possibile direzione colpendo teste e scroti. Si seminò il panico e sopra le urla di terrore e dolore si levavano le urla sconclusionate di quel pazzo di un pilota che aveva afferrato una canna da pesca a doppia lenza e cantava...
    #- SAMPEI! GIRA IL MONDO COME I MARINAI...#
    In fondo aveva promesso che sarebbero andati a pesca, giusto? In un certo senso avrebbero pescato... lui avrebbe pescato. Loro sarebbero stati pescati. Al giro successivo sul cortile, mosse la canna con un movimento di polso e afferrò i due studenti per la cintura con una precisione che aveva dell'impossibile per un movimento a quella velocità.
    Era forse un maestro pescatore, oppure...
    - Ah, li ho presi subito? Va che culo!! - esultò.
    Ecco, per l'appunto.
    Una volta rapiti i due ragazzi, il pilota con un deciso colpo di cloche fece impennare l'apparecchio col muso verso l'alto e cominciò a salire sopra i tetti dell'Accademia addentrandosi nelle sue profondità. Curiosamente, appena finita la parte più folle del suo viaggio la sua abilità di pilota prese a peggiorare improvvisamente e i due ragazzi appesi lì sotto furono più volte sul punto di finire addosso ad un comignolo, un'antenna o un qualsivoglia muro. Questo perché ogni volta che il sensei cominciava a parlare la sua presa sulla cloche si allentava e l'aereo si abbassava di parecchi metri.
    - Allora, tutto bene la sotto, ragazzi? Oggi è un giorno molto speciale, perché-ODDIOL'ALBERO-tutto ok? Tranquilli, sono solo foglie. Dicevo? Ah già, oggi è un giorno molto importante... indovinate perché? Ebbene oggi avete l'esame!! Non siete cont-ODDIOC'E'MANCATOPOCO!!
    Insomma, non fu un viaggetto tranquillo. Proprio per niente. Almeno fu breve. Davanti a loro si alzò presto una torre bianca dal lungo e affusolato tetto di mattoni dalla forma esagonale. Grandi finestre si aprivano sulle sue pareti indicando un ambiente interno grande e spazioso. A giudicare dalla direzione, sembrava proprio quella la direzione del loro viaggio.
    - Ok, ragazzi. Cominciamo la manovra di discesa. Tenetevi forte, non sono molto sicuro di come funziona. Forse spingendo la leva da questa part-

    Tlonk!

    Fu come un fulmine a ciel sereno. Anche chi era sotto capì subito, anche senza guardare, che "qualcuno" aveva appena fatto qualcosa che sicuramente non andava fatta mentre si volava a qualche centinaio di chilometri orari su un caccia diretto contro una torre.
    Di lì a poco, la conferma.
    - ...non è che qualcuno di voi sa come si riattacca il volante di questo coso? Yuki? Ilyan? No, eh? Chissà perché me l'immaginavo. State tranquilli, non è il momento di cadere nel panico. Con la mia forza posso provare a manovrare usando solo il troncone della cl-

    Stleng!

    Sotto la pancia dell'aereo si aprì un piccolo squarcio attraverso il quale i due ragazzi poterono osservare la faccia ora leggermente pallida del loro insegnante.
    - ...ok, al mio tre potete farvi prendere dal panico. Uno, due... tre! WWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!
    E giù contro la torre!! La presero in pieno, ma almeno finirono dentro una delle grandi finestre. La sfondarono di prepotenza e piovvero dentro in una pioggia di frammenti di vetro che normalmente avrebbe avuto tremendi effetti sui loro corpi, ma in quell'occasione ci furono due fattori che permisero la loro salvezza: l'essere anime addestrate e avere con loro qualcuno con la prontezza al pericolo di un animale che se ne sta in fondo alla catena alimentare... Urahara Mouryou!
    Mentre il corpo del velivolo si schiantava all'interno in un mare di schegge affilate di vetro, l'istinto di sopravvivenza e quello materno del terzo seggio presero il sopravvento nella sua mente e gli fecero ricordare di essere uno Shinigami estremamente rapido e per di più capace di volare. Strano a dirsi, ma proprio queste cose importantissime erano quelle che più facilmente scordava nella vita di tutti i giorni.
    Ci fu una specie di baluginio biondo accompagnato da un urlo animalesco e la studentessa si ritrovò incolume all'interno della torre tenuta in braccio dal suo sensei con gli occhi di fuori per la troppa adrenalina in così poco tempo.
    - Ci è mancato poco, eh? - poi un'ombra di dubbio gli attraversò la faccia - Un secondo... e Ilyan?
    Si voltò a guardare lo squarcio aperto dalla loro entrata. Un sottile filo di lenza spezzato scivolò oltre il bordo del buco. Ci fu un silenzio imbarazzato.
    - ...scommetto che non si è fatto niente. E poi ci è abituato. Lo riprenderò non appena avremo finito.


    Ok fefe, a te la tastiera. Puoi ruolare fino all'arrivo alla torre e io nel mio prossimo post farò cominciare l'esame.
     
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  8. Feferocky
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    Narrato
    Pensato da Akane
    Parlato da Akane
    Parlato da Moryou


    Akane poteva ormai concorrere per i 400 metri anche solo per lo scatto iniziale della corsa. Va bene avere una cotta per il proprio sensei, ma non è molto normale che proprio lui cominciasse ad inseguire la ragazza sparando da un aereo da guerra proiettili di gomma durissima. Quei cosi continuavano a sfiorarle la testa e i fianchi ogni 8 passi, cosa alquanto strana vista la mira di Moryou. Se si fosse potuta fermare un secondo avrebbe notato che nel cortile si era scatenato il panico e che tutti erano (invano) andati alla ricerca di un riparo. Non aveva nemmeno il tempo per girare la testa. Un attimo di distrazione e le sarebbe arrivata una gommata in faccia facendola arrivare chissà dove. E poi la gomma essendo formata da sostanze chimiche poteva rovinarle la pelle. Nossignore! Poteva anche scordarselo. Per Akane la pelle era una delle parti da preservare di più in assoluto.
    Ad un certo punto il pazzo cominciò pure a cantare:
    - SAMPEI! GIRA IL MONDO COME I MARINAI...-
    Era proprio fissato con il mare? Prima si vestiva da piovra, poi aveva deciso di fare un cosplay da pirata e adesso cominciava a cantare sampey. Bah!
    Sta di fatto che Akane durante la corsa ad un certo punto si rese conto che le mancava la terra sotto i piedi.
    -Sto… sto volando!-
    Bip! Risposta errata. Il pazzo l’aveva adescata con una canna da pesca, lasciandola sospesa a mezz’aria.
    - Ah, li ho presi subito? Va che culo!! –
    Akane si girò e vide che aveva preso anche Ilyan, che non aveva nemmeno visto arrivare.
    Cercò di salutarlo con un cenno, ma non fece nemmeno in tempo visto che cominciò a notare che lo spazio fra lei e il suolo aumentava mooooolto velocemente.
    Come era ovvio, il sensei cominciò a sballottare quell’arma da guerra da tutte le parti, rischiando di far sbattere la ragazza su camini, alberi e molto altro. Questa volta aveva forse finalmente deciso di ucciderla? No, forse no. E anche se l’avesse voluto, lei non glielo avrebbe permesso.
    Incurvando la schiena, infatti, e cercando di mantenersi al filo (…. filo? Era un dannatissimo filo da pesca? E come diavolo faceva a sorreggerla?), tentava di evitare tutti i possibili ostacoli.
    -Lo fa apposta o cosa?-
    In fondo quel pazzo si stava solo divertendo… Tsk! Figuriamoci se veramente non era capace di guidare uno di quei cosi… o no?
    -Allora, tutto bene la sotto, ragazzi? Oggi è un giorno molto speciale, perché-ODDIOL'ALBERO-tutto ok? Tranquilli, sono solo foglie. Dicevo? Ah già, oggi è un giorno molto importante... indovinate perché? Ebbene oggi avete l'esame!! Non siete cont-ODDIOC'E'MANCATOPOCO!!-
    Aveva anche il tempo di scherzare, quel bastardo.
    -Perché? Perché non mi sono presa la cotta per un tipo più normale?-
    Akane però cominciava a stancarsi di fare destra e sinistra con il busto evitando antenne, alberi e via dicendo. Per questo ad un certo punto prese una quercia quasi in pieno e un gruppo d’uccellini comincio a picchiettarle la testa perché aveva rovinato il loro nido.
    -Ehi Ehi… è colpa sua! È lui il disturbatore di quiete altrui.-
    Per fortuna la meta sembrava ormai vicina: c’era una torre bianca proprio di fronte a lei e la macchina si stava dirigendo da quella parte.
    Solo un dubbio… perché non diminuiva la velocità?
    -Ok, ragazzi. Cominciamo la manovra di discesa. Tenetevi forte, non sono molto sicuro di come funziona. Forse spingendo la leva da questa part-Tlonk!-.
    Ecco, appunto. Akane ormai aveva già previsto che le difficoltà fossero soltanto iniziate. Quel “Tlonk” non faceva presagire nulla di buono. E il peggio era solo iniziato.
    - ...non è che qualcuno di voi sa come si riattacca il volante di questo coso? Yuki? Ilyan?-
    Ci fu una piccola pausa… Akane guardò Ilyan con una faccia che non aveva parole.
    -No, eh? Chissà perché me l'immaginavo. State tranquilli, non è il momento di cadere nel panico. Con la mia forza posso provare a manovrare usando solo il troncone della cl-
    Stleng!
    Quando pensi “peggio di così non può andare” guarda caso c’è sempre qualcosa che ti fa pensare che qualcosa di peggio in effetti può SEMPRE accadere. Da sotto l’aereo si aprì una botola. Akane, sempre cercando di evitare di andare a sbattere agli ostacoli, alzò la testa e vide che Moryou era diventato semi pallido. Non lo aveva mai visto così… nemmeno quando aveva notato durante il primo allenamento del Reiatsu che Ilyan stava perdendo sangue a cascate.
    - ...ok, al mio tre potete farvi prendere dal panico. Uno, due... tre! WWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!
    L’aereo cominciò a precipitare e Akane cominciò a urlare come una matta ormai convinta che fosse finita. Ma non poteva finire così. Doveva trovare qualcosa, poteva usare la Reiatsu? La forza fisica? Cavolo no… Non era ancora diventata una vera Shinigami e come tale non poteva fare niente di tutto questo. Le venne in mente soltanto di chiudere gli occhi e di immaginare il volto del suo insegnante, l’unico che le aveva donato un minimo di felicità in quella vita così buia e monotona del Rukongai.
    Si sentì un rumore terrificante di vetri che si rompevano.
    Possibile che la morte fosse così dolce? Possibile che non sentisse nemmeno un pizzico?
    - C’è mancato poco, eh? – Akane aprì lentamente gli occhi. Forse era morto anche lui? Un attimo… ma loro erano già morti…
    La ragazza improvvisamente trattenne il respiro e si rese conto che era più sana di un pesce, ma soprattutto era IN BRACCIO A MORYOU!
    -WAAAAAAAAAAA!!!- un urlo nella sua testa continuava a farsi sentire e il suo viso era diventato rossissimo. Cominciò a concentrarsi sull’obiettivo reale di quella giornata: l’esame per diventare Shinigami. L’amore e le cotte venivano dopo.
    - Un secondo... e Ilyan?-
    Caspita! Era vero. Ilyan era scomparso… C’era un pezzo di abito su un vetro spezzato della finestra. Dannazione! Era caduto!
    Akane guardò gli occhi del sensei ancora spaventato per quello che era successo con l’aereo. Poi riprese la parola e assicurò che sarebbe passato a prenderlo alla fine. In effetti, non poteva perdere tempo a prenderlo dal piano terra. La torre bianca era molto alta e non c’era molto tempo. In più Ilyan come Akane non aveva ancora acquisito le prime capacità di volo. Ad Akane dispiacque molto di aver perso il suo caro compagno d’avventure, ma bisognava andare avanti. Avrebbe trovato altri amici, altri compagni e, sicuramente tantissimi nemici. Però al momento l’unica cosa che la agitava era il pensiero di essere ancora in braccio a Urahara Moryou.

    Ilyan veramente mi dispiace ma se leggi la chat io e Moryou abbiamo anche cercato un modo darti più tempo possibile. Peccato perchè mi piaceva la tua compagnia :( Spero di rincontrarti presto ^_^
     
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  9. Belfagor90
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    Continuiamo!



    La cosa non era stata proprio premeditata, ma bisognava pensare a cancellare le prove. Prove come la doppia lenza della canna da pesca e zittire qualche testimone. Se Ilyan era ancora tutto intero, cosa che il sensei sperava vivamente, non sarebbe stato n gran problema coprire quel piccolissimo incidente. In fondo Urahara apparteneva proprio all'unità giusta per certi lavoretti sottobanco.
    Almeno la giuria di rappresentanti delle brigate non era stata decimata dalla loro entrata. L'aereo aveva sfondato il pavimento piombando su di loro dall'alto, ma erano stati solo sfiorati da un'ala. Non sembravano tuttavia granché sollevati dall'aver evitato la morte per un pelo. No, erano più sulla linea "chi è il deficiente che dobbiamo linciare".
    Uno di loro poi, un tizio coi capelli da vecchio e la faccia da figaccione che indossava la piatrina del rappresentante della VI Brigata, mise le mani a cono davanti alla bocca e gridò:
    - PRENDETEVI UNA CAMERA!
    - Chissà che vuol dire? - si chiese l'ingenuo insegnante ancora tenendo in braccio la ragazza che stava diventando color pomodoro maturo.
    La portò al piano di sotto con un salto e presto si trovò circondato da tutti i rappresentanti che si stavano, forse pure giustamente, chiedendo come gli era potuta venire in mente un'idea tanto balzana.
    - C'è traffico per i corridoi a quest'ora. Rischiavamo di fare tardi... - tentò di difendersi il terzo seggio confuso da tutta quella rabbia che non capiva fino in fondo.
    Alla fine se la cavo con dodici denunce e un'altra battutina sarcastica del membro della sesta brigata, ma non ci fece caso. DODICI denunce erano roba da poco per una mattinata di lavoro nel campo della sfortuna estrema. Sarebbe andata peggio se non fosse stato che c'era un esame da fare e quindi poco tempo da spendere in chiacchiere.
    Mentre i tredici rappresentanti rimuovevano i detriti dell'aereo liberando quanto più spazio possibile prima di far passare qualcuno per rimettere a posto, Urahara fece sedere Yuki davanti a sé.
    - Ok, ora voglio che tu ti rilassi e ti concentri su di me, d'accordo? Questi signori sono qui solo per evitare che succeda qualcosa di brutto... non che succeda qualcosa di brutto. Almeno, non spesso quanto molti vorrebbero far credere.
    Nel dire quelle ultime parole si grattò nervosamente il petto. Magari lì dentro non lo sapeva nessuno, ma proprio lì, quasi all'altezza del cuore, c'era il segno lasciatogli dal suo primo incontro col suo spirito. Si erano trovati subito d'amore e d'accordo, loro due, infatti ci aveva quasi lasciato la pelle quando l'altro aveva tentato di ucciderlo.
    - Quello che dovrai fare è rilassarti e lasciare che la tua mente si vuoti. Se davvero sei cresciuta e diventata forte come penso, sarà lo spirito che incarna il tuo potere ad accettarti all'interno del tuo più profondo subconscio.
    La figura del sensei divenne sfocata per un attimo e, improvvisamente, una lungo cofanetto di legno chiuso con una corda rossa intrecciata gli apparve fra le mani.
    - Quando sarà il momento e avrai creato un legame fra te e lo spirito, creeremo un contatto fra il tuo potere e questa spada senza forma né nome. Essa diventerà la tua spada e la tua Zampakutou. Comincia subito, prima che cambino idea e ci sbattano fuori di qui a tutti e due.
     
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  10. Feferocky
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    Narrato
    Pensato da Akane
    Parlato da Moryou
    Parlato da altri


    Il resto degli eventi accadde tutto troppo velocemente. Akane non riusciva a pensare ad altro se non alla maniera più facile, discreta e rapida per scendere dalle braccia di Moryou. Aveva notato a malapena la presenza della giuria dei rappresentanti. Sarebbero stati loro, quelli che avrebbero giudicato il suo esame per diventare shinigami?
    Non bastava l’agitazione di essere vicino al Sensei, ci mancava anche l’agitazione da esame. Certo in caso di bocciatura avrebbe potuto ritentare ma… lei NON VOLEVA per nulla al mondo essere bocciata! Doveva farcela a tutti i costi.
    -Forza Akane, rilassati. Respira e stai calma… Andrà tutto bene… ora il sensei ti lascerà e l’esame filerà tuuuuuuutto liscio.-
    Le ultime parole famose prima che il furbo di turno della giuria sparò una frase più che imbarazzante:
    -PRENDETEVI UNA CAMERA!
    -Diaminediaminediamine…. Proprio ora che stavo raggiungendo un minimo di calma!-
    Ormai mancava poco prima che ad Akane fuoriuscisse un po’ di fumo dalle orecchie, cosa che ovviamente non poteva accadere ma… dettagli.
    La risposta di Moryou la fece rinsavire parzialmente:
    -Chissà che vuol dire?
    Allora… o era stupido o faceva finta di non vedere che fra le sue braccia giaceva un piccolo catarifrangente luminosissimo che aveva una cotta per lui (mmm… chissà che sensazione si prova ad avere come spasimante un catarifrangente… aspetta ma i catarifrangenti non sono esseri viventi… ok lasciamo stare…troppe sciocchezze).
    La permanenza fra le braccia di Moryou era quasi terminata, per fortuna. Spiccò un ultimo salto verso il piano di sotto. Lì c’erano tantissime altre persone che guardavano malissimo il Sensei. In effetti schiantare l’aereo contro la torre non doveva essere stata poi un’idea così geniale.
    Mentre il sensei si giustificava con loro, Akane si sentì la testa vuota. Tutti si muovevano ad una velocità sorprendente, tutti sapevano cosa fare, sistemare velocemente la stanza dai detriti, dare una bella punizione a Moryou (se l’era meritata) e molto altro… Tutto accadde ad una velocità spaventosa e lei improvvisamente si trovò seduta ad una sedia con il volto di Moryou di fronte ai suoi occhi azzurrissimi.
    -Ok, ora voglio che tu ti rilassi e ti concentri su di me, d'accordo?- la gentilezza con cui le parlava, nonostante il lavoro che c’era da fare, era sorprendente.
    -Beh non è che io abbia fatto altro oltre che continuare a concentrarmi su di te, comunque…-
    -Questi signori sono qui solo per evitare che succeda qualcosa di brutto... non che succeda qualcosa di brutto. Almeno, non spesso quanto molti vorrebbero far credere.
    Akane non riusciva a capire bene il senso delle sue parole, ma aveva compreso che l’esame era ormai alle porte.
    Poi vide che Moryou si grattava il petto. Non capì nemmeno il significato di quel gesto ma le parve un po' strano e le fece sentire come una stretta al cuore per un millisecondo. Però poi continuò ad ascoltare con attenzione le sue parole. Le disse di rilassarsi e di svuotare la mente. Mmm… forse si era reso conto che aveva per la mente strani pensieri?
    -Se davvero sei cresciuta e diventata forte come penso…-
    Forte? Akane era tentata di chiedergli se parlasse sul serio, ma sapeva che non era ora di montarsi la testa.
    -…sarà lo spirito che incarna il tuo potere ad accettarti all'interno del tuo più profondo subconscio.-
    Akane, anche se non sapeva ancora come creare un contatto fra sè e il suo spirito, cominciava a comprendere il senso di quelle importantissime parole; per questo annuiva mentre il sensei parlava.
    Improvvisamente accadde un evento che la ragazza avrebbe ricordato per tutta la vita: Moryou si dissolse leggermente per pochissimi secondi e tornò con un cofanetto lungo e chiuso da uno spago rosso.
    -Quando sarà il momento e avrai creato un legame fra te e lo spirito, creeremo un contatto fra il tuo potere e questa spada senza forma né nome. Essa diventerà la tua spada e la tua Zampakutou. Comincia subito, prima che cambino idea e ci sbattano fuori di qui a tutti e due.
    La Zampakutou! La sua spada! Quella che sarebbe stata per sempre la sua compagna più fedele… L’idea la eccitava ma capiva quanto fosse importante il momento. Esameeeee… 3…2…1…GO!
    Akane innanzitutto si diede dei piccoli schiaffetti sulle guance rosee con entrambe le mani, poi tirò un lungo respiro con il naso e rigettò l’aria con la bocca chiudendo finalmente gli occhi.
    Doveva allontanare dalla mente ogni pensiero, compresa la cotta per il sensei. Non era il momento per pensare a cose futili (anche se tale lei non lo riteneva affatto). Doveva allontanare da sé la tensione di avere una spada tutta sua, l’agitazione del giudizio dei rappresentanti, il pensiero di essere di ventata più potente e così via.
    Akane aveva gli occhi chiusi, con le mani sulle ginocchia, ancora seduta alla sedia. Cominciava a riacquistare un respiro più regolare. L’esame per diventare Shinigami era finalmente giunto e ce l’avrebbe messa tutta per superarlo.

    ...esame da shinigami in comune con esame universitario fiiiiiiiiiiiigo -.-
     
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  11. Belfagor90
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    La ragazza non aveva certo la vita facile nel cercare di concentrarsi. Era reduce da un atterraggio di fortuna, dalla perdita violenta del compagno d'Accademia e intorno a lei ronzavano quattordici Shinigami nel tentativo di rimuovere la carcassa di un aeroplano che aveva fatto il suo dovere forse una sessantina d'anni prima. Non che non provassero a farlo in silenzio, ma nessuno ha mai provato a muovere rottami senza far rumore? E' come cercare di tenere in mano un uovo rotto, fai del tuo meglio all'inizio ma poi ti fa così schifo da rinunciare.
    Non era finita però. Come quando si sente un odore apparentemente familiare, la sua attenzione veniva sempre più attratta verso il buio che vedeva dietro le sue palpebre chiuse. C'era qualcosa lì dietro, lo sentiva (e, diciamocelo pure, glielo avevano pure detto) ed era suo desiderio scoprire cosa fosse. Forse... concentrandosi un po' di più.


    Voglio un post descrittivo di concentrazione pura. Stupiscimi con metodi zen, filastrocche e mantra!! XD
    Capisco però che sei sotto esame, quindi prenditi tutto il tempo che ti serve.
     
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  12. Feferocky
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    Narrato
    Voce


    Dannazione c’era troppo casino lì intorno. Gente che faceva SDENG di qua, SBAM di là. Come era possibile concentrarsi in quelle condizioni? Nemmeno il solito respiro riusciva a fornire un po’ di calma ad Akane che non notava alcun cambiamento nel suo stato spirituale. Forse non si stava impegnando abbastanza? No. La verità è che sentiva di non essere ancora in pace con la sua anima. Doveva raggiungere uno stato che non aveva mai provato prima di allora.
    Come è possibile arrivare ad una destinazione che non sai nemmeno quale sia? Se avesse avuto a portata di mano un tom tom sarebbe stato alquanto vantaggioso, ma in questo caso c’era ben altro da fare.
    Cominciò da zero.
    Nella sua mente cominciò ad inquadrare la sua persona e i suoi difetti. Alla fine dopo innumerevoli crogioli mentali alternati da domande filosofiche tipo: “Chi sono io? Perché sono qui?” si rese conto che forse stava sbagliando ancora strada. C’era troppa agitazione nella sua mente e nella sua anima. Era sempre stata una sempre stata una persona troppo razionale e questo non era positivo. Forse per questo motivo non riusciva a credere fino in fondo che c’era un mondo interiore all’interno del quale poteva trovare il suo spirito, la sua vera essenza.
    Per raggiungere la pace era necessaria solo una cosa: immergersi in un oceano interiore di silenzio, concentrandosi su un unico pensiero che doveva ricordare ideali di purezza, serenità, dolcezza, vastità e… pace. Quell’unico pensiero avrebbe allontanato tutti gli altri.
    Per Akane fu difficile trovare un pensiero che rasserenasse il suo animo; alla fine infatti si concentrò su l’unica cosa che, in un luogo rumoroso come quello, SOLO LEI sarebbe riuscita a sentire: il suo respiro.
    Continuando a tenere gli occhi chiusi percepì per la prima volta la distanza minima che intercorreva tra la sua inspirazione e l’espirazione.
    Era troppo veloce. Così inizialmente si sforzò di rallentarle entrambe.
    Andava meglio… senz’altro. Sentiva la sua gabbia toracica espandersi e sgonfiarsi come un palloncino.
    Rabbia, ansia, amore, fatica, dolore, sofferenza, agitazione, frustrazione e tutti i generi di sensazioni cominciarono a defluire lungo un fiume immaginario presente solo nella mente della ragazza.
    In quel momento Akane ascoltò una voce. Era diversa però da quella che sentiva da quando era giunta al Rukongai; era la voce di una donna.
    Aveva un tono delicato e somigliava molto al timbro di Akane. Tuttavia sembrava più la voce di una donna adulta e matura.
    Questa voce le cantava alle orecchie una melodia dolcissima di un solo verso e continuava a cantarla come fosse un canone.
    sokushin jōbutsu gi” che significa “diventa Buddha in questa vita, con questo corpo
    Akane non se ne accorse, in quanto troppo concentrata sul suo respiro, però cominciarono ad uscire delle lacrime che le segnarono la gota cadendo giù fino al mento, gocciolando sulle ginocchia.
    Akane non sapeva di chi fosse quella voce ma sentiva come un dejavù. Quella voce l’aveva sentita, probabilmente nella sua vita precedente.
    Era della madre di Akane, la quale, per educare la piccola Akane a diventare la più elegante e raffinata geisha della casa da thè che gestivano, la ammoniva spesso sugli accorgimenti per raggiungere uno stato di rilassamento interiore supremo. Lei tuttavia non si era mai mostrata interessata a quel genere di insegnamenti e continuava a dilettarsi suonando e cantando per gli ospiti.
    La madre nel frattempo ogni notte per far addormentare la bimba, le cantava sempre quel motivetto, che la aiutava a rilassarsi e a dormire tranquilla. Akane adorava quel momento poiché la mamma, sempre impegnata nella gestione della casa, dedicava quei pochi minuti solo a lei.
    Akane continuò a sentire quel motivetto ancora per poco. Poi le giunse alla mente un’altra voce che le sembrò familiare: era la voce della balia Sakura che tuttavia la ragazza non ricordava nemmeno in un angolo sperduto della sua mente. Era stata lei a insegnarle a cantare agli ospiti.
    Cantare era l’attività che più rilassava Akane (tralasciando gli ikebana ai quali lei si dedicava ogni giorno).
    La voce di Sakura cantò invece nella mente di Akane la prima canzone che le aveva insegnato.

    Nell’ascoltarla Akane mostrò un sorriso leggero.
    I suoni intorno a lei ora le parevano solo dei fiocchi di neve che cadevano al suolo.
    Probabilmente avrebbe udito anche quelli visto lo stato in cui si trovava.
    Aveva percepito finalmente un bagliore di luce in quel mondo che per tutto quel tempo le era parso buio e chiuso come un nastro intorno alla vita.
    Quel nastro era arrivato quasi a soffocarla finchè non aveva sentito quelle due voci. Non ricordava chi fossero ma improvvisamente sentì una calma imperturbabile fluirle nelle vene.
    Ho fatto del mio meglio... pace e calma da tutte le parti :) mi ha perfino rilassato scrivere il post ^_^
     
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  13. Belfagor90
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    Scusa il post frettoloso, ma non so mai cosa scrivere a questo punto se non: dacci dentro con l'arrivo nel mondo interiore! La cosa si farà più interessante dal prossimo post, ma lasciati dire brava per il buon post di sola concentrazione. Non è proprio un punto semplice da attraversare ^^
     
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  14. Feferocky
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    Narrato

    Avete presente la sensazione che si prova durante un suicidio… si in effetti ce ne sono tante.
    Intendo quella di cadere nel vuoto da un’altezza vertiginosa, aspettando con ansia solo il momento in cui si toccherà terra per poter finalmente dire:“Ecco sono morto”?
    In genere in quelle situazioni non si ha il tempo di fare alcun ragionamento, alcun excursus mentale, perché dal momento in cui hai lasciato il bordo del cornicione, non hai nemmeno il tempo di dire “Acido desossiribonucleico” che ti ritrovi spiaccicato al suolo ormai privo di sensazione alcuna, a prescindere da quale piano tu abbia deciso di prendere il volo.
    Vi auguro che non l’abbiate mai vissuta, visto che, in caso contrario, non sareste qui a leggere questo post e ovviamente nemmeno io, visto che non sarei qui a scriverlo (francamente non ci tengo a provarne il brivido).
    Ma una cosa è certa: una volta che hai toccato terra, scompare tutto: la paura di morire, il dispiacere per quelli che soffriranno per te… tutto. Naaaaaaa…Così sarebbe troppo facile.
    Non avete mai considerato invece all’ipotesi che quella sensazione di cadere nel vuoto, (la cui accelerazione come ben (noi) sappiamo, grazie al gran fratello Galileo, aumenta di 9,81 m/s2 ) si potesse protrarre all’infinito? Non sarebbe una sensazione terrificante?
    Beh, immaginate la povera Akane, la quale, una volta aperti gli occhi, giunta improvvisamente in un posto da lei mai visto prima, continuò a provare in continuazione questa sensazione, nonostante avesse i piedi ben saldi per terra. Nonostante il suo corpo nel mondo terreno era apparentemente in pace, il suo animo non sembrava pensarla così.
    Era entrata in un mondo di angoscia e di dolore, di inquietudine e solitudine, quella che lei aveva sempre evitato e odiato.
    Non ci voleva un genio per capire che quello era il suo mondo interiore: un luogo lugubre e quasi del tutto buio, illuminato da poche lanterne vecchie e striminzite, pronte a spegnersi in qualunque istante.
    Appena aprì gli occhi, Akane vide davanti a sé una lunga strada dritta che continuava all’infinito da entrambi i lati. Non se ne vedeva la fine, infatti, e la ragazza vi si trovava al centro.
    Ai lati c’erano invece delle piccole botteghe e negozi malandati, di certo abbandonati. C’erano dei piatti di ramen ammuffito sopra i banconi, affiancati perfino dal resto lasciato da qualcuno. I vestiti appesi alle pareti di legno per l’esposizione erano tutti strappati e gettati per terra, ormai sporchi di sabbia e polvere. Era un quartiere che forse un tempo (ma non si sa quanto) doveva essere allegro e pieno di gente.
    Invece non c’era nessuno.
    Nessuno.
    Niente.
    Non c’era anima viva, né morta.
    E soprattutto, tralasciando la sensazione di cadere nel vuoto che aumentava ad ogni singolo respiro, un terrificante, rumorosissimo… SILENZIO.
    Non si udiva un soffio di vento, nonostante i drappi distrutti dei negozi frusciassero come mossi da una brezza leggera.
    Non si udiva una goccia provenire dal cielo, nonostante ogni tanto ne cadesse qualcuna sulle grondaie.
    Anche se cadevano oggetti, nonostante si rompessero, non si udiva il loro CRASH!
    Era un silenzio così assordante che non si può sentire nemmeno nelle riunioni di alcuni monaci che hanno deciso di starsene in meditazione per un giorno intero.
    Era un silenzio talmente intenso da non essere paragonabile nemmeno ad una stanza insonorizzata di una cella per carcerati avvolti dalla camicia di forza.
    Da quanto tempo Akane era lì? Era giorno o era notte? Perché non provava né fame, né sete, né sonno… Nulla, se non dolore?
    Di una cosa era certa: voleva solo urlare e scappare da quel mondo.
    Voleva fuggire.
    Chi poteva sopravvivere così a lungo in un posto simile? Voleva urlare al Sensei… pregarlo affinché la tirasse fuori da lì, ma…
    La sua voce.
    Non aveva suono. Come tutto lì intorno.
    Perché lei non poteva urlare, piangere, chiedere aiuto? (Beh è anche vero che di aiuto non gliene potessero dare poi molto).
    Se non fosse stata una Shinigami, chiunque in un posto simile sarebbe diventato pazzo nel giro di pochi secondi.

    :nulla: Spero vada bene... confesso di essermi ispirata ai miei incubi... l'avevo detto che adoro i particolari macabri nella mia scheda :ph34r:
     
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  15. Belfagor90
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    Urahara Mouryou annuì con espressione seria. La sua allieva era giunta al suo obiettivo. Ora veniva la parte più difficile.
    - Non riesco a capire - disse quel tizio all'improvviso.
    - Uh?
    Lo guardai stranito. Sbaglio o era lo stesso che aveva detto quella cosa sul "prenderci una camera"? Che poi non l'avevo capita tanto bene... mah!
    - Dai tuoi comportamenti sembri il più grande deficiente che la storia umana possa ricordare, un essere totalmente inaffidabile, incompetente, decerebrato...
    - Hoy hoy, non starai esagerando? Ci siamo appena incontrati e già m'insulti?
    - Di solito direi di peggio a chi è entrato nella sala dell'esame schiantandosi con un aereo quando avrebbe potuto benissimo arrivare qui a piedi attraverso la porta principale, o levitando se proprio volevi fare qualcosa di spettacolare.
    - L'ora di punta è terribile - balbettò il biondo a mo' di scusante.
    - Quello che non capisco è come mai uno come te possa essere diventato terzo seggio. Ho sentito parlare di te, ma mai avrei immaginato che tu fossi l'insegnante con la più alta media di promossi di tutta l'Accademia.
    Una strana ombra offuscò per un attimo lo sguardo del biondo, ma fu solo per un istante.
    - ...fortuna immagino?
    Dove voleva andare a parare con tutte quelle domande? Oddio, e se fosse che-!?!
    - Per questo volevo chiederti...
    - No grazie.
    - Non ho neanche formulato la domanda.
    - So cosa volevi chiedermi, ma no. Non sono di quella sponda.
    L'altro sbatté gli occhi con espressione basita.
    - ...prego?
    E fu così che arrivò il momento delle spiegazioni alla Urahara Mouryou: un misto di balbettii confusi e gesti campati in aria che solitamente avrebbero avuto il compito di facilitare la comprensione dell'interlocutore, ma finivano sempre e solo per confonderlo più di prima.
    - Sono lusingato dalle tue avance, ma purtroppo sono etero. Spero che il tuo cuore possa comprendere e il tuo futuro sia felice anche senza di me al tuo fianco. Il mare è pieno di pesci e via dicendo, no?
    Ci fu un lungo silenzio imbarazzato tra i due. Urahara poi dimostrò la sua classica predisposizione a fare figuracce arrossendo come una ragazzina.
    - ...sei proprio come dicono.
    - E che dicono?
    - Meglio che tu non lo sappia.

    -------------------------------------------------

    Contrariamente alla buffa conversazione che si svolgeva all'esterno, nel cuore della studentessa stagnavano emozioni totalmente opposte. La sua anima era invasa dalla paura per quel mondo così sporco e ostile e il non poter chiedere aiuto quasi la fece crollare in un pianto dirotto. Si sentiva sola e vulnerabile.
    Poi nel silenzio si fece strada un silenzio diverso. Un diverso grado di silenzio se così si poteva definire. Appena accennato, come il rumore di uno sguardo che si posa sulle spalle di qualcuno. C'era qualcun'altro lì con lei e quel qualcuno, o quel qualcosa, la stava guardando da chissà dove, lo sentiva sulla sua pelle d'oca. Provò a guardarsi intorno, ma quel luogo era pieno di angoli bui che potevano celare pericoli sconosciuti.
    Quel luogo e quel silenzio sembravano le fauci di un mostro pronto a mangiarla.

    -COSA ABBIAMO QUI? UNA BAMBINA SPERDUTA?-


    Fu come una dose di veleno nelle orecchie. Quando quel sibilo malevolo le arrivò al cervello, le ginocchia di Akane persero la loro forza facendola cadere a terra.

    -POVERA PICCOLA ANIMA SPERDUTA. VIENI QUI E TI DARO' CONFORTO...-


    Fu lì che la vide. Dove prima non c'era niente, la figura cadaverica di una donna bellissima con abiti meravigliosi si ergeva con grazia sulla porta sfondata di una delle case più grandi e malandate che si aprivano su quella strada. Aprì le braccia con fare invitante e un tenue sorriso si aprì sul suo volto quando ripeté l'invito alla ragazza.
     
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27 replies since 12/3/2013, 09:40   445 views
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