Classe F [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv. 1

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  1. B l a z e
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    •_Mad_• viene bocciato per ritardo nel posting.
    @InTheMaze: Ottimo lavoro (:

    S h i n j i  F u k u d a - S C H E D A

    XII Division, 7th Seat

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    Narrato ~ Parlato Shinji ~ Pensato ~ Parlato altrui ~ Mormorato

    Incredibile ma vero, nonostante ormai fossero passate alcune settimane, stentavo ad abituarmi al fatto di essere diventato un sensei accademico. Io non ero, non sono e non sarò mai adatto a fare questo tipo di mansione, indipendentemente da ciò che il mio saggio -per modo di dire- senpai Hanae Haru si ostina a sostenere. Non ho mai amato l'avere a che fare con la gente, è una cosa che ho sempre evitato per quanto possibile. Tolti i soggetti di studio e coloro i quali mi erano indispensabili nella vita, ogni qualvolta si rivelava possibile è sempre stato più semplice per me tentare di sgattaiolar via e sottrarmi a certi tipi di doveri. Se una persona non riesce a far accendere anche il più flebile barlume d'interesse, allora per me è come se non esistesse.
    Nonostante avessi tuttavia cercato più volte di far notare il mio disagio sia ad Hanae-senpai che ai miei superiori, la loro posizione era rimasta irremovibile: dovevo coprire il buco lasciato scoperto da Sakata, il quale non avrebbe mai più insegnato ed era stato ridotto alla stregua di un mezzo-shinigami. Avevo incontrato quell'uomo per poco più di tre minuti quando ero stato incaricato ufficialmente da Hanae di portargli la convocazione presso gli alloggi del Capitano dell'Ottava Brigata. Non avevo idea all'epoca a cosa essa potesse essere dovuta, ma in seguito mi venne comunicato che fu a causa di quella missione che venni mortalmente incastrato.
    Quella mattina decisi di presentarmi in orario, come di norma, dal momento che in primis essere in ritardo era una cosa che odiavo, ed in secondo luogo sarebbe stato poco professionale. Non che mi importasse particolarmente dei due studenti che avrebbero composto la seconda classe della mia carriera di insegnante, ma ci sono delle questioni di principio che ci tengo vadano rispettate. Tuttavia, erano le nove in punto quando la prima studentessa mi si approcciò, completamente da sola. Del secondo, nemmeno una traccia. "Meno male che dovevano essere due. Che razza di inetto si presenta in ritardo al primo giorno? Bocciato in partenza." sentenziai mentalmente, rivolgendo poi la mia attenzione su quella ragazzina che mi si era avvicinata. "... Santi numi, ma in che stato è?!" pensai, esterrefatto, mentre la squadravo. Era piuttosto bassina, di corporatura minuta e con una lunga chioma di capelli rossi. Indossava la divisa dell'accademia, con la parte superiore bianca e i suoi hakama rossi, ma non le scarpe. Era completamente scalza, ma non era quello il particolare ad avermi stupito così tanto, quanto più il fatto che praticamente ogni centimetro libero di spazio sulla sua pelle era coperto di inchiostro nero, in alcuni punti più sbiadito di altri, che sembravano essere stati fatti a mano ed anche piuttosto recentemente. Di certo, non erano tatuaggi. Ciò che però mi sfuggiva, era il motivo per il quale una bambina -o almeno tale sembrava- avrebbe dovuto "sfigurare", per così dire, la propria immagine a tal punto ed andarsene in giro in quel modo. Non erano affari che mi riguardavano, in fondo, per cui non avrei assolutamente fatto domande di quel tipo a quella strana ragazzina.
    «Lei cerca Shinji Fukuda. Potresti indicarle dove trovarlo, per favore?» aveva una vocetta squillante che in un primo momento, come il novantanove percento delle volte accadeva, odiai a morte. Non mi sfuggirono tuttavia due dettagli piuttosto singolari, quali il parlare di sé stessa in terza persona ed il fatto che stesse deliberatamente evitando di guardarmi negli occhi. Non ero uno stupido, non lo sono mai stato. Iniziai a considerare la possibilità sempre meno remota che la ragazzina potesse soffrire di qualche disturbo, ma decisi di darle una possibilità. Chi meglio di uno svitato come me poteva capirla? Io sono a detta di molti un folle, pensiero che probabilmente anche il mio insegnante accademico -prima di Hanae- aveva condiviso. Ma non lo sono, mio padre mi ha fatto testare. Non ho mai avuto realmente una vaga idea di chi sia questo padre che mi avrebbe fatto esaminare, ma ormai ero abituato a dirlo in continuazione, quindi amen. «Lei, chiunque essa sia, lo ha trovato.» risposi, con tono piatto, fissandola nonostante lei non mi stesse guardando. «Sono io Shinji Fukuda, ora seguimi.» Avevo in mente qualcosa di "divertente" per quel primo allenamento, ed il fatto che la ragazza fosse chiaramente autistica non mi avrebbe impedito di farlo. Decisamente quello era un esempio di persona in grado di suscitare un forte, fortissimo interesse in me. Era riuscita ad accendere la fiammella della curiosità scientifica... certo, la vedevo quasi alla stregua di una cavia, poveretta, ma dovevo testarla ad ogni costo. Accertandomi di tanto in tanto che mi stesse seguendo, mi allontanai dalla ressa all'esterno dell'Accademia e costeggiai l'edificio fino ad arrivare praticamente sul retro di quest'ultimo. Era da lì, infatti, che si riusciva ad avere accesso alle cucine. Sul praticello verde vi erano quattro ceppi d'albero tagliati e disposti a mo' di sedile, messi lì -stando a quanto mi era stato riferito- proprio da un ex-giovane sensei che altre volte aveva scelto quell'area per le sue lezioni, dal momento che sembrava essere un amante dell'aria aperta. Mi sedetti su uno di essi, ma ero sicuro che lei non avrebbe fatto altrettanto se non su invito. «Siediti dove ti pare.» le intimai con la solita atonalità, privo di gentilezza ma non per questo burbero. Semplicemente indifferente. Non allegro, non arrabbiato. Nessuna emozione trapelava dal mio tono. «Come ho detto poco fa, il mio nome è Shinji Fukuda e sono il settimo seggio della Dodicesima Divisione Gotei 13. D'ora in avanti sarò io che mi dovrò occupare di te ed insegnarti le basi per poter diventare una dea della morte. Hai qualche domanda?» Ero quasi certo del fatto che non avrei ricevuto alcuna domanda da parte sua, ma era giusto concedere il beneficio del dubbio. Dopo aver risposto a delle eventuali domande, fu mia premura aggiungere una domanda che mi era stato detto essere una sorta di rito che bisognava eseguire prima di cominciare. Una regola non scritta ma che tutti applicavano, visto che era importante. «Prima di passare al tuo primo allenamento, però, devo sapere per quale motivo vorresti diventare una shinigami. Diventando una di noi diventi automaticamente un soldato, rischi la vita tutti i giorni. Hai un motivo per fare tutto ciò?» Confesso che per la prima volta ero realmente interessato di sentire una risposta a quella domanda, ma mi chiedevo anche se lei ne avesse una. Anche se non mi avesse risposto, o mi avesse detto una scemenza, per una volta avrei chiuso un occhio. Non avrei rimandato a casa il mio nuovo soggetto di studio per nessun motivo al mondo.





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    Edited by B l a z e - 17/4/2013, 22:21
     
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