Classe J [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv. 1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Nelinho™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Gli occhi del ragazzo si aprono con l’aiuto di due fattori, quest’oggi. Il primo, un sole delicato che filtra dalla finestra, di quelli che non urtano la vista, nemmeno dopo ore di sonno profondo, ma anzi, risvegliano delicatamente, creando giochini di luce ed ombra nella sua piccola baracchetta nel 14°Distretto del Rukongai. Il secondo, è un rumore sordo, una mano che bussa alla porta.

    -“Ikusaba-saaaaan! Posta per lei.”

    Una voce profonda, ma gentile, rilassata. Con qualche borbottio di troppo, il ragazzo, avvolto sempre negli stessi stracci marroncini, stacca i capelli celesti dal cuscino, sul quale, oramai, si è stampata la forma del suo viso. Lentamente, a piedi nudi, si incammina verso la porta, la quale non è molto distante, essendo l’abitazione ristretta, dato che ci vive solo lui. In realtà, sarebbe una parte ricavata da un complesso più ampio, di più abitazioni. Un comprensorio, insomma. La sua sarebbe la zona più periferica, al limite con il 15°Distretto. Ma non si dispiace, ci sta benone. Con l’espressione ancora addormentata, apre lentamente la porta, muovendo appena le labbra, tipico gesto di chi è ancora assonnato.

    -“Ikusaba-san?”

    -“Si, sono io. Mi dica..yaawn.”

    Gli occhi permangono semi-chiusi per qualche attimo, scrutando da cima a fondo quel tizio che, così presto (sono nemmeno le sette di mattina), si è presentato da lui. Un baffuto signore, apparentemente sulla cinquantina, ma si sa, nella Soul Society il tempo di invecchiamento è più lungo, magari di anni ne ha due o trecento. Lui, per quanto ne sa, ne ha 28, è morto da relativamente poco.

    -“Questo pacco per lei, ordini del Seireitei, sa.”

    A quelle parole, l’espressione dell’Ikusaba, fino a poco prima assonnata e poco reattiva, si fa più sveglia, più attenta; gli occhi si aprono di più, quasi sgranati, mentre scrutano quel pacco, che, a giudicare dall’espressione del giovane Ikki, era atteso.

    -“Può essere che…il Seireitei, dice?”

    -“Proprio così, Ikusaba-san.”

    Il tono del fattorino è serio. Mentre parla si arriccia bonariamente i suoi baffi grigiastri, belli folti e nutriti. I suoi occhi si muovono sulla figura dello “Shinigami-to-be” (?), osservando placidamente le sue reazioni, mentre prende tra le mani il pacco, facendo per aprirlo, dapprima delicatamente, poi sempre più energicamente. Il ragazzo tira lo spago, innanzitutto, aprendo poi la carta che avvolge la divisa dell’Accademia SHin’O.

    -“Sono stato preso. Wao. E la divisa è pure dannatamente faiga.”

    Piccolo commento che si lascia sfuggire, mentre getta la carta e lo spago appena tolti da qualche parte sul povero pavimento in legno, mezzo rovinato, prendendo con ambo le mani la divisa, composta da un kimono per la parte superiore, e degli hakama.

    -“Le calzano a pennello, Ikusaba-San. Ma…non dovrebbe leggere anche la lettera?”

    Afferma il fattorino, che continua a rimanere sull’uscio della piccola abitazione senza azzardarsi ad entrare, composto, facendo un cenno con il viso verso la busta. Effettivamente, la lettera, messa tra la carta del pacco, e lo spago con cui esso è stato legato, è stata ignorata a causa della frenesia momentanea dell’Ikusaba, che ora si accinge a raccoglierla da terra.

    -“Con permesso, Ikusaba-San, io andrei. Complimenti ed arrivederci!”

    -“Certo..certo…ehm, nome?”

    -“Hamayori Tenzo, eccomi!”

    -“Bene, Arigatou Gozaimasu, Hamayori-san. E grazie per la notizia.”

    Con un breve cenno di saluto, i due si lasciano. Il fattorino chiude la porta delicatamente, riprendendo la sua marcia verso altri distretti, nei quali dovrà consegnare altre missive, di ogni genere. Appena dopo che la porta si è chiusa, il ragazzo con un balzo le dà le spalle, cominciando a trafficare con i vestiti, togliendosi in un baleno quelli “borghesi”, in favore della più decente divisa, che pare andargli parecchio a genio, continuando a guardarsela indosso, manco fosse una sposa il giorno del matrimonio. Ma il tempo, si sa, scorre in fretta, ed in men che non si dica, arrivano le otto, le otto e mezza.

    -“Oh cavolo, devo sbrigarmi!”

    Avendo già indosso il completo, non gli resta che infilarsi i sandali. In maniera frettolosa, si appoggia sul letto, ancora tepido del suo calore, alzando la gamba di riferimento, ed infilando prima il calzino, e poi il sandalo, legandolo con il semplice laccio all’altezza del malleolo. Ripetuta l’operazione su entrambi i piedi, è pronto ad andare. In breve, dopo un forte sospiro, prende coraggio e si lascia la porta di casa alle spalle, cominciando ad andare verso quel candido palazzo che aveva intravisto spesso da lontano. Cammina tra la gente dei distretti, che lo guardano sorridente. In loro, non c’è traccia di invidia, o se c’è, è un’invidia temperata, sana, scevra d’odio. I sorriso abbondano, e lui ricambia, sentendo l’energia traboccare dal suo corpo, mentre si fa largo verso quel palazzo.

    -“Sembra quasi un castello, sisi.”

    Osserva, avvicinandosi all’imponente struttura. Gli occhi si perdono in quel candore, quasi inconsistente, etereo. Nella sua testa ronza ancora la lettera, in ogni sua parte: “Siamo lieti di annunciarti che la tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare in quello che difatti è il duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente convalidata.
    Sei pregato di presentarti domani presso l'ingresso della sede accademica alle ore 9:00 in punto, curandoti di indossare la divisa che ti è stata fatta pervenire insieme alla presente comunicazione.
    Il tuo sensei per il periodo del tuo addestramento sarà Matsumoto Eleanor”


    -“Matsumoto Eleanor..”

    Si chiede chi possa essere, e magari come sia fatta. Magari è un’insegnante burbera, una shinigami temprata da mille battaglie e chissà cosa. Alta, magra, bassa, tarchiata, bionda, bruna, tatuata? Interrogativi inutili, ma la frenesia del momento fanno andare il cervello in pappa al ragazzo, che senza accorgersene si ritrova alle porte dell’Accademia.

    -“Oh. Bene, sono arrivato. E ora…ah, si! Devo cercare Matsumoto-san”

    L’unico problema è che non sa minimamente dove andare, o a chi chiedere. Si pente, adesso, di non aver chiesto qualche informazione aggiuntiva alla fattorino, quel tale Hamayori. Comincia così a cercare per mezza Accademia, risultando forse un po’ impertinente, ma deve pur trovare il sensei, per fare lezione e, in caso, l’eventuale sede di essa. La lezione. E pure la sensei.
     
    Top
    .
19 replies since 29/5/2013, 12:23   271 views
  Share  
.
Top