Classe J [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv. 1

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  1. Nelinho™
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    Non tutto fila sempre liscio come l’olio, e quello che ha appena attraversato il ragazzo è uno di quelli. Di per sé, indipendentemente dall’altezza, scalare un albero non è troppo complicato. Ci vuole un po’ di forza e resistenza, ma nulla fuori dal normale. Ecco, la cosa si complica se degli animali inviperiti, a cui è stata toccata la tana, escono allo scoperto. Ed il risultato, a meno che non sia la giornata dell’Impossibile, è un buon numero di ferite.

    -Ouch! Che dol…NGHH….

    In questo caso, non è tanto il dolore, quello che rischia di far desistere lo stravagante Ikusaba, quanto il fatto che i colpi arrivano in uno dei momenti peggiori della sua scalata. Questo perché aveva appena appoggiato la mano sul ramo successivo, saldando la presa. Ma un braccio penzolava, così come il resto del corpo. Aveva appena spiccato il salto verso lo step successivo. Quando si dice la sfiga. In questa situazione, dunque, la mano in questione subisce una pressione superiore al normale, che di norma dovrebbe venire compensata dall’immediato sostegno dell’altra. Tuttavia queste ferite, oltre allo stormo di minuscoli uccellini fuori dai gangheri, hanno più conseguenze negative, tutte insieme. Una diminuzione della presa – a causa di un paio di tagli sul palmo della mano, vicini al polso – ed un aumento della pressione su quel braccio, amplificato dalle fitte di dolore in seguito all’apertura di quei piccoli ma numerosi tagli, circa una decina di piccoli tagli, nella maggior parte sul dorso, parte più sensibile della mano, poiché ci sono le vene.

    -Ghh…devo resistere, ce la posso fare…acc…

    Sembrava una bazzecola, il pensiero lo aveva sfiorato più volte negli istanti precedenti, quando con quei pochi salti era riuscito ad avanzare parecchio. Evidentemente si sbagliava. Beh, in questo caso, questo contrattempo lo si può definire propedeutico alla formazione del ragazzo, che piano piano – e lo si capisce dagli occhi, ora visibilmente più concentrati e determinati rispetto a prima. Gli altri due ragazzi, nel frattempo, se la sono data letteralmente a gambe. Evidentemente i loro proprositi erano buoni, ma la loro fermezza era troppo poca per riuscire a mantenere la parola data. Tipico esempio del detto “fare il passo più lungo della gamba”. Ikki, dal canto suo, potrà essere strano, quanto vi pare, potranno le sue motivazioni essere quanto mai discutibili, ma – almeno fin qui – ha dimostrato una certa tigna, chiamiamola così, che non lo fa mollare. Questo a riprova dell’autenticità dei suoi sentimenti. Ma adesso non vuole sentire nulla, non sente nulla. Vede solo ciò che ha davanti o poco sopra di lui. Il rumore degli uccellini non lo sente più, non sente i loro cinguettii stridenti, il rumore acuto delle loro ali, nulla. E’ concentrato sul suo obiettivo. Una leggera brezza di vento gli scompiglia i capelli.

    -Gh…oooopp! Hah! Iiiissa!!!

    Con uno sforzo, ed un colpo di reni, tenta di far partire anche l’altro braccio, in modo da lenire il dolore dell’altra mano, per poi far leva con i bicipiti e le spallucce, che dovrebbero riuscire, sebbene con qualche stento, a fare il loro lavoro, issandolo sul ramo successivo. Vi si siederebbe, con le natiche ben appoggiate. Gli uccellini, vedendo l’indifferenza del ragazzo, si tranquillizzano e se ne vanno, o almeno questa è l’impressione che danno. Solo ora, con una rapida occhiata alle gambe penzoloni, mentre il respiro si fa leggermente più affannoso per lo sforzo extra, nota qualche taglio anche sulle gambe, dalle ginocchia ai polpacci. Nulla di che, alcune sono miseri graffi, altre, poche, più profonde, delle sonore beccate, che hanno lasciato pure il livido. Certo che se l’aspettava più semplice. Una beccata gli è arrivata anche sul naso, un taglio lieve, e sulla guancia, a formare una x, segno che ci sono state due beccate consecutive.

    -Mh.

    Un verso, come a liberarsi – per lo meno mentalmente – di queste ferite, nuovo colpo di reni, ed ecco che lo sguardo punta di nuovo in alto, verso il prossimo ramo, più alto del normale, ma più resistente. Dovrà fare un bel salto.

    -E…opp!

    Con un altro salto, dopo essersi assicurato di non aver toccato altri uccellini, povere creature, il ragazzo tenta di bissare l’operazione, questa volta più facilmente, dovendo poter arrivare ancora più in alto, sempre più vicino all’obbiettivo. Non ha il tempo di guardare giù, ma chissà cosa starà pensando la Sensei, del suo contrattempo. Con un leggero sorrisino, difficilmente visibile dal basso, essendo di spalle a Matsumoto-Sensei, esterna la sua curiosità verso la probabile critica che la severa sensei gli avrebbe rivolto una volta ridisceso.
     
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19 replies since 29/5/2013, 12:23   271 views
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