Classe J [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv. 1

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  1. Nelinho™
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    Pian pianino gli uccellini territoriali si scansano, con notevole sollievo del ragazzo. Non è proprio una partenza in quarta, la sua, purtroppo, ma bisogna andare per gradi. Probabilmente anche gli Shinigami più forti hanno dovuto passare per questa fase di “iniziazione”. Lo sguardo di un blu intenso si fissa poco più in alto di lui, alzando il viso verso l’alto.

    -Pheeew…manca ancora un po'..

    Constatazione più utile per risvegliarsi dal torpore mentale che per effettiva utilità, dal momento che fisicamente non cambia nulla. Ma si è riposato a sufficienza. Da cavalcioni sul ramo che è, punta le mani in avanti, usandole come leva per rialzarsi, coadiuvato da un bel colpo di reni. Un leggero sorrisino si dipinge sulle sue labbra. Non avrebbe mai immaginato di poter compiere una cosa del genere, davvero. Si sta spingendo ben oltre i suoi limiti, questo a riprova del fatto che non bisogna buttarsi giù davanti all’ostacolo, come il suo compagno, fresco di fuga a gambe levate.

    -Essì, Matsumoto-sensei…avevi ragione..il nostro credo ci servirà subito…ma non so quanto quel colosso possa interessarsi ad esso.

    Gli occhi si sgranano leggermente, nell’osservare la figura dell’imponente uccello poco sopra a lui. Il boss del livello (?). E con esso, le uova dal caratteristico colore blu di cui era stato informato dalla Sensei. Solo che non gli era stata comunicata l’esatta dimensione di essi.

    -Accipicchiolina, sono belli grossi eh? Più della mia testa...E non penso siano vuoti…

    Deduce il ragazzo, voltandosi verso il ramo. Ma, ancora prima di ricominciare la scalata, bisogna escogitare un piano. La sua espressione si fa seria, le mani si portano sul grembo coperto dagli hakama, tipici della divisa di ogni Shinigami. Adesso la zona adiacente le ferite si è tinta di un colore livido, tra il grigiastro ed il violaceo. La pressione effettuata per risalire sul ramo ha in un certo qual modo bloccato il flusso sanguigno. Il dolore si fa sentire, ma non è nulla di impossibile da sopportare. Ora, con rapide occhiate, consapevole di essere vigilato dal sempre attento Grande Uccello, il ragazzo scruta l’ambiente che lo circonda. Oramai si trova a circa 25 metri d’altezza, praticamente un palazzo a 3 piani. Sarebbe impossibile riportare a terra quell’uovo con i classici metodi “poco ortodossi”. Buttarlo giù significherebbe sfracellarlo al suolo. In più, è difficile essere veloci in quell’ambiente. Magari per scendere da soli, pure pure, ma trasportare un uovo di quelle dimensioni..

    -Hmm…

    Dopo qualche istante di osservazione, il ragazzo dai capelli azzurri dovrebbe potersi avvedere di quelle cavità naturali all’interno dell’albero. Ce ne sono di belle grosse. E, per quanto grande possa essere, quell’uovo non può non entrarvi. Il problema però rimane. Come trasportarlo fin lì? In più, senza essere visti. E poi, una volta fatto questo, come riportarlo giù velocemente per altri 20 metri senza che quell’imponente volatile se ne accorga?

    -Magari se glielo chiedo per favore, ehn? Ahah...

    Ironia amara la sua, che cela queste fin troppo evidente condizione di difficoltà. Ad ogni modo, bisogna compiere la prossima mossa. L’uccello è nel suo ambiente, tuttavia dovrebbe essere ingombrante a sufficienza da non potersi girare con troppa semplicità, ed in più, siamo su un albero. Ed albero significa fogliame, copertura naturale. Adocchiato un altro ramo poco più in là, il ragazzo rimetterebbe in moto le sue leve, per tentare di compiere un bel balzo verso di esso, sparendo dietro al tronco. E via, un altro volta. Se il tutto fosse andato a buon fine, avrebbe cambiato versante, trovandosi alla spalle del Grande Uccello, coperto da dell’abbondante fogliame che ne cela le fattezze. Il respiro, dopo questa fatica viene riportato ai ritmi normali, rallentando leggermente il battito. Fa di tutto per mantenersi calmo, in modo da potersi muovere con maggiore scioltezza. Ora, se quel volatile dovesse essere in difficoltà, il ragazzo potrebbe cominciare a pensare, ed alla svelta, un piano per portare giù quell’uovo. Ne basta uno. Combattere, poi, è inutile in questo frangente. Primo, perché non ne ha le facoltà né le conoscenze, secondo, perché pur avendo le basi, non sarebbe un avversario alla sua portata. E visto che di aiuto non ce ne può essere, deve imparare a cavarsela da sé, con l’unica mano, decisamente precaria, di Madre Natura.
     
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19 replies since 29/5/2013, 12:23   271 views
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