Classe L [I]

Controllo del Corpo Lv. 1

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    CITAZIONE
    Classe L
    Sensei: Arãshi (Haine)
    Allievi:
    - ~Matte (Dail Tanaka)
    - danygel94 (Otawara Funnuraba)
    - Mertang (Masato Kuchiragi)
    Classe Completa.

    CITAZIONE
    Qualche piccola nota prima di iniziare.
    Dovete fare post di non meno di dieci righe; usate pensieri, sensazioni o quel che volete ma cercate di non fare post corti.
    Niente abbreviazioni da sms, siate corretti grammaticalmente e rileggete quel che scrivete onde evitare svarioni.

    Cercate di interpretare il vostro personaggio in maniera opportuna; avete delle caratteristiche, cercate di rispettarle per quanto possibile ^^.

    Siate originali, un post "innovativo" aiuta a rendere la lettura divertente;
    rispettate la turnazione ovvero dopo un post mio fate uno e un solo post vostro.

    Sensei
    allievo 2
    allievo 1
    allievo 3
    Sensei


    l'ordine in cui rispondete voi non ha importanza; ci deve essere un post mio ogni volta che avete postato tutti voi.

    Non siate autoconclusivi, non descrivete gli esiti delle vostre azioni
    - tento di colpire XXXX ok
    - colpisco XXXX e gli faccio un gran male FAIL

    Iniziate senza armi con solo la tenuta da allievo, che vi viene recapitato in un pacco con la lettera: bianca sopra con un hakama blu se siete un ragazzo, rosso se siete una ragazza.

    Se avete domande, inseritele sotto spoiler alla fine o all'inizio del post, mai in mezzo.


    Ritrovate, all'interno delle vostre rispettive abitazioni, un pacco di modeste dimensioni con sopra una semplice busta. All'interno di essa troverete un foglietto di colore nero su cui è stato scritto, rigorosamente in bianco, il seguente messaggio: Sei stato ammesso all'illustre Accademia Shin'ō. Dopo aver indossato la divisa contenuta nel pacco presentati alle ore nove all'ingresso della stessa, ove verrai accolto da chi di dovere. Eventuali ritardi non verranno tollerati. La grafia è alquanto peculiare: presenta svariate sbavature ed imperfezioni, e nel complesso è alquanto confusionaria e disordinata, ragion per cui impiegherete diverso tempo cercando di decifrarla.
    Inoltre, la missiva non presenta alcuna firma o iniziale, lasciandovi completamente all'oscuro riguardo all'identità del mittente. Raggiunto l'ingresso noterete uno shinigami dall'aria quanto mai singolare appoggiato ad un muretto adiacente all'ingresso, apparentemente intento a dormire.
    Se necessitate della mia scheda potete trovarla qui, . Chiedo inoltre scusa per il ritardo.


    Edited by Arãshi - 22/7/2013, 14:26
     
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  2. Mertang
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    Legenda:
    Narrato
    Parlato Masato
    *Pensato*
    Parlato Altrui


    Quella mattina Masato si alzò presto, verso le 8.15, disturbato da uno strano rumore, come di passi: dopo aver aperto gli occhi si mise seduto nel giaciglio improvvisato fornito dalla famiglia che lo stava ospitando nei paraggi della porta Ovest del Seireitei e si stiracchiò per ben benino. Era una bellissima giornata: si sentivano gli uccellini cantare nel cielo, un raggio di luce illuminava il ligneo pavimento, una dolce brezza estiva entrava dalla finestra aperta e..

    *Aspetta aspetta aspetta.. Io non ho lasciato la finestra aperta ieri sera!!*

    Subito il giovane balzò in piedi, mosso da questo dubbio e pronto ad affrontare un qualunque intruso avesse avuto accesso alla stanza. Non percependo la presenza di alcun estraneo, Masato cominciò a guardarsi intorno, cercando di capire se qualche eventuale ladro avesse rubato qualcosa dall'abitazione; subito, però, il giovane dovette interrompere la sua ricerca, colpito dalla presenza di uno strano pacco che troneggiava sul comodino ai piedi del letto. Il ragazzo si avvicinò con passo cauto, continuando a guardarsi intorno per paura di uno scherzo architettato a dovere o qualcosa di simile, per poi afferrare il pacco e scuoterlo in modo da capire cosa ci fosse dentro; ciò che il giovane riuscì a capire fu che il contenuto non era rigido, ma soffice e abbastanza molle, sebbene fosse difficile capire di cosa si trattasse. All'improvviso, una busta cadde per terra, attirando l'attenzione di un sempre più diffidente Kuchiragi.

    -Un ladro che invece di portar via qualcosa ti lascia un regalo non si è mai visto.. Mha!

    Disse tra se' e se', chinandosi a raccogliere l'involucro di carta e preparandosi a scartarlo, rivelando così un cartoncino di colore nero con alcuni incomprensibili segni bianchi su di esso.

    -Ah no, forse è una scritta!

    Esclamò nel notare che alcuni di quei segni assomigliavano (anche se lontanamente) a lettere. Spostandosi alla luce del Sole per illuminare meglio il supporto cartaceo e poter leggere con più facilità il ragazzo tentò di interpretare, non senza grandi difficoltà, il testo scritto e, leggendo ad alta voce, cercò di interpretare il messaggio:

    -"Sei stato am..messo alla lustra.. no, illustre Accademia Shin'ō. Dopo aver indossato la divisa contenuta nel sacco.. Sacco? forse intendeva pacco?.. presentati alle ore nove con del gesso.. ALL'INGRESSO della stessa, uovo.. ah! ove verrai accolto da chi di dovere. Eventuali ritardi non verranno tollettati.." Tollettati? Mi sa che nel Rukongai fumano proprio roba pesante!

    Esclamò alla fine il ragazzo, senza tuttavia sapere da dove arrivasse un'espressione simile: non ricordava infatti nulla della sua vita terrena e, dunque, della provenienza di quel modo di dire. Tuttavia, preso dalla gioia per la notizia appena ricevuta, rivolse nuovamente la sua attenzione al pacco, scartandolo e mostrando al mondo (o almeno alla sua stanza) il contenuto: una linda divisa bianca, simile a quella degli Shinigami nonostante il ben diverso colore, e un'hakama blu. Subito si cambiò in fretta e furia per la smania di indossare in nuovo capo di vestiario; solo quando lo ebbe indossato si accorse che in quell'abitazione non vi era alcuno specchio per contemplarsi in tutto il suo splendore, motivo per cui chinò un po' deluso il capo e radunò le sue cose, mettendole in una piccola saccoccia che portò con se' al piano terra.
    Qui incontrò la padrona di casa che, vedendolo abbigliato in quel modo, capì che la domanda di ammissione del giovane era stata accolta: subito lo abbracciò e gli augurò buona fortuna con il suo corso, in quanto Masato era già in ritardo per il primo incontro e doveva abbandonare subito quel luogo, promettendo però che sarebbe presto tornato per un saluto. Il giovane puntava infatti ad alloggiare ai dormitori dell'Accademia per non gravare sulle spalle di quella generosa famiglia che, nell'ultima settimana, lo aveva accolto in attesa di una risposta da parte della scuola Shinigami alla sua domanda di ammissione.
    Ormai in strada, la sua felicità la si poteva leggere nei passi che muoveva rapidamente verso il luogo del ritrovo della sua nuova classe, passi così leggeri che facevano sembrare il giovane libero da ogni peso (nonostante la saccoccia in spalla) e pronto a spiccare il volo. Camminò, o meglio marciò leggiadro per circa quindici minuti, fino a quando, proprio cinque minuti prima dell'incontro, non svoltò l'angolo che dava sul viale d'innanzi all'Accademia: una stradina ben lastricata che conduceva all'ingresso di un vasto edificio, ben curato e circondato da molto verde (in particolare ciliegi ancora in fiore che, con i loro petali rosa, allietarono ancora di più lo spirito del Kuchiragi). Messo il primo piede sul vialetto, una forte angoscia avvolse e attanagliò il cuore del giovane che improvvisamente si ritrovò pieno di dubbi, dubbi riguardanti soprattutto le sue capacità:


    *E se non fossi all'altezza delle aspettative dei maestri? Se fossi un totale incapace in questo tipo di "lavoro"? Se fosse uno scherzo e mi avessero convocato solo per ridicolarizzarmi pubblicamente? E se..*

    La lista continuò fino a che i piedi di Masato non lo portarono (questa volta lentamente) fino alla porta di ingresso dell'edificio. Il ragazzo si era completamente dimenticato che il ritrovo era esattamente in quel punto e stava per fare il suo ingresso nella struttura, ma prima voleva riprendere il controllo di se' facendo degli esercizi di respirazione, chiudendo gli occhi e rimanendo immobile proprio in mezzo al vialetto, davanti alla porta, inspirando ed espirando profondamente libero dal peso della bisaccia, ora appoggiata a terra accanto ai suoi piedi. Così facendo non si accorse nemmeno della figura che, appoggiata ad un muretto, sembrava dormire beatamente.

    Stato: Contento ma molto nervoso
    Azioni: -

    Scheda


    //OFF Scusa se non ho ubbidito alla tua ultima frase e non mi sono accorto del tuo pg, ma lo stato psicologico di Masato mi ha impedito di dargli retta XD
     
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    otawarafunnuraba

    Narrato Parlato Pensato Parlato Altrui
    Una nuova e lunga giornata stava per cominciare per il giovane Otawara che, da quando giunse nel Rukongai, riuscì a trovare ospitalità in casa di un vecchio signore, apparentemente sull'ottantina, ma possibilmente poteva aver già superato i suoi 100 anni in questo posto, dove il tempo scorre molto più lentamente; Il ragazzo, per restare sotto un tetto, fece una sorta di patto con l'anziano, che si chiamava Kuro, che prevedeva i seguenti punti: Otawara ogni mattina si sarebbe alzato presto per andare a svolgere le commissioni che il vecchietto gli assegnava la sera prima e in più si sarebbe dovuto occupare delle pulizie in casa, visto che Kuro non era più in grado di farle da sè; se il giovane avesse svolto questi due compiti, gli sarebbero stati garantiti vitto e alloggio. Le lancette dell'orologio della sua stanza segnavano le 6:30 del mattino, orario in cui il giovane si alzava dal letto per andare a lavarsi e fare colazione; Un'abbondante pasto era quel che serviva al ragazzo per affrontare la giornata nel migliore dei modi, e quindi, mentre consumava la sua colazione, notò sul tavolo della piccola cucina, una busta con un pacco allegato e un biglietto. In un primo momento Ota consultò il biglietto, che riportava la firma di Kuro e nel quale era scritto: Ragazzino, ricordati domani mattina di andare a prendere quella cosa che ti ho detto dal vicino di casa, mi è di necessità... PS: Ieri sera, sul tardi è arrivato questo pacco; Non l'ho aperto, credo sia tuo, e dato che dormivi, l'ho appoggiato su questo tavolo. Buona giornata. Kuro .... Accennò un sorriso il giovane, perchè non era abituato a questi toni di amicizia del vecchio, in quanto Kuro era un tipo abbastanza scrupoloso, antipatico e tutti quei comportamenti tipici dei vecchi che la pensano all'antica .... ri-appoggiò il biglietto sul tavolo, e questa volta prese la busta, che apri con curiosità, e ne prese la lettere contenuta, di color nero per sfondo, e scrittura bianca che creava un bel contrasto. Non fu subito compreso il contenuto della lettera, poichè la calligrafia non era tanto chiara: Ma che diamine c'è scritto!!.... S-- -ta-- amm--so all'illustre --c---- Sin'ō. Dopo ---- indo---to la divis-- --ntenuta nel pacco --esentati ... Non riuscì a completare la lettura che subito la lettera gli fu "sequestrata" dal vecchio, che nel frattempo si era svegliato, che cominciò a parlare: Moccioso... ma sai leggere??. Non mi meraviglia il fatto, tutto muscoli e senza cervello, come sempre... Ma scusa Kuro, tuc ci capisci qualcosa??... io non sono riuscito a leggerla con tutto che ci vedo bene... tu senza i tuoi occhiali, saresti completamente cie---....Sei stato ammesso all'illustre Accademia Shin'ō. Dopo aver indossato la divisa contenuta nel pacco presentati alle ore nove all'ingresso della stessa, ove verrai accolto da chi di dovere. Eventuali ritardi non verranno tollerati.... Ecco a te ragazzo, non so cosa voglia dire questa lettera e tanto meno mi riguarda, però te l'ho saputa leggere alla faccia tua .... si dia il caso che io ora sono un povero vecchio ultra centenne, però nell'altra vita, da quel poco che ricordo, ero un esperto di calligrafia, non per niente lavoravo insieme alla polizia ....Ahhhrgh, me ne vado di nuovo a letto. Vedi di non perderci tutta la giornata in questa faccenda...E bene si. Il vecchio aveva nuovamente interrotto Otawara nel suo discorso, per tradurgli la strana scrittura e metterlo in ridicolo. Non si smosse più di tanto il giovane; ormai la considerava una battaglia quella con Kuro; due ideologie completamente differenti. Dopo 5 minuti ripose l'attenzione sul pacco e, pensando ancora alle parole scritte in quella lettera, lo scartò e dentro vi trovò una divisa di grossa taglia, forse perfetta per il giovane, e che portava un hakama di color blu: Ma cosa sta succedendo qui!!! .... una divisa di scuola; una lettera anonima e una calligrafia veramente pessima.... Shin'ò.. non è per caso l'accademia dove si formano le figure di shinigami??... cominciò un po ad agitarsi: Quindi sono stato preso in considerazione per ricoprire tale carica??... non ci credo... finalmente, il primo passo per realizzare il mio sogno più grande di diventare eroe. Subito andò in bagno, vestì la divisa che gli calzava a pennello e successivamente notò che era tardi; erano le 9:05 e dovevano presentarsi in accademia il giorno stesso alle 9:30; perse troppo tempo per lavarsi, fare colazione, parlottare con Kuro e a provarsi la divisa. Come un fulmine si diede una sistemata, uscì di casa salutando il vecchio con un'urlo (non mancò una risposta da parte di Kuro con tono seccato e di ammonimento) cominciò a correre verso l'accademia. Il ragazzo non era nei numeri più basi e degradati del rukongai, ma anzi sostava nel 2°, dove la vita poteva scorrere tranquilla. La giornata era bellissima, non troppo caldo e tempo sereno. Correva, fino a quando non arrivò a girare l'angolo, e a trovarsi al cospetto della famosa accademia.... Mi prenda un colpo!. Uno spettacolo magnifico: struttura imponente, ben mantenuta e non portava i segni del tempo; una stradina in pietra ed elegante portava all'entrata, e nel complesso la struttura era circondata da tanto verde, con alberi di diversa tipologia, ma dove dominavano ciliegi in fiore. Il gigante rimase senza parole. Camminava senza guardare dove stesso andando, trasportato da una forza invisibile che si chiama curiosità, bellezza e voglia di apprendere. Giunse quasi all'entrata, quando notò una figura sospetta appoggiata ad un muretto. Non vedeva che un'ombra nera, a causa del sole davanti agli occhi... Ehm... salve!...chi è lei? ...disse il ragazzo al tizio sospetto, mentre si proteggeva con una mano dal sole.

    Stato personale

    Stato Mentale: Concentrato e Calmo
    Stato Fisico: Illeso
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    Mertang: Nel complesso un buon post, hai fatto giusto un paio d'errori, perlopiù di battitura.
    danygel94: Noto diversi errori di varia natura, assieme ad un uso che oserei definire improprio della punteggiatura. Hai messo diverse virgole dove non ritengo sia necessario, utilizzando un paio di volte il punto e virgola scorrettamente, anche dove sarebbe stato più consono usare i due punti.
    Vorrei inoltre farti notare che hai errato l'orario in cui ti saresti dovuto presentare: nella mia lettera c'era scritto alle nove, ma nel tuo post alle 9.05 sei ancora a casa, ed arrivi non prima delle 9.30.
    Nonostante tutto è accettabile, anche se consiglio una lettura più attenta dei miei post, in futuro.


    CITAZIONE
    ~Matte bocciato per ritardo nel post.

    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato

    Svegliatosi da un breve sonno dovuto all'eccessivo tedio conferitogli dell'attesa, l'albino non poté che notare un giovane che stava dirimpetto all'ingresso, assieme ad un altro - decisamente molto più grosso - che s'era rivolto a lui. "E' alquanto scortese domandare la propria identità ad altri prima di rivelare la propria, non trovi? Inoltre temo tu non abbia alcun diritto di pormi quesito alcuno." Pronunciata con fredde e pungenti parole, tale fu la risposta al banal quesito posto dal gigante, che ricevette inoltre uno sguardo glaciale, a dir poco inquietante. Facendo due più due pareva ormai chiaro che quei ragazzetti privi d'alcunché d'interessante fossero i suoi nuovi studenti, nonché vittime. S'avvicinò dunque al suo altro ipotetico studente, che pareva essere alquanto euforico ed eccitato, facendo infine cenno ad entrambi di seguirlo mentre s'avviava all'interno dell'Accademia. Arrivato a destinazione, ovvero in un piccolo dojo privo di qualsivoglia complemento d'arredo, si sedette per terra, facendo cenno ai due di fare lo stesso. Un paio di secondi passarono in completo silenzio; silenzio di cui Haine approffittò per squadrare le sue due future vittime. Benché non fosse solito giudicare dalle apparenze dovette ammettere che le loro non gli auspicavano gran divertimento, non rendendolo conseguentemente per nulla soddisfatto. “Ebbene, non amo particolarmente tergiversare discorrendo, soprattutto se si tratta di banali formalità. A causa d'un certa futile regola devo domandarvi il motivo per cui vi trovate qui, il fine ultimo per cui sognate di diventare degli ipotetici Shinigami.” Sbuffò languidamente; perdersi di volta in volta in quei futili convenevoli per lui privi d'alcun senso lo infastidiva terribilmente, ma suo malgrado non poteva fare altrimenti. “Ad ogni modo, ritengo sia opportuno ch'io mi introduca: ho la sfortuna d'essere il vostro sensei, ed il mio compito purtroppo consisterà nell'addestrarvi. C'è una cosa che è imperativo voi sappiate, con me: non nutro alcun interesse nella vostra incolumità, sia essa fisica o mentale, ergo non venite a piangere da me, se vi farete - o molto più probabilmente vi farò - male.” Ghignò, recuperando la sua tipica inespressività e freddezza di modi solo dopo diversi attimi, rivolgendo ai due un sadico sguardo atto a scorgere tutto ciò che di tangibile v'era in loro. Fu allora che realizzò che non gli sarebbe per nulla dispiaciuto aprire quelle due carcasse solo per trarne una vaga parvenza di divertimento. Uno dei tanti classici pensieri che invadevano la sua mente in momenti poco consoni, facendolo distrarre.
    “Ora, il vostro primo - e spero ultimo - allenamento consiste nel colpirmi. Benché io dubiti fortemente che ne siate in grado, se riuscirete a farlo otterrete il diritto di proseguire.
    Dunque prego, iniziate pure.”


    Edited by Arãshi - 25/7/2013, 00:15
     
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    ahah scusa...ero convinto che fosse alle 9:30 LOL ....farò più attenzione adesso ^^


    otawarafunnuraba

    Narrato Parlato Pensato Parlato Altrui
    La risposta alla domanda di Ota non tardò ad arrivare. Le parole del giovane e slanciato individuo davanti a lui lo spiazzarono e il suo sguardo glaciale e intimidatorio lo privò momentaneamente della sua sicurezza e stabilità mentale: Chi è questo tipo! Sembra esser venuto dall'inferno.I suoi occhi rossi scarlatti sembravano scrutare la mente del gigante in ogni suo angolo remoto, distruggendo le sue certezze, la sua autostima, il suo carattere. I bianchi capelli sembravano appartenere ad un angelo, ma in realtà dietro quella figura si nascondeva un demonio secondo Ota, che ancora scosso continuava a fissarlo. Il tetro tizio cominciò a camminare, superando un altro ragazzo che Ota precedentemente non notò: ragazzo dai capelli blu, una fascia che teneva insieme i suoi capelli e un largo girocollo. Non riuscì a scrutare nient'altro di quel ragazzo, dato che era messo di spalle. Il gigante, successivamente, ripose lo sguardo nuovamente su quello che poteva essere uno shinigami, che fece cenno di seguirlo dentro la struttura: Dovremmo seguirlo? Quel tipo non mi ispira nulla di buono. Pensò il ragazzo, seguendolo da una discreta distanza. Giunsero in un dojo completamente vuoto; nessun mobile, nessun attrezzo di allenamento e nessun altro individuo: solo Otawara, il secondo ragazzo che fino a quel momento non disse una parola e il tizio tetro che si sedette accennando ai ragazzi di fare lo stesso. Seguì un silenzio di tomba. Un silenzio che avrebbe fatto invidia ai morti in un cimitero. In quei pochi secondi dove ogni qualsivoglia rumore era assente, lo shinigami riprese a scrutare il povero Ota, che cominciava a infastidirsi e ad imbarazzarsi, dato che credeva avesse fatto qualche altra cretinata oltre alla banale domanda precedente. Successivamente, la voce seria, fredda e dal tono pesante del ragazzo davanti ai due studenti (infatti sia Ota che il ragazzo accanto avevano la divisa dell'accademia) ruppe il silenzio, domandando a entrambi i ragazzi con aria disinteressata e quasi urtata, cosa li spingeva a voler diventare Shinigami. Cominciò a rispondere Otawara, dicendo: Per prima cosa mi perdoni per la domanda inopportuna di prima, e per quanto le possa interessare mi chiamo Otawara Funnuraba. Per arrivare al nocciolo della questione, io voglio diventare shinigami perchè voglio aiutare i morti, farli ridere anche nel momento di dirsi addio e desidero aiutare gli altri shinigami a mantenere quell'equilibrio fra i mondi. Ma in primo luogo, voglio diventare un dio della morte perchè nel mondo materiale avevo un desiderio, quello di diventare un eroe. So che può sembrare stupido e banale, ma non sono riusciuto a diventarlo nella vita materiale, però voglio provare a diventarlo in quella spirituale, anche se ciò mi costerà fatica, impegno e dolore. Una volta risposta alla domanda, Ota potè osservare il volto del tetro tizio che era inespressivo; sempre e solo il freddo e pallido volto intenzionato a squadrare i due ragazzi. Finalmente però si riuscì a capire chi fosse quell'individuo: sarebbe stato il futuro sen-sei dei due ragazzi, che si riteneva essere sfortunato ad esserlo e che non gli sarebbe interessato minimamente dell'incolumità fisica o mentale delle due povere anime che sarebbero state trattate non nel modo migliore. Il gigante, una volta che si rese conto in che razza di situazione esser finito, non nascose esteriormente il proprio timore, tant'è che cominciò a sudare dalla fronte e a sistemarsi i suoi lunghi capelli per distogliere l'attenzione dal sen-sei e cercare conforto in altro; quest'ultimo aggiunse come ultima cosa che il loro primo e forse ultimo allenamento sarebbe stato quello di colpirlo e qualora fossero riusciti nell'impresa, potevano avere il diritto di proseguire. Noi colpire questo diavolo? Come? Non abbiamo niente a disposizione. Basterà solo la forza fisica?. Non perse ulteriore tempo a domandarsi in quale modo dovesse colpire il suo insegnante; si alzò velocemente, ed una volta che sarebbe stato completamente davanti al sen-sei, avrebbe unito le mani, intrecciato le dita e scagliato un colpo pesante ma lento dall'alto verso il basso , come se fosse un orso polare che cercava la sua preda sotto i ghiacciai: So che non basterà, ma tentar non nuoce.

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    Stato Mentale: Timoroso e concentrato.
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    Non so se i colpi semplici (calci, pugni ecc.) abbiano un costo o in generale un regolamento. Non l'ho trovato. Scusa se ho sbagliato.
     
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  6. Mertang
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    Improvvisamente, il ragazzo venne riscosso dal discutere di due personaggi, anzi per la precisione dalle gelide parole pronunciate dal più piccolo dei due: questi si stava infatti avvicinando a Masato, con l'intento di attirare la sua attenzione per farsi seguire all'interno dell'Accademia, dopo averlo superato senza quasi battere ciglio. Il Kuchiragi non rimase colpito più di tanto da colui che scoprirà essere il suo sensei (almeno non in quel momento), non avendolo affrontato faccia a faccia per più di una frazione di secondo e non essendo stato rimproverato freddamente come l'altro giovane.
    Così Masato si ritrovò a camminare a passo tranquillo dietro allo shinigami appena incontrato, potendo osservare solamente la nera divisa in cima alla quale dominava una folta chioma albina. Più interessante si rivelò invece l'altro studente, un gigante molto più alto e robusto dell'osservatore, la cui età non era di facile interpretazione a causa delle sue dimensioni esagerate; a scrutarlo in faccia sembrava anche più nervoso del Kuchiragi, ma ciò che colpì il più piccolo dei due fu la concentrazione rivolta sulla figura che li precedeva, una preoccupazione che si può leggere solo negli occhi di una persona preoccupata per qualcosa.. O per qualcuno.
    Dopo una manciata di minuti di cammino nei lindi corridoi dell'Accademia (tempo trascorso nel più completo silenzio, eccetto che per il rumore dei passi che rimbombava nell'edificio) lo strano trio giunse in un ampio dojo, completamente spoglio di ogni mobilia, un luogo a prima vista adibito all'allenamento e allo sviluppo di nuove tecniche di lotta. Qui il sensei si sedette e invitò con un cenno i due studenti a fare altrettanto, ordine che venne immediatamente eseguito dai due; il silenzio regnò sovrano per altri due lunghi secondi, fino a quando lo Shinigami non aprì bocca per presentarsi (in modo non completo avendo mancato di dire il proprio nome) e per chiedere non solo l'identità dei suoi interlocutori, ma anche il motivo che li aveva spinti a intraprendere la strada che stavano per percorrere (senza mancare di lamentarsi per questa domanda imposta dall'alto).
    Subito Masato si ritrovò preso in contropiede: per lui era già difficile dimostrare agli altri due presenti un'apparente calma interiore (per nulla esistente in quel momento per via del nervosismo di essere in quel posto), figuriamoci articolare un discorso sensato per dare una risposta ad una domanda dal contenuto così importante! Fortunatamente per lui il bestione seduto al suo fianco cominciò a parlare: il Kuchiragi ascoltò solo il suo nome, Otawara Funnuraba, per poi concentrare tutta la sua attenzione alla creazione di una risposta quantomeno decente. Quando il compagno terminò la propria presentazione Masato si rese conto di come fosse giunto il suo turno solo grazie a una manciata di secondi di silenzio. Riscossosi dallo stato di trance creativa che lo aveva colto cominciò a parlare con voce flemmatica, come se stesse ripetendo a memoria una poesia, puntando i gli occhi verso il petto del sensei ma con lo sguardo comunque perso nel vuoto (reazione generata dalla sua esagerata timidezza):


    -Il mio nome è Masato Kuchiragi, venti anni. Il motivo per cui ho fatto domanda di ammissione all'Accademia Shinigami è quello di voler proteggere i deboli, in particolare una persona che mi ha accolto nonostante le sue già difficili condizioni di vita: viveva, e vive tutt'ora, nel 93° distretto, luogo in cui un giorno io farò ritorno per liberarlo dai violenti che spadroneggiano in quel settore. Il mio obbiettivo è quello di diventare un elemento importante all'interno del Gotei 13 per poter convincere gli alti comandi dell'importanza di ottenere e mantenere la pace anche nei distretti di numero più elevato.

    Mentre le parole gli uscivano dalla bocca il suo pensiero volava al vecchio Keratio e al giorno in cui il giovane sarebbe tornato da lui per donargli la tanto agognata pace nel distretto. Questi pensieri si dissolsero come fumo quando il sensei aprì nuovamente bocca per indicare il loro primo compito, da svolgersi subito in quel luogo di formazione: colpirlo. L'obbiettivo finale venne descritto come il voler sondare le capacità dei nuovi studenti per capire se erano degni o meno di poter un giorno fregiarsi del nome di Shinigami. Il Kuchiragi rimase un attimo spiazzato da tale affermazione:

    *Colpirlo? E in che modo? Dove? Con cosa?*

    Così tante domande affollarono la mente del ragazzo, abituato ad avere in mente nozioni e informazioni ben chiare e definite, che il suo sguardo, divenuto improvvisamente sperduto e implorante come quello di un cane abbandonato, andò a cercare gli occhi del sensei. Non lo avesse mai fatto: occhi rossi come il sangue squadravano le due nuove vittime, suggerendo una sadica carica omicida accentuata ancor di più dalla bianca pelle del viso.
    L'animo di Masato vacillò, colpito da simili occhi e istinti, tanto che per un attimo rimase spiazzato e con l'animo turbato. Si riprese solo nel vedere Otawara alzarsi al suo fianco, pronto a compiere il lavoro assegnatogli: subito il gigante si gettò sul nuovo sensei, nascondendolo alla vista del compagno e sollevando le mani al cielo, legandole fra loro in un unico pugno pronto a calare come un pesante e letale martello sull'obbiettivo. Cogliendo l'intenzione del Funnuraba l'altro studente si slanciò in avanti, ritrovandosi in un batter d'occhi in piedi e ad un passo dalla montagna di muscoli dinnanzi a lui: quindi, dopo aver piegato la gamba sinistra e aver caricato il peso su di essa, eseguì un grande salto in avanti, puntando ad appoggiare il piede destro (e quindi tutto il suo peso) sulla schiena dell'altro studente, esattamente nello spazio tra le due scapole. L'idea era quella di aumentare la velocità del colpo (rendendolo quindi meno evitabile) del compagno, con l'eventuale rischio di sbilanciare il gigante per l'inaspettato avvenimento, grazie alla forza aggiuntiva esercitata dal peso del giovane e dalla sua gamba destra: l'obbiettivo principale era difatti il superare Otawara dall'alto (utilizzandolo come supporto per un secondo balzo, forte della stazza di gran lunga maggiore e più forte di quella del Kuchiragi) per poter piombare sul sensei dall'alto nel caso avesse tentato si schivare il colpo retrocedendo. Un'azione fulminea e inaspettata che, se avesse funzionato per il meglio, avrebbe permesso allo studente di ritrovarsi in aria davanti al nuovo compare, dandogli anche il tempo di concentrarsi sull'atterraggio; Masato non aveva infatti pensato a come colpire il maestro (non sapendo se fosse ancora seduto o in piedi, se questo si trovava dove il giovine sperava e, soprattutto, perchè ancora titubante per la sua volontà nel non colpire un completo sconosciuto), motivo per cui aveva deciso di dedicare interamente la sua attenzione alla postura più adatta da mantenere per l'atterraggio in modo da raggiungere la pavimentazione del dojo senza alcun danno dal punto di vista fisico e di equilibrio (necessario in ogni scontro) o, comunque, da schiantarsi a sorpresa sul sensei, ammortizzando il colpo in entrambi i casi flettendo le gambe. Non sarebbe stato un attacco apprezzabile dal punto di vista della forma, ma stando alle regole del sensei avrebbe dovuto comunque contare per il proseguo dei due nel loro addestramento.


    Stato: Concentrato ma titubante e nervoso.
    Reiatsu: 30

    Azioni:
    -Scatto
    -Salto e atterraggio a un piede sulla schiena di Otawara
    -Secondo salto
    -Tentativo di atterraggio

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    Mertang: Presta particolare attenzione a non essere autoconclusivo. Per eseguire azioni del genere sarebbe meglio accordarsi col rispettivo proprietario del pg in off gdr, a meno che tu non posti prima di lui, in modo di dargli la possibilità di concederti o meno l'azione. So che hai descritto solo un tentativo, ma - all'infuori di un mp - danygel non ha alcun modo per dire la sua nei riguardi dell'azione in questione, dato che ha già postato.
    Alla luce di quanto sopra esposto, ho preferito optare per un compromesso. Per il resto è un buon post, ottimo lavoro.

    Danygel94: Decisamente meglio del primo post, anche tu hai fatto un ottimo lavoro, nulla di particolare da dire.

    CITAZIONE
    Parlato
    Narrato

    All'udire tali risposte, Haine s'abbandonò con fare maniacale ad una sadica ed al tempo stesso lugubre risata. Se ci fosse stata anche solo una vaga parvenza d'interesse da parte sua nei loro riguardi, quelle risposte gliel'avrebbero fatto totalmente perdere; fortunatamente così non era. Aveva il vezzo di pensare ai suoi studenti come estranei - cosa che poi erano - il cui destino non dipendeva per nulla da lui.
    Da tante, troppe bocche aveva sentito dirsi quelle medesime parole, quei banali e melensi obiettivi che non avevano alcuna ragione d'essere, i cui possessori erano fra l'altro spesso privi della perseveranza necessaria per portarli a termine. Erano solo mere e vuote parole sfuggite dalla bocca d'incoscienti, o perlomeno, così è come vedeva la questione l'albino, totalmente disinteressato a tali banalità. Smise di ridere, e - riottenendo la sua compostezza - si rivolse ai due.
    “Un eroe ed un Robin Hood d'altri tempi. Ridicolo, davvero ridicolo.” Sentenziò ghignando. “Ben presto scoprirete la cruda e fredda realtà di questo mondo, e quando ciò accadrà spero per voi che realizziate le assurdità che avete detto oggi in questa stessa sede. Non tutti i mali vengono per nuocere però; devo conferirvi il merito d'avermi fatto ridere, con questi vostri banali nonché molto probabilmente irrealizzabili presupposti per il futuro. Ad ogni modo, benché io trovi ridicole queste vostre motivazioni, non sta a me giudicare. Posso solo augurarmi di liberarmi di voi al più presto possibile.” Ora, era perfettamente consapevole del fatto che molti individui facenti parte del genere umano non brillassero per intelletto o lungimiranza, ma mai s'era trovato davanti uno tanto stupido come quel gigante, ch'incarnava perfettamente il tipico stereotipo del personaggio ‘tutto muscoli e niente cervello’. Pareva che questi ritenesse così facile riuscire nell'intento di sfiorarlo da avere addirittura il coraggio di farlo frontalmente e per giunta con un'azione del tutto scontata. Due eran i casi, o era oltraggiosamente stupido o fin troppo audace, benché fosse molto più probabile che fosse semplicemente stupido e privo d'un qualsivoglia senso del pericolo. Altrettanto stupido era stato l'altro, benché possedesse la parvenza d'aver pensato prima d'agire, al contrario del primo. La loro era una tattica che - seppur indubbiamente bizzarra - si rivelò fallimentare, giacché nel momento in cui il piccoletto tentò di far del gigante un trampolino, Haine s'era già portato con fare fulmineo al lato destro di quest'ultimo, sferrandogli un calcio ben piazzato che lo fece ruzzolare di diversi metri a terra, e facendo conseguentemente perdere l'equilibro anche all'altro - ormai pronto a saltare dalla sua schiena - che cadde rovinosamente sbattendo la faccia.
    “Se non mi fossi limitato a tal punto avrei anche potuto incrinarti le costole, o direttamente ucciderti.” Disse, rivolgendosi al meno brillante dei due. “E' bene che sappiate che per me voi due non siete altro che moscerini, di conseguenza mi vedo costretto ad imporre severe limitazioni ai miei colpi, che dovrebbero risultare comunque tutt'altro che deboli per due del vostro livello, anche se - in seguito a vostri attacchi sconclusionati - potrei perdere momenteneamente il controllo, causando di conseguenza un malaugurato .. incidente. Per evitare tutto ciò vi consiglio di ponderare attentamente su ciò che avete intenzione di fare e su come farlo, ed inoltre di cooperare in modo più fruttuoso di quanto non abbiate già fatto, o tentato di fare. Solo così avrete un margine di vittoria maggiore, seppur ancora insignificante.” Ghignò, riportandosi alla posizione iniziale.
    “Dunque prego, non tergiversiamo ulteriormente.”

    CITAZIONE
    Ricevete, rispettivamente, una ferita lieve al fianco destro ed una lieve alla testa.
     
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    otawarafunnuraba

    Narrato Parlato Pensato Parlato Altrui
    Le parole che uscivano dalla bocca di quello pseudo-insegnante non facevano altro che alzare il livello d'odio di Ota nei suoi confronti. Le affermazioni di quello shinigami erano secche, fredde e piene di indifferenza; rispecchiavano il suo aspetto in tutto e per tutto e in qualche modo Otawara "giustificò" quanto detto dal sen-sei, dato che non era la prima volta che quest'ultimo sentiva simili discorsi tenuti dai due studenti; Infatti, anche l'altro individuo, che si presentò sotto il nome di Masato Kuchiragi, parlava di voler diventare un dio della morte per difendere i più deboli e far arrivare anche nei distretti più degradati del Rukongai la mano della giustizia del Seiretei. I discorsi di entrambi i ragazzi erano già troppo risaputi e scontati, ma secondo Ota non si potevano avere altre motivazioni di quelle già date. Dal momento in cui Ota si alzò per scagliare il colpo all'insegnante, passarono diversi istanti, nei quali successe di tutto: Ormai sferrato il colpo, l'altro ragazzo pensò bene di usare la stazza del gigante per aumentare sia il colpo di quest'ultimo, che sferrarne uno lui in coordinazione con Ota, ma sebbene ai fini teorici poteva essere un'ottima e inaspettata combo, ai fini pratici fu un totale fallimento, dato che il sen-sei non perse tempo a mettersi a destra del gigante e sferrargli un calcio nel fianco che, nonostante il peso di Ota, lo fece volare via di svariati metri: Merda!! ma questo tipo non è normale!! E' proprio il diavolo incarnato!! dove trova tutta questa potenza per poter lanciare lontano un tipo come me!!.Il ragazzo rimase sdraiato una manciata di secondi e in quei pochi attimi potè notare che anche il mingherlino suo compagno aveva fallito nell'azione, procurandosi nient'altro che una facciata nel pavimento. Non ho proprio idea di cosa fare. Io potrei dare colpi potenti ma sono pur sempre lento e quel maledetto è un fulmine. Non l'ho neanche visto spostare, un attimo prima c'era e poi è sparito!. Pensò il ragazzo mentre adesso si alzava e si rimetteva in posizione eretta. Si diede una sistemata e nel mentre il sen-sei si diede ad'un'altra delle sue perspicaci e offensive orazioni, nelle quali affermava la propria bravura nel saper controllare e dosare la sua vera forza (che avrebbe potuto portare anche a diversi e tragici incidenti); ma fra tutte le frasi dette in pochissimo tempo dal sen-sei, Ota prestò attenzione ad'una in particolare, quella in cui si diceva che se si voleva avere una piccola possibilità di vittoria, i due compagni avrebbero dovuto cooperare e insieme colpire (anche se lievemente) il tetro tizio, che ancora non si era presentato. In quel momento ad'Ota si illuminò una lampadina: Cooperare eh? Bene...ho un piano in mente ma non posso dirlo a Masato sennò quel demonio ci scoprirebbe e ci distruggerebbe qualche osso questa volta, però spero che sappia capire il gioco che voglio fare e il ruolo che deve assumere; Non c'è margine d'errore, in poco tempo deve fare quel che può. Ota, togliendo la mano destra appoggiata sul fianco destro per il dolore, cominciò da prima a camminare verso Masato, successivamente, dopo 2 metri, cominciò a correre sempre più veloce verso il suo compagno; raggiunto il compagno, avrebbe disteso il braccio destro dicendo nel contempo a bassa voce: Scusa, ti devo lanciare!. Se l'altro studente si fosse fidato del gigante e quindi si fosse fatto prendere, Ota avrebbe afferrato Masato per il braccio sinistro, avrebbe eseguito una rotazione per prendere velocità, e successivamente lo avrebbe lanciato verso il sen-sei, con la speranza che il compagno sfruttasse la situazione per eseguire una sorta di calcio volante in modo tale non solo da poter colpire possibilmente il nemico, ma anche di coprirgli momentaneamente la vista per dare la possibilità al gigante di arrivare in qualche modo alle spalle del sen-sei. Era un'idea assurda, impossibile e cretina, però valeva la pena provarci.

    Stato personale

    Stato Mentale: Concentrato e Speranzoso
    Stato Fisico: Lieve ferita al fianco destro
    Reiatsu: 30


     
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  9. Mertang
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    Masato era a terra in posizione prona: il sensei era riuscito con un semplice calcio a mettere fuori uso entrambi gli studenti, uno perchè colpito dal preciso colpo, l'altro perchè privato dell'equilibrio necessario a continuare l'assalto. Era stato veloce il maestro, tanto veloce che il Kuchiragi non era riuscito a fermare l'impeto della sua rincorsa, ormai giunta alla fase del primo salto quando quest'ultimo si accorse del movimento dell'obbiettivo.

    *Dannazione, è una scheggia!*

    Pensò il ragazzo, alzandosi da terra e portandosi la mancina al naso, dolorante per la facciata causata dalla rovinosa caduta; nel mentre si allontanò di un paio di passi dal giovane dinnanzi a lui che, con gli occhi iniettati di sangue, continuava a denigrare i due apprendisti, come se fosse un dio giunto in una terra di formiche.

    *Così non va bene, bisogna pensare a qualcosa di decente per poterlo almeno sfiorare*

    Masato continuava a scrutare l'avversario, arrovellandosi per ideare un piano che potesse portare lui e Otawara al proseguo della loro carriera accademica; purtroppo la poca conoscenza dell'avversario e l'incredibile rapidità di quest'ultimo rendeva quasi impossibile combinare le abilità del Kuchiragi con quelle della montagna di muscoli che giaceva ancora a terra alle sue spalle, a qualche metro di distanza. Per tentare di prendere tempo il giovane decise quindi di rispondere a tono, cercando di far volgere l'attenzione del sensei su una discussione qualsiasi nella speranza che si perdesse in inutili chiacchere, dando la possibilità ai due studenti di ideare qualche piano d'azione:

    -Davvero le nostre motivazioni sono banali? Certo, non posso oppormi al fatto che tu dichiari le nostre volontà come idealistiche e sempliciotte, ma dubito altamente che si possa ridere di gusto nel sentire parlare di qualcosa di "banale", di ripetuto all'infinito. No, non stai ridendo delle motivazioni, ti stai semplicemente prendendo gioco di noi, guardandoci dall'alto della tua esperienza, maturata, suppongo, in anni di duro lavoro. Mi chiedo come un personaggio del tuo calibro sia stato scelto per ricoprire il ruolo di sensei: certamente non immaginavo che l'Accademia fosse un luogo di riposo e divertimento, ma mai avrei immaginato di incontrare personaggi subdoli e sadici come te, qualcuno che non è nemmeno in grado di capire gli ideali che spingono molte persone a camminare in una direzione, a prendere delle decisioni che possono cambiare la loro intera esistenza.

    Un attimo di esitazione, una frazione di secondo per respirare e recuperare il fiato perduto durante questo monologo, un discorso che probabilmente sarebbe risultato ridicolo alle orecchie del maestro, ancor più di quanto non lo fossero già state le motivazioni presentate dai due studenti. Ma ormai la misura era colma e il Kuchiragi, ormai con il sangue alla testa, terminò dicendo:

    -Non mi interessa sapere chi tu sia, quale sia il tuo nome o cosa voglia da noi, ora mi interessa solo chiederti: perchè TU sei diventato Shinigami? Quale sarebbe una.. Anzi, la valida motivazione che ti ha spinto a ricoprire questo ruolo?

    Il giovane prestò attenzione a marcare il proprio tono sulla parola "valida", quasi a voler ironizzare sul pensiero del giovane sensei che in quel momento lo stava scrutando dall'alto in basso, quasi con aria di sufficienza. Masato aveva ormai perso la cognizione del tempo: nella foga oratoria il sangue gli era salito alla testa, causando un principio di vertigine (ancora sopportabile) che dilatava lo spazio intorno a lui e lo scorrere tempo. Nel suo campo visivo solo il volto beffardo del sensei, immobile e impassibile come una statua. Dopo alcuni istanti il Kuchiragi si rese però conto dell'errore che stava compiendo: si stava lasciando sopraffare dalle emozioni durante uno scontro, rendendo la sua mente meno lucida e impedendogli di approfittare del tempo guadagnato.
    Fortunatamente era stato l'unico a non riuscire a pensare ad un piano d'azione durante il panegirico: pesanti passi provenienti dalle sue spalle lo riportarono alla realtà, obbligandolo a recuperare in pochi attimi la lucidità mentale persa. Il grande Funnuraba gli stava infatti correndo incontro, proferendo parole che il ragazzo, appena voltatosi, non riuscì ad udire; fortunatamente per il gigante, il compagno alzò le braccia come a difendersi, fornendogli un valido appiglio per sollevare l'improvvisata arma umana. Quest'ultima, nel mentre, si rese conto delle intenzioni del bestione, riuscendo a malapena a coordinarsi prima di essere scagliato verso il sensei: i piedi, leggermente distaccati l'uno dall'altro, erano rivolti verso l'obbiettivo, con le piante puntate in direzione del petto del maestro, mentre il resto del corpo era disteso in una posa plastica, pronta ad attutire l'eventuale impatto contro qualunque ostacolo. Un'idea folle che metteva a rischio l'incolumità del povero Masato, sollevato e lanciato come un sacco di patate contro la sua volontà, ma che comunque avrebbe potuto rivelarsi un'intuizione non del tutto malvagia.


    Stato: Innervosito e stranamente collerico.
    Reiatsu: 30

    Azioni:
    -Assunzione di una posizione adatta all'impatto

    Danni:
    -Ferita lieve (volto)

    Scheda


    Questo attacco combinato è stato organizzato via mp, sebbene non mi risulta ce ne fosse bisogno visto che è stato danygel ad agire su di me e ho avuto il turno per poter azionare di conseguenza.
    Per quanto riguarda il post precedente, credevo non fosse un problema in quanto ciò che facevo non era evitabile da danygel, quindi non credevo fosse necessaria una descrizione della sua azione (se non per le sensazioni provate). Comunque cercherò di non farlo più =)
     
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    Mertang: Buon post, nulla di particolare da dire.
    Danygel94: Occhio alla punteggiatura, fai particolare attenzione a come utilizzi i due punti. Inoltre dopo ai punti esclamativi non vanno posti ulteriori segni d'interpunzione, dopo i due punti (e non mi riferisco ai dialoghi, in tal caso è corretto) non ci va la maiuscola, e nemmeno dopo il punto e virgola. Sensei è scritto tutto attaccato, senza tratti. Per il resto anche il tuo è un buon post, di gran lunga migliore dei precedenti.


    Il discorso fatto dal più piccolo dei due gli fece ricevere una curiosa risposta da parte di Haine.
    “Ti ammazzo.” Si limitò a dire, laconicamente. Davvero pensava di potersi permettere certi lussi durante l'allenamento? Pareva quasi che considerasse l'atipico shinigami che gli stava facendo da insegnante un suo pari, o peggio, qualcuno a lui inferiore. Sul volto dell'albino si dipinse una smorfia, ch'andò via via mutando in un ghigno. Quello stesso volto ch'era stato quasi del tutto inespressivo fin dall'inizio, ora era fratturato da un ghigno a dir poco inquietante; un ghigno malato, folle. “Davvero pensi di poterti rivolgere alla mia illustre persona in tal modo, dandomi addirittura del tu? Tale confidenza da parte di un essere tanto debole mi disgusta, e se ti sei permesso di prenderti certe libertà una prima volta, posso garantirti che non ve ne sarà una seconda. Così facendo hai tradito l'opinione che stavo iniziando a farmi su di te; non ho mai pensato che fossi particolarmente dotato né fisicamente né tantomeno a livello d'intelletto, ma non ti ritenevo un tale sconsiderato. Ad ogni modo, non ha importanza. Pare che tu non sappia cos'è la gerarchia né tantomeno il rispetto, dunque potrei approfittare di questi nostri allenamenti per insegnarti il significato di tutto ciò, e qual miglior modo di farlo se non col dolore? Non vedo motivo per cui ti dovrebbe esser concesso di rivolgerti a me ponendomi fra l'altro mere questioni futili al fine dell'addestramento a cui ti stai sottoponendo, così come non vedo motivo per il quale dovrei risponderti. Inoltre, dovresti considerare con maggiore attenzione la posizione in cui ti ritrovi: il tuo futuro è completamente nelle mie mani, ragion per cui dovresti utilizzare il cervello prima di far uso della facoltà di parlare che - purtroppo - ti è stata concessa.” Disse freddamente, privo d'alcuna sorta d'espressività, com'era solito fare. Non pareva infatti per nulla irritato da tali affermazioni, ma egli era solito non dare a vedere ciò che realmente provava, celando la sua persona con la più completa inespressività. Quando però realizzò cosa quello strano duo voleva fare, non poté che ridere a lungo: benché avessero giustamente seguito il suo consiglio di cooperare, i due s'affidavano ancora a tattiche banali e totalmente scevre d'originalità. Vedendo lo studente volare in sua direzione con chiara intenzione di colpirlo immaginò che l'altro non se ne sarebbe di certo stato fermo ed avrebbe con molta probabilità tentato un approccio differente. Basava tali congetture sul fatto che il gigante - benché non troppo geniale - possedesse almeno un piccolo briciolo di furbizia. Li lasciò fare fino all'ultimo istante, dunque - mentre il giovane in aria era a pochi centrimetri da lui ed il gigante gli era pressoché dietro - s'adoperò a schivare entrambi gli attacchi con due semplici capriole laterali verso sinistra atte a portarlo ad una distanza di sicurezza. L'improvvisa azione eseguita all'ultimo momento privò i due d'alcuna possibilità di reagire o d'alterare i loro piani, facendoli inevitabilmente collidere, giacché il colpo che il piccoletto aveva indirizzato al sensei era invece andato a colpire il gigante, che si era portato dietro alla precedente posizione di Haine.
    Nel vedere tutto ciò l'albino non poté che ridere sonoramente; la loro tattica s'era infine ritorta contro di loro, mettendoli in ridicolo. Nondimeno Haine non poté che avvertire un vago senso di delusione nei confronti di quei due, dimostrazione del fatto che nonostante le fredde parole e l'apperente disinteresse s'aspettava qualcosa in più da loro. Sbuffò languidamente, dunque s'impegnò nel dare qualche consiglio più o meno utile ai due, che parevano essere privi d'alcuna possibilità di vittoria, in quello stato. “Siete alquanto ridicoli, ma devo concedervi nuovamente il merito d'avermi fatto ridere coi vostri ridicoli tentativi, complimenti. Pare ch'io debba darvi qualche genere d'indicazione, giacché senza non vedo fine a questo tedioso allenamento. Le vostre movenze sono al contempo scontate e banali, dunque prive di qualsivoglia effetto sorpresa. Fino ad adesso siete infatti stati alquanto prevedibili, peccate d'originalità, ragion per cui non mi sono nemmeno dovuto impegnare più di tanto per evitare questi vostri miseri attacchi. L'unico vero e proprio consiglio che posso darvi è quello di combinare al meglio le vostre capacità, anche se sono consapevole del fatto che non può che essere arduo, giacché non conoscete le potenzialità di chi vi sta affianco.
    Ad ogni modo,”
    tacque, portandosi al centro del dojo “siete pregati di riprovare, anche se vorrei farvi notare che le possibilità che vi offro non sono infinite.” Ghignò, rivolgendo un gelido sguardo a entrambi.
    “Dunque, per l'ennesima volta, prego.” Disse ai due, con fare beffardo.
    CITAZIONE
    Ricevete entrambi una lieve, che sommata a quella precedentemente ricevuta diviene una moderata.
     
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    *Merda*

    Questo fu il primo pensiero di Masato nell'udire le parole del sensei: dal suo parlare sembrava infatti intenzionato a far pagare al giovane la sua impudenza, e non aveva tutti i torti. Il ragazzo si era infatti lasciato trascinare dalla foga del discorso dimenticandosi dell'importante figura che gli stava dinnanzi, un personaggio che nella scala gerarchica della Soul Society era di gran lunga più importante di lui. Il Kuchiragi capì che sarebbe stata una cosa buona e giusta scusarsi con il maestro, ma la situazione, ormai divenuta troppo tesa, non gli permetteva di attuare subito tale gesto.

    *Vorrà dire che mi scuserò a fine lezione.. Se sarò ancora in grado di farlo..*

    I pensieri negativi di Masato vennero fortunatamente interrotti dal compagno e dall'attuazione della sua idea, sebbene anche questa nuova strategia si rivelò un fallimento: i due erano stati ancora una volta troppo lenti, o meglio la distanza che separava la coppia dall'obbiettivo era sufficientemente elevata per permettere al sensei di schivare nuovamente il colpo facendo rocambolare il più piccolo dei due sul bestione, spostatosi alquanto velocemente alle spalle del maestro. Tuttavia non era ancora giunto il momento per arrendersi: i due erano ancora in grado di alzarsi e combattere, almeno a prima vista, e il Kuchiragi poteva ancora muoversi senza grosse difficoltà nonostante una sbucciatura al gomito sinistro, causata dallo strofinamento della giuntura sulla lignea pavimentazione, da cui usciva anche un sottilissimo rivolo di sangue. Così il ragazzo approfittò del loquire del sensei per rimettersi stabilmente sulle gambe, leggermente molli a causa del seppur breve volo appena effettuato; e fu proprio il parlare del maestro a ridare completa lucidità al giovane che, udendo i suggerimenti (sebbene ad avviso di Masato banali) del combattente dai capelli bianchi, cominciò ad arrovellarsi per trovare una soluzione efficace per la faccenda.

    *Combinare le nostre capacità? Come se non lo avessimo già fatto.. L'unica vera capacità che possiamo adoperare al momento è la differenza di stazza e forza tra me e Ota, fattore già sfruttato in entrambe le occasioni precedenti ma con scarsi risultati.. Quello che possiamo fare è giustamente compiere qualche azione a sorpresa, ma come fare per batterlo in velocità? Non abbiamo alcuna speranza a riguardo, a meno che..*

    Un barlume di intuizione brillò nella testa di Masato che subito si portò alle spalle del gigante al suo fianco, facendogli cenno di inginocchiarsi per potergli parlare in un orecchio e riferirgli la strategia: il sensei sembrava, nonostante le parole appena pronunciate, clemente in quella situazione, tanto da concedere loro del tempo per organizzarsi. Forse era più gentile di quanto desse a vedere, o semplicemente sperava di divertirsi a spese dei due studenti. In un caso o nell'altro, il Kuchiragi cominciò a sussurrare in un orecchio ad Otawara, coprendosi la bocca con la mancina per non farsi sentire e tenendo costantemente un occhio sull'avversario, nel caso avesse tentato a sua volta un attacco a sorpresa con l'intento di testare ulteriormente le capacità dei due o porre fine alla lezione e alla loro carriera.

    -Il sensei ha ragione su due aspetti: dobbiamo combinare le nostre capacità e dobbiamo fare un attacco in grado di sorprenderlo. Ci abbiamo già provato per ben due volte, ma non è bastato: è troppo veloce per essere colpito da un semplice pugno ravvicinato o da un qualunque attacco dalla lunga distanza. L'unica strada che ci rimane da sondare è quella dell'attacco dalla media distanza, il raggio di azione di una spada: se riuscissimo a sferrare un simile attacco lui non riuscirebbe a difendersi, non avendo a disposizione strumenti per parare il colpo o il tempo per coprire la distanza che ci separa per poterci anticipare, come avvenuto nel primo assalto.

    Il giovane fece una breve pausa per far assimilare ogni singola parola al compagno e controllare che il maestro non fosse troppo spazientito dall'attesa per l'attacco successivo, quindi riprese la spigazione del suo piano:

    -Siccome non disponiamo nemmeno noi di alcuna arma, ciò che possiamo fare è trasformare me stesso in ciò di cui abbiamo bisogno, come abbiamo appena fatto, con l'unica differenza che questa volta non mi lancerai ma mi terrai ben saldo dall'inizio alla fine dell'attacco. Per prima cosa dovrai correre verso di lui, cercando di mantenere le spalle più larghe possibili, dandomi la possibilità di starti dietro senza farmi scorgere dal sensei. Quindi, giunto a circa tre metri dal maestro, ovvero la distanza doppia a quella necessaria per sferrare un attacco ravvicinato, dovrai caricare un colpo con il braccio destro, cercando però di allungarlo all'indietro il più possibile. In questo modo il sensei penserà ad un tua assalto individuale, come durante il primo attacco, soprattutto per il fatto che sei un tipo tutto muscoli e niente cervello..

    Quest'ultima frase fu detta apposta dal Kuchiragi in quanto desiderava far nascere nel compagno un sincero sentimento di rabbia e collera nei confronti del primo studente. Quest'ultimo avrebbe quindi ripreso a parlare, sussurrando:

    -Non lo penso sul serio, ma mantieni l'espressione che hai ora in faccia, poi ti spiego. Lo scopo dell'assalto è quello fornirmi un appiglio a cui afferrarmi, cosicchè tu possa farmi ruotare in aria di 180° per colpire il sensei, fermo in attesa di un tuo pugno o avvicinatosi per contrattaccare. In entrambi i casi dovrebbe rimanere sorpreso dal vedermi unito al tuo braccio e adoperato come Asauchi e dovremmo riuscire a colpirlo: nella prima eventualità perchè fermo e in attesa di un tuo ulteriore avvicinamento, nella seconda perchè troppo lontano per colpirti e anticiparci (per questo devi caricare il colpo in anticipo) ma abbastanza vicino per essere colpito dal "fendente" che effettuerai.

    Un attacco ben congegnato, almeno secondo il parere dell'ideatore, pur mancando ancora di un piccolissimo dettaglio per funzionare al meglio:

    -Ultima cosa: dobbiamo sembrare completamente in disaccordo su ciò che ti ho appena detto. Quindi ora, se il piano ti aggrada, alzati di scatto urlandomi contro, dandomi dell'idiota e dicendo che farai tutto da solo, poi procedi come suggerito senza fare alcun cenno di intesa, non rischiamo di far saltare tutto per una sciocchezza simile. Il tuo fisico a prima vista potrebbe suggerire uno spirito forte e orgoglioso, tipico di uno che vuole fare tutto da solo, quindi il piano dovrebbe funzionare ancora meglio se riesci a recitare bene la tua parte..

    Masato sarebbe quindi rimasto in quella posizione, fingendo di parlare ancora e in attesa di una reazione da parte del Funnuraba; quel piano, frutto della combinazione dei due assalti precedenti, sembrava una buona idea, attuabile tuttavia solo se entrambi gli studenti fossero stati d'accordo nel realizzarlo.
    Se il gigante avesse reagito come stabilito, il più piccolo gli avrebbe urlato in risposta, vedendolo intrprendere la corsa verso il maestro:


    -Non fare pazzie! Non puoi farcela da solo!

    Tutto solo per rendere la scena più reale possibile. Quindi anche lui si sarebbe lanciato verso il sensei, cercando di rimanere nascosto dietro il compagno e sperando di raggiungerlo in tempo, confidando in una probabile velocità maggiore conferita dalla stazza più piccola e nel fatto che la montagna di muscoli che procedeva davanti a lui fosse rallentato dallo strano stile di corsa che gli era stato richiesto di adottare. Raggiunto il punto stabilito, Masato avrebbe visto il pugno destro del compagno avvicinarsi all'indietro verso di lui e lesto si sarebbe aggrappato con tutte le sue forze al robusto polso di Otawara, in attesa di essere sollevato ancora una volta in aria per descrivere un semicerchio in aria e speranzoso di riuscire a colpire il maestro anche solo con la punta di un piede; proprio per aumentare le speranza di raggiungere l'obbiettivo, il più piccolo dei due avrebbe tenuto una gamba distesa in avanti e l'altra piegata verso il basso, per colpire il sensei sia nel caso avesse deciso di schivare l'attacco saltando che nel caso avesse deciso di farlo abbassandosi.
    Se il Funnuraba si fosse invece rifiutato di attuare il piano lo studente si sarebbe fatto da parte in attesa di vedere gli sviluppi della situazione.



    Stato: Teso ma lucido.
    Reiatsu: 30

    Azioni:
    -Inseguimento del compagno
    -Presa del polso del compagno

    Danni:
    -x2 ferite lievi (x1 Moderata)

    Scheda


    Per la ferita non sapevo come fare, essendo passato da una lieve a una moderata, così ho fatto come se non soffrissi più per la lieve al volto ma per una moderata al braccio. Dimmi se va bene o devo cambiare :sisi:
     
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    otawarafunnuraba

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    Quello lo ammazza per davvero. C'è poco da scherzare su tutto quello che esce dalla bocca di quella persona. Pensò il ragazzo, vedendo nel frattempo il tetro tizio che si prendeva di nervoso per la situazione venutasi a creare: l'insegnante non aveva accettato per nulla il "teatrino" dell'allievo più mingherlino, che pensò bene di far un discorso ragionevole col sensei, senza però ricordare che con quest'ultimo non si poteva parlare con quel tono e in quella modalità. La combo dei due ragazzi fu nuovamente un fallimento dal momento che il nemico schivò i ragazzi facendo semplicemente dei salti sulla sua sinistra e portando in rotta di collisione Masato con Ota; il gigante non potè far nulla per schivare l'altro studente e l'impatto fu inevitabile, tanto da far cadere a terra entrambi gli studenti. Entrambi nuovamente a terra, a pensare e ripensare sul da farsi; il dolore al fianco destro di Ota si accentuò, procurando al gigante un terribile fastidio che gli percorreva anche il torace; l'affanno si abbatté su di lui poichè non era abituato a simili movimenti tutti in una volta. Merda! Così non si va da nessuna parte. Basta, non ho più idee per il momento se non quelle che prevedono uso brutale della forza e lesione di qualche arto con una probabilità dell'80% (a discapito mio). Se al momento attuale avessimo voluto attribuire al gigante un numero da 0 a 10 in quanto idee, questa volta non avremmo avuto dubbi nell'assegnargli un bello 0, ma il caso volle che al compagno di lotta, Masato, venisse un'idea che,se comparate alle altre, aveva una sua logica; infatti rimettendosi in piedi sia Ota che Masato dal pavimento in legno, quest'ultimo fece cenno al gigante di abbassarsi e porgergli l'orecchio per la spiegazione di un possibile piano che avrebbe potuto funzionare. Si potevano individuare tre momenti fondamentali nella futura combo dei due ragazzi:
    1° Momento - messa in scena di un litigio improvvisato dei due studenti, in cui si metteva in risalto la loro non possibile cooperazione, i difetti di entrambi e le qualità intellettive dei due; ciò serviva a distrarre e persuadere il sensei della loro scarsa abilità di combattimento e della loro impossibilità di combattere in coppia.
    2° Momento - inizio di un azione offensiva individuale dei due ragazzi, che avrebbero (per lo meno teoricamente) ancora mostrato segni di totale incomunicabilità; Ota sarebbe partito a gran velocità verso l'insegnante, coprendo con le sue larghe spalle l'avanzata incognita del compagno.
    3° Momento - effetto sorpresa; Ota avrebbe caricato un pugno col braccio destro portato indietro, nel quale si sarebbe aggrappato Masato che avrebbe funto da spada e che avrebbe dato il via alla vera e propria fase offensiva che prevedeva una sorta di fendente, in modo tale da creare un semicerchio e dare poche possibilità al sensei di poterlo schivare.
    La teoria c'era, si trattava solo di metterla in pratica senza far sospettare nulla al demonio e procedere senza intoppi fino alla fine del piano, nella speranza che almeno stavolta i due ragazzi fossero riusciti per lo meno a sfiorare il vestiario del nemico. Il piano ebbe inizio; Ota era emotivamente coinvolto, dato che voleva difendere la propria posizione di tutto muscoli e cervello (invece che senza). Non appena Masato cominciò a recitare, alludendo al fatto che il gigante non poteva farcela da solo contro il sensei, a Ota si gonfiarono le vene in testa, gli occhi persero quella loro capacità affascinante di saper attrarre le altre persone, la circolazione sanguigna in ogni muscolo aumentò fino a far aumentare la grandezza (anche se in modo minimo) di quest'ultimi e il suo silenzio cominciò a far paura; tutti questi tratti andarono a marcare il suo viso e il suo corpo, definendolo come un tipo pericoloso e irruento. Il silenzio di tomba fu interrotto da un improvviso rimprovero del gigante al ragazzo suo compagno: ma sta zitto nanerottolo! Per colpa tua ci troviamo in questa situazione! Se avessi avuto almeno metà della mia stazza son sicuro che avremmo potuto cooperare in modo più fruttuoso, invece che star qui a parlare di cose impossibili. Tutti sanno che l'uomo del cervello non se ne fa niente e che tutto ciò che gli serve non sono nient'altro che muscoli definiti, sviluppati e rigogliosi di forza! Se proprio non sai fare altro che piangere per la tua non perfetta fisicità, là c'è la porta e tu sei pregato di andartene, misero nano!; la questione sarebbe durata per un'altra manciata di minuti. La parte sembrava esser stata inscenata per il modo migliore e quando il gigante finì il suo discorso, diede un spintone di lato a Masato sia per far ancora scena sia per liberare la strada alla sua corsa pesante, imponente e difficilmente arrestabile; in corsa cercò di allargare più che poteva le spalle, in modo tale da poter diminuire più che poteva il campo visivo del nemico e nello stesso tempo permettere al compagno di stargli dietro in modalità incognita; quando il carro armato sarebbe giunto a una distanza di almeno 3 metri dal sensei, avrebbe chiuso la mano destra e avrebbe fatto finta di cominciare a caricare un pugno di alta potenza; tuttavia, stando al piano, cercò di portare indietro più che poteva il braccio ma senza far scoprire i giochi al nemico; successivamente, non appena avesse sentito le mani del giovane Masato afferrare il suo pugno, Ota a sua volta avrebbe aperto la mano e afferrato entrambe le braccia del ragazzo, che avrebbe usato come una vera e propria spada, facendogli eseguire un semi-cerchio in aria e cercando di colpire il nemico mentre urlava: AaaaaaaaaeHrgh!!!!! Nel frattempo Masato avrebbe anche portato la gamba destra in avanti e l'altra piegata verso il basso per colpire il sensei sia nel caso avesse deciso di schivare l'attacco saltando che nel caso avesse deciso di farlo abbassandosi. Il dado era tratto; adesso la sorte avrebbe fatto il suo corso.

    Stato personale

    Stato Mentale: Concentrato, irruento e determinato
    Stato Fisico: Lieve ferita al fianco destro + altra ferita lieve = Media ferita al fianco destro
    Reiatsu: 30




    Anch'io ho calcolato la ferita come Mertang, incrementando il dolore al fianco destro.


    Edited by danygel94 - 9/7/2013, 21:13
     
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    Mertang: Non è un problema, anche se una moderata va ben oltre ad una semplice sbucciatura. Quella rientra più nella categoria delle lievi. Mi sono inoltre accorto di non aver specificato dove ricevete le lievi nell'altro post, chiedo venia. Riguardo al post non ho nulla da dire.
    Danygel94: Un paio di frasi non sono molto chiare, e ci sono ancora un paio d'errori di varia natura, anche se rimane comunque un buon post.

    A quanto pareva i due s'erano finalmente degnati di pensare a qualcosa di vagamente interessante. Alla buon ora. La loro tattica era ben congegnata, non v'era nulla da dire, ed avrebbe sicuramente funzionato contro ad avversari meno avvezzi alla nobile arte del combattimento. Purtroppo però, essa presentava una visibile pecca: in caso l'avversario si fosse accorto dell'assenza del secondo elemento - ovvero colui che sarebbe dovuto spuntare da dietro, in tal caso il piccoletto - non avrebbe fatto troppa difficoltà per realizzare e comprendere ciò che sarebbe accaduto successivamente. Infatti - benché inizialmente non lo diede a vedere - Haine notò, dopo il loro ipotetico litigio atto a confondere le sue idee, anch'esso parte integrante della strategia, che il piccoletto era svanito nel nulla. Sicuramente questi aveva pensato che con l'arrivo dell'imponente gigante - pronto a colpirlo con un attacco talmente semplice da non far altro che insospettirlo - l'albino non avrebbe notato quella minima, benché fondamentale, mancanza. Haine non poté che ghignare, lodando, almeno fra sé, la loro inventiva. L'impossibilità di potersi muovere a rotazione iniziata - altra pecca della tattica utilizzata dai giovani - decretò il loro fallimento. Il movimento in quella scomoda situazione avrebbe comportato, nel più roseo dei casi, uno sbilanciamento che avrebbe potuto anche render futile l'intero tentativo. Arrivato il momento opportuno, ovvero dopo che il giovane iniziò ad eseguire quella che sarebbe da lì a poco diventata una rotazione di centottanta gradi, Haine si limitò a spostarsi rapidamente d'un solo passo indietro, giusto quanto bastava per non farsi colpire ed apparire al contempo intoccabile, irraggiungibile.
    Ormai portatosi a distanza di sicurezza, l'albino s'adoperò nel dare una vigorosa spinta - atta a far proseguire la rotazione - alla schiena del giovane, facendogli quindi colpire la spalla del compagno ed andando conseguentemente a minare il loro già effimero equilibrio. Haine, con fare insolitamente beffardo, iniziò ad applaudire sonoramente ridendo di gusto. “Oh, davvero ottimo devo dire. Siete riusciti, seppur vagamente, a dilettarmi con questo vostro ‘spettacolino’, ragion per cui vi svelerò un segreto: anche continuando a provarci ininterrottamente non sareste mai e poi mai riusciti a colpirmi, giacché non possedete le capacità necessarie per farlo.
    Il vero scopo di questo allenamento non è quello di colpirmi, giacché per voi sarebbe impossibile, bensì quello di dimostrare di possedere abilità o talenti di varia natura. Provo ribrezzo nei confronti degli individui che non riescono a realizzare ciò, giacché non riescono nemmeno a comprendere appieno - e spesso proprio per nulla - la magnificenza della mia meravigliosa persona. A causa di quanto detto sopra, è inconcepibile ed inammissibile pensare che due moscerini come voi possano anche solo vagamente considerare di potermi sfiorare. In tutta sincerità non siete nemmeno degni di vedere la mia nobile persona, con quei vostri occhi, figurarsi sfiorarla.”
    Una tetra risata echeggiò nel dojo per svariati attimi. “Creature come voi non potranno mai concedersi lussi del genere, mai. Inoltre mi sono accorto del fatto che chiamarvi moscerini sia un insulto.. per i moscerini, ovviamente. Mi adopererò nel trovarvi una nuova definizione entro la prossima lezione, sempre che sopravviviate fino ad allora. Sapete, l'Accademia può essere un luogo oltremodo insidioso..” Rivolse un sadico sguardo ai due. “Ad ogni modo, noto con piacere che il mio compito qui è finalmente terminato, dunque non vedo alcuna ragione per degnarvi ulteriormente della mia presenza.” Rise ancora, dunque s'avviò verso l'uscita, con movenze eleganti quanto rapide.

    CITAZIONE
    Ricevete Controllo del Corpo Lv. 1 e 9 xp.
    Fate un post conclusivo.
     
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  14. Mertang
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    Il piano venne attuato magistralmente dai due studenti: pur conoscendosi da meno di due ore riuscirono ad attuare perfettamente il piano in tutti i suoi punti, dal finto litigio (durante il quale il più piccolo dei due rimase quasi spaventato dalle urla provenienti dalla montagna di muscoli) fino al "fendente umano". Tuttavia il sensei era veramente ad un altro livello rispetto alla coppia: anni di allenamento lo avevano portato ad essere un demone per il Kuchiragi e il Funnuraba in quanto riflessi e velocità, fattori che gli consentirono di schivare il colpo all'ultimo momento e far sì che Masato rocambolasse ancora una volta addosso all'altro studente.

    *Dannazione, come ha fatto?!?*

    Questo pensiero occupava la mente del ragazzo che, sicuro della riuscita del piano, non riusciva a spiegarsi come il sensei fosse stato in grado di evitare l'assalto pur essendo rimasto fermo a lungo. Tuttavia tali pensieri se ne andarono come nuvole nere spazzate dal vento quando il maestro aprì bocca, spiegando la sua netta superiorità rispetto ai due studenti e accompagnando tali affermazioni da insulti e da una sadica risata. Il ragazzo sopportò ogni singola parola senza farsi troppi problemi, avendo il maestro ragione su ogni punto esposto; inoltre tale discorso rappresentava anche il congedo per la prima lezione, cosa che fece tirare un sospiro di sollievo al povero Kuchiragi, ormai convinto di essere condannato alla bocciatura prematura per mancata realizzazione del compito assegnato.
    Mentre il sensei si avvicinava alla porta di uscita, il ragazzo si ricordò di un ultima cosa che dove fare: ormai in piedi, piegò il busto verso terra, arrivando a formare un angolo di 90° con gli arti inferiori e dirigendo la testa verso il maestro, sebbene con lo sguardo costantemente verso il suolo.


    -Sensei, vi chiedo scusa per l'atteggiamente da me dimostrato precedentemente, frutto della tensione accumulata nel corso dello scontro. Prometto che un atteggiamento simile non si presenterà mai più.

    Quindi prima di alzarsi nuovamente in posizione eretta avrebbe atteso non solo l'eventuale (ma non attesa) risposta del maestro, ma anche l'allontanarsi del rumore dei suoi passi, come segno di vero rimorso per l'atteggiamento dimostrato. Infine, volto un amichevole sguardo al compagno al suo fianco, gli avrebbe teso il braccio, porgendogli il pugno come segno di complice realizzazione; attesa la risposta del gigante a questo gesto, avrebbe raccolto la sua sacca per potersi così recare nell'atrio dell'Accademia, alla ricerca di informazioni riguardo agli alloggi adibiti agli studenti della struttura.
     
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    otawarafunnuraba

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    Il piano fu eseguito alla perfezione ma non si poteva dire allo stesso modo dell'esito che purtroppo fu un altro duro fallimento, in quanto un altro piccolo movimento all'indietro dell'insegnante riuscì a eludere l'attacco combinato dei due studenti, facendoli nuovamente collidere. Eheeheh un'altra volta a terra disse Ota ridendo e rivolgendosi sia a Masato che al sensei; per quanto la situazione non gli piacesse, il gigante si rassegnò del fatto che non sarebbero riusciti a colpire il maestro neanche continuando lo scontro per altri mille anni, dato che quest'ultimo era anni luce davanti ai due in quanto esperienza, abilità e allenamento:Prontezza di riflessi, velocità di movimento, potenza dei colpi, quel tipo è veramente un mostro porca miseria! Se tutti gli shinigami sono come lui se non più forti, ho ancora molta strada da percorrere per avvicinarmi al loro livello. Ad allungare la durate del sorriso di Ota contribuì anche la spiegazione del maestro, che sempre con tono serio, freddo e tetro, spiegò che l'obiettivo dello scontro di oggi non era quello di colpirlo, ma bensì di osservare le abilità e il talento che poteva risiedere nei due studenti. Ovviamente il gigante rimase in un primo momento sbigottito nel sapere che l'allenamento era finalmente finito e che l'obiettivo era solo quello di dimostrare di che pasta fossero fatti i due ragazzi: Ahahah, sai una cosa Masato ? credo che dietro quello spietato, demoniaco e gelido spirito, si nasconda in realtà una persona dai modi gentili e originali ahahah. La buttò sul ridere il ragazzo, mentre ora vedeva che il sensei si allontanava per uscire dalla stanza con passo elegante e veloce dopo aver notato con piacere che il suo compito per oggi era stato portato a termine; una risata altrettanto gelida riecheggiò nella stanza, come se facesse da sottofondo all'uscita del maestro, che incarnava il male di un film horror. Nello stesso momento si poteva vedere anche il compagno di lotta che si prostrò a terra chiedendo venia all'insegnante per quanto detto prima: Beh le sue scuse dopotutto ci stanno tutte; prima ha un pochino esagerato. Pensava fra sé e sé il gigante, mentre adesso si dava un sistemata alla divisa dell'accademia che, dopo una breve lotta ricca di insuccessi, si riempì di polvere e varie piegature: Cavolo! Adesso perderò tanto tempo a riportarla pulita e stirata come prima ...Dannazione! Disse il ragazzo alzando un po la voce e notando che Masato lo fissava con sguardo amichevole mentre gli tendeva il braccio porgendogli un pugno come segno di complice realizzazione e rispetto: Eheheh; son contento Masato di averti conosciuto in questo contesto ahaha; porse anche Ota il pugno e lo batté contro quello del compagno con un sorriso a 32 denti. Un nuovo legame si venne a creare; un legame di amicizia, nonchè un legame di eterno rispetto per il lavoro che probabilmente, dopo la giornata di oggi, sarebbe stato un passo avanti per divenire shinigami!

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