Allenamento [Akane Fumiya]

Hoho Lv. 1

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  1. Tamaki-kun
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    LEGENDA
    Parlato
    Urlato
    Sussurrato
    Pensato
    Parlato d'altri

    All’interno delle ampie vie lastricate che formavano l’area nota come Seireitei, in cui tutti gli shinigami di buon livello erano soliti vivere, non si poteva mai trovare un po’ di quiete. Di giorno, una miriade di ufficiali, sotto-ufficiali e sotto-sotto-sotto-ufficiali… Beh, il succo della questione era che, chiunque avesse un titolo (per quanto insignificante), era solito camminare con passo spedito tra quei viali per assolvere ai propri compiti specifici. Di notte, invece, sebbene nel mezzo della strada raramente apparissero delle persone, un ascoltatore attento avrebbe potuto udire i soffici passi e i tenui richiamo delle pattuglie che, nel buio, erano solite sorvegliare quei quartieri.
    Dalla mia abitazione, posta entro i cortili che delimitavano il distretto più centrale, quello affidato alla I Divisione, osservavo le numerose guardie con un vago senso di delusione. Sarebbe stato fin troppo facile sfuggire al loro controllo, con un po’ di intelligenza e la giusta rapidità.
    -… Questo a patto di essere degli shinigami capaci, ovviamente. Sarei quasi tentato di mettere alla prova qualcuno degli studenti appena diplomati all’accademia, ho avuto modo di vedere due figure particolarmente promettenti durante gli esami, a cui potrei fare da sensei. Un po’ di sana competizione dovrebbe giovare loro, giusto? Certo, a meno che non finiscano per farsi scoprire. La Polizia Interna non è troppo tollerante nei confronti di eventuali intrusi. L’ultimo che ci ha provato, credo stia ancora marcendo dentro qualche cella nella Torre di Sekkiseki… Chissà. Non credo che il metterli a conoscenza di questo particolare sia necessario, del resto.-

    Il giorno seguente alle riflessioni sopra riportate, un biglietto ornava ambedue i cuscini delle persone che avevo deciso di convocare. Probabilmente se ne sarebbero accorti solo una volta svegliati, senza che nient’altro potesse offrire loro indizi sulla mia presenza nella loro abitazione. Il piccolo foglio riportava queste parole:

    CITAZIONE
    Sei convocato/a davanti alla Segreteria dell’Accademia, per le ore 11 di questa mattina. Ti pregherei di essere puntuale. La faccenda è urgente e richiede la dovuta discrezione.
    Eisuke Yamada, 3° Seggio della I Divisione.

    P.S. Quando avrai letto questo biglietto, assicurati di distruggerlo. Grazie per la collaborazione.



    Al tuo arrivo sul luogo, troverai il luogo completamente vuoto eccetto per un gatto, occupato a dormire placidamente sul bancone della segreteria.

    Ho pensato ad una ruolata un po' particolare, sperando che questa possa divertirti e stimolarti a sufficienza. Se ti dimostrerai all'altezza, sarò lieto di premiarti con qualche piccolo extra adatto alla situazione.
    Che altro aggiungere... Buona fortuna!


    Edited by Tamaki-kun - 4/7/2013, 17:33
     
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  2. Feferocky
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    Narrato
    Pensato da Akane
    Parlato da Akane
    Sussurri della Zampakutou


    È un mondo strano e complicato quello del cervello umano.
    Ci sono persone che vi hanno addirittura un pezzo di legno conficcato dentro e continuano, paradossalmente, la loro meschina vita da umani.
    - Uh uh chissà che mal di testa -
    Altre che invece impazziscono senza volerlo per una malattia dovuta a cause ignote, giunta all’improvviso e che, la maggior parte delle volte, è incurabile.
    -Gioia e tripudio …-
    Altre ancora possono morire nel corpo ma lasciare “la grande noce” in vita.
    -Non che serva a molto … mi dispiace solo che non si soffra-
    -ORA BASTA! SMETTILA!-
    Erano notti che Akane non dormiva per quella voce maledetta. Era quella donna che non la smetteva di torturarla con i suoi pensieri di goduria per la sofferenza altrui.
    Il problema è che la ragazza udiva quella voce solo (o comunque soprattutto) durante il sonno.
    I sogni di Akane erano il rifugio perfetto per la sua Zampakutou-geisha-sadica. I sogni, si sa, mostrano infatti i nostri pensieri senza peli sulla lingua, completamente scoperti e indifesi e quella … donna … aveva deciso di piantarci la tenda.
    Si mise le mani intorno alla testa. Sembrava stesse per esplodere. Perché non la lasciava in pace almeno la notte? Moryou l’aveva avvertita che non sarebbe stata facile abituarsi a lei.
    Ancora le era rimasto sulla pelle quell’ultimo abbraccio del sensei, unica consolazione dalle notti insonni. Le venivano ancora i brividi al solo pensiero.
    Tuttavia quella geisha continuava a pugnalarla al cuore non appena alla ragazza passavano di mente simili pensieri. Quasi le pareva le stesse sussurrando nell’orecchio con la sua solita voce lugubre:
    -Fa male l’amore, non è vero? Che sensazione … eccitante.-
    Ok. Messaggio ricevuto. Quella notte il sonno non avrebbe avuto ragion d’essere.
    Mizu-chan era ancora raggomitolata nella cuccetta, addormentata. Tosei al contrario era sveglio; si era spaventato per l’urlo della padroncina.
    -Tranquillo Tosei … la tua padrona ha solo bisogno di una bambola vodoo per soddisfare i piaceri di una sua amica.-
    Ovviamente era pura ironia. Non si era ancora abituata al sadismo di quella donna. Certo, l’avrebbe soddisfatta prima o poi, ma era passata solo una settimana da quel giorno e ancora non c’erano novità al Seireitei.
    Voleva migliorare le sue capacità e raggiungere Moryou il prima possibile.. ma quanto ci mettevano quei vecchiacci a chiamarla? Beh. Alla fine cosa pretendeva? Aveva iniziato la sua strada come unica donna in mezzo ad una banda di uomini e, probabilmente loro erano stati considerati più forti e utili alle loro missioni.
    Tutto quell’impegno per superare il proprio limite era servito a qualcosa?
    La risposta era dentro il musetto di Tosei.
    -Tosei-kun che hai in bocca? Sputala subito!-
    Era del Seireitei! Quel gattaccio l’aveva presa da chissà dove e l’aveva di certo scambiata per una meringa o solo Kami-sama sa cosa.
    -Gattaccio del malaugurio! Se non vieni subito qui, niente dango per colazione.-
    A volte sembrava che nel cervello di quel gatto, un briciolo di intelligenza non fosse del tutto da escludere … infatti decide stranamente di collaborare.
    Qualche parola era un po’ mangiucchiata ma le parole chiave erano ancora integre per fortuna:
    -…convocata davanti a… Segreteria …Accademia, …ore 11 di questa mattina. Ti … essere puntuale. … urgente e richiede la dovuta discrezione.
    Eisuke Ya …. da, 3° Seggio della I Divisione.

    P.S. …letto questo biglietto, …di distruggerlo. Grazie … collaborazione.-


    -Oh andiamo Tosei! Guarda che hai combinato! Sembra un rebus. E poi ora come faccio a capire come si chiami questo tipo … Ya … da?-
    Sospirò e soddisfò il desiderio del gatto di mangiarsi quella letterina, che a quanto pare doveva avere un buon sapore visto che Mizu-chan, la sua compagna si era svegliata dal 31° sonno solo per assaggiarla.
    Almeno sommariamente, nonostante i danni, era comprensibile. Certo, probabilmente la ragazza avrebbe fatto una figuraccia chiamando il suo nuovo sensei Yada, ma di certo non poteva chiamarlo per nome. Ci aveva messo troppo coraggio solo per chiamare Moryou in quel modo, quindi figuriamoci.
    Le 11 arrivarono prima del previsto anche se Akane si era recata all’accademia almeno un’ora prima. Non sopportava più la presenza di quei due gatti innamorati che le facevano le fusa solo per mangiare un altro pezzo di quella lettera.
    -Gatti che mangiano carta. Ok. Adesso le ho viste tutte.- sospirò rassegnata e attese davanti alla segreteria il 3° seggio della I Divisione … Yada sensei.

    Edited by Feferocky - 5/7/2013, 14:25
     
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  3. Tamaki-kun
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    LEGENDA
    Parlato
    Urlato
    Sussurrato
    Pensato
    Parlato gatto
    Parlato Cantarella

    -Gatti che mangiano la carta? Diamine, allora devi averle viste proprio tutte.- commentò una voce nei pressi della giovane ragazza, senza che tuttavia si riuscisse ad identificarne con precisione la provenienza. Del resto, in quel luogo, c’era solo lei. O quasi.
    Dei rapidi passi stavano sopraggiungendo in quella sala così stranamente vuota, nonostante di norma gli studenti ci si accalcassero in un cicaleccio di schiamazzi e risate. Non appena si furono avvicinati abbastanza Akane riuscì ad identificarne il possessore, intento a svoltare l’angolo che li separava. Era uno studente, vestito dell’usuale abito bianco e blu che erano soliti indossare i maschi iscritti all’accademia, e al suo fianco portava un’asauchi. E un peluche. Un peluche?!? Ma non era un po’ grandicello per simili compagni? A guardarlo, sembrava avere circa diciotto anni. I capelli neri, arruffati come se una ghiandaia avesse appena tentato di costruirci il proprio nido, gli ricadevano sulla fronte e a malapena giocavano a coprire le sue iridi, di un insolito colore dorato. La sua espressione, sebbene benevola, non sembrava particolarmente sveglia.
    -Buongiorno, signorina. Posso avere l’ardire di presumere che anche lei sia stata convocata qui dal sensei, Eisuke Yamada-dono? Sono estremamente dispiaciuto di questo inconveniente, come suo unico allievo posso assicurarle che non siamo soliti importunare gli altri shinigami per i nostri allenamenti.- esordì lo studente, con un tono insolitamente educato e rispettoso nonostante il suo aspetto, che sembrava delineare una certa incuranza delle normali convenzioni sociali. Una volta giunto vicino a lei, accennò ad un inchino inclinando in avanti la parte superiore del proprio busto.
    -Sei sempre in ritardo, Cantarella. Lui non sarà contento.-.
    -A mia discolpa, posso dire che il ritardo non è dipeso da me.-.
    -Il tuo cosa?-.
    –Il mio ritardo, Chessy.-.
    -Quale ritardo?-.
    Una discussione sconclusionata, vero? Beh, se vi dicessi come doveva viverla la ragazza costretta a farvi da spettatrice, sono certo che lo trovereste ancora più insolita. Il giovane studente si stava rivolgendo al gatto comodamente disteso sopra il bancone della segreteria. E il gatto sembrava avergli risposto, rivolgendogli un’espressione straordinariamente umana!
    -Lasciamo perdere, è meglio. Parlare con te è sempre una causa persa, dovresti smetterla di far finta di essere così schizzato. Non è carino nei confronti della nostra ospite.- disse Cantarella, rimproverando quella creatura che, tuttavia, sembrava scomparsa improvvisamente dal luogo in cui, fino a pochi istanti prima, si trovava. Delle unghie lunghe ed affilate comparvero oltre la schiena del ragazzo, presto seguite dal muso rotondo di quel gatto fin troppo propenso alle chiacchiere. Ora i peli che ne ornavano il corpo sembravano essersi fatti di un acceso color violaceo nonostante, fino a pochi istanti prima, lui sembrasse un normalissimo e banale gatto bianco, grasso e pigro… Oh, ad essere sinceri, grasso lo era rimasto.
    -E chi è la nostra ospite?- domando lui, rivolgendole uno sguardo incuriosito mentre la ruvida lingua correva ad accarezzare i sottili ed affilati canini che ornavano il contorno della sua bocca. A vederlo così, sembrava quasi stesse valutando il sapore della carne di quella povera malcapitata.



    Per comodità, intendo offrirti un'immagine del ragazzo che ho sommariamente descritto:
    CITAZIONE

    Il tuo primo post mi è piaciuto, hai uno stile di scrittura fluido che ben si presta alla lettura. Per quanto riguarda ulteriori commenti, più approfonditi, preferisco aspettare di accumulare sufficiente materiale di valutazione.

    P.S. Nel mio caso, proverò ad adattare nei miei post diversi stili per adattarli man mano ai personaggi che mi ritroverò ad interpretare, sperando di riuscire a donarti un risultato soddisfacente.


    Edited by Tamaki-kun - 4/7/2013, 22:00
     
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  4. Feferocky
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    Narrato
    Parlato da Akane
    Pensato da Akane
    Neko-san
    Cantarella


    -Gatti che mangiano la carta? Diamine, allora devi averle viste proprio tutte.-
    Akane, che non aveva ancora imparato a non abbassare mai la guardia, scattò dalla sua posizione iniziale e si voltò, cercando la fonte di quella vocina. Non c’era nessuno lì. Eppure non era pazza: l’aveva sentita.
    -Che diamine … -
    Le mancate ore di sonno a causa della donna geisha potevano averle causato qualche effetto collaterale? Mm … improbabile. Quella donna era odiosa, sadica, irritante, ma di certo non avrebbe mai portato Akane alla pazzia, visto che lei stessa condivideva in parte la sua filosofia sadica.
    Akane era una shinigami, ormai. Eppure delle caratteristiche umane restano sempre. In primis la paura per l’ignoto; nel suo mondo interiore aveva avuto occasione di sperimentare la sensazione di cadere nel vuoto, di avere alle spalle qualcuno che le sussurrasse parole di morte … e anche in quell’occasione non aveva trovato nessuno.
    Magari avrebbe ripetuto quell’esperienza, ma forse non era l’ideale farlo in maniera talmente prematura, no?
    Tuttavia avrebbe avuto risposta a breve. Girò l’angolo infatti, un ragazzo (un altro?) con un asauchi e un peluc…
    -WAAAAAAAAAA… Kawaiiiiii!- sgranò gli occhi la ragazza, osservando quel fagottino celeste pronto ad essere abbracciato. Tuttavia per fortuna quelli rimasero solo pensieri intimi e riservati. Nessuno doveva sapere che adorava i peluche.
    Akane aveva abbandonato una grande parte di quella personalità e, insieme e quella, anche i suoi atteggiamenti da geisha ricca ed elegante erano nettamente diminuiti. Tutto a causa di quel volgare di un Moryou.
    Di conseguenza cercò di non pensarci e si concentrò sul ragazzo, che francamente sembrava che avesse appena terminato una lotta di cuscini. Aveva dei capelli color corvino disordinatissimi e degli occhi di un colore molto particolare.
    Era lui Yada-sensei?
    -Buongiorno, signorina. Posso avere l’ardire di presumere che anche lei sia stata convocata qui dal sensei, Eisuke Yamada-dono?-
    Ok. Non lo era.
    -Come come come??? Evvai! Nessuna figuraccia! Yamada, Akane, ricordatelo … Yamada, non Yada.-
    -Sono estremamente dispiaciuto di questo inconveniente, come suo unico allievo posso assicurarle che non siamo soliti importunare gli altri shinigami per i nostri allenamenti.- e le riservò un inchino.
    Lei rispose, abituata com’era al suo precedente modo di essere, con un inchino degno delle migliori famiglie di geishe.Che ci poteva fare? Deformazione professionale, si suol dire.
    -Ma chi è questo ragazzo? Un cavaliere della tavola rotonda? “Ardire di presumere…”? Sembra un tipo strambo. – Akane ancora non riusciva a parlare. Era confusa e cercava ancora di capire cosa stesse accadendo; prima la voce e poi un ragazzino uscito dal libro di Peter Pan.
    Tutto ciò che accadde subito dopo spiazzò completamente la ragazza, ormai incapace di reagire.
    -Sei sempre in ritardo, Cantarella. Lui non sarà contento.-.
    Ancora quella voce. Akane continuò a girarsi intorno e vide solo un gatto bianco su un bancone nella sala.
    No.
    Non era possibile.
    Andava bene ammettere di vedere un gatto mangiare dei dango … perfino la carta, ma … un gatto parlante?
    La discussione andò avanti ma Akane non la seguì con particolare interesse. Comprese soltanto che il ragazzo si chiamava Cantarella e il gatto Chessy. La situazione cominciava a diventare imbarazzante.
    Il pazzo spettinato conosceva il gatto e viceversa.
    -Per tutti gli Shinigami. Ma in tutto questo Yad … (dannazione Yamada … Ya- ma-da) Yamada sensei dov’è? Anche lui si è reincarnato nel corpo di un gatto come Moryou aveva fatto nel corpo di una piovra gigante gialla? Mmm no dubito ci siano tipi strambi come lui, ai quali venga in mente di fare cose simili. Però nemmeno qui si scherza.-
    In effetti si era quasi stupida di essersi sorpresa che un gatto parlasse. Dopo aver avuto come sensei quel pazzo, credeva che non ci fosse più nulla da vedere… ovviamente si sbagliava.
    -Lasciamo perdere, è meglio. Parlare con te è sempre una causa persa, dovresti smetterla di far finta di essere così schizzato. Non è carino nei confronti della nostra ospite.-
    -Oh! Incredibile! Si sono finalmente degnati di farmi partecipare alla discussione.-
    Non si sa come, ma il gatto si era spostato dietro Cantarella ed era diventato quasi color violetto (chissà perché, poi?). Sarebbe giunto prima o poi qualcuno che le avrebbe spiegato cosa stesse succedendo?
    -E chi è la nostra ospite?-
    -Esatto! Quale domanda filosofica più utile e fondamentale in questa situazione assurda? Calma Akane, calma. Ok. Ora risponderai ad un gatto … c’è sempre una prima volta, no? Non chiamarlo Neko-san. Non chiamarlo Neko-san …-
    Akane ci mise un po’ a rispondere, ancora del tutto confusa da tutta quella situazione. Ma aveva imparato che per educazione, era corretto presentarsi in ogni occasione, anche se si trattava di farlo davanti a.... Neko-sa… cioè ad un gatto.
    -Mi chiamo Akane Fumiya signor Neko… ehm … Chessy-san(?). Perdonatemi ma nonostante abbia visto il mio gatto mangiare della carta oggi, mi riesce ancora un po’ difficile abituarmi ad un gatto parlante.-
    Da quand’è che era diventata così tremendamente schietta?
    Poi si rivolse al ragazzo e, dopo avergli rivolto il più grande dei suoi sorrisi gli disse:
    -Quindi ti chiami Cantarella. Piacere di conoscerti.-
    -Tsk… Un altro uomo. Inutili vermi. Se non fosse per il peluche ti avrei impalato molto volentieri. Almeno la mia Zampakutou mi lascerebbe dormire per un po’.-

    Edited by Feferocky - 5/7/2013, 14:37
     
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  5. Tamaki-kun
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    LEGENDA
    Parlato
    Urlato
    Sussurrato
    Pensato
    Parlato gatto
    Parlato Cantarella

    -Perchè dovresti abituarti ad un gatto parlante? Io non mi sono ancora abituato a me st… Cough! Cough! Puah!- tossì il gatto, come se qualcosa in gola gli impedisse di continuare la sua frase. Con non pochi sforzi riuscì a rigurgitare una pallina costituita da della carta stropicciata, bava e qualche pelo, che poggiò tra le mani di Cantarella con fare imbarazzato.
    -Ehm… Sì, forse il mangiare la carta è un vizio di famiglia… Comunque sia, quel biglietto è importante! Me l’ha affidato Eisuke in persona!-.
    La giustificazione del suo gesto non sembrava convincere pienamente Cantarella, che osservava un po’ disgustato quel pezzo di carta tra le sue mani.
    -Sicuro che te l’abbia affidato lui? L’ultima volta che me l’hai detto, c’era scritto sopra “Ripulisci la lettiera del gatto”. Ed era firmato con l’impronta della tua zampetta.-.
    -Come osi! Non lo sai che anche lui è solito firmare i documenti importanti disegnandoci sopra la zampa di un gatto? Se non lo sai, significa che evidentemente non ha mai trattato argomenti di rilievo in tua presenza. Su, leggi cosa c’è scritto!-.
    -Sì, sì, come vuoi…- sospirò il ragazzo, superando la propria repulsione e distendendo la carta ormai rovinata. Per un attimo, rimase sorpreso. I suoi occhi correvano veloci e seri nel seguire le parole scritte con un inchiostro scuro, sbiadito, come se improvvisamente la situazione avesse iniziato a richiedere parte della sua concentrazione. Un moto di soddisfazione gli brillò improvvisamente sulle iridi dorate.
    -Tutto qui? Ma è semplicissimo!-.
    Con un po’ di riluttanza, forse dovuta ad essersi pentito di un simile commento, acquisì un’espressione contrita prima di porgere anche alla ragazza il foglietto che aveva appena letto. Il contenuto, a malapena leggibile, riportava questo discorso:


    CITAZIONE
    Tenete a mente le mie parole:
    "Molti frasi dicono il vero.
    Mentre altre, invece, saranno riflesse allo specchio.
    Io dico sempre la verità
    E del resto, è evidente, come il fatto che ora è notte!"


    Sono davvero contento che abbiate deciso di presentarvi alla mia convocazione.
    Io credo che questa esperienza sarà per voi davvero noiosa, forse troppo facile.
    Vi chiedo di intrufolarvi, questa notte, nel Seireitei.
    Dovrete raggiungere le mie stanze,
    aiutandovi a vicenda per arrivarci insieme.
    Avrete modo di passare con facilità le guardie a tre dei quattro cancelli presenti nella cerchia di mura.
    Un'entrata che vi sconsiglio è quella situata ad Ovest.


    Se non riuscirete a capire, potrete trovare aiuto nell’aula 42 dell’Accademia.

    -Il solito mattacchione, quell’albino. Non sembra però essere un indovinello complicato. Io vi aspetterò oltre le mura, siate puntuali!- commentò il gatto, con voce divertita. Prima che gli si potessero chiedere dei chiarimenti, però, si lasciò cadere oltre la schiena del ragazzo scomparendo alla vista. Il suo corpo non toccò mai il suolo, sembrava essersi improvvisamente smaterializzato come se niente fosse.
    –Ho sentito parlare di te, Akane-san. Se non erro, il tuo sensei ti dipingeva come una delle allieve più promettenti che avesse mai avuto... Sarà un piacere lavorare insieme, stanotte. Sono davvero emozionato!- disse il ragazzo con un cenno amichevole, sorridendo -Oh, dimenticavo di aver lasciato acceso il fuoco a casa mia! Devo fuggire!-.
    Come se niente fosse, Cantarella iniziò a correre nella direzione da cui era venuto pochi minuti prima. Era decisamente un ragazzo insolito, quasi quanto quel gatto grasso e irreale.



    Edited by Tamaki-kun - 5/7/2013, 14:15
     
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  6. Feferocky
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    Narrato
    Pensato da Akane
    Pensato dalla Zampakutou
    Parlato da Akane
    Parlato dalla Zampakutou
    Neko-san
    Parlato da altri


    -Perchè dovresti abituarti ad un gatto parlante? Io non mi sono ancora abituato a me st… Cough! Cough! Puah!-
    Tose-kun aveva cominciato ad avere quel problema molti anni prima. Palle di pelo. Nemiche giurate di ogni gatto e di ogni proprietario di gatti. Akane tuttavia era riuscita a risolvere quel disagio spazzolando il suo micetto (beh… non più tanto micetto) e dandogli dell’erba gatta. Aveva funzionato alla grande. Per abitudine (e va bene… lo confesso… siccome sa di menta, che Akane adora) la ragazza ne portava sempre con sé un ciuffo. Per questo appena riconobbe il problema ne tirò fuori un po’ per darla a neko… (NO CAVOLO!) a Chessy-san. Tuttavia rimase a dir poco shoccata nel vedere che non erano peli quelli che uscivano dal suo musetto ma…
    -Carta?-
    Anche lui? Non bastava Tosei?

    Mentre Akane era ancora immobile e con in mano il ciuffo di erba, il gatto passò il foglio al sudicio uman… ehm … a Cantarella.
    -Ehm… Sì, forse il mangiare la carta è un vizio di famiglia … Comunque sia, quel biglietto è importante! Me l’ha affidato Eisuke in persona!-.
    Il sensei? Oddio un altro tipo strambo. E usa perfino il gatto come piccione viaggiatore.
    -Sicuro che te l’abbia affidato lui? L’ultima volta che me l’hai detto, c’era scritto sopra “Ripulisci la lettiera del gatto”. Ed era firmato con l’impronta della tua zampetta.-.
    Akane si trattenne una risata con le mani, prima di tornare alla sua inconfondibile compostezza dopo un colpetto di tosse imbarazzato.
    -Come osi! Non lo sai che anche lui è solito firmare i documenti importanti disegnandoci sopra la zampa di un gatto? Se non lo sai, significa che evidentemente non ha mai trattato argomenti di rilievo in tua presenza. Su, leggi cosa c’è scritto!-.
    -Sì, sì, come vuoi … -
    Non è possibile. Quanta confidenza ci poteva essere tra quel tipo, il gatto ed Eisuke Yada? (NOOOOOO…. Yamada perdinci!!!). Tuttavia non era il momento di perdersi in stupide congetture. Cosa c’era scritto su quel foglio?
    -Tutto qui? Ma è semplicissimo!-.
    Akane aggrottò le sopracciglia e mostrò per un attimo il suo sguardo omicida. Non era possibile nasconderlo per troppo tempo. Non ce la faceva più.
    -Lurido bastardo. Chi ti credi di essere? Dammi immediatamente quel foglio impregnato di saliva, sempre che tu non preferisca che tagliuzzi accuratamente il tuo fragile corpicino e lo dia in pasto ai mammut … mmm… ora che ci penso di mammut non se ne trovano da queste parti.-
    Finalmente quel foglietto finì tra le mani della ragazza che non riuscì a trattenere un sorrisetto maligno. Che cosa poteva contenere quel foglio cosicché rendesse quel tipo così sicuro di sé?
    Akane lo lesse con attenzione

    “Tenete a mente le mie parole:
    "Molti frasi dicono il vero.
    Mentre altre, invece, saranno riflesse allo specchio.
    Io dico sempre la verità
    E del resto, è evidente, come il fatto che ora è notte!"

    Sono davvero contento che abbiate deciso di presentarvi alla mia convocazione.
    Io credo che questa esperienza sarà per voi davvero noiosa, forse troppo facile.
    Vi chiedo di intrufolarvi, questa notte, nel Seireitei.
    Dovrete raggiungere le mie stanze,
    aiutandovi a vicenda per arrivarci insieme.
    Avrete modo di passare con facilità le guardie a tre dei quattro cancelli presenti nella cerchia di mura.
    Un'entrata che vi sconsiglio è quella situata ad Ovest.

    Se non riuscirete a capire, potrete trovare aiuto nell’aula 42 dell’Accademia.


    Akane era così concentrata su quelle parole da non aver badato all’ormai lontano Neko-san, quasi svanito nel nulla. Piuttosto fu quel tipo strambo a distruggere quel momento di estrema attenzione:
    – Ho sentito parlare di te, Akane-san.-
    -Ah si? Spero tu senta presto parlare della mia doppia personalità-.
    - Se non erro, il tuo sensei ti dipingeva come una delle allieve più promettenti che avesse mai avuto... –
    Quella frase non potè far altro che farla arrossire. Moryou l’aveva descritta così?
    - Sarà un piacere lavorare insieme, stanotte. Sono davvero emozionato! Oh, dimenticavo di aver lasciato acceso il fuoco a casa mia! Devo fuggire!-.
    E anche lui sparì alla vista della ragazza.
    Inizialmente la ragazza aveva pensato di fermarlo e di dirgli:
    -Oh… aspetta. Vengo con te. Ho taaaaanta paura che ti possa far male- con uno sguardo di (ovviamente) falsa preoccupazione.
    -Chi vuoi prendere in giro, insulso umano? Pensi veramente che io non abbia capito quell’indovinello? Ingenuo e inutile verme. Pagherai caro questo atto ignobile.
    Non ci vuole l’arte, dopotutto, per capire che questa sarà una prova più che difficile e soprattutto che dobbiamo andare stanotte nelle stanze del sensei attraverso l’entrata Ovest. Ti è sembrata una scusa credibile? Bah. Ne avrai di strada da fare.
    -

    Akane aveva analizzato ogni frase dell’indovinello singolarmente. Non sapeva se il suo intuito e il suo ragionamento l’avrebbero portata alla giusta soluzione, ma di una cosa era certa: quel ragazzo aveva intuito la soluzione al primo colpo e SOPRATTUTTO sapeva dove fossero le stanze del sensei.
    -Questo è un grossissimo svantaggio, Akane. Devi assolutamente ribaltare la situazione entro stanotte. -
    La ragazza guardò il sole coprendosi parzialmente i suoi grandi occhi azzurri con la mano e calcolò un tempo di una decina di ore per pensare a un piano decente.
    Dieci ore non erano da sottovalutare: dov’erano le stanze di Yamada sensei? Come poteva entrare nel Seireitei senza dare troppo nell’occhio e soprattutto evitando le guardie?
    Innanzitutto l’importante era cercare di rispondere alla prima domanda.
    A chi chiedere? Di certo non ci sarebbe stata qualche mappa che avrebbe segnato “Stanza di Eisuke Yamada”… nemmeno fosse il capo del Seireitei. E soprattutto Akane non poteva chiedere a chiunque.
    Avrebbe destato sospetti.
    Però… di mattina qualche insegnante o qualche studente dell’Accademia si aggirava sempre fuori dalle mura della struttura. Chiedere a loro sarebbe stata un’ottima idea.
    -Dopotutto deve essere un tipo… come dire … famoso da queste parti. Anche se ora come ora sono curiosa di sapere se sia simile a Moryou.-
    Urahara Moryou. L’uomo di cui lei era ancora innamorata pazzamente. Chissà cosa stava facendo… cosa avrebbe fatto lui in quella situazione? Probabilmente avrebbe fatto irruzione nel Seireitei cercando di farsi vedere il più possibile e spaccando le ossa a tutti …
    -… non me ne stupirei… - e la ragazza rise per questi suoi pensieri.
    Finalmente. Un sano sorriso dopo tutto quel tempo. Voleva vederlo. A tutti i costi e per farlo avrebbe dovuto migliorare le sue capacità il prima possibile per raggiungerlo.
    Si diede così la carica prendendosi forte il viso tra le mani.
    -YOSH! Ganbarimasu! –
    Passarono circa una decina di minuti quando Akane vide un ragazzo piuttosto giovane con la divisa da studente che le sembrò quasi familiare e decise di chiedere a lui.
    -Ehm… salve. Mi scusi se la disturbo, ma lei è uno studente dell’Accademia Shinigami?- dare del lei sempre … tipico. Certe abitudini sono dure a morire. Davvero.
    -Oh! Ehm… Sì… Certo-
    -Stonato. Cominciamo bene. Forse era pure sovrappensiero. -
    Poi il tipo fece uno sguardo malizioso nei confronti di Akane.
    -Cosa desidera una così bella signorina da me?- e le squadrò il seno e i fianchi.
    -Ok Akane. Non hai proprio occhio per gli uomini … lo abbiamo capito. Hai beccato proprio un idiota … Ehi! Però…-
    Poteva volgere la situazione a suo vantaggio. Perché no?
    -Ora cominciamo a divertirci… -
    -Maledetta Zampakutou… e va bene fai come ti pare. Ma non attirare troppo l’attenzione.-
    -Ricevuto-
    Akane improvvisamente si avvicinò al ragazzo piegando le braccia, chiudendosi il seno, in modo da renderlo più sporgente. Guardò così il tipo con gli occhi più luccicanti e seducenti che poteva mostrare e con una voce suadente disse:
    -Oh! Finalmente un giovane dal cuore d’oro che possa darmi una semplice indicazione. Potrebbe dirmi dove si trova la residenza delle stanze di Eisuke Yamada sensei? Non so proprio dove possano essere. Ho bisogno di chiedergli un’informazione della massima sicurezza. E di chi altri potevo fidarmi se non di un uomo prestante e sveglio (si fa per dire) come lei? L’ho notato subito. Ho buon occhio per gli uomini, io. (si… come no… Moryou ne è l’esempio più lampante)-
    -Wooooo… Calma bellezza. Cosa mi dai in cambio? .
    -Ehi ehi… cos’è tutta questa confidenza…?-
    -Zittisci i tuoi pensieri, umana. Lasciami fare-
    -Uuuuh! Ma che uomo audace. Chissà che premio potrei darti se mi dici E-SAT-TA-MEN-TE quello che voglio sapere.- E gli fece un occhiolino seducente.
    -Ooooh. Si! Certo. Il mio insegnante mi parla spesso di quell’Eisuke. È un tipo a suo avviso apatico e troppo tranquillo. Non come te, dolcezza.-
    -Uh … Grazie. E delle stanze che mi dici? - Era fatta. Solo un idiota come lui poteva cascarci. Per di più non aveva una prestanza fisica così sviluppata. Doveva essere un novellino. Forse non era stata la scelta migliore, ma, se l’avesse saputo in qualche modo, sarebbe stato semplice farlo zittire.
    -Beh è facile. Lui è ufficiale di 3° grado… o quarto? Non ricordo. Ma di sicuro appartiene alla Prima Brigata. La più importante del Seireitei. Immagino che questo lo sapessi, no? Lo sanno quasi tutti qui.
    -Ehm … Certo … - Boh?
    -Beh e allora le sue stanze sono là dentro. La prima Brigata non è difficile da distinguere. Si trova al centro della struttura ed è forse tra le più imponenti del Seireitei. La riconosceresti facilmente. E … cough … ora potremmo parlare di… affari, dolcezza?-.

    L’espressione di Akane cambiò improvvisamente. Non avrebbe usato la forza con lui. Non ne valeva la pena. Si avvicinò all’orecchio del ragazzo, sussurrando con malizia e soprattutto usando la voce terrificante della sua Zampakutou che si era ormai insinuata nella sua anima come suo solito:
    -Stolto lurido umano. A parte il fatto che se mi chiami di nuovo dolcezza ti stacco le orbite con le mie mani e le dò da mangiare ai vermi... Ma dimmi...
    Cos'è che da valore alla vita umana?
    Io proprio non riesco a capirlo.
    Speravi veramente di meritare una ricompensa? D’accordo. Vorrà dire che ti donerò una morte lenta, silenziosa e cruenta così da rendere ancora più evidente la tua anima sozza e inutile.
    Oppure hai una seconda possibilità (Caspita quanto sono magnanima…) … Puoi scegliere di dimenticare quello che è successo, quello che ti ho chiesto e quello che mi hai detto …
    Sai?
    Ho sentito dire da qualcuno che gli uomini sopravvivono attraverso il ricordo... Ma ti dico una cosa… - e lo guardò fisso in volto con gli occhi assetati di sangue e con il peggior sorriso che potesse mostrare – in questo caso credo che tu possa sopravvivere meglio dimenticando...-

    Vi posso dire soltanto che il tipo poteva concorrere ai 100 m a livello mondiale. Scappò a gambe levate e molto probabilmente non si sarebbe fatto vedere all’Accademia per molto tempo.
    Sì… probabilmente una cosa così complicata non era necessaria, ma la Zampakutou di Akane spesso aveva fame. Fame di dolore. E se non veniva soddisfatta ogni tanto avrebbe potuto manifestarsi in modi inaspettati e spiacevoli. Akane non si era ancora abituata alla sua presenza ma almeno questo lo aveva capito.
    Perfetto, dunque. Prima brigata.
    Primo problema risolto.
    Akane decise di dirigersi verso le sue stanze e di ragionare un po’ su come entrare nel Seireitei senza dare nell’occhio e senza destare sospetti.
    Le venne subito in mente un piano abbastanza semplice: entrare dall’entrata Ovest al momento del cambio delle guardie. In particolare doveva assicurarsi che le altre guardie non spuntassero proprio nel momento in cui lei cercasse di entrare nella struttura.
    Come fare? Forse distraendole con qualcosa?
    Ma cosa?
    Ci ragionò moltissimo a tal punto che passarono molte ore ma non le venne in mente nulla. Mancava poco tempo all'ora della missione. Così per calmarsi ne approfittò per andare a curare i suoi ikebana. E fu allora che le venne l’idea. Un’idea a dir poco geniale.
    Ikebana... piante... Un fumogeno.
    Aveva sentito dire che, in giro nel quartiere dove Akane abitava prima, alcuni bambini usavano un fertilizzante e dello zucchero per creare questi aggeggi che facevano un sacco di fumo. Non ci voleva nulla per farli. Proprio lì vicino si poteva trovare quel fertilizzante.
    Era una pazzia ma poteva funzionare. Per accendere il fumogeno sarebbe bastato appiccare scintille da pietre scheggiate.
    Akane si recò così a prendere tutti gli ingredienti. Era quasi sera ma c’era ancora un po’ di tempo. Avrebbe distratto le guardie, al momento del cambio, con il fumogeno, in una posizione abbastanza lontana da darle almeno il tempo di entrare.
    Poi avrebbe cercato la struttura al centro del Seireitei: la Prima Brigata.
    La missione era cominciata.

    spero vada meglio... ho fatto alcune modifiche e spero di aver ottenuto un risultato più soddisfacente XD


    Edited by Feferocky - 2/9/2013, 12:19
     
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5 replies since 4/7/2013, 16:14   82 views
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