Classe J [II]

Controllo del Reiatsu Lv. 1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    13° SEGGIO

    Group
    MOD GDR
    Posts
    3,693

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Classe J
    Sensei: InTheMaze / Arãshi (Haine)
    Allievi:
    - Nelinho™ (Ikki Ikusaba)
    Classe Completa.

    In caso avessi bisogno della mia scheda puoi trovarla qui.


    Ti viene recapitata, durante la notte, una busta contenente un'insolita missiva. Questa è vergata da una grafia bianca alquanto confusionaria ed incomprensibile, tant'è che impiegherai diversi minuti prima di poterne decifrare il contenuto.
    CITAZIONE
    Presentati all'ingresso dell'Accademia alle ore nove.
    Eventuali ritardi non saranno tollerati.

    Il messaggio non recherà alcun genere di firma o sigla atta a render nota l'identità del mittente, della quale rimarrai completamente all'oscuro. Al tuo arrivo troverai solamente un albino alquanto atipico con indosso una divisa da Shinigami, appoggiato ad un muretto adiacente all'ingresso.
     
    Top
    .
  2. Nelinho™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ikki Ikusaba

    Narrato Parlato Parlato Altrui

    Notte. Una notte tranquilla, che non porta con sé nessun rumore, se non qualche placido fruscìo delle foglie. La testa azzurrina dell’Ikusaba si rotola sonnolenta sul cuscino, lasciando il calco del suo viso addormentato su di esso. Mormora parole incomprensibili nel suo sonno, forse testimoni di un qualche sogno che sta vivendo in questo momento. Gli occhi, naturalmente chiusi, non accennano a schiudersi, vista l’ora in cui si trova. Troppo presto. La cosa che non sa è che, volente o nolente, lo dovrà fare molto presto. Ora è a tutti gli effetti un Apprendista Shinigami. O Studente. Chiamatelo come volete, lui quello è. Ed in virtù di ciò, ha degli obblighi a cui deve adempiere, primo fra tutti, l’obbligo di frequenza. E poi, che ne sarebbe dei suoi buoni propositi, se saltasse il secondo giorno di lezioni?

    Mhnn…Mhhhm..

    Non vuole cedere, sta troppo bene così, nel suo sonno. Continua a parlottare, convinto di vivere o rivivere particolari eventi, reali o inventati. Ma il suo sonno sta per durare molto poco ancora.

    Mhn…nh..oh?

    Il suo sonno viene interrotto da insoliti fruscii, anche abbastanza forti, che lo destano dai suoi sogni. Gli occhi permangono semichiusi, sonnolenti, il volto gonfio. Schiocca la lingua per varie volte, poi, silenzio. Non ha nemmeno la forza di parlare. Qualche ciocca azzurrina rimane confusamente appiccicata al volto. La barbetta che si è lasciato pigramente crescere sul volto, abbinato a quei capelli scarmigliati gli conferisce un aspetto trasandato. Il volto è puntato verso la porta, da dove provenivano quei rumori, ad ora totalmente cessati. Dopo qualche minuto di completa stasi, molto probabilmente impegnato a raccogliere forze a malapena sufficienti per alzarsi dal letto, il ragazzo compie il passo decisivo per avviarsi, oramai sveglio. Con un placido colpo di reni, aggiustato da una modestissima spinta con le braccia, puntellate sul letto, il ragazzo si butta sulle sue ginocchia, compiendo poi uno sforzo colossale, riuscendo a guadagnare finalmente la posizione eretta.

    Mhnggghhh, mhhh…nhghh…

    Se gli ponessero adesso la domanda “qual è stato più faticoso, svegliarsi ora o scalare un albero di 50 metri?”..beh, lui risponderebbe molto probabilmente con la prima, aggiungendo un grugnito di stanchezza. Con andatura claudicante, il giovane Ikki si trascina stancamente per quei pochi metri che lo dividono dalla porta, previa buttarsi malamente a terra, sostituendo probababilmente un eventuale posa sulle ginocchia, allungando dunque un gracile braccio per afferrare una semplice busta.

    Mh..nh.

    Apre a fatica gli occhi. La pelle rosea, è imperlata di sudore, risultando lucida. Apre la bocca, la schiude un momento, per provare a dire qualcosa. Poi la richiude. La riapre, e la richiude. No, non ce la fa. Si ficca stancamente la lettera in saccoccia, se così si può definire un pezzetto di stoffa aggangiato ad un fianco della povera tunica marroncina che costituirebbe il suo vestiario “principale”. Riportatosi sul letto, si mette in una posizione tale da poter leggere la lettera. Seduto, darebbe le spalle a quella nicchia definibile come finestra, facendo si che dei timidi raggi di luna trapelino sulla candida carta.

    Mhb.

    Fatalità, come se non bastasse la lettera è scritta con una calligrafia illeggibile. Il massimo. Socchiude gli occhi, prima aperti per un breve istante, tentando di mettere a fuoco quei caratteri sghembi. Passa una manciata di minuti, circa una decina, prima che il ragazzo sia effettivamente in grado di poter decifrare il contenuto della lettera completamente.

    Presentati all’ingresso dell’Accademia alle ore nove.
    Eventuali ritardi non saranno tollerati.


    Poche parole, ma concise. Il volto del ragazzo pare prendere tono, risvegliarsi, anche se di poco. Si volte, verso quello sprazzo di luna che trapela dalla finestra. E’ ancora presto, ma bisogna incominciare a prepararsi. Ora un po’ di energia l’ha riguadagnata. Con un colpo di reni ben più deciso e convincente di quello precedente, il ragazzo si rimette in piedi, dirigendosi fuori dalla sua abitazione. Chiusa la porta alle sue spalle, si incammina, con passo più dritto e di poco più svelto di prima, verso il pozzo, dove, una volta arrivato, si toglie la tunica, e si da una lavata, presa l’acqua necessaria. Poi, si ferma un istante ancora. Volta la testa, sempre senza dire nulla, all’intorno. Tutti dormono ancora. Ma lui no, lui non può. Non nega una certa riluttanza, come dimostrato dalle sue azioni precedenti, ad abbandonare il suo letto accogliente, ma di certo non può lasciare così le lezioni alla Shin’O. Finito il lavaggio, torna dentro, sostituendo la sua tunica con la divisa “d’ordinanza” dell’Accademia. Tunica bianca sopra, hakama blu sotto. Infilati anche i sandali, non gli resta che risvegliarsi completamente, del resto è ancora presto. Mentre aspetta, camminando per il cortile, si chiede chi sia il sensei odierno.

    Di sicuro non è Eleanor-sensei…non mi sembrava così diretta nel suo modo di fare..

    Ragiona lui, curioso di incontrare il sensei. E senza nemmeno accorgesene, si fa mattina. Ora la luna comincia a lasciare il posto a qualche raggio dorato, il cielo si schiarisce, toccando prima le tonalità del violetto, e poi dell’azzurro. E’ il momento di andare. Tutto ben vestito, il ragazzo si avvia rapidamente verso l’Accademia, attraversando i vari distretti. Fortuna sua che abita nel tredicesimo. Chissà la traversata se fosse stato nel trentesimo, o ancora dopo! Un’impresa, non c’è che dire. Per fortuna sua, però, non ci metterebbe troppo a presentarsi all’ingresso dell’Accademia, rasentando i suoi muri bianchissimi, di un bianco puro. Lo sguardo bluastro si alza, poi si guarda intorno. Non dovrebbe mancare molto alle Nove. E’ ora che anche il sensei si faccia conoscere.

    Stato personale

    Stato Mentale: Sveglio, pronto per la prossima lezione

    Stato Fisico: Riposato

    Reiatsu: 30



    Edited by Nelinho™ - 6/8/2013, 10:08
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    13° SEGGIO

    Group
    MOD GDR
    Posts
    3,693

    Status
    Anonymous
    Mi piace il tuo stile. Non ho nulla da dire, per ora, tuttavia trovo che scrivere il post due volte non abbia molto senso. Tienilo pure nel riquadro, non è importante.

    Narrato
    Parlato

    Il giovane appena arrivato pareva essere diverso da quella marmaglia d'incompetenti di cui Haine si prendeva solitamente cura. Tralasciando il fatto che aveva già completato il primo allenamento, pareva ch'egli fosse addirittura.. abile, almeno all'apparenza, solitamente ingannevole. Tuttavia supporre ciò basandosi soltanto sull'aspetto ed una prima impressione - ergo su fattori assai incerti - oltre ad essere improduttivo non era affatto sicuro, ragion per cui le suddette conclusioni si sarebbero rivelate, molto probabilmente, non corrette; non che l'albino ci ponesse particolare attenzione. Fidarsi di esse sarebbe stato solamente controproducente, preferiva di gran lunga testare il suo studente in maniera pratica. Adorava approfittare del suo sgradito ruolo per divertirsi coi suoi poveri studenti, era quasi divenuta una ragione di vita per lui. La mera analisi della sua figura durata un paio di secondi non lo soddisfava affatto, ragion per cui s'era avviato in direzione del giovane, ormai dirimpetto all'ingresso, ponendosi dinanzi a lui. “Ebbene, saresti tu la mia nuova vittima?” Ghignò, mentre un vago barlume d'interesse andava a manifestarsi nei suoi occhi, solitamente vuoti ed inespressivi. Si prese il suo tempo per squadrarlo al meglio, ignorando tutto il resto attorno a sé. Esteticamente non pareva per nulla diverso da tanti altri; certo, aveva un aspetto alquanto particolare, ma molti di quelli che si presentavano in accademia erano come lui, dunque non c'era di che stupirsi. Ciò che gli importava non era il colore degli occhi o dei capelli, ma le ipotetiche potenzialità celate in lui, che non si potevan certo verificare mediante una mera analisi, ragion per cui non si diede più di tanto da pensare. “Mi sembri un tantino fragile, sicuro di volere rischiare in questo modo la tua vita?” Sorrise in modo tetro e lugubre. “Considerando che odio tergiversare e che tu sei alla seconda lezione, ritengo sia opportuno tralasciare tutti quei futili nonché sgraditi formalismi e convenevoli che son soliti farsi all'arrivo in accademia. Credo che tu sappia già tutto ciò che dovresti sapere, e se così non fosse il problema è tuo, di certo non mio.” Alzò dunque il braccio sinistro con fare teatrale, facendogli cenno di seguirlo, mentre s'avviava all'interno dell'edificio Accademico, prestando ben poca attenzione al responso del giovane. Attraversò rapidamente svariati corridoi pieni di studenti, evitandoli uno dopo l'altro zigzando agilmente fra loro, totalmente noncurante del suo allievo; seguirlo o meno era a sua discrezione, e se quel probabilmente tedioso allenamento sarebbe finito ancor prima d'iniziare non gli sarebbe dispiaciuto affatto. Arrivati dinanzi ad una porta scorrevole apparentemente identica a tante altre, l'albino si fermò, aprendola con fare elegante e rivelando conseguentemente un dojo di medie dimensioni alquanto spoglio, privo di qualsivoglia genere d'arredamento e dunque molto probabilmente utilizzato per allenamenti di sorta. Entrò, sedendosi al centro e facendo languidamente segno al giovane studente di fare lo stesso. “E' bene che tu sappia che da ora in poi il tuo destino versa nelle mie mani, tuttavia non ho alcun interesse nella tua salvaguardia, ragion per cui non garantirò la tua incolumità, sia essa fisica o mentale.” Ghignò sadicamente, continuando a guardare il giovane e distendendo nel frattempo il braccio sinistro in avanti. “Dunque, tornando a noi,” disse, rivolgendo il palmo al cielo ed iniziando a convogliare il reiatsu su di esso, “dato che, come avrai ben potuto capire, sono una persona assai gentile e caritatevole, ti offrirò la possibilità d'andartene in caso tu avessi un qualche genere d'esitazione dopo la mia premessa. In caso contrario, permettimi di metterti al corrente sull'obiettivo di tale allenamento.” Col reiatsu precedentemente accumulato l'albino andò a materializzare sul palmo una sfera di reiatsu di colore nero, apparentemente perfetta e priva d'imperfezione alcuna. “Dovrai fare questo.” Fece una breve pausa. “Per farlo, sarà necessario convogliare il reiatsu ove ti serve, in questo caso sul palmo, e cercare di dargli una forma vagamente sferica. Dovrai prima cercare d'immaginare tutto il processo, sentire l'energia dentro di te, concentrarla verso il palmo, materializzarla e plasmarla in modo che risulti sferica, rendendola al contempo stabile ed assicurandoti di poterla controllare, in modo da evitare possibili e probabili esplosioni. Essendo il tuo primo tentativo non m'aspetto che riuscirai a raggiungere un risultato nemmanco vagamente simile al mio, tuttavia dovresti essere in grado di farcela, in qualche modo. Permettimi d'avvisarti, però: in caso dovessi concentrare troppo reiatsu, potresti anche perdere l'intero braccio.” Ghignò, deliziato e curioso dei possibili sviluppi. Nutriva l'innegabile desiderio di vederlo fallire e di conseguenza ferirsi. Amava quando i suoi studenti soffrivano dopo aver fallito, non v'era visione migliore di quella, per lui. “Orbene, ritengo sia futile perderci in ulteriori chiacchiere che risulterebbero, fra l'altro, vane, dunque prego, inizia pure.”

    Edited by Arãshi - 6/8/2013, 03:34
     
    Top
    .
  4. Nelinho™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ikki Ikusaba

    Narrato Parlato Parlato Altrui

    Sono oramai le nove. Dovrebbe arrivare a breve. Lo stravagante azzurrino si guarda intorno, non con fare impaziente, quanto curioso, curioso di scoprire che tipo di persona lo porterà avanti nel suo ciclo di studi e che tipo di lezione dovrà affrontare. Spalanca gli occhi, facendoli palleggiare sulle varie figure che si avvicinano alla struttura. Ma non è lui a trovare il suo Sensei, nonostante il suo atteggiamento da “sentinella”, ma bensì il Sensei stesso, che ha trovato lui, che dopo averlo analizzato si..presenta, offrendo il suo biglietto da visita, per così dire. L’impressione che suscita nell’Ikusaba non è delle migliori. Quantomeno, non capisce dove voglia andare a parare.

    Ebbene, saresti tu la mia nuova vittima?

    Piega il capo di lato, lievemente, mentre sul suo volto roseo, tratteggiato da una leggera barbetta bluastra, si disegna un’espressione di leggero disappunto. La bocca si schiude appena, lasciando intravedere una bianca chiostra di denti.

    Ehm…se con “vittima” intende “studente”, si…sono proprio io.

    Cerca di essere quantomeno schietto, senza dare troppo l’impressione di uno che si lascia cogliere alla sprovvista. Cerca piuttosto di dare una parvenza di esperienza, senza pretendere di farsi vedere come un uomo navigato - che proprio non è e si vede da lontano, per giunta -.

    Sono Ikki Ikusaba, Sensei.

    Un minimo di presentazione che non fa mai male. Giusto per completare il tutto.

    Mi sembri un tantino fragile, sicuro di volere rischiare in questo modo la tua vita?

    Afferma lui, sfoggiando un sorriso tetro, sadico, che di sicuro non viene apprezzato dall’Ikusaba, che a quanto pare, questa volta non è stato aiutato dalla Dea Bendata, anzi.

    Non sono sicuro che questo dettaglio sia di importanza rilevante, Sensei.

    Contrattacca il ragazzo, mostrando sempre quel pelino di educazione e rispetto che non guasta mai, cercando di non essere imprudente o sgarbato, anche perché visto il carattere decisamente singolare del Sensei – anche più dell’Ikusaba, ed il che è tutto dire – non si sa mai il risvolto che le sue parole possono avere su di lui. Tuttavia cerca di esprimere il suo punto di vista, rafforzato dall’esperienza della sua prima lezione, che lo ha visto primeggiare – essendo da solo, visto il forfait degli altri due “compagni” – nella prova affidatagli, dimostrando che qualche potenzialità, seppur celata ancora, ce l’ha. Quella risposta, dunque, è il frutto della sua esperienza diretta, e gli esce naturale, come respirare.

    Considerando che odio tergiversare e che tu sei alla seconda lezione, ritengo sia opportuno tralasciare tutti quei futili nonché sgraditi formalismi e convenevoli che son soliti farsi all'arrivo in accademia. Credo che tu sappia già tutto ciò che dovresti sapere, e se così non fosse il problema è tuo, di certo non mio.

    Molto molto diretto. Più va avanti, e meno riesce a dissimulare il disappunto che lo caratterizza in questi momenti, specialmente dopo questi “biglietti da visita”, che più che essere cartacei sembrano incisi su proiettili, per essere sparati nella mente del ragazzo, che però, mantenendo un certo profilo di rigorosa educazione, cerca di eludere qualsiasi manifestazione di insofferenza nei confronti del Sensei, che non ama andare tanto per il sottile.

    Ahhm…ok..

    Considerato che il Sensei nemmeno lo calcola, questo è il massimo che l’azzurrino riesce a dire. Fissa la mano dello Shinigami, che si agita davanti a lui, in un blando cenno da parte di Haine di seguirlo. Obbedendo, il ragazzo avanza, direttamente dietro di lui, attraverso le varie stanza ed aule della Shin’O, curiosando con lo sguardo intenso all’intorno, scoprendo aule che non aveva mai visto. Effettivamente, per la prima lezione non ci ha fatto troppo caso, essendo più concentrato a cercare la Sensei, finendo poi per fare lezione…su un albero. Dribbla gli altri studenti, per poter stare dietro ad Haine, finché finalmente non arrivano a destinazione. E qui, ancora una volta lo Shinigami a cui hanno affidato l’istruzione del ragazzo dimostra il suo carattere con un’ennesima stilettata, una delle tante in un così breve lasso di tempo, che ancora una volta spiazza completamente il ragazzo.

    E' bene che tu sappia che da ora in poi il tuo destino versa nelle mie mani, tuttavia non ho alcun interesse nella tua salvaguardia, ragion per cui non garantirò la tua incolumità, sia essa fisica o mentale.

    Bene, non poteva andare meglio. Il ragazzo si passa placidamente una mano lungo la sua chioma dallo stravagante colore azzurrino, annuendo lievemente con il capo, all’affermazione del Sensei, poco dopo essere entrati nella spoglia auletta, che fungerà da luogo per il suo allenamento.

    Dunque, tornando a noi, dato che, come avrai ben potuto capire, sono una persona assai gentile e caritatevole, ti offrirò la possibilità d'andartene in caso tu avessi un qualche genere d'esitazione dopo la mia premessa. In caso contrario, permettimi di metterti al corrente sull'obiettivo di tale allenamento.

    Afferma lui. Finalmente si comincia. Il ragazzo lascia perdere l’incipit della frase, tanto ormai ha capito quale sarà l’andazzo della lezione attuale e di quelle future, in caso fosse sempre lui l’insegnante, quindi è inutile starci troppo a rimuginare. Stravagante si, ma stupido non è, l’Ikusaba. Segue il movimento, abbastanza insolito, del Sensei, osservandone la strabiliante – a giudicare dall’espressione meravigliata del giovane Ikki – dimostrazione pratica.

    Dovrai fare questo.

    Certo, come se fosse la cosa più semplice di questo mondo. Una sciocchezza. Chiunque riuscirebbe a creare una sfera perfettamente tondeggiante di nonsisaquale energia arcana – ricordiamo che il ragazzo non sa assolutamente nulla della reiatsu, se non il nome – dal palmo della sua mano. Ovvio. Però, adesso sa che questa Reiatsu non si mangia. E’ un’energia, che sta nel corpo – ma ce l’avrà veramente anche lui? Chissà..- e che bisogna tirare fuori. Basta, stop. E’ quanto ha capito.

    Per farlo, sarà necessario convogliare il reiatsu ove ti serve, in questo caso sul palmo, e cercare di dargli una forma vagamente sferica. Dovrai prima cercare d'immaginare tutto il processo, sentire l'energia dentro di te, concentrarla verso il palmo, materializzarla e plasmarla in modo che risulti sferica, rendendola al contempo stabile ed assicurandoti di poterla controllare, in modo da evitare possibili e probabili esplosioni. Essendo il tuo primo tentativo non m'aspetto che riuscirai a raggiungere un risultato nemmanco vagamente simile al mio, tuttavia dovresti essere in grado di farcela, in qualche modo. Permettimi d'avvisarti, però: in caso dovessi concentrare troppo reiatsu, potresti anche perdere l'intero braccio.

    Va bene…

    Un assenso che ha poco di esso, sembra più una ripetizione meccanica. Poi, inaspettatamente, come se avesse avuto una sorta di ideona, di illuminazione o robacce simili, alza il capo all’improvviso, fissando il sensei negli occhi. Il suo sguardo pare illuminarsi, diventando ancora più intenso.

    Una domanda, Sensei.

    Se fosse stata accolta la sua richiesta, il ragazzo si accingerebbe a porre il suo dubbio.

    Mi dica, questa cosa…è più difficile che scalare un albero?

    No comment. E’ veramente difficile capire dove voglia andare a parare, quale sia lo scopo di tale domanda.

    Ma un albero grosso, eh. Una cinquantina di metri.

    Dati importanti, essenziali per la comprensione della domanda. Che comunque risulta criptica. Apparentemente non pare avere un suo perché, ma magari nella sua testa ce l’ha, eccome. In seguito, scrolla le spalle, indipendentemente dalla risposta del Sensei, come se avesse momentaneamente perso interesse in essa, riabbassando il capo, lasciando che il volto venga coperto da qualche ciocca azzurrina, che ricade davanti a lui, scendendo di poco sotto gli occhi. Sembrerebbe che ora sia lui a condurre la lezione, con questa domanda. Rimane silenzioso, fissando il pavimento. Sembra concentrarsi, anche perché non ci tiene a perdere un braccio per creare una palla, che di utile non ha nemmeno il nome. Divarica leggermente le gambe, stendendo l’esile braccio destro, ancora un po’indolenzito dalla lezione del giorno prima. Cerca di immaginare dentro di sé una sorta di energia misteriosa, una corrente di energia che fluisce nel suo corpo, tentando di canalizzarla all’interno del suo braccio. Cerca anche di rallentare la respirazione in tutto questo processo, per aiutarsi, con le tecniche apprese il giorno prima, di restare concentrato più a lungo e meglio. Una volta che la sua mente ha provato a canalizzare quest’ipotetica ondata di reiatsu nel braccio e dunque sul palmo della mano, rivolto verso l’alto, prova a farla fuoriuscire da essa, materializzandola, di colore blu, come i suoi occhi, un blu cobalto, intenso, forse più scuro, come il mare di nottem debolmente illuminato dal riflesso lunare, in una sfera, cercando di compattarla come può. Per sicurezza, cerca di non materializzarne troppa. In caso dovesse riuscirci, non vuole rischiare di esagerare. Il braccio gli piace così com’è.

    Stato personale

    Stato Mentale: Concentrato sull'esercizio

    Stato Fisico: Leggermente affaticato dalla lezione precedente

    Reiatsu: 30



    scusa per il doppio post precedente, l'ho tolto xD stavo mettendo la tabella e mi sono dimenticato di aver già il testo, e ho finito per rimetterlo per la seconda volta ;) pardon!
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    13° SEGGIO

    Group
    MOD GDR
    Posts
    3,693

    Status
    Anonymous
    Ancora niente da dire, più andiamo avanti e più il tuo stile mi piace, ottimo lavoro.


    L'albino ghignò languidamente, ignorando, almeno in un primo momento, il quesito postogli dallo studente, che pareva esser davvero sveglio, almeno per quel poco ch'aveva visto di lui fino a quel momento. La domanda che gli aveva posto era indubbiamente atipica, tuttavia era chiaro che il giovane si stesse riferendo, con molta probabilità, al suo primo allenamento, considerando che non aveva fatto altro. Probabilmente voleva paragonare i livelli di difficoltà o qualcos'altro del genere, nonostante fosse completamente futile, considerando la diversa tipologia dei due allenamenti. Scalare un albero era una prestazione fisica, mentre la materializzazione del reiatsu era tutt'altra cosa. “Dipende da te.” Si limitò a dire, laconico e freddo come non mai, continuando, nel frattempo, a tenere gli occhi puntati sul giovane, che pareva essere alquanto deluso da quel suo nuovo sensei, non che a quest'ultimo importasse particolarmente. Evidentemente non era abituato a premesse tanto crude e dirette, ma l'albino non se ne crucciava; ci si sarebbe abituato, prima o poi. Oppure no, ma in fin dei conti non era mica un suo problema. Finché l'avrebbe visto farsi male e ferirsi durante gli allenamenti non avrebbe avuto alcunché di cui lamentarsi, e tanto gli bastava per esser soddisfatto. Tornò a concentrarsi sulla figura del giovane, che pareva aver iniziato a concentrarsi; aveva allargato le gambe, disteso il braccio in avanti ed infine chiuso gli occhi, iniziando probabilmente a cercare di percepire il reiatsu dentro di sé. Non v'era metodo più semplice di quello, ergo egli avrebbe dovuto, se non completare immediatamente l'allenamento, perlomeno materializzare un poco di reiatsu, dando la prova dell'esistenza delle sue abilità, finora ipotetiche. Desideroso di vedere fino a dove poteva arrivare da solo, l'albino aveva volontariamente tralasciato svariati particolari abbastanza importanti con la speranza di farlo arrivare ad essi mediante ragionamento o intuito; non gli importava particolarmente il mezzo, bensì il fine. Tale presupposto pareva esser stato soddisfatto, almeno in parte, giacché il giovane era riuscito a racimolare un vago quantitativo d'energia ch'andava pian piano a concentrarsi sul suo palmo. Tuttavia - benché egli avesse compreso i rudimenti senz'alcun aiuto da parte del suo sensei - quella misera quantità non sarebbe di certo bastata per riuscire a creare una sfera, ragion per cui sul palmo del giovane andò a materializzarsi giusto una scintilla di reiatsu che scomparì ben presto. A tal punto Haine iniziò ad applaudire, permettendo di realizzare al giovane quanto tale gesto fosse beffardo da parte sua. “Bene, bene. Nonostante io ti abbia solamente dato informazioni generiche e non molto utili sei quasi riuscito a completare l'allenamento.” Ciò dimostrava che la sua prima analisi, sebbene fosse assai imprecisa e frettolosa, s'era rivelata alquanto corretta, al contrario delle sue aspettative. “A quanto pare hai compreso, più o meno, il metodo tramite cui materializzare il reiatsu ch'è dentro di te. Tutto ciò che devi fare ora è cercare di concentrare un quantitativo maggiore d'energia, evitando tuttavia di eccedere; il minimo errore potrebbe costarti assai caro, ergo poni particolare attenzione a ciò fai.” Fece una breve pausa. “Devo ammettere che mi duole il fatto di non aver ancora visto un tuo fallimento che sarebbe stato sicuramente accompagnato da una tanto ridicola quanto ilare espressione di dolore a causa della probabile esplosione.. Oh, cosa darei per vederti gridare! Sarebbe indubbiamente delizioso, sì.” Vederlo dolorante e disteso in una pozza di sangue, mentre gridava per chiedere aiuto; oh, come gli sarebbe piaciuto. Generalmente parlando, finché v'era almeno una traccia di sofferenza in lui egli si sarebbe potuto ritenere soddisfatto, giacché era certo che quel giovincello avrebbe potuto metter in scena uno spettacolo davvero apprezzabile, nonché delizioso. Tuttavia dovette, almeno momentaneamente, rassegnarsi alla realtà, ergo al fatto ch'era ancora incolume, suo malgrado. Era raro che i suoi studenti non si ferissero durante il primo tentativo, e quando ciò accadeva Haine non poteva che dispiacersene, dato che veniva privato dell'unica soddisfazione rimastagli nell'esercitare quella professione, altrimenti oltremodo tediosa. Odiava seguire giovani incompetenti che cercavano in tutti modi di divenire Shinigami giusto per vantarsene, ed era passato fin troppo tempo per potersi permettere di gioire d'un successo di uno di questi, non che gli fosse mai importato. In fin dei conti, anche se un suo allievo riusciva ad arrivare all'esame completando tutti gli allenamenti - cosa assai improbabile - a lui non ne veniva in tasca niente, ragion per cui non vedeva ragione alcuna per felicitarsi dei possibili successi ottenuti dai suoi tanto adorati allievi. Tacque per diversi attimi, ritrovando infine la solita inespressività. “Orbene, sei pregato di riprovare. Il fatto che tu non ti sia ferito durante questo tuo primo tentativo non implica che accadrà lo stesso nel secondo. Sai, gli incidenti accadono, e spesso son inevitabili.” Ghignò sadicamente, guardandolo.

    Edited by Arãshi - 7/8/2013, 01:36
     
    Top
    .
  6. Nelinho™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ikki Ikusaba

    Narrato Parlato Parlato Altrui

    Beh, diciamo che come primo tentativo non gli dispiace. Consiederando che fino a pochi istanti prima non aveva mai sentito, se non di nome, parlare della reiatsu, riuscrne ad evocare quantomeno una scintillina alla prima botta, rimanendo per giunta illeso – sempre che una cosa del genere abbia potenzialmente capacità distruttive -. Rialzando il capo, mostra un sorriso puro, semplice, ma convinto. Gli è garbata la cosa, e non lo nasconde. E gli piace ancor di più il fatto che il suo Sensei sia rimasto a bocca asciutta.

    Dipende da te.

    Da me? Oh..

    Bofonchia, ribattendo alla risposta del Sensei sulla difficoltà dell’esercizio. Sgrana gli occhi, gesticolando un po’, senza proferire nulla.

    Se fosse per me…beh, la farei facile facile.

    Già. Per chiunque sarebbe questa la speranza. E di ferirsi, no, non ne ha proprio voglia. Ciò non lo induce, però, a mettersi sulla difensiva, e magari non fare nulla per poter stare tranquillo. In fondo in fondo, questo Shinigami lo sprona a fare di meglio. Il desiderio che man mano cresce nel ragazzo dai capelli azzurri di vedere il Sensei letteralmente rodersi l’anima –rosicare per essere più diretti – dall’insoddisfazione lo spinge a fare sempre di meglio, anche per soddisfazione personale. Perché la sfida indiretta con Haine non è che in secondo piano. L’importante per lui, è riuscire per poter aiutare. Se lo fa non lo fa per sé stesso, perché gli piace vantarsi, sebbene non disdegni un po’ di soddisfazione per essere riuscito a fare qualcosa di buono, ma per poter essere sicuro di avere le carte giuste da giocarsi, una volta superata la fase dell’Accademia. Non pretende di essere un fenomeno, ma dare il suo bravo apporto alla causa, quello si.

    Bene, bene. Nonostante io ti abbia solamente dato informazioni generiche e non molto utili sei quasi riuscito a completare l'allenamento.

    Quasi. Se non fosse stato per quella parola, la frase sarebbe risultata soddisfacente. Riuscire a convincere un “cliente” così ostico come questo Sensei dall’indubbio sadismo al primo colpo sarebbe stato un traguardo non da nulla. Ma quel “quasi” denota una certa componente ironica, che però non scoraggia il ragazzo, anzi, lo motiva a fare meglio. In fondo, per una prima volta è buona come prestazione.

    A quanto pare hai compreso, più o meno, il metodo tramite cui materializzare il reiatsu ch'è dentro di te. Tutto ciò che devi fare ora è cercare di concentrare un quantitativo maggiore d'energia, evitando tuttavia di eccedere; il minimo errore potrebbe costarti assai caro, ergo poni particolare attenzione a ciò fai.” Devo ammettere che mi duole il fatto di non aver ancora visto un tuo fallimento che sarebbe stato sicuramente accompagnato da una tanto ridicola quanto ilare espressione di dolore a causa della probabile esplosione.. Oh, cosa darei per vederti gridare! Sarebbe indubbiamente delizioso, sì.

    Una riposta del genere, quasi quasi se la aspettava. Non riesce ancora a capire, dopo qualche minuti di interessanti batti e ribatti tra lui ed il Sensei, la sua strana logica. Non riesce proprio a comprendere questo sadismo da dove provenga. Bah, sarà caduto dalla culla da piccolo. Ammesso che ci siano dei “piccoli” nella Soul Society. Oppure ha avuto un trauma. Non avrà visto le tette(?). No, per quante ipotesi il cervello dell’Ikusaba fabbrichi in pochi secondi di ragionamento, saltando però inevitabilmente la parte dello scarto delle ipotesi non plausibili, il ragazzo non riesce a trovare un perché. Tanto peggio, se lo deve tenere così com’è. Solo una cosa è sicura.

    Ma io non mi voglio ferire, no no! E non lo farò.

    E ci mancherebbe. Ci manca solo che si lascia convincere da queste assurde intenzioni del Sensei.

    Orbene, sei pregato di riprovare. Il fatto che tu non ti sia ferito durante questo tuo primo tentativo non implica che accadrà lo stesso nel secondo. Sai, gli incidenti accadono, e spesso son inevitabili.

    Spesso non vuol dire sempre. E poi sull’albero c’era pure un uovo.

    Eh, pure l’uovo, mica pizza e fichi. Un uovo. Non che questo possa rappresentare poi molto per il Sensei. Decifrando la criptica psicologia del ragazzo, e di conseguenza quella parte di discorso, all’apparenza sconclusionata a dir poco, si dovrebbe poter comprendere che sia un altro riferimento alla lezione passata, riferimento alla difficoltà dell’esercizio, sempre paragonandolo a questo. E ne è uscito illeso. Quasi. Ha ancora delle croste sulle mani, delle ferite, ricevute dalle beccate degli uccelli, che non si sono ancora rimarginate del tutto, c’è la crosta, ma ci fermiamo lì. Forse il motivo del primo fallimento è stato anche in quello. Un po’ di fastidio lo danno, seppur non molto, ma sicuramente nelle sue condizioni ci vuole un po’ di più per concentrarsi a dovere. Dunque, dopo aver risposto a dovere, dimostrando anche una certa testardaggine, il ragazzo si appresta a ripetere nuovamente il solito esercizio, uguale alla volta precedente. Solo con più energia. Divarica nuovamente le gambe, abbassando il capo. Sebbene coperto dai capelli, abbassandosi al livello dei suoi occhi – o allontanandosi, aumentando la visuale, ma riducendo la qualità – si può notare come stavolta gli occhi siano ben aperti, fissi sul braccio sinistro, che va a sostituire il destro. Una volta per ciascuno, in modo da non affaticare gli arti oltremodo e permettere loro un minimo di riposo. Torna dunque ad immaginare quell’energia fluente, che nella sua mente assume un colore biancastro, come una sorta di venticello colorato, che mano a mano si incanala nel braccio da lui scelto, arrancando sempre più velocemente verso il palmo della mano, rivolto verso l’alto come prima. Assottiglia gli occhi, tenta di concentrarsi ancora di più, è arrivato il momento cruciale dell’esercizio. Da una parte cerca anche di immaginare come sarà una volta passato l’esame, dove questo esercizio non sarà che una bazzecola per lui, in modo da rilassarsi al contempo, e magari di immaginare uno svolgimento più fluido. Ora che questa dose di reiatsu dovrebbe essere arrivata a concentrarsi al centro del palmo, tenta di farla fuoriuscire, senza fretta, accumulandone più che può, sempre senza esagerare, all’esterno. Se anche questo passo fosse andato a compimento, non gli resterebbe altro che terminare. Immagina ora la forma di questa palla, totalmente sferica, senza impurità, caratterizzata da un colore traslucido, come una sorta di barlume spettrale, che ruota lentamente pochi centimetri sopra la sua mano. In questi momenti non sente nulla, nemmeno eventuali consigli – molto poco probabili – del Sensei. Nulla. Esistono solo lui, e la sua sfera di reiatsu, ammesso che raggiunga tale forma.

    Stato personale

    Stato Mentale: Concentrato

    Stato Fisico: Illeso, per ora

    Reiatsu: 30



    Edited by Nelinho™ - 9/8/2013, 09:04
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    13° SEGGIO

    Group
    MOD GDR
    Posts
    3,693

    Status
    Anonymous
    Considerando che posso ritenermi soddisfatto dalla qualità dei tuoi post, in particolar modo l'ultimo, ritengo opportuno concludere qui quest'allenamento. Sarebbe inutile allungare il brodo, soprattutto in questo periodo di rinnovamento.

    Hai dimenticato di mettere il colore ad una mia affermazione, che sembrava essere parte integrante della narrazione.


    Scoppiò in un cupo riso dopo aver udito le parole proferite dal ragazzo. Non voleva farsi male? Indicibilmente ridicolo. In linea di massima ferirsi era inevitabile, dato che spesso era un'ovvia conseguenza di qualsiasi allenamento. Anche se non fosse accaduto durante la lezione corrente, avevano ugualmente altre due lezioni da portare a termine, una più difficile dell'altra, dunque ferirsi sarebbe stato probabilmente inevitabile. Forse il giovane studente s'era dimenticato di questo piccolo seppur significativo dettaglio, che avrebbe, presto o tardi, fatto crollare la sua misera convinzione. Non v'era recluta alcuna che non s'era ferita in Accademia, era come un rito di passaggio; le ferite erano atte a testimoniare le fatiche superate - una specie di memento inciso in profondità nella carne. Forse un rito un po' rude, indubbio, ma pur sempre facente parte del passaggio in Accademia, ergo inevitabile. Ovviamente l'albino non avrebbe permesso al suo giovane studente di sottrarsi dalle sue violente fantasie, ormai totalmente incentrate su di lui, ch'erano destinate a divenire, prima o poi, realtà. Per qualche strano quanto astruso motivo provava nei riguardi di quel giovinetto un forte senso di sadismo, molto più intenso che nei riguardi di tutti gli altri studenti che aveva allenato fino a quel momento. Non gli dispiaceva affatto, in fin dei conti avrebbe anche potuto approfittare di tale condizione ormai radicata in lui per farsi due o tre risate. Certo, non v'era alcun dubbio che il suo studente avrebbe riso di meno, o addirittura pianto, tuttavia tali pensieri non potevano che deliziarlo, mentre sperava, ovviamente, nella realizzazione di questi. Ghignò, tornando a fissarlo. Pareva abbastanza convinto di ciò che faceva - almeno per essere uno studente alla sua sua seconda lezione - ed Haine non poté che rimanere vagamente deluso, sebbene non lo diede a vedere. Egli possedeva l'autoconvinzione e l'abilità che alla maggior parte delle reclute mancava; mancanze di cui solitamente l'albino s'approfittava per infliggere dolore o sofferenza. Tuttavia con quel giovinetto era diverso, e forse - almeno ipoteticamente parlando - vederlo ferito sarebbe stato davvero arduo. Non v'era tuttavia motivo per desistere o crucciarsi, era ancora presto, dunque l'albino si limitò a farsi sfuggire una ghigna malvagia, accompagnata da un sadico riso atto ad incutere una vaga parvenza di timore nel giovane. Sarebbe bastato attendere il momento opportuno e tutto si sarebbe realizzato, non ne dubitava. “Devo dire che sei oltremodo ilare. Molte tue affermazioni sono alquanto scontate, nonché vane. Non v'è modo d'evitare la sofferenza, ed in particolar modo qui, in accademia, ove non potrai fare a meno d'imbatterti in essa.” Ghignò, vedendolo rimettersi in posizione per, ovviamente, riprovare l'esercizio. Puntò gli occhi su di lui, senza distoglierli per nemmeno un attimo, mentre questi andavano a squadrarlo, ad esaminarlo quasi con fare maniacale. Oh, cosa non avrebbe fatto a quell'esile corpicino, a quella testolina dai capelli azzurrognoli; se solo avesse avuto più libertà sui metodi d'allenamento si sarebbe potuto sbizzarrire con pratiche per nulla ortodosse atte a soddisfare il suo esser sadico. Così facendo avrebbe tuttavia posto l'insegnamento in secondo piano, infangando il buon nome dell'accademia ed attirando su di sé tante attenzioni sgradevoli quanto indesiderate. Tornò a guardare il giovane, che pareva esser alquanto concentrato, addirittura più di prima, come se potesse fare differenza alcuna. L'esito era ormai decretato, quel giovane poteva vantare un'assurda fortuna; definirla abilità sarebbe stato troppo presentuoso, dato ch'egli era ancora una mela acerba, e - benché avesse enormi margini di crescita - aveva ancora una lunga strada da percorrere per poter esser definito almeno vagamente abile. Applaudì nuovamente, ma questa volta, benché il plauso fosse ugualmente beffardo, esso andava ad indicare il successo del giovane. Egli s'era infatti adoperato a creare una sfera di medie dimensioni ed all'incirca perfetta nella sua mano, proprio come gli aveva ordinato l'albino. “Complimenti, sei il primo che impiega un lasso di tempo tanto breve per fare ciò che gli dico, e per giunta in maniera corretta.” Ghignò, iniziando a girare nuovamente intorno al suo promettente allievo. “Orbene, come hai chiaramente potuto vedere non è stato poi così difficile. Purtroppo non sei riuscito a ferirti, ma vi saranno sicuramente altre occasioni. E' bene che tu sappia che non puoi in alcun modo sfuggire al dolore, rassegnati. Il dolore è una di quelle cose che non puoi evitare per alcuna ragione al mondo, nonché un incoveniente che proverai piuttosto frequentemente nella tua vita. O nella tua non vita, considerando che ora sei nella Soul Society.” Tacque. “Tuttavia non credo sia opportuno intavolare discorsi di sorta in questa sede. Avrai modo di sperimentare e comprendere sulla tua pelle a tempo debito, e se ti dicessi tutto io ti perderesti tutto il divertimento - e di conseguenza me lo perderei anch'io.” Si distanziò dal giovane, portandosi all'ingresso ed aprendo la porta. “E' scontato che tu abbia completato l'allenamento, e non vedo ulteriori ragioni per continuare a farti da balia.” Parole fredde, prive d'alcuna sorta d'interesse. “Avremo modo di vederci ancora, se sopravviverai.” Se ne andò, chiudendo la porta alle sue spalle.

    CITAZIONE
    Ricevi Controllo del Reiatsu Lv. 1 e 10 Exp.
    Concludi con un tuo post.


    Edited by Arãshi - 8/8/2013, 04:09
     
    Top
    .
  8. Nelinho™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ikki Ikusaba

    Narrato Parlato Parlato Altrui

    Dopo quest’ultimo tentativo – il secondo, effettivamente – si può dire soddisfatto, l’Ikusaba. Sulla sua mano riesce a comparire una piccola sfera di Reiatsu, di un color biancastro, perlaceo. La forma tondeggiante è più o meno mantenuta, malgrado qualche piccola imperfezione. Le dimensioni non sono eccelse, ma per il momento è più che sufficiente. Con un piccolo sforzo, disperde l’energia, facendo svanire la sfera, non appena il Sensei da il suo particolare assenso, che non lascia intravedere, se non in minima parte, una punta di fastidio, per l’incolumità del ragazzo. Cosa che, all’Azzurrino non dispiace affatto.

    Devo dire che sei oltremodo ilare. Molte tue affermazioni sono alquanto scontate, nonché vane. Non v'è modo d'evitare la sofferenza, ed in particolar modo qui, in accademia, ove non potrai fare a meno d'imbatterti in essa.

    Questa affermazione da’ modo al ragazzo di tirare uno sbuffo, quasi fosse solito sentire questa solfa da secoli, invece che da un’oretta massimo. Effettivamente il Sensei lo ha ripetuto una decina di volte, ormai l’Ikusaba se l’è imparato a memoria.

    Non si può evitare? Mh…massì, forse hai ragione Sensei. Però…!

    Alza un indice al cielo, tornando subito dopo silente, strofinando le punte delle dita sul mento barbuto, che lo rende visivamente più vecchio del suo insegnante. Gli occhi sono sgranati, fissando il vuoto, finché non alza il capo di botto, con movenze strampalate, lasciando svolazzare la chioma azzurrina.

    Però posso fare in modo da ridurla. O da evitarla temporaneamente, soprattutto per chi è in difficoltà. So che può sembrare stupido, o quelle smancerie da “eroe” che non sono, ma penso si possa fare, già. O almeno ci proverò. Non ora che non sono granché, non che io sono talmente sicuro di me da dire che lo diventerò, insomma…massì! Si può fare, già già.

    Ha praticamente inscenato in quei pochi secondi di silenzio del Sensei in un suo monologo improbabile, con botta e risposta, tutto rigorosamente da solo. Sembrano risposte che, più che rivolte ad Haine, abbiano l’obbiettivo di autoconvincersi, o di rafforzare la sua tesi di partenza. Senza dubbio un tipo strano, molto strano.

    Complimenti, sei il primo che impiega un lasso di tempo tanto breve per fare ciò che gli dico, e per giunta in maniera corretta.

    Applaude per giunta, il Sensei, sfoderando un sorriso carico di sadismo, ma anche di amarezza. Non l’ha avuta vinta, e gli brucia. Al contrario, dalla sponda Ikusaba, questo applauso è un piccolo trionfo personale. Insomma, il 10° Seggio insiste, ed Ikki resiste. Non gliela darà vinta. Almeno cercherà di limitare eventuali danni.

    Lo prendo come un complimento, Sensei! Ah, e poi aggiungerei, illeso.

    Piccola rivincita personale, corredata da un sorrisino smagliante dell’Azzurrino, che non esita a fare la sua battuta, cogliendo il momento adatto per farla. Non poteva mancare quest’occasione a dir poco imperdibile.

    Orbene, come hai chiaramente potuto vedere non è stato poi così difficile. Purtroppo non sei riuscito a ferirti, ma vi saranno sicuramente altre occasioni. E' bene che tu sappia che non puoi in alcun modo sfuggire al dolore, rassegnati. Il dolore è una di quelle cose che non puoi evitare per alcuna ragione al mondo, nonché un inconveniente che proverai piuttosto frequentemente nella tua vita. O nella tua non vita, considerando che ora sei nella Soul Society. Tuttavia non credo sia opportuno intavolare discorsi di sorta in questa sede. Avrai modo di sperimentare e comprendere sulla tua pelle a tempo debito, e se ti dicessi tutto io ti perderesti tutto il divertimento - e di conseguenza me lo perderei anch'io.

    Quest’ultima frase è un po’ criptica, ed il ragazzo non sembra afferrarne completamente il concetto base. Ad ogni modo, gli sembra di capire che la lezione è agli sgoccioli, come viene confermato dalla ripresa del Sensei.

    E' scontato che tu abbia completato l'allenamento, e non vedo ulteriori ragioni per continuare a farti da balia. Avremo modo di vederci ancora, se sopravviverai.

    Perfetto, arrivederci, Sensei.

    Queste sono le ultime parole che riesce il ragazzo a rivolgere allo Shinigami, in quanto quest’ultimo se ne va rapidamente, preso da possibili affaracci suoi, dei quali il ragazzo non è e non vuole essere al corrente. Una grattatina, dopo la sua ultima parola, se la vorrebbe pure dare, tanto è solo. Ma per ora non ha motivo di temere alcunché. Non gli resto dunque che mettere le gambe in spalle, ed uscire dal luogo. Di oggetto con lui non ne aveva, solo la sua divisa, che ovviamente indosso, per cui, senza dir nulla si limita a sparire dal corridoio, diretto verso casa, con la mente già tutta proiettata verso le prossime lezioni.

    Stato personale

    Stato Mentale: Contento

    Stato Fisico: Illeso

    Reiatsu: 30

     
    Top
    .
7 replies since 1/8/2013, 19:13   97 views
  Share  
.
Top