Primo pasto

Allenamento Hollow base[~Sir Vladimir~]

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  1. ~Sargo
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    Espana-Pais Vasco-Ore 13:47-Data 23 Febbraio 2008


    Biscaglia, Bilbao. Lo squarcio si aprì una decina di metri sopra al museo Guggenhein. Due creature invisibili alla maggior parte del mondo scivolarono sul tetto della singolare struttura. Hollow, comunemente chiamati demoni, erano giunti per nutrirsi e al momento non si percepivano rivali in zona. Uno dei due era un Adjuchas, un essere pericoloso e potente in grado di causare parecchi danni in quel posto. Ma non era il suo obbiettivo quella giornata. Avrebbe addestrato il "noob" che aveva affianco alla sua nuova vita.

    "Siamo arrivati sul luogo..ora tocca a te dimostrarci quanto sei bravo come predatore..sappi che l'unico modo per alleviare il tuo dolore e il tuo vuoto è divorare chi ti è stato più caro.."Ridemmo al solo pensiero di ciò che avevamo detto..trovare una cura a quel dolore..un rimedio a quel vuoto..impossibile..non c'erano possibilità di farlo scomparire, l'unica speranza che abbiamo è diventare sempre più potenti..mangiare..mangiare..mangiare..Se vivrà abbastanza a lungo lo capirà da solo..intanto osserviamo come si comporterà..
    "Noi ti seguiremo...i normali umani non possono vederci..e al momento la tua unica missione è rintracciarli e consumarli..facci vedere cosa sei in grado di fare..e non farci arrabbiare..:"
     
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  2. ~Sir Vladimir~
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    Bilbao, sopra il musego Guggenheim. Biscaglia, la regione dove ero nato e cresciuto. Dal tetto del museo si vedevano, vicine, le montagne. A pochissimi chilometri di distanza, lo sapevo, c'era la base dei miei compagni, dei miei fratelli, che tanto mi avevano amato in vita...sì...

    "Siamo arrivati sul luogo..ora tocca a te dimostrarci quanto sei bravo come predatore..sappi che l'unico modo per alleviare il tuo dolore e il tuo vuoto è divorare chi ti è stato più caro.."

    Divorare...sì, divorare... Mi avevano voluto bene, da vivi, eravamo fratelli, avevamo gli stessi ideali. Sapevo che erano ancora lì, potevo quasi sentirli...

    Loro avrebbero riempito il vuoto che era dentro di me. Nonostante sapessi che quel vuoto non poteva essere colmato, la fame non poteva essere saziata. Lo sentivo, eppure non mi interessava. Loro mi avevano voluto bene, e sì, avrebbero capito, avrebbero accettato di aiutarmi a lenire quella sensazione di tremendo dolore.

    Anche se il vuoto non poteva essere cancellato, io avevo fame, avevo una fame terribile.

    Pochi istanti dopo esserci materializzati da uno squarcio nel cielo, giusto il tempo di ambientarmi in quella zona, presi una direzione sicura verso i sobborghi della città.

    "Noi ti seguiremo...i normali umani non possono vederci..e al momento la tua unica missione è rintracciarli e consumarli..facci vedere cosa sei in grado di fare..e non farci arrabbiare..:"

    Sì, sì, rintracciarli. So dove si trovavano, la base era stata quella, fino a appena due anni prima, non doveva essere cambiata. Siiiiiiiiiiiiiiiii... Li potevo sentire, i miei compagni, l'affetto che avevano provato per me, lo sentivo, era quello il luogo giusto.

    Percorsi solo alcune centinaia di metri, sempre seguito dall'altro Hollow del quale quasi non mi curavo, quando infine giungemmo lì, nella vecchia area sportiva abbandonata.

    Il quartiere povero di Bilbao. In quella zona le inferriate erano arrugginite, le porte abbattute, le case distrutte ritrovo di tossici e prostitute. E il vecchio centro sportivo. Campi da gioco in condizioni fatiscenti, abbandonate da tutti, poiché tutti sapevano che in quelle zone vivevano i rivoluzionari, e nemmeno la polizia aveva il coraggio di scacciarli. E chiunque vi fosse entrato avrebbe trovato territorio di guerriglia, con vie di fuga predisposte per loro stessi, e invece vicoli ciechi e attacchi a sorpresa per gli assalitori. Per loro era una zona sicura, ma non ci potevano vedere, no, non ci potevano vedere...

    Ed eccolì lì, i miei compagni, mentre si stavano allenando, come al solito. Sparavano, ma sapevo che i loro proiettili non potevano ferirci. Si esercitavano, accrescevano la loro forza, i miei compagni che mi avevano sempre avuto bene. Quasi potevo ricordare il senso di cameratismo che mi pervadeva quando ero con loro, lo bramavo, sì, bramavo loro e le loro anime.

    Mi girai, speranzoso, verso l'enorme Adjucas che fino a quel momento mi aveva seguito.

    "Posso...mangiare?" domandai, con un intenso sguardo di bramosia dipinto sul volto.

    SPOILER (click to view)
    NB mi sono preso qualche libertà geografica nel descrivere la città di Bilbao. Naturalmente, non è così nella realtà, l'ho fatto per "esigenze letterarie" ^^
     
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  3. ~Sargo
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    Im Hungry



    Si muoveva agilmente fra i tetti di Bilbao..probabilmente era varsa la pena averlo lasciato in vita, si era adattato velocemente al nuovo corpo e probabilmente aveva anche accettato il suo nuovo destino senza opporsi..Dovevamo ancora avere una prova concreta del suo comportamento..Ci stavamo muovendo in un'area tipicamente inospitale per la maggior parte degli umani..Chissà che non ci sarebbe scappato un qualche spuntino..annusando l'aria però non sentimmo nulla di particolarmente appetitoso..
    Il colosso invisibile si muoveva con leggerezza correndo direttamente sull'aria. Se avesse anche solo sfiorato il tetto di una di quelle case decrepite l'avrebbe distrutto con la sua immensa mole; non serviva al momento attirare l'attenzione anzi. Vista la natura del suo allievo era meglio agire in fretta, nelle prime ore dopo la "nascita" si è sempre più vulnerabili.
    In breve tempo raggiunse il luogo dove si sarebbe tenuta la prima caccia. Le due teste della bestia si muovevano come se fossero in due corpi differenti, scrutavano l'ambiente circostanze e fiutavano l'aria. Poi parlò.

    "Vai..inizia a nutrirti..ma sappi che non deve salvarsene neanche uno..ne ho contati 10..e 10 dovranno essere squarciati fra le tue fauci..fare casino potrà solo portarti alla morte, richiamerà una quantità di shinigami letale per te..e se per sbaglio tu sopravvivesti a quell'attacco verresti ucciso da noi per il tuo fallimento..sai già abbastanza.."
     
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  4. ~Sir Vladimir~
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    "Vai..inizia a nutrirti..ma sappi che non deve salvarsene neanche uno..ne ho contati 10..e 10 dovranno essere squarciati fra le tue fauci..fare casino potrà solo portarti alla morte, richiamerà una quantità di shinigami letale per te..e se per sbaglio tu sopravvivesti a quell'attacco verresti ucciso da noi per il tuo fallimento..sai già abbastanza.."

    Finalmente, finalmente posso nutrirmi. Compagni adorati, voi che mi avete fatto sentire a casa, voi che mi avete fatto sentire in famiglia, vi sono grato, poiché grazie a voi allevierò la mia fame, il vuoto che non può essere sanato.

    Mi rendevo conto da solo che i miei pensieri si contraddicevano. Sapevo che il vuoto del mio cuore non sarebbe mai potuto essere riempito, ma non importava, dovevo mangiare, dovevo nutrirmi, era quella l'unica cosa importante.

    E i miei compagni erano lì, con il cameratismo che avevano provato per me. Erano tutti vicini tra loro. In dieci erano rimasti, e io li conoscevo tutti per nome. Torres, Julio, Jacob... E quell'altro è Francisco, e anche gli altri... Lì vicini, a ridere e scherzare, evidentemente è un momento di pausa.

    Stanno progettando il prossimo attentato forse, o forse si stanno solo riposando tra un allenamento e l'altro. Non importa, quello che conta adesso è solo pianificare la loro morte.

    Mi avvicino molto lentamente a loro. Col mio corpo enorme, che nessuno può vedere, forse schiaccio una lattina, che sento scricchiolare sotto il mio peso. Ma loro sono troppo occupati a ridere per accorgersene. Solo uno, forse, getta un'occhiata nella mia direzione, ma non vedendo niente non si preoccupa, lo sciocco.

    Ecco, ora sono sotto di loro, quasi li sovrasto. Quattro di loro sono seduti per terra, ora li vedo bene, stanno giocando a carte. Dei soldi sono sparsi sul pavimento, vicino alle carte. Altri tre sono seduti su delle sedie, tenendole all'indietro, a cavalcioni. Se dovessero muoversi probabilmente loro sarebbero quelli ad avere la reazione più lenta. Infine, tre di loro sono in piedi. Sì, dovrò iniziare da loro.

    Loro sarebbero quelli a scappare più velocemente...

    Il mio istinto urla fame, ma la mia mente lo domina, ancora un istante per esaminare lucidamente la battaglia che mi si prospetta davanti.

    Ok, sono pronto.

    Le mie braccia calano velocemente, in rapida successione, sui crani di due degli uomini in piedi. Le dita affilate scattano verso le loro teste. Un istante dopo, le mie mascelle fanno per chiudersi sulla testa del terzo, anche lui in piedi. Forse in questi istanti gli altri nemmeno si sono accorti di quello che è successo, ma quello che conta...

    ...ho fame...

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  5. ~Sargo
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    The Shout



    La serpe si avvicinò lentamente verso le ignare prede. Lo scricchiolio di una lattina. Continuavano a parlare tranquilli. Probabilmente se fosse stato un predatore normale loro avrebbero preso coscienza del pericolo, questa volta non era così. Stava mirando ai bersagli in posizione più vantaggiosa, gli unici che avrebbero potuto attuare una fuga e magari raggiungere la salvezza. Tre uomini armati, in piedi a parlare. Veterani di guerra, comandanti nelle rivolte, organizzatori di attentati. Sarebbe stata un'impresa ardua per un killer professionista coglierli in questo modo. La creatura inarcò il collo alle loro spalle, li sovrastò, assaporò l'odore del pasto imminente e in un istante colpì. Torres, la sua testa fu staccata via di netto, scomparendo in delle fauci invisibili. Il corpo fece un paio di passi in avanti mentre il sangue zampillava dal collo maciullato. Come una marionetta a cui si sono spezzati i fili cadde grottescamente a terra. Nell stesso istante comperve uno squarcio da parte a parte nel torso di Julio e Jacob. Il sangue piovve sul terreno e sui volti dei compagni vicini che non avevano nemmeno avuto il tempo per concepire cosa stava accadendo. 3 dei 4 a terra si alzarono di colpo, uomini duri abituati alla guerra, impugnarono i fucili e spararono. Ma non avevano il solito sguardo risoluto e sfrontato, questa volta una vena di terrore incideva i loro volti. I 3 sulle sedie si lanciarono per terra, non avendo visto la scena reagirono d'istinto avendo visto i loro compagni schizzare in piedi. Impugnarono anche loro le armi per fronteggiare la minaccia invisibile. Uno solo rimase fermo. Miguel, lo "strano" del gruppo. Rimase seduto, a bocca aperta, gli occhi sbarrati e la fronte imperlata di sudore ghiacciato. Stava guardando verso i compagni morti, ma non i compagni. Il suo sguardo agghiacciato vedeva qualcos'altro. Un'ombra incombeva su di loro.

    Dai 3 corpi martoriati furono sbalzati via 3 Plus, le loro catene dell'anima erano spezzate e lo shock aveva bloccato ogni loro possibile movimento. Un "silenzioso" urlo squarciò l'aria.
     
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  6. ~Sir Vladimir~
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    Sentire il sapore del sangue tra le proprie fauci, e il piacevole rumore delle ossa che si spezzano sotto i propri artigli.

    "SIIIIIII" ululò, e il suo urlo divenne un ruggito selvaggio. Le anime che si trovavano lì erano inchiodate al suolo dal terrore, troppo shockate per scappare. Di loro si sarebbe occupato dopo. Prima...

    ...prima...

    Per esperienza, sapeva che fintantoché i soldati sparavano, non sarebbero scappati. Lo sapeva, anche lui era stato tra loro. Potevano anche aver paura di qualcosa che non conoscevano, ma finché continuavano a sparare, non si sarebbero mossi. E' questa la sicurezza di chi impugna un revolver o un mitragliatore.

    Eppure, doveva fare in fretta, o presto si sarebbero resi conto del loro errore, e sarebbero scappati. La sensazione che lo accompagnava era stranissima, ma in qualche modo l'aveva sempre accompagnato in vita. Era eccitato dalla battaglia, dall'idea del sangue, e dalla possibilità di cibarsi di quelle anime. Eppure, dentro di lui, una parte restava fredda e lucida, e sapeva esattamente cosa fare, e quando farlo.

    Ed era quella parte di lui che gli aveva permesso di accorgersene. Il più giovane, Miguel. Lui era poco più che un bambino. L'ultima volta che lo aveva visto doveva avere forse quattordici anni. Era sempre stato un po' tardo, ed era sempre stato considerato lo "scemo" di turno, sempre preso in giro da tutti, sempre fregato, anche se in combattimento era davvero una macchina per uccidere.

    Ne era sicuro, gli aveva lanciato un'occhiata, anche se non poteva forse vederlo distintamente. Ma magari poteva semplicemente scorgerne i contorni, e questo sarebbe bastato per metterlo sul chi vive. Ancora pochi istanti, e sarebbe scappato a gambe levate, costringendolo ad un inseguimento.

    Mentre gli altri, sciocchi, i loro proiettili gli rimbalzavano sulla pelle, mentre continuavano a sparare. E lui lo sapeva, che finche sparavano non aveva timore che scappassero...

    Il primo che attaccò, dunque, fu Rodriguez, calando nuovamente un artiglio su di lui, l'unico che era rimasto seduto, quello in apparenza più vulnerabile, come a inchiodarlo definitivamente al suolo. Innanzi a lui, alla portata delle sue fauci ve n'era un altro, ma era girato di schiena e sparava all'impazzata dalla parte opposta. Le sue mascelle fecero per serrarsi intorno alla sua testa, mentre sollevava la coda, per abbatterla pesantemente su un altro dei miliziani che si trovava solo pochi metri più in là.

    ..fame..fame...

    "Vi voglio bene, lasciate che mi mostri quanto vi voglio bene..."

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    Edited by ~Sir Vladimir~ - 23/2/2008, 18:58
     
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  7. ~Sargo
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    L'organismo umano tutto sommato può considerarsi una macchina meravigliosa. Malgrado sia sprovvisto di una potenza fisica paragonabile a quella di un gorilla o dell'agilità di un felino è in grado di tener testa e superare anche i pericoli peggiori. O almeno provare. Miguel era considerato tonto, è vero, ma risultava comunque il migliore in assoluto sul campo di battaglia. E lo dimostrò anche in quel momento. Fino a un istante prima era inchiodato al terreno, paralizzato dal terrore. I suoi compagni stavano sparando all'impazzata senza ottenere il minimo risultato.

    Lui incominciò a pensare, anzi, si fece trasportare dall'istinto, l'adrenalina iniziò a pompare a mille e lui agì.

    Con uno scarto laterale schivò per un soffio il mortale colpo della creatura e con una rapidità inaudita si lanciò contro Rodriguez, l'unico cretino che stava sparando dalla parte opposta. Il "placcaggio" scaraventò a terra entrambi ma fu provvidenziale per salvare la vita al compagno. Josè non fu altrettanto fortunato, si ritrovò ispiegabilmente a reggersi le interiora nelle mani mentre si accasciava a terra.

    In quell'istante capirono. Erano 10, 10 fra i migliori miliziani spagnoli, sopravvissuti a una quantità incredibile di scontri armati. Ognuno di loro era stato operato almeno un paio di volte per ferita da arma da fuoco. Questa volta ne erano morti 4, in 5 secondi 4 dei loro valorosi compagni avevano perso la vita. Non aveva senso tutto questo, non era umanamente possibile.

    Strinsero le armi fino all'ultimo come veri guerriglieri e iniziarono a correre, correre senza risparmiare energia. L'unica speranza per loro era la fuga.
    Riuscirono ad allontanarsi per una quindicina di metri, poi iniziarono a disperdersi a raggiera. 4 erano morti, due si erano salvati per miracolo, gli ultimi speravano persino nella polizia.
     
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  8. ~Sir Vladimir~
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    Maledetto...Maledetto...come hai fatto a sfuggirmi? Lo sapevo, lo sapevo che eri il più pericoloso, maledetto...

    Ebbene, così sia. Miguel, tu sarai l'ultimo, l'ultimo, e mi divertirò a giocare con te prima di mangiarti, e di farti sentire che bello sarà quando tutti saremo riuniti. Sì, Miguel, tu sarai l'ultimo!

    Prima, però, dovevo pensare a un modo per uccidere quelli che restavano in vita. Erano in sei. Sei persone che scappavano verso l'unica via di fuga che si erano costruiti in quella zona. Io lo sapevo, lo sapevo che sarebbero andati da quella parte. Potevano anche spargersi, ma si sarebbero tutti diretti verso lo stesso punto.

    Pensare, dovevo pensare, ed elaborare una strategia.

    Il campo in cui ci trovavamo era lungo circa ottanta metri. Non c'erano altre vie di fuga che quella, nella zona in cui ci trovavamo. I miei compagni erano già diversi metri avanti, quindi avrei dovuto inseguirli, e avrei forse trovato l'occasione di ucciderne uno. Poi loro sarebbero continuati a scappare, scappare con quanto fiato avevano. Bene, se quella era la loro unica via di fuga sarei corso avanti, e avrei tagliato loro la ritirata.

    Ma c'era Miguel, Miguel poteva vedermi, e sicuramente se avesse visto l'uscita bloccata avrebbe avvertito gli altri. Poco male, avrei avuto altro tempo, in quell'area con due sole vie di fuga ai lati opposti del campo per inseguirli.

    Ma non volevo giocare. Il tempo era essenziale. Erano solo pochi secondi che combattevamo, ma sentivo il tempo stringere. Dovevamo concludere in fretta.

    A ogni modo, mi sarei limitato a inseguirli da dietro fino a quando non avessero cercato di scappare attraverso la stretta uscita, poi, pochi metri prima che ci fossero arrivati, li avrei superati, bloccandola con la mia stazza. Con un po' di fortuna alcuni sarebbero corsi direttamente verso di me, altrimenti Miguel li avrebbe avvertiti, e avrebbero repentinamente cambiato direzione.

    Questo pensavo nella mia mente straziata dalla fame, mentre correvo loro dietro, correvo e mi avvicinavo, infine, con un ultimo scatto, mi avventai su quello più esterno dei miei compagni, Rodriguez, tentando di affondargli gli artigli nella schiena.

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  9. ~Sargo
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    Il predatore era riuscito già ad abbattere 4 delle sue prede, era stato veloce e aveva agito con freddezza e lucidità. Ma aveva commesso un grosso errore, si era lasciato cogliere dall'euforia; in fondo quella era la sua prima caccia, forse era un dilettante come tutti quelli che iniziano.
    Non appena vide che i miliziani armati avevano voltato le spalle e avevano iniziato una fuga repentina si lasciò trascinare e partì all'inseguimento. Si era completamente scordato di Miguel e Rodriguez che giacevano ai suoi piedi essendo sopravvissuti incredibilmente al suo precedente attacco.
    Quando lui partì all'inseguimento i due superstiti scattarono in piedi e iniziarono a correre a perdifiato nella direzione opposta recuperando le loro armi dal terreno. Si stavano dirigendo verso una piccola capanna malandata ai margini del campo.
    Per i 4 bersagli però non c'erano probabilmente molte speranze. Il cacciatore non si era reso conto dell'errore ma era veloce e percorse 20 metri in un soffio balzando sulla schiena del miliziano più esterno. Nessuno di loro poteva vederlo, sentirono solo il grido soffocato di Sanchez mentre le sue interiora venivano tirate muori dalla schiena.
    La disperazione stava attanagliando le loro membra ma l'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento. Si indirizzarono tutti e 3 verso l'unica via di fuga percorrendo ancora una ventina di metri. Mancava pochissimo alla salvezza forse ce l'avrebbero potuta fare.
     
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  10. ~Sir Vladimir~
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    Solo quando i miei artigli erano affondati nella carne dell'uomo che scappava più esternamente mi accorsi dell'errore madornale che avevo compiuto.

    "Stupido! Stupido! Stupido!" Ululai in preda alla rabbia. Davanti a me c'erano solo altre tre persone. Mi voltai, velocemente, e vidi Miguel e Rodriguez che correvano verso il casotto che era stato la nostra "base". Era fortificato meglio di quanto sembrasse, ma se si chidevano lì dentro sarebbero stati in trappola. Se invece fossero scappati, ma dalla direzione che avevano preso dubitava che lavrebbero fatto, sarei stato costretto a un inseguimento supplementare.

    Poco male, ci avrei pensato dopo. Ora era il tempo di tagliare la ritirata ai tre rimasti, che tentavano di scappare in quella direzione. Correvano veloci, ma non abbastanza. Mancavano ancora diverse decine di metri per raggiungere l'uscita, e se avessi corso, rinunciando ad attaccarli, avrei probabilmente avuto l'occasione di tagliar loro definitivamente la ritirata.

    Così corsi, per superarli, per poi giungere circa dieci metri innanzi a loro.

    E nel frattempo biasimavo me stesso, poiché non ero stato in grado di controllarmi, l'istinto aveva preso il sopravvento. Ero uno stupido, uno stupido a essermi comportato così. Ora me ne rendevo conto, sapevo che non sarebbe dovuto più succedere.

    Stupidi, mi stavano correndo appresso. Presto, molto presto mi sarebbero proprio arrivati addosso, e avrei avuto l'occasione di attaccarli, ed eventualmente, se ne avessi mancato qualcuno, avrei sempre potuto infilarmi nel cunicolo, ora circa trenta metri alle mie spalle, e tagliar loro lì la ritirata!

    Attesi che giungessero. Ormai quasi non sentivo la fame, solo un forte istinto a uccidere.

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  11. ~Sargo
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    I 3 miliziani continuarono la loro disperata corsa. Non erano abbastanza lucidi per interpretare cosa fosse successo. Nessuno di loro era stato colpito questa volta, forse erano salvi, forse sarebbero riusciti ad arrivare al vicolo per salvarsi la vita, forse sarebbe stato così semplice. Non avevano valutato che la "cosa" che li stava cacciando non era stupida; stavano finendo direttamente nella sua trappola. Si guardarono negli occhi, scambiandosi dei sorrisi speranzosi, corsero ancora più forte. Fu questione di un istante, il sorriso speranzoso si trasformò in un urlo disperato mentre tutti e 3 si schiantarono contro un muro invisibile e caddero a terra.
    Il trauma che si leggeva nei loro occhi era stato troppo pesante. Avevano combattuto una miriade di battaglie, affrontato persino veicoli blindati, erano esperti. Ma avevano sempre combattuto contro altri uomini, contro creature che potevano vedere e ferire. Ora erano riusciti a toccare ciò che li stava perseguitando. E il loro terrore crebbe a dismisura.
    Era un mostro, qualcosa di innaturale, come potevano salvarsi?
    Uno di loro scoppiò a piangere disperato invocando la madre, gli altri due restavano attoniti a terra provando a strisciare via.


    *Ha fatto un grosso errore ma non è così stupido a quanto pare..deve sbrigarsi però, stiamo attirando l'attenzione qui, presto potrebbe arrivare qualcuno, e qualcuno di esperto visti i danni che stiamo provocando..* Restammo in guardia osservando la scena dal tetto di un casolare..non stava andando male ma la situazione era tutt'altro che risolta..Il nostro intervento sarebbe significata la sua morte..e forse non ci dispiaceva poi così tanto l'idea..

    Dalla parte opposta Miguel e Rodriguez raggionsero il capanno e si sbarrarono dentro. Presero fiato, in fondo erano guerrieri, dovevano provare ad eleborare una strategia per sopravvivere. Rodriguez si tranquillizzò in minima parte, era appena stato salvato dal migliore; ora avrebbe fatto qualunque cosa gli avesse ordinato per cercare di sopravvivere. Bloccarono le finestre, la struttura era appena di 6 metri per lato ma era praticamente un bunker camuffato da catapecchia. Lasciarono aperta una feritoia che Miguel utilizzò per osservare la scena.
     
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  12. ~Sir Vladimir~
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    Sulla mia grossa maschera bianca si dipinse un sorriso. Ero stato più fortunato di quanto non avessi creduto. Dopo averli superati avevo intenzione di tentare di attaccarli, ma immaginavo che almeno due di loro mi avrebbero evitato nella loro corsa disperata, proseguendo nella loro via per la salvezza.

    Invece, la mia strategia era stata premiata. Tutti e tre erano venuti a sbattere contro il mio corpo, e ora giacevano per terra, erano alla mia mercè.

    Fu un istante, vidi il mio "compagno" sopra un tetto che mi osservava, e dalla sua espressione capii che dovevo fare in fretta, molto in fretta. Prima, quando camminavamo tranquillamente nell'Hueco Mundo mi aveva spiegato degli Shinigami, e di come svolgono il loro lavoro. Presto, con tutto lo scalpore che stavamo facendo, con tutte quelle anime spezzate, sarebbero arrivati.

    Dovevo muovermi, dovevo sbarazzarmi subito di quei tre, e finire in fretta gli altri due che si erano richiusi nel capanno, il tempo stringeva. Ero arrabbiato con me stesso. Un solo stupido errore rischiava di precludere la riuscita di tutta quella "operazione". E' così che si muore in battaglia, come avevo sperimentato quando ero compagno di quegli stessi soldati. Mi ricordai, dunque, cosa vuol direcombattere, mi ricordai, respingendo ancora l'istinto, tentando sempre di più di controllarmi. Perché io potevo...

    Con una sorta di ululato, affondai entrambi gli arti muniti di artigli sulle persone a terra. Una volta, due volte, tre volte, mirando al petto.

    Presto, molto presto, tutto sarebbe finito. Dovevo fare in fretta...in fretta...in fretta...

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  13. ~Sargo
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    I corpi dei suoi compagni erano stati squartati per l'ennesima volta, la distanza almeno gli aveva risparmiato la vista dei loro corpi squarciati. Quella cosa, quell'ombra scura avrebbe tormentato per sempre ogni notte di Miguel, sempre se fosse sopravvissuto, cosa al momento alquanto incerta.
    In quel momento Rodriguez fece la prima cosa utile da quando erano entrati nel capanno. Andò a rovistare sotto un tavolo tirando fuori due grosse casse. Le trascinò fino a Miguel visto il grosso peso. Le aprì.
    La scritta in cirillico su quelle casse fece ritornare lo spirito combattivo a Miguel. Lanciarazzi Katyusha, l'ultimo modello anticarro. Li stavano ordinando da un clan della mafia russa, quelle due casse erano i "campioni di prova". Un colpo di quella "bestia" bastava a tirare giù un tank dell'esercito; la cosa più bella era il caricatore da 3 razzi. Purtroppo i tempi di ricarica erano lunghi. Miguel fece uno sguardo complice al compagno e impugnò saldamente l'arma, mirando attraverso la feritoia.
    "Hijo de putAAAA!!!" Urlò così forte da farsi sentire persino dopo lo scoppio dei 3 razzi che partivano verso quella fottutissima ombra. Rodriguez si preparò con le nuove munizioni.

    I razzi saettarono nell'aria a velocità incredibile andando a colpire in pieno la creatura. I corpi smembrati degli amici morti furono sparsi da ogni parte; per terra un cratere di 6 metri.


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    3 ferite moderate
     
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  14. ~Sir Vladimir~
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    "Lanciarazzi?" Ebbi appena il tempo di dire, tra me e me. Infatti, appena avevo squartato gli ultimi tre miei compagni che avevano tentato la fuga, tre razzi, uno dietro l'altro, mi colpirono in pieno.

    Per fortuna la pelle era dura, e la maschera resistente, ma comunque i danni che mi fcero furono consistenti. Dannazione, perdevo sangue in maniera continua, e mi era staccato un pezzo di coda. La maschera poi, mi si era scheggiata, e mi causava un fortissimo dolore.

    "Deve finire....sì...deve finire..."

    Alla fine erano riusciti a reagire, i maledetti. L'errore che avevo commesso poco prima si era rivelato più pericoloso del previsto. Ed ero stato stupido, nuovamente, stupido a sottovalutare i danni che avrebbe potuto procurarmi. Avevo pensato che erano in trappola, e invece si erano garantiti una posizione sicura. Ero stato stupido, e il dolore che provavo ne era lo scotto. Ma ora avrei rimediato, sì, finalmente avrei avuto occasione di rimediare al mio errore...

    Reagii velocemente, iniziando a correre direttamente nella direzione da cui era giunto il colpo. Tentare di aggirarlo mi avrebbe fatto solo perdere tempo, e mi avrebbe reso sensibile al fuoco nemico, mentre così forse avevo la speranza che non riuscissero a ricaricare, prima che io giungessi abbastanza vicino da rendere pericoloso il colpo anche per loro.

    Infatti lo sapevo. Sarei riuscito a reggere al massimo uno ancora di quei colpi tripli. Se ne fosse arrivato un secondo con ogni probabilità il mio corpo ne sarebbe stato squarciato.

    E allora mi diressi verso il capanno, con tutta la velocità di cui ero capace, travolgendo le anime delle persone già morte senza quasi curarmene, mi sarei saziato dopo...

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    Statistiche Combattimento:

    Stato mentale: Teso e determinato
    Stato Fisico: Leggermente ferito, perdo sangue ma il dolore non mi impedisce di continuare a combattere
    Ferite: 3 moderate

    Azioni Svolte: 3 Slot correre (30 metri)
    Slot usati: 3/3 (1 combo)

    Reiatsu disponibile: 30/30
    Tecniche Usate: //
     
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  15. ~Sargo
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    I colpi avevano avuto successo, Miguel rilassò per la prima volta i muscoli facciali in un sorriso aspettando di vedere quell'ombra maciullata. Rodriguez diventò speranzoso, stava persino per esultare quando vide lo sguardo di Miguel tornare cupo. Il suo problema era che non poteva vedere, non sapeva che la creatura era stata comunque ferita, fu preso dal panico e iniziò a parlare singhiozzando in dialetto basco. Invocava la madre, i santi, tutte le divinità possibili, nessuno l'aveva visto così religioso malgrado avesse affrontato la morte faccia a faccia numerose volte.
    Era diventato inutile Miguel imprecò cercando di ricaricare tutti i colpi.
    Si trascinò verso il fondo del locale a 6 metri di distanza, l'unica speranza era forse quella. Rodriguez lo aveva almeno aiutato a spostarsi ma il suo stato lo rendeva solo un peso.
     
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22 replies since 23/2/2008, 14:12   282 views
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