4:17 am , *Plic*

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  1. kennino89
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    *Plic *Plic *Plic

    E' un lento e inesorabile ticchettare di gocce sul pavimento l'unico rumore che sente, o che sembra sentire Magato.

    Sono le 4:17 del mattino, e solo un secco “Plic” è la sua compagnia, null'altro e nessun altro.

    La città dovrebbe essere oramai completamente addormentata, a quest'ora della notte in giro ci sono solo maniaci, prostitute e i loro clienti. Però questo strano silenzio non è normale, pensava Magato. Forse sta succedendo qualcosa, pensava. Finalmente, pensava.

    Intorno a lui aumentava il silenzio, così come aumentava costantemente l'intensità del tedioso e continuo “Plic” che rimbombava nella testa dell'uomo creando mille echi diversi,non accennando a smettere.

    Effettivamente di sangue in un corpo umano ce n'è molto, pensava Magato. Morire dissanguati è troppo lento, non dà gusto, pensava. E' solo un lento e costante scivolare verso il basso, pensava.

    Le gocce continuavano a cadere dal collo del giovane giapponese e oramai del tessuto della sua camicia Oxford e del suo completo da impiegato si vedeva ben poco. Magato era completamente coperto di sangue, in parte rappreso e in parte fresco, in parte suo e in maggior parte no.

    Cazzo, queste macchie sono fottutamente difficili da togliere, pensava Magato guardandosi. Poi volgendo l'attenzione a ciò che gli stava attorno e vedendo ciò che aveva combinato sorrideva.

    Intorno a lui, nel suo squallidissimo appartamentino vi erano infatti i corpi immobili di 5 persone. 5 esseri oramai non più di tanto viventi. 2 erano completamente tumefatte, a malapena riconoscibili come esseri umani, tanto si era accanito il calmo e placido, o almeno ritenuto tale, signor Hiroe su di loro.

    Somiglierebbro un sacco ad un Cheese Burger tra due fette di pane e con una sottiletta sopra, pensava Magato incredibilmente orgoglioso della sua opera.

    Un altro cadavere giaceva a terra, con ambedue i tendini d'Achille recisi e senza più buona parte del braccio sinistro. Un altro era legato a quelle stupide sedie di plastica che tanto piacevano a Magato con due chiodi in testa, e due sul collo, come macabro tentativo di imitazione di Frankenstein. A Magato piacevano tanto quel libro e i film su quel mostro, tanto da volersene creare uno nel proprio salotto, operando però in maniera inversa al procedimento compiuto dal pazzo dottore creato da Mary Shelley.

    L'ultimo cadavere era in mezzo all'anticamera dell'appartamento, con la testa girata di 180° rispetto alla sua posizione normale.
    Guardando in quella direzione Magato ebbe come un fremito ed assunse un espressione mista di piacere, soddisfazione, ira e tristezza. Quella era infatti la sua ultima vittima, probabilemente l'ultima di sempre. Con lui infatti Magato aveva cercato di scoprire come si sente un predatore nell'uccidere una preda; lo aveva lasciato libero di combattere, di provare a sconfiggerlo, di sopravvivere.

    E quasi ce l'aveva fatta, quel fottuto Taiwanese pensava Magato. Era infatti colpa sua se lui se ne stava lì, fermo appoggiato alla parete con il collo sanguinante e oramai morente. L'infame l'aveva infatti morso al collo, proprio come una bestia, pensava Magato. E all'inizio gli era piaciuto quello spirito combattivo, ma quando si era accorto che stava per essere sottomesso aveva messo fine al gioco. Peccato fosse troppo tardi, oramai il taglio era troppo profondo. E così Magato è qui che aspetta di morire.

    Oramai dovrebbe mancare poco, pensava Magato, che oramai non riusciva neanche più a ragionare lucidamente e si sentiva incredibilmente debole, oramai dovrebbe finire, pensava.Finalmente un po' di silenzio pensava....

    *Plic *Plic *Plic
     
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  2. ~Yorunoken~
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    "Guarda guarda" dissi quasi sognando, mentre osservavo gli ultimi lembi della catena dell'anima di quel plus staccarsi staccarsi dal suo vecchio corpo.

    "Guarda guarda" continuai, girando intorno a quella bella nuova anima. Niente per giustificare un pranzo certamente, uno stupido, semplice plus. Era una missione di reclutamento la mia.

    "Dunque dunque, un potenziale candidato all'inferno, abile al punto giusto nell'uccidere, direi che sei assunto" continuavo a parlare con l'espressione folle dipinta sul viso, e la mia voce era quasi ironica. Non sapevo nemmeno se quel plus era "coscente", ovvero se aveva già superato il primo shock del trapasso.

    "Avanti bello, svegliati, dobbiamo muoverci o quegli stronzi arriveranno, e ti manderanno dove meriti" dissi con un ghigno.

    SPOILER (click to view)
    Sarò il tuo sensei con un npc creato a hoc. Fai riferimento a questa scheda per i dati dell'npc. Buona ruolata ^^
     
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  3. kennino89
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    Dormito.

    Ho solo dormito
    , pensava Magato. Niente più di un sonnellino, è stato questo, pensava.

    Chi cazzo sei tu?!? pensava.

    Svegliandosi, sempre si potesse definire sveglia quella, infatti aveva visto quell'individuo strano nel suo appartamento e l'aveva sentito farneticare un discorso su l'arruolamento, o almeno così pensava di avere sentito Magato. Guardandosi intorno per cercare di capire cosa succedesse, per orientarsi, per vedere cosa accadeva Magato notò la catena che gli usciva dal petto. Cazzo fa male, pensava Magato dopo averla tirata. Non male, pensò.

    L'attenzione di Magato si spostò poi sull'ospite. La figura era sì umana, ma ha qualcosa di profondamente disturbante, questo pensava Magato. Sembra come marcia dentro, come incancrenita nell'animo, questo pensava Magato. E gli piaceva. Dopodichè ghignando quasi a mostrare apertamente quel suo animo malato e ferino l'uomo o il demone o l'angelo o chiunque cazzo fosse si rivolse a Magato:

    "Avanti bello, svegliati, dobbiamo muoverci o quegli stronzi arriveranno, e ti manderanno dove meriti"

    Ok bello...Tu vieni qui in casa mia, nella mia calda e accogliente casina così e mi inizi ad ordinare di muovermi perchè ci sono degli stronzi che stanno vendomi a prendere per portarmi chissà dove.... Ma chi sono QUEGLI stronzi? Forse non lo sai ma è la prima volta che muoio...O sono ancora vivo?? E poi perchè cazzo ho una catena attaccata al petto?!? chiese Magato abbastanza irato, non per via del fatto di essere morto ma perchè al'oscuro di tutto ciò che stava succedendogli.

    E poi spiegami perchè tu non dovresti esserlo, uno stronzo o perchè dovrei seguirti....Dimmelo e io valuterò...



     
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  4. ~Yorunoken~
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    Proruppi apertamente in una risata malvagia, che riempì la stanza. Dopodiché afferrai la catena di quel plus, verso l'estremità e la strattonai, costringendolo ad alzarsi in piedi.

    Godei al pensiero del dolore che gli stavo provocando, ma mi trattenni. Voleva delle risposte? Bene, gliele avrei date...

    "Piano, piano, una domanda alla volta e vedrò di risponderti" dissi con quell'odioso tono cantilenante, come se stessi parlando con un bambino particolarmente stupido.

    "Vedi, tu sei stato tanto cattivo in vita...E ora loro arriveranno" dissi quasi sussurrando, con fare complice, come si fa con i bambini "Gli Shinigami arriveranno, e ti spediranno all'inferno...E se non vuoi andarci con me devi venire.." continuai ancora sussurrando con tono cantilenante.

    Poi cominciai a ridere e saltare su e giù. La maschera che mi copriva il volto per metà aveva un'espressione folle, ma non era certo alla pari con quella del mio volto, che sembrava assolutamente priva di ogni razionalità, totalmente malvagia.

    "Non vuoi andare all'inferno vero?" dissi con il tono di chi sta per scoppiare a piangere, e immediatamente dopo scoppiai in una risata folle.

    Mi piaceva quell'uomo, era decisamente simpatico.
     
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  5. kennino89
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    Che situazione di merda, pensava Magato. Tutta colpa di quel maledetto stronzo di Taiwan, pensava.

    Magato non si era ancora reso della situazione che lo circondava, era tranquillo per avere appena scoperto di essere morto. Era prevedibile con quel morso dopotutto, pensava. Ma non era prevedibile questo qui, pensava.


    "Questo qui", come lo aveva definito il neo deceduto si stava avvicinando a lui dopo essersi messo a ridere sguaiatamente e aveva afferrato con forza la catena che usciva dal petto di Magato. Solo lo stringere la catena da parte di quell'essere aveva offuscato la vista dal dolore a Magato che se ne beava, se lo godeva come si gode di un piacere tanto intenso quanto effimero.
    Dopodichè quando l'intruso tirò a sè Magato costringendolo ad alzarsi; il mondo si accese e spense per Hiroe, un fantastico e terribile dolore gli straziò il corpo e gli pervase l'animo, profondamente turbato dalla vicinanza con l'inatteso ospite sconosciuto e completamente travolto dalla sofferenza.


    "Piano, piano, una domanda alla volta e vedrò di risponderti..." disse prendendo in giro Magato l'essere, baloccandosi del dolore che creava e della smorfia dell'ormai vicinissimo volto di Magato.
    "Vedi, tu sei stato tanto cattivo in vita...E ora loro arriveranno.....Gli Shinigami arriveranno, e ti spediranno all'inferno...E se non vuoi andarci con me devi venire.." continuò l'essere che oramai sembrava completamente rapito dall'estasi provata dall'esprimere la propria corrotta natura. "Non vuoi andare all'inferno vero?"


    "Ci sono molte teorie sull'inferno, lo sai vero?" disse Magato cercando di lottare con il dolore intensissimo che ancora lo pervadeva " Alcuni dicono che la compagnia lì sia molto più pacevole che in paradiso....Altri invece dicono che sia meglio una vita da schiavi che un giorno da Sovrano negli inferi, per cui immaginiamo la situazione.." continuava il sofferente Magato provando ora che si acquietava il dolore a guardare spavaldamente il volto semi coperto e sconvolto dalla follia dello sconosciuto.


    " Ciò non toglie che non ho voglia di testare ciò che viene detto e ancora meno voglia di andare a incontrare gli akuma che popolano gli inferi." continuò dopo una breve pausa Magato sempre più cosciente della propria situazione.

    Ci sto. Verrò con te...
     
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  6. ~Yorunoken~
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    "Verrai con me!" dissi in tono acutissimo, come un bambino che ha appena scoperto che il Natale è arrivato in anticipo. Nella mia voce e nel mio comportamento c'era una follia più che evidente. Nemmeno da Arrancar la mia mente era completamente lucida in una situazione come quella.

    "Ma..." dissi, e sul mio volto comparve un'espressione estremamente triste, quasi piangente "farà molto male, lo sai? E poi avrai tanta, tanta fame...Però ti potrai divertire con noi!" le ultime parole si trasformarono in un acuto di gioia, e iniziai a giocherellare con la catena del plus, assaporando il dolore e le smorfie che provava.

    Poi, senza avvertimenti, tirai un forte strattone alla catena. Il cuore si crepò. Ne tirai un secondo, e si staccò definitivamente.

    Un Hollow stava per nascere...
     
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  7. kennino89
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    "Verrai con me!" urlò la creatura che stava di fronte a Magato, e lo urlò come se fosse stato un evento lieto e da molto aspettato e tanto agognato. Urlò di una gioia euforica inspiegabile razionalmente, ma in maniera altrettanto repentina con cui era giunta questa gioia così era scomparsa dal volto dell'essere.

    "Ma... farà molto male, lo sai? E poi avrai tanta, tanta fame...". Ora il tono era triste, abattuto. Questo scenario farsesco e al limite tra il comico e il tragico stava lentamente disorientando Magato, non capiva più cosa stesse facendo l'altro e cosa aveva intenzione di fare con lui.

    "Però ti potrai divertire con noi!" disse il suo interlocutore cambiando nuovamente espressione e tono e iniziando a giocare con la catena che usciva dal petto di Magato come si fa con il filo del telefono .

    Dopodichè fu un'apoteosi, un trionfo del dolore.

    La creatura aveva infatti iniziato a strattonare con forza la catena, come se volesse staccarla. Al primo strattone Magato rispose con un urlo atavico, un urlo provocato dallo straziante dolore subito.
    Mai, pensava Magato, mai avrebbe pensato di riuscire ad essere saturo di dolore, talmente tanto pieno da voler morire, o in questo caso rimorire.
    Quello che stava provando andava infatti ben oltre il lancinate dolore fisico che comunque lo torturava.
    Era di molto maggiore il dolore che sentiva scoppiargli da dentro, un dolore che trascendeva qualsiasi sensazione aveva provato fino ad allora. Un dolore assolutamente imparagonabile a qualsiasi altra pena sofferta o soffribile: il dolore dell'abbandono dell'umanità.

    Questo dolore ebbe poi il suo culmine, il suo apice estremo quando l'essere tirò per la seconda volta; questa seconda sofferenza fu della durata di un istante ma di un'intensità irraggiungibile.

    Era come sentirsi il mondo collassare addosso, pensava Magato, era come la sofferenza di perdere la cosa a te più cara, ma mille volte, pensava, era come perdere se stessi nei meandri più bui e profondi della propria interiorità per non uscirne più, pensava.

    E poi, non fu più quello che era.
     
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  8. ~Yorunoken~
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    Quella sensazione. Il momento in cui ci si trasforma in Hollow, in se stesso, raggiunge una profondità impressionante, tanto da restare impresso all'Hollow per l'intera vita. Del resto, esso viene sempre ricordato dalla fame continua che ci perseguita, una fame che mai ci abbandonerà, ma potrà al massimo essere lenita da nuove forme e nuove sigilli, come la trasformazione in Arrancar.

    Ma la perdita del nostro cuore è un male insormontabile, impossibile da dimenticare.

    Nel momento in cui la catena del fato si stacca, l'intero corpo va in frantumi, per poi ricondensarsi in una nuova forma, mostruosa, caratterizzata da un buco nel petto, simbolo della mancanza del cuore, e da una maschera, che serve a mascherare la lucidità, ad allontanare la mente dal mondo che la circonda. E' difficile vincere tale maschera, e gli Arrancar, gli unici tra gli Hollow a cui è stato fatto il dono di rimuoverla, sono gli unici di tale razza ad essere completamente lucidi e coscienti.

    Anche se, come nel mio caso, spesso si rasentava la follia.

    E ora, attendevo, che il nuovo corpo della mia "creazione" si ricomponesse, per iniziare ad addestrarlo.
     
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  9. kennino89
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    Oh mio Dio, pensava Magato.

    Quello che era appena successo era quasi indescrivibile, era come chiedere ad un eroinomane cosa prova quando preme lo stantuffo e subito inizia a sentire in circolo la sua droga, tutto era semplicemente indescrivibile, pensava.

    Non appena si era staccata la catena, non appena era giunto all'apice di insopportabile dolore che comportava quel processo, egli non si sentì più mai un essere umano. Sentì il suo corpo come liquefarsi, come sciogliersi. La sua concretezza di anima andava via via disintegrandosi come ghiaccio al sole, sferzato da una luce e un calore insopportabili.
    Era un andare in pezzi, uno sfaldarsi, così come i covoni slegati travolti dall'ira di una tempesta, questo pensava Magato.

    Questa era la terribile ed opprimente situazione dell'ormai didssoltosi Magato, sempre più entità e meno corporeità. Egli stava sentendo il dolore più profondo e possibile, il dolore che nasce dall'abbandono della propria natura, dal lasciarsi strappare via l'anima, dal sentirsi divenire qualcosa che forse alcuni riterranno superiore,, altri bestiale e luciferino. Non sapeva, o meglio aveva deciso di non sapere a cosa andava incontro Magato accettando la proposta del perverso ospite che aveva trovato in casa al suo risveglio.

    Ecco che allora si era completata la distruzione del suo corpo, o meglio di quel corpo che gli aveva fatto da involucro dopo la morte, quella natura, quell'immagine che probabilmente non avrebbe mai più visto. Magato non era più.
    Il fatto più inaffrontabile dalla sua mente sempre più logorata da quest processo era che se ne rendeva conto; non si riusciva a spiegare come e perchè riuscisse a rendersi conto di esserci, di pensare pur senza avere una fisicità, una concretezza.

    Dopodichè inizio il processo di rinascita, ma non un processo di palingenesi come quello religioso, ma un processo di maledizione e perdizione nel quale Magato si sarebbe poi tuffato.
    Lentamente infatti i resti del suo corpo oramai dissolto si stava concentrando in alcune zone riprendendo unione, riconsolidandosi. Queste particele nate dall'esplosione stavano infatti danzando a dove prima c'era Magato e si stavano riunendo in balletto armonioso.
    Da questa danza stava però nascendo una creatura terribile, un nuovo Magato irriconoscibile, mostruoso e terrificante.

    La testa infatti che si stava creando aveva un volto ferino e mostruoso, agghiacciante; niente più di umano era rimasto in Magato e nella sua genesi, almeno esteriormente. Nel frattempo stava prendendo forma un corpo gigantesco, bestiale: le spalle si stavano ingrossando assieme al petto e al resto del corpo. Una muscolatura forte e possente stava nascendo ad opera di quelle particelle, un corpo di animale.
    Dove prima c'era un normale essere umano ora stava nascendo un essere dalla corporatura gigantesca, una fiera terribile dalle fattanze orsine.
    Proprio mentre il corpo sembrava aver concluso la sua trasformazione, iniziò il processo che trasformava completamente Magato nel nuovo essere.

    Al centro del petto infatti si stava aprendo un buco, proprio dove dovrebbe essere posizionato il cuore. Un foro che stava a rappresentare quel buco nell'anima che si era creata quando aveva stretto il patto con lo sconosciuto, quando aveva ceduto la sua umanità, il suo cuore per avere l'eternità e la salvezza.
    Sul viso invece si stava creando una maschera bianca, che usciva dalla faccia stessa e che davanti ad essa si solidificava legandosi indissolubilmente al suo volto. Il cervello di Magato stava completamente venendo sconvolto da quella serie di eventi e stava pesantemente minando la residua lucidità psicologica, al punto tale da emettere un grido gutturale di sfogo, emesso per non subire quegli avvenimenti.

    Anche perchè nel frattempo stava venendo sconvolto da un sentimento più forte che la confusione, che il dolore, che lo stupore e l'incredulità: era la fame. Una fame smoderata stava sconvolgendo il nuovo Magato, una fame psicologica oltre che fisica.
    La fame nata per riempire la dissoluzione dell'Io di Magato nellla trasformazione.

    Una fame insopportabile.
     
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  10. ~Yorunoken~
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    Osservai con apprezzamento la mia "creazione", la mia "opera d'arte". Quando un nuovo Hollow nasceva, egli provava un dolore insopportabile, qualcosa che trascende la comprensione. Poi, dopo aver ricomposto la propria forma, quello che restava del dolore provato era la fame, quell'unica, grande, insopportabile fame, impossibile da colmare, impossibile da ignorare. Era quella che guidava ogni istinto dell'Hollow.

    Ora restava da scoprire se il nuovo arrivato fosse degno di sopravvivere, oppure sarebbe stato sconfitto alla prima occasione.

    "Dimmi" dissi con voce sadica, lo sguardo folle solo parzialmente celato dalla maschera che portavo sul viso, e che ero stato degno di rimuovere "Hai per caso una famiglia? Parenti, o amici? O qualcuno che tu possa considerare tale?" pregustando sadicamente ciò che stava per avvenire.
     
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  11. kennino89
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    L'individuo era lì che si compiaceva del nuovo Magato, come l'artista può fare con una sua creazione, beandosi della vista di ciò che era nato da un suo gesto nella maniera più naturale ed istintiva, in quella più genuina.
    Lo sguardo di contemplazione era però rapidamente svanito dal volto dello straniero, per lasciare spazio ad un espressione indecifrabile come il sorriso della Gioconda.

    Merda, pensava Magato. Santa merda, continuava a ripetersi mentalmente osservandosi.
    Erano naturali esclamazioni di sconcerto, sorpresa, shock per la trasformazione che lo aveva travolto. Una trasformazione che non sapeva ancora come ritenere, se miracolosa, benedetta o se luciferina, dannata...Nel frattempo però solo fame.

    "Dimmi" disse l'essere tirando fuori una voce sadica dalla sua fetida gola "Hai per caso una famiglia? Parenti, o amici? O qualcuno che tu possa considerare tale?"

    Ed ecco che il pensiero di Magato correva alle sue relazioni, quasi tute tragiche, finite a pezzi. I suoi rapporti con il prossimo erano sempre stati fottutamente difficili, complicati e mai troppo duraturi.
    Spesso per colpa sua, ma ancora più spesso incapacità altrui di accettarlo, pensava Magato. Cazzo che Fame, pensava.
    Ecco allora la sua mente che iniziava a fluttuare nei ricordi del vecchio Magato, cercando qualcosa, qualcuno.
    Fino a quando la fame, sì la fame stessa, scelse per lui. L'unica persona che aveva resistito affianco a lui, l'unica che sia mai riuscita a far breccia nel suo cuore e a capirlo, a provare a capirlo, ad essergli amica o forse anche di più.
    Era un po' che non vedeva Ryuubi, da quando lui si era dichiarato, un paio di mesi prima, e da allora, dal suo rifiuto, aveva provato a relegarla nei meandri della sua mente.
    Le voleva bene comunque, ma la Fame l'aveva scelta...

    Ryuubi mormorò piano verso l'ospite...
    Ryuubi..... continuò a cantalenare...
    RYUUBI!!! urlò sguaitamente con un grido misto di dolore e desiderio....
    Ryuubi... sussurrò di nuovo verso l'essere, cambiando però radicalmente espressione. Era diventato evidente che la Fame aveva vinto sul ricordo.
     
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  12. ~Yorunoken~
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    Osservavo compiaciuto il nuovo "piccolo" nato. Dapprincipio aveva iniziato a cercare tra i suoi ricordi una persona che per lui fosse speciale, per poi trovarla, quindi volgere la sua fame a essa.

    Era sempre così, per i nuovi nati. Il primo pasto di preferenza era sempre grazie a qualcuno a noi caro, poiché così si aveva l'impressione di saziare maggiormente la propria fame, anche se con ogni probabilità si otteneva l'effetto opposto.

    "E dimmi, dove abita questa tua amica?" chiesi con un ghigno, mentre schioccando le dita lì nella stanza un Garganta si apriva proprio dietro alle mie spalle.

    Primo allenamento concluso. Guadagli l'evoluzione "neo-Hollow", con annessi e connessi. Lascia un post conclusivo, dopodiché ti apro il nuovo allenamento ;)
     
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  13. kennino89
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    Era incredibile, pensava Magato. Ha retto tutto il tempo, non si è mai stancato di fissarmi, pensava. Devo piacergli proprio, pensava, o stargli proprio sul cazzo.

    Durante infatti l'esplosione interiore di Magato, quando aveva completamente ceduto al suo nuovo essere, con abbandono quasi lascivo ad esso, lo sconosciuto non aveva mai smesso di guardarlo, prima con aria curiosa, fino a cambiare ad una divertita espressione.
    Aveva osservato tutto ciò che compiva Magato con fervente attenzione, come si fa con un oggetto di studio e passione, con un tanto agognato oggetto da rimirare. Ma era solo l'attenzione ad essere di quel genere; il sentimento era pressochè assente, al massimo la sconvolgente evoluzione (o involuzione, dipende dai punti di vista) lo aveva divertito come può fare un'attrazione circense, o come un giocattolo nuovo un bambino, poi pronto a buttarlo e scartarne un altro.

    "E dimmi, dove abita questa tua amica?" tuonò la sua baritonale voce distogliendo momentaneamente dalle sconvolgenti passioni Magato.

    Ma subito è un ricadere in quella belluina e atavica Fame, in una spirale di perdizione che aveva oramai inglobato Magato.
    E' ormai stava affondando in essa, senza neanche più opporre resistenza ad essa, ma anzi lasciandosi beare e godendosi quel nuovo istinto pressochè animale.
    Subitaneamente infatti cambiò l'espressione di Magato, ora era la Fame a comandarlo, ed egli aveva deciso di lascirarsi comandare da essa come una nave si lascia dirigere nl mare aperto dalla tempesta per non spezzarsi e affondare.
    L'unica possibilità è il totale abbandono, pensava Magato.

    Abita in un quartiere residenziale nella vicina Otsu, rispose Magato, è appena a mezz'ora di macchina.....

    Oramai la Fame aveva preso il sopravvento, e l'unica cosa che agognava Magato era soddisfarla, era riempire quel vuoto che si era creato entro lui, soddisfarlo e saziarsi.

    Oramai era un essere istintivo, non più umano, non più salma, non più anima, comandato dal desiderio di evincere l'insistente Fame interiore che lo torturava.
    Era Hollow.
     
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12 replies since 28/3/2008, 15:18   108 views
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