Morte di Gerrit Rietveld

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  1. Blecco.
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    “Pensato”
    << Parlato >>


    La morte di un uomo, la nascita di un Dio



    Quella mattina, l’ultimo dei fantasmi che si era fatto amici, era scomparso. Lui era il suo “migliore amico”, ma è stato il più duro ad abbandonarlo. Gli altri spiriti si erano limitati ad ignorarlo, a non rivolgergli più la parola da quando ha incominciato a credersi un Dio, un essere superiore. Invece, quello spirito, è scomparso nel nulla. Non ha solamente spezzato la loro amicizia, ma l’aveva anche abbandonato. Si sa, i sentimenti di un essere umano sono complicati, ma quelli di un pazzo sono incomprensibili. E’ così che quello che prima era “amore” è diventato “tristezza” e infine… “rabbia”. E’ cosi che questi nuovi sentimenti di odio lo hanno spinto a prendere una decisione drastica.

    “Come Dio, mi vedo costretto a punire chi mi ha tradito. Io sono misericordioso, ma tutti hanno un limite. Ora la pagheranno tutti, la pagheranno con la vita…”

    Quello di oggi è un altro gelido giorno dell’inverno Olandese. Un altro giorno della monotona vita di Gerrit, che si prepara a raggiungere la fabbrica dove lavora. Oggi, però, non ha intenzione di fare quello che fa di solito. Oggi… è il giorno del giudizio. Il vento fa muovere come un serpente la sua sciarpa a strisce bianco nere. Il lungo cappotto nero lo protegge dalle intemperie, tenendolo al caldo, ma il suo cuore rimane comunque freddo come il ghiaccio. Sul suo volto non si riesce a scorgere nessuna espressione. La bocca, leggermente incurvata verso il basso, sembra portare il solito triste sorriso di ogni giorno. Gli occhi verdi, spariscono dietro i riflessi degli occhiali da vista, contribuendo a dargli un espressione vuota. La lunga chioma grigia si scompiglia, imitando la sciarpa e svolazzando qua e là. Raggiunta la fabbrica, rimane ad osservare per qualche minuto l’edificio, in silenzio. Gli uffici dei dirigenti sono in un edificio staccato, come a testimonianza della loro ingiusta “superiorità”. Il luogo in cui lavora, invece, non è altro che un capannone di dimensioni enormi. Il portellone per il carico e lo scarico delle merci è spalancato, come sempre, e gli pare vedere le raffiche gelate entrare a tormentare i suoi colleghi, ma non è in pena per loro. Raggiungendo la gigantesca entrata, guarda per un ultima volta il luogo in cui ha sprecato innumerevoli dei suoi anni. Le scatole di legno sono ovunque. Quando le vede, la rabbia ribolle dentro le sue vene. Ha passato gli ultimi trent’anni della sua esistenza a sigillare, caricare e scaricare quelle maledette scatole. Un colpo sulla spalla lo distoglie dai suoi pensieri. Uno dei suoi colleghi, di cui non ricorda nemmeno il nome, è arrivato di fianco a lui in sella ad un muletto per trasportare gli scatoloni e gli parla in modo amichevole.

    << Ehi Gerrit! Sono le nove e mezza, sei parecchio in ritardo oggi. Cos’è la tua ragazza ti ha fatto fare tardi? No… non è possibile. Dimenticavo che una qualsiasi donna è troppo poco importante per avere l’onore di stare con te. Ah ah ah! Forza, va a cambiarti inchioda quelle casse che tra poco dobbiamo caricarle. >>

    Senza nemmeno rivolgergli lo sguardo o una parola, Gerrit riprende a camminare verso lo spogliatoio dei dipendenti. Il collega, senza farci troppo caso, se ne facendo nuovamente una risata meschina. Arrivato nello spogliatoio, vi trova tre dei suoi colleghi, intenti a fumare in una pausa non troppo sulle linee del regolamento dell’azienda. Uno di loro, un nero immigrato qualche anno prima, inizia a parlargli.

    << Ehi Gerrit! Sei venuto qua a dare le dimissioni? Finalmente ti hanno fatto re del mondo? Quando succede avvisaci, che così ci ricordiamo di chiamarti sua maestà. >>

    I tre ridacchiano tra di loro, poi, non vedendo alcuna reazione da parte dell’uomo, fanno un gestaccio e tornano a parlare tra di loro. Deambulando, nel vero senso della parola, raggiunge un pianale con tutte le armi da lavoro. Appesi ad un particolare portaoggetti ci sono parecchi attrezzi da lavoro, ma gli occhi di Gerrit vengono rapiti da due sparachiodi cariche fino all’orlo. Staccandole dal loro alloggio, le appoggia sul tavolino e incomincia a togliere loro la sicura. Il nero, notandolo, ricomincia a parlare.

    << Ehi, Gerrit. Non puoi lavorare con gli abiti quotidiani. Se hai da fare va a cambiarti. >>

    L’uomo, ancora una volta, non lo degna della minima attenzione e da una controllata ai caricatori. Raggiungendolo e appoggiandogli una mano sulla spalla, il nero gli parla visibilmente incollerito.

    << Gerrit, ti ho detto di cambiarti. Non voglio che il capo reparto vada nei cazzi per colpa di un pazzoide come… >>

    Il chiodo piantato tra gli occhi non gli permette di finire la frase. L’uomo muore sul colpo, a causa della ferita al cervello, i suoi amici, invece, soffrono parecchio prima di tirare l’ultimo respiro. Non avendo mai avuto una grande mira, i due proiettili sparati ai colleghi finiscono uno nell’occhio del primo e il secondo nella gamba dell’altro. I due, tra le urla, muoiono dissanguati ricoprendo la stanza del liquido vermiglio. Attirati dagli strazi di dolore, il personale del magazzino corre verso lo spogliatoio per capire cosa sta succedendo. Il capo reparto, con prontezza professionale, chiama subito l’ambulanza, temendo un incidente. Quando vede la figura di Gerrit uscire dalla porta dello spogliatoio e sparare a vista ai suoi colleghi, mette giù alla segretaria del pronto soccorso e chiama la polizia. Fa appena in tempo a spiegare l’accaduto che un chiodo gli si pianta nella mano appoggiata al muro. Non riesce a trattenere le urla e la persona dall’altro capo, terrorizzata, richiede più volte spiegazioni. Il secondo colpo, alla testa, è fatale per l’uomo, che ricade a terra con la mano ancora appesa. Il cappotto e la sciarpa di Gerrit non hanno più il loro colore originale. Il sangue li impregna completamente, cosi come regna incontrastato nella scena davanti ai suoi occhi. Ha ammazzato tutti quelli che ha trovato, senza distinzione di età, colore della pelle e sesso. E’ l’unico in piedi, in mezzo a molti cadaveri. Il suo volto si copre di un espressione sgomenta. Nessuno riesce a capire quali siano in suoi pensieri in quel momento, sono troppo contorti anche per il miglior psicologo sulla terra. La sua spaventosa risata, risuona nell’edificio ormai muto. L’ultimo rumore che si sente quella mattina è quello del chiodo che si conficca nella sua tempia sinistra e le sirene delle volanti.

    << Morto… Sono morto… Eppure, dovrei essermi liberato dal mio corpo terreno. Avrei dovuto ottenere il mio corpo da Dio, perché mi sembro cosi simile a tutti quegli spiriti che ho conosciuto…>>

    Osservando il suo corpo terreno, si rende conto che le loro mani sinistre sono legate da una catena.

    << E’ questa! Questa è la colpa per cui non sono ancora un Dio! Devo spezzarla! Appena mi libererò di questo sudicio corpo umano troverò la mia vera forma! Si! Devo romperla! >>

    I suoi occhi si riempiono nuovamente d’ira mentre cerca, inutilmente, di rompere la catena del fato. Nel frattempo, i poliziotti sono accorsi sulla scena del crimine. Uno di essi, probabilmente il capo, si avvicina al corpo di Gerrit, osservandolo attentamente.

    << A quanto pare è quest’uomo l’assassino. Guarda, tiene ancora le due sparachiodi nella mani. Si è suicidato con un colpo delle stesse, c’è un chiodo nella tempia sinistra. Probabilmente è stato sopraffatto da un raptus di follia e, quando se n’è reso conto, si è ucciso perché non riusciva a sopportare il dolore di aver compiuto questa strage. Portatelo in obitorio per una conferma alle mie tesi. >>

    L’uomo continua a parlare, mentre si allontana da Gerrit, ma questo a lui non importa. Le parole che ha appena sentito non gli vanno per nulla bene.

    << No! Fermi! Luridi vermi non osate toccarmi! Questo corpo deve rimanere qui finché non riuscirò a liberarmene! Io non ho ancora finito qua! Fermi! >>

    Mentre i paramedici sollevano il cadavere su una barella, Gerrit continua insistentemente a tirare la catena nel tentativo di spezzarla. Gli uomini sollevano un telo bianco su di esso, per coprirlo mentre lo trasportano all’ambulanza. Sono quasi fuori quando la catena, dopo un altro strattone, si spezza.

    << Io devo rimanere qui! >>

    La catena, lanciando un improvvisa sensazione di dolore, si allunga in modo abnorme dalla mano di Gerrit. Le sue spire, librandosi in aria, circondano l’intero edificio come una ragnatela. In centro alla pozza di sangue del massacro, si trova Gerrit, con il capo chino che sembra riflettere su chissà cosa.

    “Sono riuscito a liberarmi. Perché allora sono legato qui. Cos’è questa infinita catena che mi lega a questo posto infernale. Anche gli spiriti la avevano, ma era molto più corta. Sicuramente è un'altra riflessione del mio essere Dio, ma perché fa così male. Il dolore, all’inizio sopportabile, diventa tremendo e lo costringe a urlare. I suoi strazi, però, non sembrano essere uditi dai poliziotti rimasti per gli ultimi controlli. Aprendo gli occhi coperti di lacrime, Gerrit si volta verso la fonte del dolore, la catena. Gli ci vuole un po’ per trovarne la fine, con la vista offuscata, ma infine riesce. Quando la vede, il dolore diventa ancora più insopportabile. I tasselli della catena hanno delle bocche e si corrodono uno dopo l’altro, mangiandosi a vicenda.

    << Che diavolo sono quei cosi! Cosa mi sta succedendo! Chi sta facendo questo a Dio! Verrete puniti! Verrete tutti puniti! >>

    Le parole, da li in poi, gli si fermano in gola, come se non avesse più la voce, straziata dal pianto. Non sa nemmeno lui come quell’idea gli venga in mente, ma al momento sembra l’unica soluzione. Prima di proferire quella sconcertante parola, si convince che un Dio, per essere tale, ha bisogno dei suoi fedeli. E’ per questo che lo sta facendo.

    << A… iuto…? >>
     
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  2. zet88
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    Come in risposta alla timida e sofferta richiesta di aiuto del vecchio lo spazio si squarciò di colpo proprio davanti agli occhi dell'uomo, a non più di due metri di distanza, oltre lo squarcio fu possibile intravedere per un attimo fugace un panorama quasi lunare, un enorme distesa di sabbia bianca sotto un cielo nero come il petrolio puntellata qua e la da qualche sparuto albero rinsecchito.
    Dal Garganta emerse un essere che ad un primo distratto sguardo poteva sembrare umano, fatta ovviamente eccezione per due grandi ali da pipistrello ripiegate dietro la schiena, una maschera dalle fattezze ferine, dita lunghe e pesantemente artigliate e degli abiti che ricordavano quelli di un aristocratico d'altri tempi.
    Lo squarcio si richiuse all'improvviso come era apparso non appena il vasto lorde lo ebbe completamente attraversato.
    Vampyr aveva preso l'abitudine, vista la natura della sua missione, di tenere d'occhio i soggetti interessanti prima ancora che diventassero interessanti per lui, ovvero prima che morissero diventando potenziali hollow.
    Quel vecchio lo aveva incuriosito, aveva una forza spirituale notevole, visto che poteva vedere i plus anche da vivo, inoltre possedeva una mente folle e vacillante, il soggetto più adatto per avere un'ottima carriera come hollow.
    Inoltre, avendolo seguito anche in vita, sapeva cosa dire e come dirlo per assicurarsi la sua collaborazione.
    Salve signore, io sono Vampyr e sono giunto qui da lei appositamente per traghettarla fino alla nuova vita che la aspetta, la vita che le si addice di più, quella che lei merita
    Si inchinò leggermente pronunciando quelle parole, come a voler essere rispettoso.
    Deve solo fidarsi di me...
     
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  3. Blecco.
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    L’incontro col tristo mietitore, l’angelo nero che porta ad una nuova “vita”


    << A… iuto…? >>

    Pronunciata quella tremenda parola, la bocca di Gerrit si richiude all’improvviso e l’uomo si morsica la lingua.

    “Cosa sto facendo. Io sono Dio. Non ho bisogno di aiuto.”

    Il suo discorso mentale non riesce a svilupparsi in modo esauriente, quando viene interrotto da una vista alquanto particolare. Lo spazio, inchinandosi al volere del creatore, si squarcia come di incanto, creando un buco sempre più grande. La vista che fornisce, però, è tutt’altro che paradisiaca. Una distesa enorme di sabbia, puntellata da piccoli alberi morti, si estende fino all’orizzonte. Sopra di essa, una notte buia come la morte, regna incontrastata. Non riesce a scorgere alcuna costruzione umana, e questo gli basta a risollevarsi.

    “E cosi avevo ragione. Non ho bisogno di aiuto. Davanti a me si sono aperte le porte per il mio regno. Raggiungendolo, otterrò il posto che mi è sempre spettato.”

    Ancora una volta i suoi pensieri vengono interrotti. Nella distesa di deserto compare un’ombra. Da lontano, Gerrit lo scambia per un essere umano, ma quando gli arriva vicino capisce di aver sbagliato. Non sa come definirlo, ma certamente non assomiglia a uno di quegli esseri che ha falciato poche ore prima. Inizialmente non nota le ali, ripiegate dietro la schiena, perché troppo attento a osservare il suo volto. Indosso porta una maschera dai tratti animali, anche se non riesce a definire bene di quale specie si tratti. I pensieri scorrono talmente veloci nella sua mente che si sovrappongono, rendendoli impossibili da capire anche a lui. Così, rimane in ginocchio davanti a quella maestosa figura, come paralizzato. Quando, finalmente, riesce a distogliere gli occhi dalla candida maschera, si rende conto che probabilmente l’aspetto bestiale non è solo un abbigliamento. Le spaventose unghie che crescono sulle sue dita, difatti, sembrano perfette per recidere le gole. Gli abiti antichi lo fanno rassomigliare a un aristocratico di altri tempi, o ad un vampiro di un film di serie B. Quando l’essere lo ha raggiunto nel capannone, lo squarcio dietro di se si richiude all’istante. Ancora una volta Gerrit viene tempestato di domande.

    “ E’ stato lui? Lui è chi ha aperto quel varco? Non sono stato io? Non è possibile, io sono Dio! Ci dev’essere una spiegazione! Deve esserci!”

    Ed ecco che la sua spiegazione arriva senza farsi attendere troppo.

    Salve signore, io sono Vampyr e sono giunto qui da lei appositamente per traghettarla fino alla nuova vita che la aspetta, la vita che le si addice di più, quella che lei merita Deve solo fidarsi di me...

    L’inchino dell’essere, fa calmare del tutto Gerrit che, con un sorriso, risponde.

    << Vampyr hai detto? E’ così questo è il nome dell’angelo che ho davanti? Ho ragione vero? Non c’è altra spiegazione per le tue particolari fattezze. Ce ne hai messo ad arrivare, guarda che casino ha combinato questa catena mentre non c’eri. Da solo non riesco a romperla, direi che devi darmi una mano a liberarmi se vuoi che raggiungiamo quel luogo da cui sei arrivato. Forza, non è cortese far aspettare il creatore. >>

    Nella mente malata di Gerrit, non passa nemmeno per un secondo l’idea di poter essere ingannato. Nemmeno l’aspetto mostruoso dell’”angelo” che si trova davanti lo fa insospettire, in quanto per lui tutto ha un significato.

    “Deve avere quegli artigli per potermi liberare da questa catena che mi legava prima al mio corpo terreno ed ora a questo luogo. Spero che faccia in fretta, non voglio che ricominci a fare male. Dev’essere qualche inganno del Diavolo”.

    Senza nemmeno dare il tempo al mietitore di rispondere, Gerrit compie uno sforzo per rizzarsi sulle gambe. Poi, allungando il braccio sinistro verso Vampyr, apre il palmo della mano, mostrandogli l’attacco della catena.

    << Tu tira, io cerco di rimanere fermo. Prima o poi si staccherà, ma cerchiamo di fare più prima che poi. >>

    Il sorriso dell’uomo, questa volta è diverso. La sua pazzia ormai lo ha contagiato totalmente e le sue parole, ora, sono diventate veri e propri ordini.
     
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  4. zet88
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    Il ghigno di Vampyr si allargava sempre di più mentre le il vecchio Gerrit andava avanti con i suoi folli vaneggiamenti.
    Con un tipo del genere non devo neppure faticare, è davvero notevole mi sta lui stesso chiedendo di recidere la sua catena del fato
    Il vasto lorde, che si stava divertendo non poco non aveva la benchè minima intenzione di interrompere la recita proprio sul più bello, quindi si limitò a dire.
    La ringrazio della collaborazione signore e mi scuso anticipatamente per ciò che sta per avvenire, ma le assicuro che è tutto assolutamente necessario affinchè lei possa rinascere nel migliore dei modi
    Dopodichè, semplicemente afferrò la catena con la mano sinistra e la recise con un colpo netto e preciso portato dagli artigli della mano destra, solamente una dozzina di centimetri separavano il moncone di catena dal palmo dell'uomo, mentre il resto che ancora avvolgeva l'intero edificio si dissolse all'istante.
    La catena rimasta cominciò a consumarsi.
    La prego di sopportare e pazientare, non ci vorrà molto glielo assicuro...
    Fra poche decine di secondi il corpo spirituale di Gerrit si sarebbe dissolto per poi riformarsi sotto una forma nuova chissà dove...
     
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  5. Blecco.
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    La scure del boia e l’avvento dell’agnello di Dio


    L’angelo, il diavolo, il vampiro… o qualunque cosa sia quell’essere che Gerrit si trova davanti, sembra non voler smettere con la sua sceneggiata. Continuando a interpretare la perfetta parte dell’angelo, tenta di portare l’uomo in chissà quale inganno. L’inconscio del vecchio, nonostante la pazzia, gli fa capire che c’è qualcosa che non va, ma a lui non importa più nulla. Non ha niente da perdere. Si credeva un Dio, si crede tuttora un Dio ed è sicuro che lo diventerà in un modo o nell’altro. Da solo, con l’aiuto di quello strano essere… o sfruttandolo a proprio piacimento. Finalmente, la lucidità mentale dell’uomo sta ritrovando spazio nella sua mente contornata, ma tutto ciò lo porta ad essere più… malvagio. Sanità e insanità, avendo finalmente trovato un “equilibrio” sembrano riuscire a convivere. Tutte e due le parti in causa si trovano ad ammettere che il taglio di quella maledetta catena sembra la soluzione migliore, chi perché sostiene che rimanere legati per sempre a quel posto non farebbe altro che alimentare la pazzia, chi perché è sicuro che, così facendo prenderà la forma di Dio. Ora come ora, qualunque motivo spinga Gerrit a questa decisione è totalmente sconosciuto anche a se stesso. Con il braccio sinistro teso in avanti, osserva con occhi seri e senza paura l’angelo della morte. Il momento di staticità fisico si contrappone totalmente al movimento confusionario dei pensieri nella sua mente confusa. Essi, nell’attesa di quell’atto che sembra sempre più pericoloso, si sovrappongono l’un l’altro implodendo come supernove. Poi, uno strattone al braccio lo fa tornare al mondo reale. L’essere ha afferrato con una mano la sua catena e gli sta parlando.

    CITAZIONE
    La ringrazio della collaborazione signore e mi scuso anticipatamente per ciò che sta per avvenire, ma le assicuro che è tutto assolutamente necessario affinchè lei possa rinascere nel migliore dei modi

    Quando l’altra mano trancia di netto la catena, come fosse la scure d’un boia, un dolore incredibile invade ogni cellula del corpo di Gerrit. Completamente paralizzato dalla sensazione, l’uomo non riesce nemmeno ad aprire la bocca per urlare. Le grida gli muoiono in gola e, per un attimo, ogni singolo muscolo del suo corpo si ferma. Per un attimo crede di morire, poi si ricorda che lui è già morto. E non poter morire, in casi come questi, significa altro dolore.

    CITAZIONE
    La prego di sopportare e pazientare, non ci vorrà molto glielo assicuro...

    Non riesce a capire totalmente le parole del suo “aiutante” in quanto le orecchie sono pervase da un fischio di livelli assurdi. Non riesce a capire se quel rumore esiste veramente o sono le sue orecchie a essere andate a puttane… o il suo cervello. Con la bocca aperta, come imbambolato, osserva il moncherino della catena, non più lungo di venti centimetri. La parte restante di catena è scomparsa nel nulla, come non fosse mai esistita. In quel momento di pace, generato dal dolore, si ritrova finalmente a formare una linea di pensieri chiara.

    “Cosa sta succedendo? Perché questo dolore? E’ ormai ovvio che lui non mi vuole aiutare… Cosa mi accadrà ora… Mi sbagliavo? Non sono un Dio? No… Ho definitivamente ragione… Quest’uomo mi sta facendo dubitare troppe volte di me stesso… Qualunque cosa mi stia per accadere, giuro che anche lui riceverà la punizione divina a tempo debito.”

    Ancora una volta i suoi pensieri, tempestati di domande, non fanno altro che portarlo ad un'unica, drammatica, risposta: Odio. L’ira dentro di se cresce man mano. Ogni avvenimento della sua vita da quel tragico giorno, non ha fatto altro che portarlo nell’oblio. Un oblio da cui nemmeno lui vuole uscire. L’anima di ogni persona che ha ucciso e maledetto è legata alla sua coscienza, che viene trascinata sempre più in fondo ad un pozzo senza fine. Un lampo di luce nella sua testa. Un meteorite che cade dal cielo, aprendo le nubi al suo passaggio, sprofondo nel rovente centro della terra. Non sa perché, ma quell’immagine nella sua mente gli ricorda qualcosa, anzi, qualcuno. Un dolore accecante, poi, gli impedisce di fare qualsiasi altro viaggio mentale o fisico lasciandogli solo la possibilità di urlare. Il dolore, comparato a quello di prima, è nulla, ma il vedere le bocche della catena divorarsi a vicenda e fare banchetto delle sue carni, è decisamente più raccapricciante. Agitando il braccio sinistro, per tenere la catena lontana da se, non fa altro che peggiorare le cose. Urlando, allunga la mano, col palmo aperto, verso l’essere misterioso.

    << Che diavolo sono! Che cazzo mi hai fatto! Tu sei un emissario del Diavolo! Vuoi uccidermi! Bastardo! >>

    Quando la base della catena, corrosa da quegli esseri malefici, si stacca dalla mano lasciando un grosso buco, non può fare a meno che osservare il volto sorridente di Vampyr e constatare di avere ragione. Vorrebbe stringergli le mani intorno al collo e vederlo sputare il sangue, goccia dopo goccia, ma non fa in tempo. Una luce bianca lo pervade completamente e Gerrit incomincia a dissolversi nell’aria fino a scomparire completamente. I suoi urli di spiegazioni verso l’essere sono totalmente inutili. L’ultima cosa che ricorda di quei momenti, sono le sadiche risate dell’angelo, poi, nulla. Quando torna a vedere non è molto lontano dal punto iniziale. Gerrit si trova dove qualche ora prima si trovavano svariati cadaveri dei suoi colleghi. Sotto i suoi piedi sente il sangue freddo, ancora liquido, delle sue vittime. La sensazione che prova, però, è strana. Gli sembra, improvvisamente, di essersi abbassato, anche se solo di poco. La soluzione arriva presto, il contatto con il sangue gli fa rendere conto di trovarsi a gattoni.

    “Perché sono su quattro zampe? E poi, strano, mi sento molto a mio agio… Devo alzarmi.”

    Sfruttando la forza improvvisamente ritrovata, anche maggiore di quella iniziale, tenta di sollevarsi sulle gambe, ma invano. Quando le mani ricadono nel sangue, un getto del liquido lo ricopre bagnandogli tutte le braccia, parte del corpo e del volto. In quel momento, Gerrit si fa parecchie domande contemporaneamente. Perché non riesce a sollevarsi in piedi? Cos’è quel rumore sordo che ha sentito quando le mani hanno toccato terra? Perché gli sembra che il sangue gli abbia imbrattato i capelli, quando ha colpito solo il corpo, le braccia e il mento? L’uomo trova le risposte alle sue domande, abbassando il capo verso la pozza. Come se stesse osservando in uno specchio deformante, si vede come un mostro di un film dell’orrore. Il suo aspetto, completamente cambiato, ora assomiglia più ad un animale che a quello di un uomo. Un ariete, ecco cosa vede riflesso nel sangue. Un mostruoso ariete alto almeno un metro e settanta al garrese. Le possenti gambe sono dotate di zoccoli duri come la pietra, che potrebbero frantumare facilmente le ossa di un umano. Le grossa corna partono da sopra le orecchie e vorticano una volta prima di spuntare, minacciose, al fianco delle sue guance. Tutta la parte anteriore del corpo è ricoperta da un soffice pelo grigio come i capelli che aveva prima di trasformarsi in quel mostro. Il resto del corpo, invece, è completamente candido e glabro. Termina, infine, con una piccola coda tipica degli animali della sua “specie”. Il volto, inoltre, è coperto da una strana maschera dall’aspetto spaventoso. Essa rassomiglia in modo incredibile al teschio di un ariete e le corna sono direttamente attaccate ad essa. Da quello che Gerrit riesce a vedere, l’intera testa è ricoperta da quella spaventosa maschera. Su di essa, però, riconosce qualcosa di vagamente familiare al suo aspetto originale. Difatti, un lungo pizzetto, sempre parte della maschera, scende dal mento come la barbetta di una capra. Per sua fortuna, però, non ha notato il gigantesco buco che ha all’altezza dello stomaco, sarebbe probabilmente svenuto. Certo non è tipico per un Hollow avere il buco spostato dal punto iniziale, ma probabilmente, durante la trasformazione, il suo istinto di sopravvivenza l’ha preferito li che nello zoccolo, il che gli avrebbe impedito sicuramente di camminare.

    “Che… che diavolo sono diventato? Cosa mi ha fatto quell’essere? Perché sono diventato un pecorone? Dov’è?”

    Fa appena in tempo a terminare la sua frase, quando lo vede, anzi, lo sente. Un istinto omicida di livelli immensi si abbatte sul povero neo-hollow costringendolo ad inginocchiarsi nel sangue. Il suo corpo, da candido, diventa vermiglio per tutta la parte inferiore. Sollevando la testa a fatica, Gerrit urla contro l’essere, rimanendo sorpreso di essere ancora in grado di parlare.

    << Che diavolo mi hai fatto bastardo!! Cos’è questa forma! Io… io sono Dio! Non osare ribellarti a me! Subirai la punizione divina se non rinneghi i tuoi peccati immediatamente! >>

    Gerrit, nonostante abbia capito di essere stato fregato, spera con tutto se stesso che l’uomo ritenti con la strategia dell’inganno. Dopotutto è meglio continuare a essere ingannati che uccisi da quel misterioso figuro.

    OT/ Come ribadito nel post mi scuso per spostare il buco da Hollow al centro del petto, ma per ora sono costretto a fare cosi o non sarei in grado di camminare. Appena ottengo una forma diversa, quale Gillian e seguenti, lo riporto al suo posto originario. /OT
     
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  6. zet88
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    SPOILER (click to view)
    No problema per il buco ^^

    Nell'oscuro tunnel dell'agonia eterna che precede la trasformazione totale da plus a hollow il vecchio parve riacquistare un minimo di capacità di ragionamento, tanto da comprendere o dare l'idea di aver compreso l'inganno che il vasto lorde stava abilmente tessendo per dargli l'idea di essere padrone della situazione.
    L'esplosione arrivò puntuale come al solito, spargendo nell'aria migliaia di particelle di reiatsu che fino a pochi istanti prima avevano formato il corpo spirituale di Gerrit, ma che ora non erano adatte a contenere la sua nuova essenza meno che mai umana.
    Con somma gioia di Vampyr egli si riformò a pochissima distanza dal luogo della dispersione, come adorava chiamare quella fase della trasformazione, proprio sopra i cadaveri degli ex colleghi da poco uccisi, il cui sangue ancora caldo imbrattava completamente il pavimento.
    Si diresse verso di lui con passi lenti e misurati.
    Quando il neo hollow si rivolse a lui continuando ad autodefinirsi una divinità, Vampyr non riuscì a trattenere una risata malefica di scherno.
    Cosa hai ancora da lamentarti, vecchio...
    Il suo tono era decisamente cambiato rispetto a prima.
    ...volevi diventare un essere superiore, ecco, guardati, ora sei di gran lunga superiore a qualunque essere umano, volevi rinascere sotto nuove e più potenti sembianze ed eccole là, le hai viste mi pare, quelle sono le tue vere sembianze
    Breve pausa.
    Dici di essere una divinità, ma ahimè questo non è propriamente vero, dato che esistono esseri e creature infinitamente più forti di te nel mio mondo e non solo.
    Ciò, però, non significa che tu non lo possa diventare, se davvero vuoi purificare il mondo intero, se davvero vuoi fare scontare a me i miei peccati allora fatti avanti e provaci, io sono qui proprio per questo, attaccami!

     
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  7. Blecco.
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    Il diavolo cala il sipario e la furia del Dio


    Vampyr, con fare altezzoso, si avvicina a quel Gerrit così cambiato con passi lenti e decisi. Per qualche motivo l’uomo, ad ogni passo dell’essere, sente una forza sempre più grande attanagliargli il collo e rompergli il fiato in gola. Ogni volta che gli si avvicina, quell’angelo gli sembra sempre di più un diavolo.

    “ In che cavolo di pasticcio mi sono buttato. Come ho fatto a lasciarmi ingannare da un servo del demonio. Non c’è altra spiegazione. Quell’uomo, anzi, quel diavolo non ha fatto altro che giocare con me fino ad ora. Ma adesso che l’ho scoperto saranno guai seri per lui…”

    Il discorso mentale del pazzo viene improvvisamente interrotto dal mostro che, ormai, l’ha quasi raggiunto. Tra i due ci sono circa tre metri e la voce di Vampyr è chiara e squillante come non mai. La risata sadica, ancora più tremenda della sua, rimbomba nelle sue orecchie come una chiara condanna a morte.

    Cosa hai ancora da lamentarti, vecchio...

    Il tono dell’essere è diventato improvvisamente freddo, altezzoso… superbo. Il diavolo non ha alcun problema a guardare dall’alto in basso il Dio, così trasformato da chissà quale maledizione.

    ...volevi diventare un essere superiore, ecco, guardati, ora sei di gran lunga superiore a qualunque essere umano, volevi rinascere sotto nuove e più potenti sembianze ed eccole là, le hai viste mi pare, quelle sono le tue vere sembianze.

    Le parole di Vampyr rimbombano nella sua testa invadendolo di una conoscenza che il suo essere Dio non avrebbe mai voluto avere. Le nuove informazioni, seppure poche, sconvolgono il vecchio che rimane a bocca aperta.

    “Le mie vere sembianze… Perché quest’uomo sta cercando di smontare completamente il mio essere. No, non è un uomo. Che cos’è? Cos’è questo alone assassino intorno a lui? Perché così tante domande sono senza risposta?”

    Ancora immerso nei suoi dubbi esistenziali, viene riportato alla realtà dalla voce fredda e penetrante dell’essere.

    Dici di essere una divinità, ma ahimè questo non è propriamente vero, dato che esistono esseri e creature infinitamente più forti di te nel mio mondo e non solo.
    Ciò, però, non significa che tu non lo possa diventare, se davvero vuoi purificare il mondo intero, se davvero vuoi fare scontare a me i miei peccati allora fatti avanti e provaci, io sono qui proprio per questo, attaccami!

    Improvvisamente una strana sensazione scorre dentro il vecchio. Senza nemmeno rendersene conto, incomincia a stringere i denti e sbuffare dal naso. La rabbia, l’ira, la furia animale gli fluisce per tutte le vene e gli fanno da nuovo sangue. Un senso di enorme vuoto dentro di se continua a ingrandirsi mentre si lascia trascinare da queste orrende emozioni. Una fame insaziabile incomincia a pervaderlo e nella sua mente rimane una sola parola: Vendetta. Non importa contro chi o perché… vuole solo vendetta. Emettendo un belato grottesco, nel probabile tentativo di urlare qualche imprecazione, scatta in avanti verso l’elegante diavolo. La sua carica è stranamente veloce per quanto era abituato a fare in vita, ma nonostante tutto non si sente nemmeno affaticato. In qualche modo, quella trasformazione, sembra avergli donato una nuova, incredibile, forza. Gli zoccoli, colpendo con violenza il terreno, gli danno un attrito perfetto anche nella pozza di sangue, il che gli consente di ottenere una buona velocità nonostante il poco spazio. Poi, abbassando il capo, punta le corna in avanti, pronto a trafiggere il suo “assassino”. Non sa dove ha imparato a fare questa cosa, gli sembra di avere sempre saputo fare questa azione. Ora, però, non gli importa ragionare. Ora vuole semplicemente vedere il sangue del suo nemico. Sbuffando ancora una volta, si scaglia verso Vampyr con gli occhi rossi di rabbia.
     
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  8. zet88
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    Visibilmente scosso dalle parole del vasto lorde, il neo hollow si scaglia all'attacco senza pensare minimamente alla differenza che esiste fra i due, spinto da un flusso improvviso di furia sanguinaria, tipico di quello stadio evolutivo.
    Così mi piaci, adoro i tipi combattivi!
    Con una tranquillità spaventosa, vista la poderosa carica che si stava preparando ad affrontare, Vampyr allargò le gambe fino a farle arrivare alla stessa altezza delle spalle, dopodichè le flesse leggermente.
    Una volta in posizione alzò le braccia pronto ad essere colpito in pieno dalle corna del mostro.
    Vedere il perfido capro avanzare potente e risoluto attraverso le innumerevoli pozze di sangue che ricoprivano quasi completamente il pavimento in quel punto, era uno spettacolo davvero emozionante per il vasto lorde.
    Per questo motivo aveva deciso di saggiare la potenza del suo avversario senza ricorrere a tecniche che lo avrebbero annichilito prima ancora di riuscire ad arrivare in corpo a corpo.
    L'impatto delle corna sui palmi di Vampyr fu violento, più di quanto quest'ultimo potesse immaginare, ma il dislivello era tale che il corpo apparentemente minuto dell'hollow non si mosse di un millimetro, riuscendo a fermare senza troppi problemi la carica di Gerrit.
    Non male, per essere un insulso neo-hollow, sono convinto di poter fare di te un demone di tutto rispetto
    Dopo aver pronunciato queste parole, che sapeva benissimo essere di scherno, egli rise di gusto prima di scagliare il caprone che teneva saldamente per le corna contro un muro poco distante.
    Come vedi la differenza di potenza tra me e te è troppo perchè tu possa riuscire a mantenere anche solo una delle tue minacciose promesse, ma so che, se ti deciderai a seguire i miei consigli, potrai aspirare davvero ad avere il potere di un Dio
     
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  9. Blecco.
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    La forza del demone e la resa del Dio.


    Gerrit, dominato totalmente da una furia animale, prosegue la sua mortale corsa verso quello che ha scoperto essere un nemico. Il malvagio demone, dall’aspetto e dal comportamento borioso, non sembra essere nemmeno smosso dal pensiero di essere trafitto dalle corna acuminate dell’ovino. I possenti muscoli dell’ariete si contraggono e si distendono continuamente facendogli raggiungere una velocità impressionante. A ogni passo, gli zoccoli si infrangono sul sangue spargendolo ovunque intorno ai suoi piedi e sporcandogli le gambe. Sbuffando dalle narici, si accorge che non riesce più ad avere un pensiero preciso. La sua mente è sempre stata confusa e piena di pensieri che si sovrappongono l’uno all’altro, ma stavolta è diverso. Come se la sua mente avesse subito un regresso evolutivo che lo ha reso più stupido. In quel momento l’unica sensazione che prova è lineare, ma non chiara. E’ furioso, vuole vedere il sangue, ma non riesce nemmeno a capire il perché. All’inizio credeva fosse odio verso quel demone ingannatore, ma ora sta capendo che non è quello il motivo. In fondo, nonostante sia frustrato da quella maledizione, si sente molto più forte e sicuro di un tempo, in qualche modo è in debito verso quell’uomo. Nonostante questi pensieri confusi e contraddittori la sua carica mortale continua minacciosa. Il diavolo, affatto preoccupato, allarga le gambe e le flette cercando una posizione quanto più stabile possibile. Allungando le braccia in avanti, apre i palmi per accogliere le corna di Gerrit. Dimostrando una differenza di forza incredibile, il demone afferra il Dio con estrema facilità, terminandone la corsa. Sentendo quelle protuberanze ossee, che sono le sue corna, prese in una morsa d’acciaio dal suo nemico, l’uomo incomincia a provare una sensazione di paura. I due sono a livelli completamente opposti e Gerrit si sta arrendendo all’idea di non poter fare nulla, almeno per ora.

    Non male, per essere un insulso neo-hollow, sono convinto di poter fare di te un demone di tutto rispetto

    La voce fredda e tagliente del diavolo lo feriscono di quanto, sicuramente, possono fare le sue mani. Ferito nell’orgoglio, la rabbia di Gerrit aumenta sempre di più, anche perché consapevole della sua impotenza. Sbuffando di nuovo dalle grosse narici, tenta di sferrare un ultimo colpo, ma non ci riesce. Prima che possa spingere con le potenti gambe sente la terra mancargli da sotto i piedi. Dimostrando una forza tanto inaspettata quanto spaventosa, il borioso vampiro lo solleva di peso e lo scaglia lontano. Mentre si trova a volare a mezz’aria, ancora una volta completamente impotente, sente la risata diabolica rimbombare per le pareti del grande magazzino.

    “Diavolo non ce la faccio più. Non è possibile che stia succedendo tutto questo a me! Io sono Dio! Io non posso subire questo trattamento dalle mie creature!”

    Non potendo far altro che lamentarsi, attende il momento dell’impatto, che non tarda ad arrivare. Riscoprendo una robustezza notevole, sfonda il sottile muro prefabbricato dell’edificio cadendo oltre. I pezzi rotti del pannello lo ricoprono per buona parte del suo corpo. Dopo aver passato qualche minuto gambe all’aria, si rigira su se stesso e si solleva sulle quattro zampe. Osservando il suo incubo attraverso il foro appena creato, attende la sua prossima mossa.

    Come vedi la differenza di potenza tra me e te è troppo perchè tu possa riuscire a mantenere anche solo una delle tue minacciose promesse, ma so che, se ti deciderai a seguire i miei consigli, potrai aspirare davvero ad avere il potere di un Dio

    Consapevole che le parole dell’uomo sono vere, entra con la testa bassa e lo sguardo cupo. Aprendo la grossa bocca animalesca incomincia a parlare a bassa voce.

    << Mi hai convinto. Accetto la tua proposta, ma non credere che questo ti risparmierà. Ho detto che avrò la mia vendetta e cosi sarà . Nessuno si può permettere di denigrare un Dio. >>
     
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  10. zet88
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    Finalmente ha ceduto
    A Vampyr cominciava a piacere quel vecchio caprone testardo e completamente folle, ma doveva ammettere che era stato assai difficile da convincere, forse il più difficile che gli fosse mai capitato.
    In fondo, questo rendeva il tutto più divertente.
    Bene, mio caro, vedo che cominciamo a ragionare, sono lieto di ciò
    Il ghigno di superiorità era tutt'altro che scomparso dalla maschera ferina del vasto lorde, il quale si stava avvicinando con passi lenti e cadenzati al neo hollow che aveva scaraventato via.
    Il primo passo verso il potere consiste nella completa liberazione da ogni vincolo ancora presente con il mondo mortale.
    Dimmi, vecchio, ci sono persone alle quali eri particolarmente legato in vita, verso le quali hai provato, o magari provi ancora, forti emozioni?

    Attese la risposta di Gerrit sapendo perfettamente che egli stava a sua insaputa, o forse no, condannando una persona di sua conoscenza ad una fine orribile...
     
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  11. Blecco.
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    Demone e Dio si riscoprono... fratelli?



    Bene, mio caro, vedo che cominciamo a ragionare, sono lieto di ciò

    Le parole del vampiro risuonano nelle orecchie di Gerrit come di scherno, ed effettivamente lo sono. Quel diavolo osserva con superiorità per la sua incredibile forza senza rendersi conto di chi ha davanti. Il suo divino orgoglio, molto più suscettibile di quello di un umano qualunque, gli duole a livelli spropositati tanto che incomincia a pensare che quel dolore sia anche fisico. Con un ghigno in volto, il misterioso essere si avvicina all’ariete, con passi lenti e precisi. Il suo portamento dimostra un orgoglio spropositato, forse ancora maggiore di quello di Gerrit, ma supportato da una forza spaventosa. Con aria di sufficienza, riprende a parlare, mentre il Dio lo osserva, ammutolito.

    Il primo passo verso il potere consiste nella completa liberazione da ogni vincolo ancora presente con il mondo mortale.
    Dimmi, vecchio, ci sono persone alle quali eri particolarmente legato in vita, verso le quali hai provato, o magari provi ancora, forti emozioni?

    Per la prima volta da quello sfortunato incontro, Gerrit incomincia a pensare che quel diavolo voglia sul serio aiutarlo. Le sue parole, a differenza di tutte le altre volte, sono prive di scherno e sono molto professionali. Per un attimo crede di trovarsi davanti quello che si può definire un “maestro di vita”. Quelle parole, a cui una persona normale non avrebbe dato peso, sono molto significative per il vecchio. Per un attimo, stupito da questa “umanità” inaspettata, riesce a placare le sue emozioni confuse e formulare un pensiero chiaro e logico.

    “Perché le parole di quest’uomo mi sembrano così diverse da prima? Quando parla di come raggiungere il “potere” sembra quasi che l’abbia vissuto in prima persona. Anche lui è stato colpito da questa maledizione? Effettivamente, ora che ci penso, anche lui possiede una di queste maschere e nemmeno il suo aspetto è molto umano. Seppur la forma da ominide ricorda più una bestia. Credo, che io e lui siamo diventati molto simili. Non c’è dubbio, però, che non siamo umani… allora cosa siamo? Risponderò alla sua domanda con un’altra domanda.”

    Dopo aver tossito, guarda negli occhi il suo “mentore”. Non deve nemmeno piegare il collo per vederlo, data la sua imponenza. La vista dei due che parlano sembra uscita direttamente da un libro fantasy. Un uomo alato che parla con un gigantesco ariete dalla testa d’osso.

    << Persone? Ho sempre odiato questo mondo. Non capisco cosa mi aspettassi dagli esseri umani quando li ho creati. Non sono nient’altro che un esperimento fallito. Sono gli scarti della mia infinita onniscienza. Però, è vero, sono riuscito a legare in particolare con qualcuno in vita. Uno spirito. Dopo essere morti questi stupidi esseri capiscono qualcosa, finalmente, e diventano anche abbastanza simpatici. Ero molto amico di uno di loro. Non conosco il suo nome, non me l’ha mai voluto dire perché gli ricordava la sua passata vita. Non lo vedo da parecchio tempo, abbiamo litigato. Beh, ho litigato con tutti gli spiriti che conoscevo dato che non ammettevano che fossi Dio. Sono stato stupido, certo migliorano dopo la morte, ma non diventano intelligenti. In qualsiasi caso so dove trovarlo. Ha sempre detto di voler dimenticare la sua passata vita, ma è sempre vissuto nei pressi del cimitero quel bugiardo. E’ a 10 minuti di auto a nord della fabbrica, anche se non credo che potremo usarne una in queste condizioni. A proposito, mi vorresti spiegare che diavolo sono diventato? Ha un nome questa orrenda forma? Mi sembra che anche tu faccia parte della mia categoria, o sbaglio… >>

    Sicuro di non sbagliare, in quanto divinità, Gerrit attende la risposta del diavolo.
     
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  12. zet88
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    Uno spirito eh? Dimenticavo che eri in grado di vedere i plus anche da vivo.
    Perfetto, questo non fa che rendere le cose ancora più facili, per te...
    Ora seguimi

    Vampyr si voltò nella direzione indicatagli dal vecchio, spiegò le ali da pipistrello e cominciò a volare rasente al terreno ad una velocità sostenibile per il capro, che però avrebbe dovuto correre per non rimanere indietro.
    La tua orrenda forma, come la definisci, ha un nome, tu e io siamo molto simili, siamo della stessa razza, veniamo chiamati demoni o mostri dagli esseri umani, per lo meno da quei pochi a conoscenza della nostra esistenza, esistiamo su un piano leggermente diverso da quello dei viventi, il nostro mondo è posto su un altra dimensione e prende il nome di Hueco Mundo, dovresti averlo intravisto quando sono apparso, il nostro vero nome è Hollow
    Il vasto lorde continuava a parlare principalmente per passare il tempo durante quel viaggio che li stava portando dalla fabbrica al cimitero dove dimorava lo spirito indicato da Gerrit.
    I segni che ci contraddistinguono sono una maschera candida che ricopre completamente le fattezze umane che avevamo in vita e un foro che rappresenta la perdita del cuore, perdita di cui dovrai fare i conti fra molto poco
    Breve pausa.
    Se sopravviverai a lungo potrai avere molte informazioni in più che sono sicuro ti interesseranno, per il momento, giusto per darti un idea di cosa significa essere una divinità, pensa che il re del nostro mondo è talmente potente che nemmeno io sono in grado di restargli vicino per più di qualche secondo senza finire in terra a causa della sua pressione spirituale
    Queste ultime parole contenevano parecchio astio malcelato.
    Eccoci siamo arrivati, il cancello laggiù dovrebbe essere quello del cimitero, se non sbaglio
     
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  13. Blecco.
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    Uno spirito eh? Dimenticavo che eri in grado di vedere i plus anche da vivo.
    Ora seguimi

    “Plus? E’ così che chiama gli spiriti? Un nome davvero particolare. Mi domando che significato abbia. Comunque a questo tizio piace molto dare gli ordini. Non mi va molto giù la cosa ma direi che è l’unica possibilità ora come ora.”

    Gerrit, sbuffando, si avvicina lentamente al Vasto Lorde quando, quest’ultimo, spiega la ali da pipistrello e vola via a gran velocità. Si tiene a bassa quota e non va troppo veloce, ma se il Dio vuole recuperarlo deve per forza correre. Senza farsi troppi problemi, sbuffa per il nervoso e scatta all’inseguimento dell’essere.

    “Non avrai questo potere su di me per molto tempo povero idiota. Ti sfrutterò per rendermi abbastanza potente da sorpassare chiunque.”

    Dovendo stare dietro a quell’essere che, apparentemente non fa alcuna fatica, Gerrit scopre i limiti di quel nuovo corpo. L’affaticamento aumenta notevolmente a ogni passo, ma è normale data l’elevata velocità. Attendendo ancora la risposta di Vampyr si rende conto che, pur passando a pochi metri dalle persone, sulla strada, nessuno sembra spaventato alla vista di quei due esseri.

    “Direi che è inconfutabile la nostra invisibilità. Dopotutto sono morto, probabilmente funziona come per gli spiriti. Solo un dio può vederci, o un morto come noi.”

    I suoi pensieri, vengono interrotti dalle parole dell’essere.
    La tua orrenda forma, come la definisci, ha un nome, tu e io siamo molto simili, siamo della stessa razza, veniamo chiamati demoni o mostri dagli esseri umani, per lo meno da quei pochi a conoscenza della nostra esistenza, esistiamo su un piano leggermente diverso da quello dei viventi, il nostro mondo è posto su un altra dimensione e prende il nome di Hueco Mundo, dovresti averlo intravisto quando sono apparso, il nostro vero nome è Hollow
    I segni che ci contraddistinguono sono una maschera candida che ricopre completamente le fattezze umane che avevamo in vita e un foro che rappresenta la perdita del cuore, perdita di cui dovrai fare i conti fra molto poco
    Se sopravviverai a lungo potrai avere molte informazioni in più che sono sicuro ti interesseranno, per il momento, giusto per darti un idea di cosa significa essere una divinità, pensa che il re del nostro mondo è talmente potente che nemmeno io sono in grado di restargli vicino per più di qualche secondo senza finire in terra a causa della sua pressione spirituale

    Durante il lungo monologo dell’Hollow, Gerrit realizza molte cose a cui risponde con un semplice…

    << Capisco. >>

    “E così sono un Hollow. Credo che derivi da quello spaventoso buco che ho nel petto. Lo Hueco Mundo, ce ne sono altri come noi li dentro? Mi piacerebbe trovare questo “Re” così da fargli capire che il suo titolo non vale nulla in confronto a quello di un Dio. Questi esseri si pentiranno di avermi trasformato così, quando diventerò il loro Dio. Pressione spirituale ha detto? Dev’essere la stessa sensazione che ho provato avvicinandomi a lui poco fa, credo che dovrò sfruttarli per un bel po’ prima di riuscire nei miei intenti, ma non è un problema. Ho tutto il tempo del mondo, sono morto no?”

    Durante il suo lungo ragionamento fanno in tempo a raggiungere il grande cancello che porta al cimitero.

    Eccoci siamo arrivati, il cancello laggiù dovrebbe essere quello del cimitero, se non sbaglio

    Con tono calmo e pacato, Gerrit risponde al Vasto Lorde.

    << Hai ragione. E quello che vedi bazzicare intorno all’ciliegio sulla collina centrale è proprio lui. >>

    Un improvvisa sensazione di furia pervade l’uomo. La vista di quello spirito elegante, probabilmente in vita era un aristocratico, non gli ha mai provocato tanto odio. Non sa perché, ma sente l’irrefrenabile impulso di attaccarlo.

    << Tu, ora che siamo qua… cosa dovrei fare? Perché mi hai portato qua? Stanno riaffiorando spiacevoli ricordi… non ti perdonerò nemmeno questa!>>

     
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  14. zet88
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    Se, come dici, stanno riaffiorando spiacevoli ricordi, allora ti sarà più facile portare a compimento il semplicissimo compito che adesso passerò ad illustrarti, caro il mio aspirante dio
    Vampyr, senza smettere di sogghignare indicò con un dito artigliato il plus che bazzicava intorno al ciliegio.
    Vai da lui e divoralo, nulla di più semplice
    Il vasto lorde ebbe un ripensamento.
    No, aspetta, in effetti messo così è davvero troppo semplice, devo pensare a qualcosa, ma cosa di preciso...
    Guardando con attenzione il plus in questione, Vampyr ebbe una idea che aveva ben poco di sano.
    Tu, aspetta qui
    Con un movimento fulmineo fu accanto allo spirito, prima che questi avesse anche solo la prontezza di riflessi di capire cose stesse accadendo si vide strappare di forza la catena del destino dal petto.
    Esplose.
    Vampyr si mise in ascolto e, quando parve soddisfatto di quello che aveva percepito scomparve dalla vista del vecchio caprone, per riapparire pochi secondi dopo scagliando vicino al vecchio un'enorme creatura, dalle fattezze vagamente serpentine.
    Saluta il tuo nuovo vecchio amico, e ora combattete!
    SPOILER (click to view)
    Perfetto carissimo, ora, siccome so che sei abile e quant'altro ti do due alternative o interpreto normalmente il tuo avversario e combattiamo, oppure mi fai un bel post autoconclusivo di più di quaranta righe nel quale mi gestisci e descrivi un bel combattimento ^^
    in ogni caso descrivi accuratamente il tuo avversario io l'ho lasciato appositamente vago


     
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  15. Blecco.
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    La risposta dell’orrendo essere non tarda ad arrivare.

    Se, come dici, stanno riaffiorando spiacevoli ricordi, allora ti sarà più facile portare a compimento il semplicissimo compito che adesso passerò ad illustrarti, caro il mio aspirante dio

    La risata maligna dell’Hollow si fa sempre più forte mentre, alzando il dito mortale, indica lo spirito. Il suo (ex) amico, non sembra nemmeno essersi reso conto della presenza dei due continua a sbirciare una tomba poco lontana. Gerrit, rimane pietrificato sentendo le tremende parole del suo “maestro”.

    Vai da lui e divoralo, nulla di più semplice

    “Divorarlo? Ma… era un mio amico. Perché dovrei fare una cosa del genere. Poi, non sono mica un cannibale. Perché, però, provo questa voglia di farlo. Quel diavolo mi sta trasformando in un mostro. Quel bastardo, gli farò pagare tutto.”

    Gerrit, si volta leggermente e sbuffa in direzione di Vampyr, mentre lo osserva con occhi pieni di odio. Poi, il Vasto Lorde riprende a parlare prima che il Dio possa rispondere in alcun modo.

    No, aspetta, in effetti messo così è davvero troppo semplice, devo pensare a qualcosa, ma cosa di preciso... Tu, aspetta qui

    Il suo sguardo è diventato di ghiaccio, con un barlume di pazzia che fa raggelare il sangue nelle vene del capro. L’ariete non può fare assolutamente nulla per salvare l’amico, e forse non vuole nemmeno fare niente, quando il Vasto Lorde scompare dalla sua vista per ricomparire al fianco dell’ignaro spirito. Il vecchio uomo elegante fa appena in tempo a voltarsi, quando vede la mano di Vampyr afferrare la base della catena del fato e strapparla con forza. Il procedimento è molto più veloce e spaventoso di quello che ha subito Gerrit, che rimane allibito dalla scena. L’urlo disumano del Plus risuona per tutto il cimitero nelle orecchie di chi può sentirlo, turbando il sonno degli spiriti che li riposano. Poi, la sua voce scompare nel nulla, quando incomincia a scomporsi nell’aria. Pezzo per pezzo il galantuomo scompare dalla vista del capro. Il Neo-hollow nasce a pochi metri dall’ariete, che, terrorizzato, lo osserva ad occhi spalancati. La forma dell’uomo è cambiata completamente, proprio come è successo prima al Dio. La sua forma è vagamente più umana di quella di Gerrit, ma in qualsiasi caso mostruosa. La testa è ricoperta da una maschera spaventosa, vagamente simile alla testa di un serpente, con due grosse zanne da vipera che fuoriescono minacciose della bocca. Il volto è cambiato completamente in quella forma serpentina e niente ricorda più il vecchio amico. Il torso, bianco come un cadavere, è dotato delle braccia, ma prosegue in un interminabile coda di serpente. La pelle squamata tende dal bianco al grigio in migliaia di colorazioni e riluce sotto il sole che splende ormai alto. Lo spirito, spaventato, si osserva e incomincia a piangere, disgustato. Non sa come, ma sente che quello che si trova davanti è il suo vecchio amico e che è tutta colpa sua. Il buco che ha in mezzo al petto incomincia a pulsare aumentando in modo esponenziale il suo dolore. Con voce rotta dal pianto urla contro l’ariete.

    << Bastardo! Che cosa mi hai fatto! E’ colpa tua non è vero!? Ti sei lasciato trasportare da quella tua maledetta pazzia e sei diventato un Hollow! Hai rovinato la tua vita, la mia e chissà di quante altre persone! Sei solo un pazzo! Devi morire! >>

    Il neo-hollow, pervaso dall’odio, attacca con furia il suo simile. Gerrit, ancora paralizzato dagli avvenimenti degli ultimi minuti, rimane fermo senza nemmeno tentare di schivare il colpo. Il corpo serpentino si muove sinuoso e veloce verso l’ariete, mentre il neo hollow spalanca le fauci per morderlo con le gigantesche zanne. Quando le mandibole della vipera si richiudono sulla sua spalla, il Dio scopre con piacere che è ancora dotato di sangue. Il liquido vermiglio scorre dai due grossi fori giù per la zampa imbrattandogli il pelo di sangue. Il serpente molla la presa, disgustato dal sapore del sangue e si pulisce gli occhi dal pianto con una mano.

    << Guarda in cosa mi hai trasformato. Sei un essere orrendo. Non voglio colpirti, ma non posso fare altrimenti. Ti odio… >>

    Il sangue di Gerrit cola dalle zanne della vipera formando una pozza sotto di esse. Il capro non ha fatto nemmeno una smorfia di dolore in seguito al morso ed è ancora immobile, terrorizzato dagli accadimenti.

    “Che diavolo ho fatto. Sono un mostro. Ho condannato quest’uomo e chissà quanti altri alla morte. Sono un mostro. Altro che Dio, mi sto trasformando in un Diavolo… proprio come quel falso mentore. No, non può essere. Non voglio diventare come quell’essere. Devo ucciderlo, ma c’è un unico modo per farlo. Non posso più tornare indietro da questa strada. Posso solo andare avanti. Mi spiace amico, ma per vendicarti devo sacrificarti.”

    Il rumore delle gocce di sangue che cadono funziona come un interruttore sul capro. I suoi occhi si irradiano di un rosso sangue, mentre la sua furia continua a crescere. Incomincia a sbuffare sempre più forte, sempre più frequentemente. Alzando gli occhi, incrocia lo sguardo con quello del neo hollow.

    << Mi spiace… amico. Un giorno ti vendicherò. >>

    Sfruttando tutta la potenza nelle sue gambe, Gerrit scatta in avanti, con la testa bassa e le corna puntate all’esterno. I possenti muscoli si contraggono e si rilassano alternatamene nella corsa distruttiva. Il neo hollow riesce a coprire la distanza che li separa in pochi secondi, mentre il suo simile è fermo in attesa dell’inevitabile colpo. Le corna si infrangono sulla pelle squamata con la forza di un treno, perforandone la carne per parecchi centimetri. Il sangue sgorga a fiotti sia dalla nuova ferita, sia da quella del capro che, muovendosi, ne ha accelerato la fuoriuscita. Il momento dei discorsi per i due è ormai finito. In quel momento non provano altro che odio l’un l’altro, soggiogati dai propri sentimenti e pensano solamente ha salvare la propria vita. La coda della vipera si arrotola in una spirale intorno al gigantesco corpo dell’ariete, pronto a stritolarlo tra le sue spire. Forse perché indebolito dal dolore al torace, forse perché la robustezza di Gerrit glielo impedisce, il neo Hollow non riesce a soffocare il suo avversario. Sfruttando la sua sinuosità, l’essere scivola via liberandosi dal perenne assalto delle corna del Dio. I due sono lontani poco più di dieci metri e si guardano l’un l’altro con occhi di ghiaccio. Entrambi sanguinano e sono gravemente feriti, ma nessuno dei due vuole arrendersi. La ferita di Gerrit continua a sanguinare copiosamente, lasciando una pozza sotto di se e offuscandogli la vista. Allo stesso modo le ferite della vipera sono gravi, ha il torso perforato da due grossi buchi causati dalle corna. I due si rendono conto di essere alle battute finali e si preparano all’ultimo scontro. Raschiando il terreno con gli zoccoli, il capro fa segno di essere pronto. Nel frattempo, la vipera apre le braccia pronte ad accogliere le sue corna in gesto di sfida. Il combattimento si risolve in pochi secondi. Gerrit parte in una violenta carica contro il nemico che risponde egualmente cercando di sfruttare la sua agilità per schivare il colpo. Il serpente, sollevandosi sulla coda, cerca di oltrepassare dall’alto l’ariete, ma tutto è vano. Nessuno può ingannare un Dio. Vedendo il serpente cercare di oltrepassarlo col corpo sopra la sua testa, alza di scatto il capo per sferrare una potente cornata diretta al petto dell’avversario. La vipera, non potendo far nulla per evitare il colpo, viene trafitto nuovamente dalle corna dell’ariete. Il sangue sgorga a fiumi dalle ferite appena provocate e cola sul volto di Gerrit, che diventa completamente vermiglio. Il neo hollow, gravemente ferito, annaspa faticosamente per cercare un attimo di respiro, ma sente che le forze lo stanno abbandonando. Sputando sangue, cerca di dire le sue ultime parole prima che sia troppo tardi.

    << Mio caro… amico. Ti sei cacciato in un grosso guaio. Spero che tu possa tornare sulla retta via al più presto. Pentiti… capisci i tuoi errori… >>

    Gerrit, assolutamente disinteressato alle parole del neo hollow, lo lascia morire dissanguato senza provare la minima compassione. Dopo che il corpo si dissolve in particelle di reiatsu e si disperde nell’aria, il capro si volta verso Vampyr e lo osserva con sguardo assassino. Sbuffando, incomincia a parlare.

    << Me ne sono liberato. Fa attenzione, il tuo turno si sta avvicinando sempre più velocemente. Essere un bravo insegnante, a volta, porta parecchi svantaggi. >>

    OT/ scusa per il combattimento eccessivamente sintetico, ma non avevo molte idee essendo privi di tecniche ed avendo una forma animalesca che costringe a pochi tipi di attacchi. A xD e anche dell’infausta coincidenza dell’ultima frase, vista la cronaca odierna. /OT
     
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