Per ogni fine c'è un nuovo inizio.

Morte di Matthew Edward Smith

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  1. FuRiAs
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    Una mattina come molte sull'antico maniero della famiglia Smith, il freddo gelido della notte e le abbondanti nevicate dei giorni precedenti aveva ricoperto tutto il paesggio di una coltre di morbida, candida, fatale neve.
    Quel giorno un bambino di circa 8 anni dischiuse gli occhi che era dz poco spuntato il sole. quando una cameriera affaccendata e priva di tatto entrò nell sua gigantesca cameretta strillando a tutto volume frasi che andavano dal "Svegliarsi!Svegliarsi" al "Forza Signorino Matthew è ora di svegliarsi!".
    Dischiuse gli occhi e venne subito investito dalla luce che passando per un'immensa vetrata, illuminava tutta la stanza.
    Il bambino si alzò scoprendosi con molta lentezza,le piccole manine chiuse a pugno che sfregavano contro gli occhi ancora troppo assonnati per aprirsi decentemente.
    Improvvisamente si ritrovò circondato da camerieri in divisa da pinguino che con rapidità impressionante lo nutrirono, vestirono e lavarono senza che lui muovesse un muscolo.
    Gli piaceva essere servito e riverito e ancor più divertente trovava costringere il povero cuoco a rifare mille volte il latte caldo usando scuse strampalate come "Questro latte è troppo bianco" oppure "è troppo freddo".
    Finchè le sue lagne non vennero stroncat edalla voce imperiosa di suo padre che gridndo dalla stanza accanto gli ordinò di piantarla di fare i capricci.
    Come disobbidire a quel tiranno?
    Si fece preparare e quando tutti furono usciti, breve intervallo che passò fra la loro uscita e l'entrata del vecchio insegnate, sgattaiolò fuori dalla sua stanza.
    Aveva già deciso di farlo ancora prima di andare adormire.
    Voleva girovagare per il castello, non studiare quelle strane forme e parole che il maestro definiva "numeri".
    il suo silenzioso giro lo costirngevca a nascondersi, ormai le guardi,o camerieri che dir si voglia, dovevano essere stat emesse al corrente della sua fuga.
    Incappò, durante il suo viaggietto in una porta a finestra.
    Il freddo che penetrava dalla porticina socchiusa era tremendo, se sua madre l'avesse visto fare quello che stava per fare di sicuro l'avrebbe sculacciato.
    Infatti il bambino dischiuse la porta e uscì alla fredd luce dle sole.
    Il pavimento gelato dalla nottata era scivoloso e il bambinoi era costretto ad avanzare con passo traballante,finchè la vide,lì poggiata sul parapetto soli pochi metri da lui,una stupenda farfalla,rosso cremisi che placida batteva le ali poco al di sopra della marmorea ringhiera.
    Fu questione di infiniti attimi brevissimi, il bambino corse, la mano tese pronta astringere il frutto del suo desiderio.
    Improvvisamente la sua scarpa mancò di aderire al pavimento e il bambinò compì un volo in avanti,la mano ancora tesa passò oltre il parapetto e insieme a lei tutto il resto dell'esile corpicino.
    Solo un flebile


    Ohhh

    Uscì dalle labbra del bambino quando la forza di gravità lo reclamò e lo costrinse a iniziare una picchiata di diversi metri.
    Cadde...e quella fu la fine di Matthew Edward Smith.
    Si risvegliò molto tempo dopo, forse ore, forse addirittura giorni.
    Con ingenuo ottimismo il bambino si volse a rimirar il balcone d cui era appena caduto


    La mamma si arrabbierà quando saprà che sono caduto da li...

    Ingenuo il povero bambino che non sapeve,o meglio non si era ancora reso conto che non avrebbe mai più rivisto sua madre, che non sarebbe mai più stato sgridato dal padre.
    Si rialzò con straordinaria facilitàe leggerezza, non si era nemmeno reso conto di non avvertire più il freddo sulla pelle, di non provare fastidio per la neve che lo circondava...non si era reso conto di essere morto

    SPOILER (click to view)
    Ecco il mio primo post...spero vada bene ^^


    Edited by FuRiAs - 5/3/2009, 19:36
     
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  2. pak88
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    3...2...1...end?
    Legenda
    *Narrato
    *Parlato
    *Pensato


    La neve ricopriva, per la quasi totalità del circondario, ogni cosa, imponendo la propria invadente presenza anche lì dove nessuno l'aveva richiesta. Non che si potesse controllare un evento atmosferico, ma talvolta ci si domanda come mai tale avvenimento si ravvisi sempre in momenti poco consoni.
    Due occhi penetranti e feroci scrutavano la scena, quasi a voler essere parte d'un background melodrammatico e di scarsa originalità. Viaggiavano rapidi, osservando tutti i movimenti di quel "nuovo arrivato", bramosi, ma al contempo sospettosi.
    ... è un... bambino. Ma è un uomo.... lo sarebbe diventato, forse... un giorno. E allora probabilmente è molto meglio sia andata così.

    L'idea non lo aveva nemmeno sfiorato. Il pensiero d'esser morto, non lo faceva vacillare. Troppo giovane?
    ...no, soltanto troppo stolto...

    Maryo poggiò gli occhi sulla minuta figura, mentre si spostava fluttuando sopra di lui. Gli si portò alle spalle, sfiorandogli il viso con i delicati polpastrelli, sibilandogli all'orecchio, con voce che voleva sembrare rassicurante, ma che celava dietro di sé un nucleo assai piu oscuro di qualsiasi padre tirannico.

    .... non hai paura....?
    E lo carezzò, senza dargli il tempo di voltarsi, ma concedendogli un brivido di terrore, apparendo poi di fronte al ragazzino alla velocità con cui si scatta una fotografia. Non fu propriamente un movimento il suo. Somigliava molto di piu ad un rapido flashback, un istante confuso di fronte al quale non si può far altro che sobbalzare inermi.
    Maryo lo bruciava con lo sguardo, cinica, severa, gelida tanto che a confronto la neve depositata ovunque là intorno appariva quasi tiepida. Qualche secondo scandì il lasso di tempo compreso tra il palesarsi del vasto lorde al piccolo plus e il suo successivo atto. Senza scomporsi troppo, Marjo gli fece cenno di tacere, e con l sguardo lo fece arrivare ad osservare anch'egli ciò che l'hollow stava osservando con espressione neutra. Il corpo del pargolo era riverso a terra, il volto rivolto al cielo, parzialmente ricoperto della stessa neve che avrebbe potuto attutire la sua caduta.
    ... dovresti averne.
    Una catena spuntava dal cadavere, percorreva ghirigori casuali, e s'avvicinava sempre di piu alla sua coclusione, lì, proprio sul corpo del plus.

    Il tuo sguardo troppo giovane mi porta a intuire ciò che provi. Sai cosa è successo?

    Senza staccare lo sguardo dalla piccola anima, Maryo si palesò accanto al piccolo corpo senza vita, carezzandolo amorevolmente, come soltanto una premurosa madre avrebbe fatto. Gli palpeggiava il viso, premendone le gote, come si farebbe con un bambino paffuto, dopodiché lo sollevò, tenendolo in braccio come un figlio, mostrando il volto vuoto e senza vita al suo ex possessore, accostandogli il proprio, e sorridendo bieca e crudele.

    TU SEI MORTO


    SPOILER (click to view)
    molto bravo, ho solo un paio d'avvertimenti.

    1-Occhio agli errori di battitura.
    2-ho lasciato a te la scelta del posto da dove ti spunta la catena collegata al tuo cadavere, dal momento che il tuo pg nonn s'è accorto d'esser morto non me la sentivo di dire che ti spuntava dal petto... lascio a te la scelta ^^



     
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  3. FuRiAs
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    Il bimbo guardava con aria insistente la finestra del primo piano del castello oltre la quale, lui lo sapeva, doveva trovarsi la cucina dove stavano stipati tutti i camerierì e la servitù di casa Smith.
    Non era di certo quello un bel luogo per rientrare in casa, sarebbe stato subito scoperto e allora nulla lo avrebbe salvato dalle grida della madre, non di certo di terrore o di gioia per il figlio sparito e subito ritrovato, bensì di rabbia e di frustrazione verso quei mentecatti che avevano dedicato a lui poca attenzione concedendogli di andarsene.
    Ancora meditava sul da farsi che udì quella voce di donna, quella voce che non conosceva, ma come poteva essere li una voce che non conosceva?
    Lui sapeva riconoscere al volo le voci di ogni singolo abitante della casa e mai nessuno eccetto questa piccola schiera di donne e uomini era entrato nei confini di quel maniero.
    Si voltò di scatto, ma ancora prima di aver compiuto un giro di 180° si accorse che la strana figura che aveva parlato non era dietro di lui ma bensì davanti.
    Si rivoltò ancora più velocemente e con sguardo curioso e indagatore esaminò quella buffa signora che gli stava davanti.
    Era poco più alta di lui e magra, i suoi capelli di quello strano colore gli sembravano buffi.
    Lei li fece cenno di tacere e lui come tutta risposta fu sul punto di parlare, mai nessuno in 8 anni gli aveva fatto cenno di fare silenzio, solo suo padre poteva zittirlo.
    Ma prima che potesse parlare i suoi occhi seguirono lo sguardo della signora e si posarono su un piccolo ammasso di indumenti.
    Gli ci vollero infiniti istanti per scorgere con precisione il corpo che indossava quell'indumenti e quando infine ci riuscì tutte le parole gli morirono in bocca.
    Lì disteso a poca distanza da lui vi era un altro lui, solo più pallido, talmente pallido da confondersi con la neve li attorno.
    Poi di nuovo il suo sguardo si posò su una piccola catena, ne seguì i ghirigori muovendo non solo lo sguardo ma bensì tutta la testa e infine giunse al capolinea, lì attaccato al suo ombellico vi era l'altro capo della catena.
    Ascoltò le parole della donna dai capelli buffi, la vide avvicinarsi alla sua copia, prenderla in braccio e esclamare quelle buffe parole.
    Un espressione buffa venne a formarsi sul suo viso, un misto fra un sorriso e una faccia stupita.


    Io non posso essere morto,signora...la mamma si arrabbierebbe un sacco con me

    Il bambino accompagnò le sue parole allungando il braccio, tendendolo verso di lei e muovendo piano piano l'indice, prima a destra e poi a sinistra e poi ancora a destra.
    Ingenuo il bambino che non sapeva neanche cosa volesse dire quella strana parola, come poteva, infondo i bambini di 8 anni raramente pensano alla morte...
    Quasi per voler provare che non si sbagliava prese con le gracili e pallide manine il pezzo di catena legato al suo ombellico e con tutta la sua scarsa forza cominciò a tirare...


    Edited by FuRiAs - 6/3/2009, 17:18
     
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  4. pak88
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    garbage
    Legenda
    *Narrato
    *Parlato
    *Pensato


    Non sapeva cosa faceva. Non sapeva di che parlava. Non sapeva nulla.
    Non sapeva con chi stava amabilmente conversando.
    Ma sapeva per certo una cosa, ora: strattonare la catena che lo vincolava al suo corpo era la cosa piu stupida da fare. Un dolore atroce lo avrebbe attraversato per tutto il corpo, provocandogli contrazioni muscolari e fatica nel respirare. Lo avrebbe capito a sue spese. Si sarebbe contorto a terra, probabilmente avrebbe pianto.
    Ma Maryo l'avrebbe osservato senza batter ciglio, gli occhi glaciali e severi a relegarlo nel suo cantuccio d'ignoranza.
    Un bambino, certo.
    Un bambino.
    Un dolore indicibile ora ne menomava l'essere, mentre Maryo gli sibilava alle spalle, con voce di peltro, nera, violenta, inesorabile e dannatamente terrorizzante
    SAI BAMBINO, A TUA MAMMA NON IMPORTA NULLA DI TE.... NON SEI CHE UN PESO PER LEI, UN INUTILE ORPELLO DA RINCHIUDERE IN UN CANTUCCIO DI VIZI E AMENITà DEL GENERE, ED è PER QUESTO CHE ISTRUISCE TUTTA QUELLA GENTE PER SERVIRTI NEL MODO MIGLIORE... ED ORA TU SEI MORTO....

    Lo afferrò per la catena, strattonandola con mano ferma, provocandogli piu dolore in una volta di quanto se ne potesse accumulare in una vita. Lo trascinò per un paio di metri, osservando il vuoto dinanzi a sé, ed ignorando le probabili lamentele e grida di dolore, lasciandolo cadere dinanzi al proprio cadavere riverso a terra.

    ... GUARDATI, SE TUA MAMMA NON LA PENSASSE COSì, PERCHE CREDI CHE TI SAREBBE ACCADUTO CIò? OSSERVA LA TUA CARCASSA, RIMIRALA!!! TU NON ESISTI Più!

    Si chinò sul pargolo, carezzandolo lievemente, e pettinandogli i capelli in modo amorevole, servile, caloroso.

    ... non è certo tua la colpa... sai? sono gli adulti che commettono gli errori... e i bambini ne subiscono le conseguenze.... sempre....

    Poi, portando la sua bocca all'orecchio del bimbetto, gli sibilò lentamente e con voce penetrante

    Tutto ciò non ti fa arrabbiare...? tu sei morto... per colpa dei tuoi genitori... e loro adesso? dove sono? perché non vengono qui, a consolarti....? non ti fa arrabbiare ciò?

    GLi schioccò un bacio sulla fronte, poggiando poi la propria su quella del bambino, osservandolo dritto negli occhi.


     
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  5. FuRiAs
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    Era pronto, le manine serrate attorno alla catena pronte a strapparla dall'ombellico.
    Uno, Due, Tre...
    Contò a mente e prima di tirare non potè non stupirsi di essersi ricordato i primi tre numeri con tanta facilità, ma ora non c'era tempo per queste sciocchezze doveva dimostrare alla donna dalla buffa capigliatura che si sbagliava.
    Tirò.
    Un fitta partì dal punto esatto in cui la catena si congiungeva alla pelle, dolore, non l'aveva provato quasi mai in vita e se anche l'aveva provano mai così intensamente.
    Quella fitta atroce si dilatò coprendo tutto il suo gracile corpo, le gambe tremarono mentre ancora le mani stringevano con forza quella stupida catena.
    Gridò con quanto fiato aveva in corpo mentre cadeva sulle ginocchia e infine disteso per terra.
    Il dolore era troppo perchè potesse sopportarlo, fredde lacrime cominciarono a rigargli il viso.
    Mentre attorno a lui, non sapeva esattamente dove in quanto gli occhi non accennavano a smettere di lacrimare, si levava alta e terribile la voce della donna, le sue parole...non ne capiva la metà eppure gli facevano paura, ma non era solo paura quella che gli nasceva dentro.
    Perchè sua mamma non accorreva a salvarlo da quella donna, da quel brutto incubo?
    Venne tirato e ancora una volta urlò, come poteva una stupida catena fare così male.
    Ogni minuscola parte del gracile corpicino gridava contro quel dolore così terribile.
    Si sentì trascinare e istintivamente cercò di arpionare con le manine la terra sotto di lui, voleva restare lì non voleva muoversi, doveva aspettare il momento del risveglio sdraiato sulla neve in preda al suo dolore.
    Ma le manine pallide afferrarono solo morbida neve che nulla poteva fare contro la forza della donna che lo tirava.
    Ogni strattone era una nuova fitta e ben presto il bambino non ebbe nemmeno più le forze per gridare o piangere.
    Venne buttato in malo modo di fianco alla sua copia e le parole di quella donna parvero leggere i mille dubbi che gli nascevano nella testolina.
    Perchè se stava gridando e piangendo nessuno accorreva a salvarlo?
    Improvvisamente di fronte alla verità di quelle parole non potè che dar ragione alla donna e nel momento in cui lo fece qualcosa di caldo salì a scaldargli le tempie, rabbia?
    Gridò, ancora e ancora menando pugni qua e la, dimenandosi contro tutto ciò che stava succedendo, doveva accettarlo, era davvero morto?
    Il bacio sulla fronte della donna spense le sue grida e il suo calciare, era la prima volta che riceveva un bacio.


    S-s-sì

    Balbettò fra un singhiozzo e l'altro mentre con le manine chiuse ancora a pugno si puliva gli occhi per poter togliere quel fastidioso alone che le lacrime avevano lasciato.
    Era vero?
    Era rabbia quella che sentiva mescolarsi con il dolore nel suo corpo?
    Improvvisamente si ritrovò a convincersi che lo fosse...


    Edited by FuRiAs - 6/3/2009, 21:31
     
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  6. pak88
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    Legenda
    *Narrato
    *Parlato
    *Pensato


    Come facilmente pronosticabile, il ragazzino infin cedette. Un essere umano come quello, ah, fin troppo semplice da addomesticare. Fin troppo infantile. Fin troppo malleabile e suscettibile.
    Fin troppo sensibile al dolore. E alla rabbia.
    La vedeva dentro di lui. La sentiva crescere, incontroversibilmente e inesorabilmente, come fa un fiume in piena durante una tempesta e a conseguenza di essa. Glielo leggeva in faccia, l'odio crescente. Lo sapeva.
    Perfettamente.
    Tua mamma è stata cattiva con te.... molto cattiva... e adesso... non credi sia ora di punirla per questo? i cattivi... vengono sempre puniti... chi si comporta male con noi... merita la giusta punizione....merita di provare lo stesso dolore che stai provando tu, dolcezza....
    Lo carezzava amorevolmente, premendogli delicatamente il viso contro il suo petto.

    dimmi, cosa senti dentro di te....?




    SPOILER (click to view)
    scusami il ritardo e la brevità, non ho avuto modo di avvertirti della mia assenza.... T^T
     
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5 replies since 5/3/2009, 17:23   68 views
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