La morte di Idrora Mahri

Non vi è vita senza amore

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    Legenda:

    SPOILER (click to view)
    -parlato-
    (azione contemporanea al parlato)
    *pensato*
    "scritti"


    Un suono familiare rieccheggiava nella testa di Mizu, un suono che lo accompagnava da ormai 22 anni: la sua cara vecchia sveglia dei bei vecchi tempi in cui era nato e vissuto a Tokyo.
    Quel suono però faceva tornare in mente al povero ragazzo che un nuovo giorno stava per
    iniziare, un nuovo giorno stava bussando alla sua porta, un giorno che probabilmente avrebbe segnato la sua vita e forse decretato la sua morte.
    Non aveva senso vivere dopo quei 3 mesi.
    Un mese prima la tremenda notizia telefonica da parte della sua ragazza: Hitomi.
    Ricordava ancora come era bella la sua presenza, i capelli neri, i suoi bellissimi occhi a mandorla di color castano scuro, i lineamenti dolci... quante notti ci aveva passato insieme,quanti piaceri, quanti dolce soffrire pur di poter stare con lei.
    Poi le parole che non si sarebbe mai aspettato:

    -mi spiace, ma non ti vedo più come la persona che mi starà accanto in eterno-

    (Mizu inzia a chiudere gli occhi in senso di dolore)

    -ho un altro da ormai un mese, questa distanza mi stava uccidendo-

    (il dolore si trasforma in lacrime, e Mizu inizia a piangere singhiozzando).

    *cosa ho sbagliato...cosa ho sbagliato...cosa ho sbagliato*

    si chiedeva Mizu che tirò un pugno sul materasso del letto su cui dormiva.
    Aprì lentamente gli occhi, dopo quella crisi momentanea, e iniziò a fissare un piccolo bonsai che stava sul comodino vicino a lui.
    Lì una lettera era attaccata.
    "Coltiva la tua vita come coltiverai questo bonsai... da mamma e papà" c'era scritto.
    Un sorriso apparve sul volto di Mizu, ma era un sorriso sarcastico misto a dolore...il bonsai era secco come stesse per morire.
    si guardò intorno per cercare un qualcosa che gli desse conforto, ma niente.
    Solo i libri occupavano i mobili del suo monolocale da studente/riceratore a Brooklyn, segni di una vita passata alla ricerca di verità nascoste; ma quali verità, visto che quella più
    importante lo aveva appena distrutto riducendolo a quell'essere patetico e piagnucolone che era.
    Mizu si diede coraggio alzandosi dal letto, prese i vestiti e si mise in strada diretto al Brooklyn College.
    Attraversò Bedford Avenue e alla fine arrivò all'istituto.
    I ragazzi erano tutti cordiali con lui: lo salutavano e lo ammiravano, tutti avrebbero voluto la sua carriera universitaria; a 22 anni doveva ancora prendere la laurea, ma già collaborava con alcuni dei ricercatori più illustri di Brooklyn e New York.
    Stava andando verso l'edificio principale quando venne bloccato da uno dei docenti con cui collaborava.

    -Mizu Fujimoto!- esclamò il professor Maximilian Folkeswein, detto Max.

    -Oh professore!- sussultò Mizu.

    -Devi portarmi ancora le tue ricerche sul sistema informatico che avrà il compito di controllare la quantità di energia che sono capaci di produrre gli impianti subacquei in grado di sfruttare le correnti marine per produrre elettricità... sono pronti?- disse Max

    -No, mi spiace Professore, ma ci sto lavorando e sono a buon punto...- si giustificò il ragazzo.

    -Dannazione signor Fujimoto, che diavolo ti sta succedendo, fino a un mese fa eri la nostra promessa nel campo informatico, ora stai titubando. Che diavolo è successo?-

    Il professore era furibondo e Mizu era profondamente dispiaciuto.
    Maximilian se ne accorse.

    -Senti ragazzo, non voglio entrare nella tua sfera privata, so' che i ragazzi della tua età possono avere imprevisti, e per questo ti do' la possibilità di mostrare il tuo lavoro fra una settimana. Non deludermi.- disse il professore.

    Al ragazzo si illuminarono gli occhi e sfoggiò un grande inchino che terminò in un "Arigatou".
    Il professore sorrise e disse: - questo è il mio giovane giapponese senza paura e volenteroso!-

    Tuttavia Mizu aveva fatto tutto ciò solo per salvarsi momentaneamente la faccia: il progetto non era neanche lontanamente iniziato e lui si sentiva simile ai vermi che strisciano sotto la terra pur di continuare a vivere.

    Intraprese nuovamente la via dell'università, poi si fermò, i pensieri di Tokyo, dei genitori, di Hitomi ritornarono alla mente.
    Scoppiò di nuovo a piangere.
    Iniziò a correre lasciando la borsa coi libri proprio all'ingresso dell'università.
    Andò a sud, arrivò all'Ocean Avenue, poi la Conney Island Avenue.
    Iniziò ad andare a ovest costeggiando la Belt e poi la Shore Pickway, fino ad arrivare al ponte di Brooklyn.
    Arrivò alla prima arcata est, sfondò la porta per gli addetti alla manutenzione, stranamente incustodita, e iniziò a salire con l'ascensore interno di servizio.
    Salì una piccola rampa di scale e si ritrovò proprio sull'arcata del torrione est.
    Guardò verso il mare.

    - un giorno ci faremo dare il permesso e saliremo li soprà, il sole sarà nostro e ti chiederò di stare per sempre con me- erano le parole che Mizu disse a Hitomi via cellulare non appena arrivò in America.

    A quel pensiero scoppiò nuovamente a piangere, urlando questa volta.
    Fissò il sole che a ovest tramontava, sapendo che in poco tempo sarebbe sorto nella sua terra natia.
    Le forze dell'ordine intanto ebbero la chiamata di emergenza per un <<pazzo che si trovava sul torrione est del ponte di Brooklyn>>.
    Polizia, vigili del fuoco, forze dell'ordine vari accorsero, ma era troppo tardi.
    Mizu osservò il tramonto l'ultima volta buttandosi nel famoso fiume che dava poi sull'Oceano Atlantico.
    Nella caduta, quelli poco distanti dal ponte, affermarono poi in seguito che quando il corpo dell'uomo passò vicino a loro, si sentiva piangere.
    Quello che non sapevano è che durante la caduta Mizu pensò alla sua vita, alle delusioni ed ingiustizie subite quell'ultimo mese.
    Immagini della sua esistenza si proiettarono nella mente del ragazzo ormai destinata a spegnersi.
    Due furono le immagini che rimasero più a lungo davanti ai suoi occhi in quel breve istante:
    Hitomi e il bonsai dei genitori, il bonsai che al momento dell'impatto con l'acqua del povero Fujimoto, morì definitivamente come colui che avrebbe dovuto crescerlo.
     
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  2. MightyTharos
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    "Parlato"
    *Pensato*

    Una figura spettrale e inquietante aleggiava sulle acque dell'East River. Un grosso canide bianco, invisibile ai viventi, stava risalendo la corrente, le zampe che sfioravano delicatamente l'acqua.
    Giunto sul punto dove il giovane Idrora era morto, vide il cadavere galleggiare e la catena ad esso saldamente legata tesa verso il basso, come se l'impatto col muro d'acqua avesse fermato il corpo, ma non l'anima del giovane, che aveva proseguito verso il fondo dell'importante corso d'acqua.
    *Non c'è che dire, con questo suicidio sei proprio caduto in basso...*
    Prese il cadavere delicatamente tra i denti aguzzi, non curandosi eccessivamente delle ferite che poteva provocare, dopodiché balzò in aria, mentre sentiva la catena tendersi al peso dell'anima che veniva trascinata dal corpo, e si fermò sul tetto di un alto palazzo poco lontano.
    Lasciato il corpo, si accucciò, occhi fissi sull'anima del ragazzo, dolorante per gli strattoni alla catena, e allungò una zampa sulla stessa, come per impedirgli di scappare.
    "Hai fatto un bel volo, sai? Potevi quasi rimanerci secco!"
    Tamiller fece una pausa, reclinando la testa di lato con finto stupore.
    "Ah no, che sbadato, tu già sei morto!"
    E rimase a fissare l'anima coi suoi occhi di fuoco.
     
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    -parlato-
    <<enunciati>>
    *pensato*



    L'oscurità: l'origine del tutto, del nostro universo, delle stelle e degli astri che oggi vediamo in cielo.
    Era l'oscurità che ora dominava Mizu.
    La pace dei sensi.
    Era quella la morte?
    Troppo dolce ... non era mai stato così felice.
    Poi un dolore lancinante al petto, la sensazione di sentirsi sollevare, il nero diventò bianco: probabilmente la luce del sole che filtrava dalle sue palpebre chiuse.
    Lo stesso istinto che ci fa svegliare dopo un lungo sonno, gli fece aprire leggermente gli occhi.
    La sua testa era rivolta verso l’alto, vedeva una catena tesa, al di sopra della catena una figura indistinta.

    *un elicottero* pensò *mi hanno salvato! Meglio così… ora avrò le giuste attenzioni, e chi di dovere comprenderà quali dolori ho dovuto patire*.

    Fujimoto richiuse gli occhi mantenendo la sua solita calma e lucidità mentale.
    Poi una sensazione di vuoto sotto di lui, la pressione dell’aria dietro la sua schiena si fece forte e gli arti iniziavano a tendere verso l’alto.
    Ricordò una delle prime lezioni di fisica elementare: <<dove c’è un corpo, non ve ne può essere un altro>>
    L’aria si stava spostando dal basso verso l’alto, ma non per correnti causate dalla natura, ma per il fatto che faceva resistenza sulla caduta di un corpo: il corpo di Mizu.
    Stava cadendo.
    Improvvisamente spalancò gli occhi e vide che la catena si era allentata da ciò che fino a poco prima pareva un elicottero.
    Poi all’altra estremità del lungo collegamento in metallo vide un altro corpo che veniva sballottato a destra e a manca dall’aria, anche esso in caduta libera.
    La caduta venne fermata da qualcosa di duro.
    Ripresi i sensi, capì di essere sul tetto di un palazzo vicino al ponte dove poco prima aveva cercato di suicidarsi.
    Un dolore lancinante attenagliò improvvisamente il suo petto e la vide: LA CATENA.
    Partiva dalla zona dello sterno e si andava ad agganciare poi a quel corpo che aveva visto sballottare in aria.
    Sentì un leggero strattone sulla catena come se un leggero perno si fosse messo tra lui e l’altro corpo.
    Lì per lì però non ci fece caso più di tanto.
    Strisciando come un bimbo appena nato, il giovane si avvicinò a quel corpo avvolto nel sangue, lo girò.

    -ODDIO!- uscì in maniera sommessa e incredula dalle labbra del giovane.

    Riconobbe il cadavere, era il suo.

    *no non può essere* pensò *è ai limiti della realtà, va oltre anche le mie credenze religiose, va oltre <<ghost>>*

    Poi una voce glaciale arrivò dal punto dove aveva sentito quel blocco alla catena.

    -Hai fatto un bel volo, sai? Potevi quasi rimanerci secco!-

    Vide una zampa grottesca che vagamente ricordava quella di un animale, ma che non apparteneva a nessuna creatura della Terra.
    Risalì con lo sguardo fino ad arrivare al volto: una maschera demoniaca lo stava osservando, una maschera adagiata tra le spalle di un corpo mostruoso poggiato su 4 zampe in posizione acucciata.

    -Ah no, che sbadato, tu già sei morto!-

    Replicò la creatura osservando con occhi di fuoco quella che era l’anima di Mizu.
    Fujimoto era impietrito.
    Poi riacquistò il senno, prese coraggio e alla fine dalle labbra uscì la frase che solo uno con un po’ di cervello poteva pronunciare.

    -Fantastico, ci mancava solo un esaurimento nervoso post stress!-
     
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  4. MightyTharos
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    *Esaurimento... nervoso.... post... stress?*
    Queste parole suonarono offensive alle orecchie di Tamiller, che per tutta risposta balzò addosso all'anima, atterrandola.
    "Chi è che stai chiamando esaurimento nervoso, tu, stupido spreco di particelle spirituali?" - esclamò a gran voce l'hollow, con un tono assolutamente inumano, di quelli che raggelano l'anima, mentre lo fissava con gli occhi ora di un rosso diabolicamente brillante.
    Chi cazzo ti credi di essere, eh? Non me ne frega niente se sei uno studente modello, non me ne frega niente della tua stupida razionalità. Vuoi che utilizzi il tuo corpo come fermacarte mentre gioco al tiro alla fune con la tua catena?
    Sarebbe troppo facile uccidere anche la tua anima, visto che la morte è proprio ciò che desideri! No, tu ora soffrirai!"
    .
    Detto questo Tamiller prese tra i denti la catena del ragazzo e cominciò a tirare, non tanto da strapparla ma abbastanza per farlo soffrire le pene dell'inferno.
     
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    Mizu si sentì soffocare a qullo strattone, un dolore lancinante percosse tutto il suo corpo dalla testa ai piedi.
    Le pene passate negli ultimi mesi non erano quasi niente al confronto.
    Eppure accadeva sul serio.
    Altro che esaurimento nervoso post stress; era tutto reale: la sua morte, quella creatura, quel dolore.
    Una vita di razionalità, ragioni,credenze andate in fumo.
    Si andava a sconfinare in un mondo sconosciuto per lui: il paranormale.
    Che il paranormale, l’occulto e l’oscurità stessero diventando la sua nuova realtà?
    Una cosa era certa: quella creatura ora stava davanti a lui e gli parlava.
    Mizu pian piano iniziò a sentire più sollievo alla catena.
    Più si convinceva della sua condizione e di ciò che stava vivendo in quel momento, più quel collegamento spirituale apparentemente in ferro che gli partiva dal petto lo sentiva alleggerirsi.

    -Dimmi perché sei qui e quale sarà il mio destino… a questo punto credo che dovrò ascoltare le tue parole e considerarle vere- disse Mizu inchinandosi in segno di rispetto al cospetto della creatura.
     
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  6. MightyTharos
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    Ti salta addosso un hollow in stato Adjuchas (non uno dei primi arrivati insomma) e quella è la tua reazione?
    Cerca di metterci un po' di emozione, di realismo... Non sarà difficile, tenta di immedesimarti un po' :)

    Tamiller fissò il plus per un lungo istante, come se cercasse di leggergli nel pensiero, trattenendosi a stento dal divorarlo.
    "Non so per quale assurdo motivo io stia ancora perdendo tempo con te e non ti abbia già reso la mia cena. Hai un che di fastidioso!"
    L'hollow cominciò a girare intorno all'anima, lentamente, come un gatto affamato girerebbe intorno a un nido di quaglia in cui si fossero da poco schiuse le uova e i pulcini pigolassero cercando cibo, ignorando completamente il pericolo ben più imminente accanto a loro.
    "Non hai paura? Potrei divorarti da un momento all'altro. Non hai provato abbastanza dolore? Dov'è finito il rancore che dovresti provare verso la ragazza che ha tradito i tuoi sogni, che ha reso la tua vita un inferno?"
    Tamiller si fermò, fissando Idrora con rinnovati occhi fiammeggianti.
    "DECIDILO DA SOLO, IL TUO DESTINO!" urlò l'hollow, e diede una poderosa zampata al plus, il quale fu proiettato oltre il tetto, seguito dal corpo, al quale era legato dalla catena.
    Veloce come il lampo, l'Adjuchas si spostò sul parapetto e afferrò tra i denti il cadavere di Idrora, la cui anima ora penzolava sul lato del palazzo. La catena era tesa, tanto che sembrava potersi spezzare da un momento all'altro.
     
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    se noti il mio personaggio è molto razionale tanto da far girare le rotule anche agli adjuchas :asd: :asd: il brutto è che sono così anche nella vita reale :bravo: comunque tranqui ora ho la giusta ispirazione :asd:



    La bestia lo osservava, come se da un momento all'altro volesse saltare addosso a Mizu.
    Era impaziente nervosa, probabilmente scocciata da quell'aria da superiore e da perbenino.
    Fujimoto tuttavia non se ne faceva un problema, era abituato a trattare con le persone, anche se quella era da ritenersi tutt'altro che una persona.
    Tamiller sprizzava malvagità da tutti i pori.
    Incuteva terrore questo era certo, ma Mizu allo stesso tempo bramava quella creatura, voleva essere come lei o anche più di lei.
    Il ragazzo l'aveva notato: Tamiller possedeva un potere che andava al di là del suo aspetto raccapricciante, e lo voleva anche lui.
    Una cosa era certa, il piano di Mizu funzionava: era riuscito ad attirare l'attenzione del mostro.

    "Non so per quale assurdo motivo io stia ancora perdendo tempo con te e non ti abbia già reso la mia cena. Hai un che di fastidioso!"

    disse la creatura.

    *Probabilmente sono così interessante che hai altri piani per me, altrimenti non sarei ancora qui inchinato in segno di rispetto davanti a te*

    pensò Mizu.

    Il mostro iniziò a girare attorno all'anima di Mizu.

    "Non hai paura? Potrei divorarti da un momento all'altro. Non hai provato abbastanza dolore? Dov'è finito il rancore che dovresti provare verso la ragazza che ha tradito i tuoi sogni, che ha reso la tua vita un inferno?"

    ribattè nuovamente l'essere.

    In quel momento l'aria si fece pesante; ma non era per il fatto che potesse essere divorato da quella creatura, anzi ne sarebbe stato contento a quel punto.
    Era per i ricordi di Hitomi.
    Le sue parole gli tornarono alla mente.

    --mi spiace, ho un altro da ormai un mese--
    --mi spiace--
    --mi spiace--
    --mi spiace--

    Quel verbo gli iniziò ad echeggiare nuovamente nella testa.
    Si sentiva scoppiare.
    Iniziò a piangere.
    La catena dolorava all'inverosimile.
    Tamiller tornò ad osservare quell'essere indecente.

    "DECIDILO DA SOLO, IL TUO DESTINO!"

    urlò il mostro, che con una zampata sbalzò la povera anima, trascinandone il cadavere subito dopo.
    Inaspettatamente la bestia si spostò sul parapetto e afferrò tra i denti il cadavere di Mizu, la cui anima ora penzolava sul lato del palazzo. La catena era tesa, tanto che sembrava potersi spezzare da un momento all'altro.
    Il dolore era lancinante.
    Voleva morire.
    Voleva lasciare quel mondo anche se fosse significato andare all'inferno.
    Nella mente di Mizu c'era il chaos più completo.

    --mi dispiace ho un altro da ormai un mese--
    --sceglilo da solo il tuo destino--
    --il mio giovane giapponese senza paura e volenteroso--
    --coltiva la tua vita come coltiverai questo bonsai-
    --mi dispiace--
    --senza paura--
    --il tuo destino--
    --coltiva--
    --il tuo destino--
    --senza paura--

    A un certo punto il ragazzo urlò, la catena gli faceva male, sentiva spezzarsi qualcosa in petto.

    *io coltiverò il mio destino senza paura*

    Si diceva.
    Che destino?
    Non poteva fare niente.
    Era una povera anima indifesa appesa come un salame a un palazzo enorme.

    --senza paura--
    --paura--

    Poi come un lampo gli tornò alla mente Tamiller, il suo potere e il fatto che lo stava trattenendo da una caduta di 50 piani.

    --potere--

    Chiuse gli occhi.
    Le lacrime cessarono.
    Quando riaprì gli occhi la rabbia si era impossessata di lui.

    --potere--
    --paura--
    --sofferenza--
    --rabbia--
    --coltiva--
    --il tuo destino--

    Queste parole iniziarono a turbianare nella sua mente.
    Prese coraggio ed iniziò a risalire la catena aggrappandosi e scambiando in modo coordinato ogni movimento per raggiungere la sommita del palazzo.

    *io non ho paura* pensò.
    *io sarò sofferenza e paura per gli altri*

    Poi si aggrappò forte alla catena come volesse fare una pausa per recuperare le forze.
    Un urlo uscì dalla sua bocca, un urlo che anche i vivi sperava avrebbero sentito quel giorno, che tutti i vivi voleva ascoltassero.

    "Io sono e sarò d'ora in avanti Idrora Mahri, sarò la vostra paura, la vostra disperazione, la vostra sofferenza. Che le mie pene diventino le vostre, perchè il mio destino è quello di vedere questo mondo sprofondare in un oceano di morte!"

    Edited by Shinji_x_Eva - 14/1/2010, 20:59
     
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  8. MightyTharos
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    Tamiller osservò con interesse i cambiamenti sul volto del plus. Era una maschera di emozioni contrastanti, evidentemente era finalmente riuscito a smuoverlo e ad ammettere a se stesso cosa più desiderava.
    *Alla fine ti sei deciso, esserino fastidioso... Ci sarà del lavoro da fare con te, ma un giorno sarai un buon Hollow*
    L'Adjuchas cominciò a parlare, strascicando un po' le parole per via della catena che teneva in bocca.
    "Le tue aspettative non saranno deluse, diventerai un carnefice, per la tua gloria, per la tua rivincita sul mondo crudele! Un giorno sarai il più crudele dei crudeli, Idrora. Muori e rinasci all'oscurità!"
    Diede un primo forte strattone alla catena per far perdere la presa al plus e con un secondo strattone gliela staccò dal petto, lasciandolo cadere mentre si sarebbe compiuta la sua trasformazione.
     
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    Al sentire quelle parole Tamiller diede uno strattone alla catena talmente forte da spezzarla.
    Mizu iniziò a precipitare.
    Non potè non trattenere un urlo di paura, del resto stava percorrendo a gran velocità 50 piani in caduta libera.
    Poi l’urlo di paura si trasformò in stupore: Lì dove vi era la catena ora si stava aprendo un buco.
    Quel foro all’altezza del petto si stava espandendo, corrodendo l’anima e quell’ultimo pezzo di catena che era rimasta appesa.
    Non stava rimanendo più niente di Mizu… solo il vuoto.
    Fujimoto era scomparso.
    Aveva lasciato finalmente quel mondo.
    Poi improvvisamente sulla strada sottostante si aprì una voragine.
    Il marciapiede, lamiere di auto e vetrine di negozi andarono in mille pezzi.
    Poi un ululato, simile quasi a un grido, rieccheggiò nell’aria.
    Da quella voragine iniziò a crearsi una figura abnorme simile a un umano nelle dimensioni, ma più tozza e leggermente più alta.
    Aveva braccia lunghe e robuste, gambe corte, ma muscolose, quasi come potesse compiere grandi balzi.
    Le estremità degli arti avevano appendici palmate.
    Ma ciò che faceva più terrore erano l’enorme foro in petto che possedeva la creatura e la bianca maschera cornuta fatta d’osso inespressiva al posto del volto.
    L’essere iniziò a guardarsi intorno in maniera incredula.
    Notava che gli esseri umani che avevano assistito al tutto non riuscivano a vederlo.
    Parlavano di terrorismo, bombe, addirittura meteoriti.
    Era chiaro che ai loro occhi era invisibile.
    Poi l’essere iniziò a ispezionare il suo corpo con le sue mani palmate.
    Gli occhi espressero un sentimento di stupore, perché solo quelli erano in grado di espimere ciò che provava la creatura a causa della maschera.
    Poi guardò la sommità del palazzo.
    Vide un altro essere in lontananza, simile a lui, ma più oscuro e potente, dalle sembianze di un canide.
    Gli rivolse la parola, urlando con uno sguardo di contentezza e felicità mista a dolore.

    -Tamiller…ho una dannata voglia di mangiare e di far provare a qualcuno quanto può essere piacevole finire all’inferno piuttosto che essere straziato da me-

    Quell’essere era Fujimoto: spoglio delle restrizioni umane, ora era un cacciatore di vite senza paura, col solo desiderio di far provare dolore.
    Fujimoto era diventato un Hollow.
    Mizu Fujimoto ora era Idrora Mahri.

    Edited by Shinji_x_Eva - 17/1/2010, 16:52
     
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  10. MightyTharos
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    Tamiller aveva seguito tutta la scena dall'alto. Non gli era ancora capitato di vedere un'anima trasformarsi in hollow, a parte se stesso.
    Lo spettacolo era entusiasmante. Dolore misto a risentimento con una punta d'odio era il delizioso sapore di quell'avvenimento.
    CITAZIONE
    -Tamiller…ho una dannata voglia di mangiare e di far provare a qualcuno quanto può essere piacevole finire all’inferno piuttosto che essere straziato da me-

    A grandi balzi l'Adjuchas scese in strada, di fianco all'ometto cornuto e palmato che era spuntato al posto di dove si sarebbe dovuta trovare l'anima del giovane.
    "Hai fame, vero, mio caro nanetto da giardino? Staresti proprio bene con un cappello rosso a punta" - lo schernì Tamiller
    "Ma lasciamo perdere i convenevoli, seguimi. Con la tua guida, ti permetterò di vendicarti della responsabile di questa tua miserevole fine"
    Un silenzioso cenno del capo e di fianco ai due mostri si aprì uno squarcio oscuro, un garganta.
    "Indicami dove la possiamo trovare e saremo lì in un baleno."
    Detto questo, Tamiller entrò nel garganta, lasciandolo aperto dietro di sè affinché entrasse Idrora.

    SPOILER (click to view)
    Complimenti! Ora sei a tutti gli effetti un
    NeoHollow
    Il livello successivo è la piena trasformazione in Hollow; il dolore e l'esperienza terribile rendono il soggetto molto più simile ad un animale che cerca di placare la sua "fame". Il personaggio possiede energia bianca, può combattere.
    Riceve inoltre 15 punti da distribuire fra le caratteristiche.
    Azioni Possibili: Postare nel Mondo dei Vivi, postare nell'Hueco Mundo.

    Scrivi un (anche breve) post conclusivo, dopodiché passerò ad aprire il tuo primo allenamento.
     
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    Idrora osservò Tamiller aprire un varco oscuro nel vuoto.
    Un suono raccapricciante aveva preceduto la creazione di quel buco,un suono che per un istante pietrificò il neo arrivato della schiera hollow.
    Poi scavò nel suo passato.
    La casa di Hitomi.
    Si trovava in una delle innumerevoli vie vicino alle scuole superiori della International Kais school a Meguro, Tokyo.
    La casa della ragazza per la precisione era proprio vicino al fiume di quel distretto: il Nakameguro.
    Mahri lo disse alla creatura ora diventata sua alleata e suo mentore.
    Tamiller entrò nel passaggio, seguito a ruota dal neo-hollow, che presto avrebbe conosciuto i piani del suo nuovo compagno di viaggio, anche se erano più che evidenti: vendetta.

    SPOILER (click to view)
    Aggiornamenti pg Idrora:

    -trasformazione in neo-hollow
    -distribuzione di 15 punti caratteristica
     
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