Morte Katrina Làtigo

la conclusione di una vita

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  1. Ichigo_x_Rukia
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    Una nuova giornata stava sorgendo sulla città di Tokyo.

    Una giornata uguale a tutte le altre, pensava Asami.

    Anche in quel momento il suo pensiero era rivolto a Ryuk.

    Sarà già sveglio ?Avrà dormito bene ?

    Quest’ultimo pensiero la fece saltare giù dal letto , presa da una morbosa angoscia.
    S’infilò velocemente la vestaglia e scese al piano di sotto dove dormiva Ryuk.
    Andò in cucina, pensando di trovarlo vicino la porta sul retro, ma niente ; andò in salotto e lo vide.
    Ryuk stava acciambellato sul divano, ancora dolcemente coccolato dai sogni.
    Guardandolo dormire la sua angoscia cominciò ad allentarsi fino a scomparire.

    Per fortuna sta dormendo.

    Andò in cucina facendo molta attenzione a non svegliarlo.
    Mentre vi si dirigeva, attraversando quei pochi metri che separavano il salotto e la cucina, vide la sua immagine riflessa nello specchio.
    Ormai non si riconosceva neppure lei.
    Il suo aspetto era cambiato, era diventata uno scheletro, i suoi occhi, un tempo brillanti, ora erano spenti, senza vita; portava sempre gli stessi vestiti durante la giornata: jeans e maglietta; non curava più il suo aspetto, non le importava niente.
    Tanto a chi doveva rendere conto? A nessuno ormai.
    Mentre si guardava allo specchio si rese conto di trovarsi ancora in vestaglia e a piedi nudi.
    Pensò:

    Preparo la colazione e poi vado di sopra a cambiarmi.

    Arrivata in cucina accese la Tv per sentire le ultime notizie.
    Mentre preparava la colazione, ad un tratto lasciò cadere quello che stava preparando; non poteva credere a quello che stava sentendo in TV.

    In Europa ci sono molti gatti abbandonati a se stessi. Vivono nelle discariche, per strada, dove solo chi è forte sopravvive.
    Solo grazie all’impegno di alcuni volontari questi gatti possono farcela.


    Non poteva credere a quello che ha aveva sentito.

    Come si fa ad abbandonare queste creature così indifese, così bisognose del nostro affetto. Non potrei mai abbandonare Ryuk.

    Non osava e non voleva pensarlo.
    Abbandonò quel cattivo pensiero e tornò a preparare la colazione.
    Dopo aver finito di prepararla, Asami tornò di sopra, nella sua camera da letto.
    Si tolse la vestaglia, guardò la sveglia, le 7:00 del mattino.
    Altri 5 minuti e poi mi vesto.

    Appena posò la testa sul cuscino ricadde in un sonno profondo; ma quel sonno era ancora tormentato da quello che aveva sentito in TV. Non riusciva proprio ad immaginare Ryuk in quella situazione; abbandonato a se stesso , senza cibo e senza nessuno che si prendesse cura di lui.
    Fu svegliata dalle fusa di Ryuk, guardò d nuovo la sveglia, erano le 11:00 del mattino e sulla città di Tokyo splendeva un tiepido sole primaverile.

    Come è bello svegliarsi con le fusa di Ryuk

    e senza accorgersene , sulla sua faccia spuntò , dopo tanto tempo, un sorriso.
    Non si era mai sentita così felice come in quel momento.
    Riguardò la sveglia; erano le 11.30.

    Oddio è tardi !!!! Oggi ho lezione … sono in ritardoooooooo !! Spero che il professore di anatomia comparata …

    Proprio mentre pronunciava queste parole si ricordò che da sette mesi non frequentava più le lezione di anatomia comparata.
    Un velo di amarezza scese sul suo volto, ma non le restò a lungo, poiché alzò lo sguardo verso lo specchio e vide riflesso il motivo per cui da sette mesi non frequentava più l’università: il suo gatto, il suo amato gatto Ryuk.
    Prese la prima cosa che le capitò sotto gli occhi e la indossò.
    Scese le scale insieme a Ryuk.
    Ryuk era davanti a lei, appena scese l’ultimo gradino svoltò a destra, verso la cucina.
    Asami sapeva bene dove Ryuk stesse andando: sulla porta sul retro che dava sul suo giardino.
    Dopo essere scesa anche lei, si mise al computer, per controllare la posta in arrivo e rispondere a delle e-mail di lavoro.
    Da quando aveva abbandonato l’università lavorava presso uno studio di produzione.
    Lei era addetta ai montaggi video.
    Per Asami realizzare montaggi video era un ottimo diversivo in attesa della laurea, in particolare si divertiva a creare amv.
    Si, lei era un AMV maker.
    Le piaceva tanto quanto prendersi cura del suo amato gatto.
    Passava le ore a trovare il pezzo dell’anime adatto per esprimere le sensazioni che la musica le trasmetteva.
    Però tutto questo si fermava appena Ryuk ritornava a casa dalle sue passeggiate giornaliere sui tetti, e da quel momento dedicava tutta se stessa alla cura del gatto.
    Quella sera, però, era diversa: Asami si sentiva un po’ stanca dopo tutte quelle ore passate davanti al computer, appoggiò la testa sul tavolo e si ritrovò immersa in un sogno.
    Per essere un sogno era un po’ strano.
    Si ritrovò nella cucina.
    Vide Ryuk dirigersi verso la porta sul retro.
    Decise di seguirlo nel giardino.
    Aprì la porta.
    Non trovò davanti a se il suo giardino, ma un luogo senza dimensioni, tutto scuro, tenebroso, da far venire i brividi.
    Fece un passo, si guardò intorno per vedere dove si trovasse Ryuk, ma non lo vide.
    Cominciò a chiamarlo:

    Ryuk !!! Ryuk !!! Ryuuuuuuuuuk !! –

    La sua voce produceva un eco spaventoso.
    Guardò e cercò in tutte le direzioni, ma niente, Ryuk sembrava fosse sparito.
    Cadde a terra piangendo, temendo il peggio per il suo gatto.
    Fu allora, quando credette di averlo perso per sempre, che sentì miagolare, era lui, Ryuk, era tornato da lei.
    Voltò lo sguardo e lo vide vicino a lei.
    Felice per averlo ritrovato, lo prese in braccio, ma Ryuk gli mostrò i denti, come se si volesse difendere da un pericolo.

    Cosa ti prende Ryuk , sono io Asami !! Non mi riconosci ? Sono io, la tua padroncina !!!

    perché non mi riconosce , non capisco.

    Niente, Ryuk incominciò a graffiarla e riuscì a liberarsi.
    Guardò la padrona e corse, corse, corse fino ad intravedersi in lontananza.

    Ruyk torna da me !!! Torna da meeeeeeeeee !!!!

    Ma lui non tornò, si voltò e si allontanò da Asami fin quasi a scomparire in quelle tenebre per sempre.
    Asami si svegliò di soprassalto, sudata e intimorita da quell' incubo.

    Non ti preoccupare, è solo un incubo, è tutto passato.

    Cercava di darsi forza e di calmarsi.

    Sicuramente Ryuk a quest’ora sarà rientrato dalle sua passeggiate e lo troverò acciambellato sul letto della mia camera.

    Era sicuramente così, non c’era motivo per pensare sempre al peggio. Forse quel suo strano sogno era dovuto all’AMV che stava preparando.

    Troppe ore al computer stanno incominciando a darmi alla testa .. forse dovrei fare delle pause, uscire.

    Ottime intenzioni.
    Spense il computer, controllò l’ora: le 8:00 della sera.
    Ryuk è sicuramente rientrato.
    Andò in cucina e non lo trovò, guardò in tutti gli angoli del salotto, sul divano, sotto la sedia, sotto al tavolo.. non c’era.
    Andò di sopra, attraversò il corridoio, cercò in tutte le stanze .. niente neanche lì.

    Dove può essersi nascosto, non lo trovo. Proviamo nella rimessa.

    Scese le scale, prese le chiavi di casa , uscì da casa e si avviò verso la rimessa.

    Appena lo trovo lo metto in punizione. Pane e acqua per due settimane e gli vieterò di andare fuori a girovagare per tutte queste ore.

    Diceva sempre così , ogni volta che non lo vedeva rientrare o si andava a nascondere in qualche strano posto della casa, ma alla fine non lo faceva mai.
    Il solo pensiero di averlo ritrovato le faceva passare tutte le angosce che aveva provato.
    Arrivò nella rimessa, l’aprì, accesa la luce .. niente neanche lì.
    Dove poteva essersi cacciato?
    Incominciò a cercare in tutta la rimessa: sollevò scatoloni, spostò vecchi tavoli, ma niente.
    Avendo perso ogni speranza si diresse verso il cancello fino a quando tutto ad un tratto vide spuntare da un vecchio scatolone con su scritto “ Prima media” una coda, una coda familiare.
    Era quella di Ryuk.

    - Ti sei nascosto qui, furbetto, eh , non volevi tornare a casa !! Bhe, pazienza, ora ti riporto io .

    Lo prese in braccio, ma non vide nessuna reazione da parte di Ruyk.

    Sta dormendo

    pensava.

    Si sarà stancato molto oggi, è giusto che si meriti un po’ di riposo.

    Gli si avvicinò, non sentiva il suo respiro.
    Non può essere, si sarà sbagliata, era ancora intorpidita da quel sonno che aveva fatto.
    Se era intorpidita dal sonno, pensava, poteva non riconoscere se stava respirando oppure no.
    Lo appoggiò per terra e controllò meglio.. Non poteva crederci, non respirava più.. Ruyk era morto.
    Il suo mondo si era sgretolato. Tutta la sua vita era andata in frantumi. Non aveva più nessuno, nessun amico, aveva perso il suo miglior amico Mitsuo e ora Riuk.
    Corse fuori dalla rimessa, tornò a casa, prese le chiavi della macchina e vi entrò.
    Era da un bel po’ di tempo che non usava la macchina.
    L’ultima volta che l’aveva usata fu per andare a prendere Ryuk alla centrale di polizia dopo l’incidente del nonno.
    Già, Ryuk.
    Non c’era più, era morto.
    Mise in moto la macchina e vagò senza meta.
    Doveva uscire, non pensare.
    Invece il pensiero di Ryuk morto la tormentava, ma poi perché, stava bene, non era malato.
    Così all’improvviso?
    Poi di nuovo l'angoscia.
    Anche Ryuk l’aveva abbandonata, come tutti.
    Era rimasta sola.
    Sola.
    La morte del nonno sette mesi prima, da cui non si era ripresa completamente, l’avvento di Ryuk nella sua vita, la decisione di abbandonare l’università .. La tristezza più completa.
    Appena realizzò dove si trovasse non ci poteva credere.
    Era davanti all’ingresso della facoltà di veterinaria.
    A quell’ora le luci erano ancora accese, segno che le lezioni sarebbero durate ancora per un bel pezzo.
    Scese dalla macchina, entrò in facoltà.

    Quanto tempo è passato.

    Gli studenti le passavano accanto, ma nessuno la riconosceva.
    Come potevano, non frequentava più l’università.
    Anche le persone che un tempo frequentava non l’avrebbero riconosciuta.
    Senza indugio si diresse verso i laboratori.
    Si trovavano sotto l’edificio universitario.
    Prese l’ascensore.
    Il tempo impiegato per scendere di sotto sembrava ad Asami un eternità , invece non era così: ci si impiegava poco a scendere nei sotterranei.
    Appena arrivata il suo unico pensiero era quello di trovare un laboratorio vuoto.
    Non voleva vedere nessuno.
    Finalmente lo trovò, entrò, era scuro, ma non le importava, non le importava più di niente ormai.
    La sua vita non aveva più senso senza Ryuk.
    Se fosse rimasta in quel mondo sarebbe stata condannata a rimaner sola e questo non lo poteva sopportare.
    Vivere con il rimorso di aver abbandonato tutto per uno stupido gatto. No, questo era inconcepibile. L’unica soluzione era morire, però non sapeva in che modo.
    Avanzò verso il tavolo delle autopsie.

    Forse lì troverò il modo .. mi potrei somministrare una dose di veleno, no, troppo lenta, troverò sicuramente il modo.

    Appena arrivò, si guardò intorno, vide qualcosa sul tavolinetto vicino a lei: un bisturi.

    strano oggetto per togliersi la vita ,ma ottimo se non vuoi accorgerti di nulla.

    Prese il bisturi, lo guardò.
    Fu sorpresa quando ebbe la sensazione di avere qualche ripensamento, ma aveva preso la sua decisione.
    Non aveva senso continuare a vivere in quella maniera.

    Un taglio netto, come mi hanno insegnato, non è poi così difficile.

    Alzò la mano verso il suo collo, aveva trovato il punto migliore, fece pressione su di un lato, sentì il dolore del taglio, continuò, fece un movimento netto della mano e si ritrovò alla fine della sua giugulare, poi il buio.

    Edited by Ichigo_x_Rukia - 27/1/2010, 16:30
     
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  2. MightyTharos
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    Vedo la solita spaziatura arbitraria, ho visto un po' di gergo da sms, le ripetizioni rendono pesantissima la lettura.
    Piuttosto che fare un post lungo ma con errori, accorcialo e leggilo una volta in più. O fallo lungo, ma rileggilo o fallo rileggere. La scorrevolezza è importante.

    SPOILER (click to view)
    Narrato
    "Parlato"
    *Pensato*

    "Dannazione ragazzina, un posto più scomodo per suicidarti non sei riuscita a trovarlo, vero?" - furono le prime parole pronunciate da Tamiller, appena uscito da un piccolo garganta apertosi vicino ad una parete del laboratorio vuoto.

    Il luogo era molto ordinato, prima che arrivasse l'Adjuchas. Tutto intorno al perimetro erano situati armadietti con attrezzature da laboratorio varie, una scrivania con un computer, un lavandino ed una doccia, di quelle che servono a lavarsi di dosso i reagenti chimici in caso di reazioni incontrollate.
    Al centro della sala stava un semplice tavolo di metallo con ampio spazio per muovercisi intorno, alcuni mobiletti anch'essi di metallo che poggiavano su quattro ruote e mezza dozzina di sgabelli... che erano stati sbattuti fragorosamente per terra dall'arrivo dell'hollow.
    Al centro della scena, accanto al tavolo, un corpo femminile in una pozza di sangue, con un bisturi vicino ad una mano.
    Quella ragazza si era appena suicidata perchè le era morto il gatto.

    *Ma sarà mai possibile morire in modo più inutile? Questa è completamente suonata, è pazza fin nel midollo!*
    Tamiller fissò con aria interrogativa l'anima, la quale doveva per forza essersi accorta della sua presenza, e di nuovo parlò.
    "Tu ti rendi conto di essere completamente pazza, vero? Sono giorni che seguo i tuoi spostamenti, non chiedermi perché, lo sto già facendo io e non aver trovato una risposta soddisfacente mi disturba parecchio."

    La situazione era al limite dell'inverosimile. Un grosso cane bianco cattivo stava parlando all'anima di una ragazza che si era appena suicidata.... perché le era morto il gatto.
    C'era qualcosa di molto sbagliato in tutto ciò...
     
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  3. Ichigo_x_Rukia
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    spero vada meglio :)


    -Secondo te io sarei pazza? Mi dispiace deluderti, ma io sono perfettamente nel pieno delle mie facoltà mentali!-

    diceva Asami mentre si stava rialzando da terra.

    -Prima di dire certe affermazioni sul mio conto, potresti almeno presentarti e dirmi il motivo per cui sei qui!-

    esclamò Asami con un’ aria alquanto indispettita dal comportamento di quella strana voce.
    Sollevò la testa e vide un grosso cane bianco.
    Stava parlando con un canide!?

    * Sto parlando con un animale! sto veramente arrivando all’esaurimento! Dovrei ricominciare ad uscire! forse dovrei ricominciare a frequentare l’università! *

    pensava Asami mentre stava andando verso la porta del laboratorio.
    Passò accanto a quel cane come se non esistesse, si guardò intorno come se nulla fosse successo, come se la sua vita si fosse fermata sette mesi prima.
    Ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, le riaffiorarono tutti i ricordi e fu in quel momento che notò una catena che attraversava tutto il suo corpo.

    * Perché ho questa catena, cosa è successo ? Prima di entrare in laboratorio non l’avevo! *

    Tutti questi pensieri le frullavano in testa come una trottola impazzita.

    * E’ stata una giornata davvero stressante. *

    Si guardò intorno, esaminò la stanza, non aveva notato niente di strano.
    Appena pensò questo, notò uno strano luccichio.
    Si mosse in direzione dello strano bagliore, ma scomparve.
    Poi apparve nuovamente.
    Uno specchio che rifletteva qualcosa.
    Vide la sua immagine riflessa in uno specchio presente nel laboratorio.
    Era come sempre, non fosse stato per un buco al centro del suo petto da cui pendeva una catena.
    Volle vedere dove la portava.
    Seguendola, arrivò di fronte ad una pozza di sangue dove vide una ragazza.
    Le assomigliava in maniera impressionante.
    Indossava gli stessi suoi vestiti!
    Era decisa a vedere chi fosse.
    La voltò.
    Non poteva crederci, anche i lineamenti del viso, tutto coincideva.

    - NO !!! Non sono io !! Non è possibile !!!-

    In quel momento Asami riconobbe il suo cadavere.

    *Dai Asami, stai sognando, stai vivendo un incubo. Tra poco ti sveglierai e ti ritroverai distesa nel tuo letto*

    Rivide quel grosso cane bianco che aveva notato appena si era risvegliata.
    Solo in quel momento notò la mostruosità di quella creatura. Era un enorme cane bianco dalle cui fauci scendeva una viscida bava. Era una mostro veramente raccapricciante.
    Asami non riusciva a muovere un solo muscolo. Era terrorizzata. Era impaurita da quello spaventoso essere che ora la osservava.
     
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  4. MightyTharos
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    Shinji guarda che ho la notifica di risposta XD


    Tamiller seguì in silenzio i movimenti di Asami. Pareva non essersi accorta di essere morta e nemmeno di chi o cosa le stesse parlando.
    CITAZIONE
    -Prima di dire certe affermazioni sul mio conto, potresti almeno presentarti e dirmi il motivo per cui sei qui!-

    *Che insolente... Presto ti accorgerai che qui le regole le faccio io... Stupida pazza...*

    La ragazza si spostò verso l'esterno, poi, come fulminata da una rivelazione, tornò indietro e si accorse del suo corpo senza vita, al quale era congiunta da una catena.
    CITAZIONE
    - NO !!! Non sono io !! Non è possibile !!!-

    Al guardare l'Adjuchas, il volto di Asami si trasformò in una favolosa maschera di terrore. Non si sarebbe mai stancato di osservare le espressioni di chi si accorgeva, ormai tardi, di essere morto. Quell'espressione su di lei aveva un effetto strano: suscitò ilarità nell'hollow.
    *Avresti dovuto pensarci prima di toglierti la vita volontariamente, sciocca!*

    Tamiller era divertito, tanto che si era messo involontariamente a muovere la lunga coda, causando inevitabilmente la distruzione di alcuni armadietti.
    "Perché quella faccia, piccola? Non avevi mai pensato che forse, e dico forse, se ti suicidi muori? Certo, la tua anima è ancora qui, ma... di quella posso occuparmene io..."
    Il muso dell'Adjuchas, al pensare a come avrebbe potuto disporre del plus, si deformò in un ghigno, mettendo a nudo le zanne affilate.

    Edited by MightyTharos - 10/2/2010, 00:51
     
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  5. Ichigo_x_Rukia
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    Alla vista delle zanne affilate, Asami provò un brivido lungo tutto il corpo.
    Voleva scappare, correre via da quel posto, fare finta che non fosse accaduto nulla.
    Tuttavia non potè.
    Il suo corpo rimase lì, come fosse pietrificato.
    La bestia la fissava.
    La sua presenza era inquietante.
    In quel momento Asami cercò di gridare per chiedere aiuto, ma la sua bocca non emise nessun suono.

    *Devo reagire , devo fare qualcosa*

    pensava Asami mentre osservava la bestia che possedeva un’aria che non prometteva niente di buono.
    Mentre pensò ciò, le tornò in mente la prima lezione di anatomia comparata:

    <<il gatto domestico (Felis silvestris catus) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi (genere Felis). Oggigiorno si contano una cinquantina di razze differenti>>

    Proprio un gatto l’aveva condotta in questa situazione, l’aveva spinta a suicidarsi.
    Mai avrebbe pensato di togliersi la vita per uno stupido gatto.

    *Un gatto mi ha portato al suicidio? Non posso crederci!*

    Proprio mentre ci pensava, una nuova sensazione la stava assalendo.
    Una rabbia incontrollabile stava prendendo possesso di lei.
    Un sentimento così cattivo, così malvagio, che non aveva mai sfiorato la sua mente prima di allora.
    Aveva sempre pensato che la colpa era degli altri che l’avevano abbandonata, ma ora non era più così.
    Era stata una sciocca a rinunciare al suo sogno di diventare una veterinaria, di avere tanti amici.
    Aveva rinunciato a tutto questo per prendersi cura di uno sciocco e stupido gatto.
    Improvvisamente la sensazione di terrore che l’aveva avvolta in una morsa stringente era svanita, lasciando il posto ad una furia incontrollata.
    La catena le doleva.
    Riuscì finalmente a muoversi, corse con tutto il fiato che aveva addosso verso la malvagia creatura. Arrivata al suo cospetto:

    -Dai un’occhiata a questa catena!!-

    disse la ragazza.

    -Mi fa un male cane!!! Toglila o me la strappo a morsi!!-
     
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  6. MightyTharos
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    Pareva che fosse tipico di quella ragazza fermarsi a riflettere per una manciata di secondi prima di fare qualcosa di completamente insensato... O forse era a causa dello shock causato dalla situazione assurda in cui si trovava.
    Fatto sta che quando corse disperatamente verso Tamiller, dandogli ordini, questi si alterò abbastanza.
    Gli occhi gli si illuminarono, come spesso accadeva quando la razionalità scivolava via dalla sua mente con la coda tra le gambe, lasciando spazio al prepotente istinto.

    "CHE CAZZO VUOI TU DA ME?" - urlò in faccia all'anima, dopodiché le diede una possente zampata, che la mandò a schiantare contro un armadietto appoggiato alla parete di fronte.
    L'Adjuchas cominciò a dimenare violentemente la coda, distruggendo ogni ostacolo incontrasse e danneggiando le pareti, creando dei piccoli terremoti che probabilmente avrebbero allarmato tutti i presenti nell'edificio.

    "Ti fa male, eh? Puttana? BEH NON E' ANCORA ABBASTANZA!" - e balzò contro di lei, inchiodandola all'armadietto semidistrutto con la zampa destra, premendo esattamente sull'attaccatura della catena.
    "Hai esattamente dieci secondi per darmi un buon motivo per non divorarti qui e ora! E vedi che sia DAVVERO un buon motivo!"

    "Dieci..."

    "Nove..."
     
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  7. Ichigo_x_Rukia
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    “ Otto… “

    “ Sette... “

    Continuava la creatura.

    “ Se vuoi un buon motivo...eccoti servito !!! “

    Disse.

    “Voglio riprendermi la mia vita, quella vita a cui ho rinunciato per badare a uno stupido gatto! “

    Continuò.

    “Ho abbandonato tutto: gli studi, gli amici, il mio migliore amico…TUTTO! SENZA AVERE UNA RICOMPENSA PER QUELLO CHE HO FATTO!“

    Urlò in faccia all’ Adjuchas.

    Mentre le sue grida risuonavano dentro quella stanza, sentì la faccia solcata dalle lacrime.
    Non aveva mai provato tutte quelle emozioni che stava vivendo in quel momento.
    Sembrava quasi che quella assurda situazione stesse rivelando i suoi veri sentimenti; un tornado di sentimenti! Dall’odio per essersi isolata, all’amore per RyuK.

    *Ryuk? Non ho mai sentito questo nome!*

    Pensava Asami.

    *Essere attaccati a qualcuno o qualcosa che non esiste?*

    Asami stava impazzendo.
    Poi rinsavì.

    “Ecco, te l’ho dato un buon motivo per non divorarmi; ora decidi tu!“

    Concluse alla fine.

    Edited by Ichigo_x_Rukia - 12/2/2010, 11:34
     
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  8. MightyTharos
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    Sei sul limite basso di righe, occhio a non far di meno... Inoltre non hai accennato al dolore derivato dalla pressione sulla catena...

    Il muso dell'Adjuchas si avvicinò tremendamente al volto della ragazza.
    "Piccola insolente... TI SEMBRA UN BUON MOTIVO?"
    Chiuse glii occhi, in un atto di estrema concentrazione. Con un po' di sforzo riuscì ad accantonare l'ira, almeno per il momento. Quando sollevò le palpebre il luccichio era sparito.
    Tamiller era visibilmente teso, combattuto internamento dal desiderio di divorare la ragazza.
    *Non posso farlo, significherebbe che il mio giudizio su di lei era sbagliato... E io non voglio aver sbagliato...*
    Inspirò abbondantemente ed espirando alitò in faccia all'anima.
    "Bene, allora ti metterò alla prova. Non hai avuto ricompense in vita? Cercale nella morte. Ma ti avviso, non sarai mai più come prima."

    Così dicendo, l'Adjuchas prese in bocca la catena alla base e la tranciò con un singolo e poderoso morso, dopodiché balzò via, urtando un armadietto, che finì violentemente contro la parete.
    Era strano che ancora nessuno fosse venuto a controllare... Dovevano essere più isolati di quanto credesse.
     
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  9. Ichigo_x_Rukia
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    In quell’instante Asami sentì un dolore tremendo provocato dal poderoso morso dell’ Adjuchas.
    Non aveva mai provato un dolore così intenso in tutta la sua vita.
    Si rialzò barcollando.
    Si sentiva strana, diversa.
    In testa aveva mille emozioni del tutto diverse tra loro. Dalla soddisfazione di non essere più legata a quella catena, alla rabbia verso quella mostruosa creatura che la tormentava da quando si era risvegliata.
    Provava ostilità verso il canide, ma provava un’avversione ancora più smisurata verso il mondo, quel mondo che l’aveva abbandonata al suo destino, compresa la sua stessa famiglia.

    *Tutto il mondo mi ha abbandonata, mi avete lasciato sola ad accudire uno stupido gatto…Mi avete tolto tutte le mie passioni!*

    In quel momento la rabbia prese completamente il soppravvento su di lei. La sentiva sgorgare come un fiume in piena dal più profondo della sua anima.
    Lanciò un urlo spaventoso, un urlo di odio.

    -RIVOGLIO LA MIA VITAAAAAAAA!!!-

    Una luce oscura avvolse la ragazza, e dal globo nero che si era creato attorno a lei, ne uscì un qualcosa di completamente diverso ed orripilante.
    Gli arti superiori si erano allungati e terminavano in poderosi artigli, mentre quelli inferiori erano scomparsi; al posto dei capelli aveva una specie di coda di cavallo e due file di corna ne adornavano il capo.
    Il volto era cambiato in una maschera bianca che ricordava quella di un felino, ma molto più abominevole.
    La cosa più inquietate, però, era il buco che si stagliava in mezzo al suo petto.
    Si era trasformata in qualcosa di spaventoso tanto quanto la creatura che fino a poco prima le incuteva terrore.
    Ora quel sentimento di ripudio mutò in una sensazione di rispetto.
    Si era trasformata in Katrina Làtigo.

    -Ho rinunciato a tutta la mia vita per un gatto...NO!...adesso voglio riprendermi ciò che mi è stato tolto, e chiunque cercherà di ostacolarmi farà una brutta fine!–

    E in quel momento tutta la sua vita da umana fu solo un lontanissimo ricordo.
    Aveva solo il desiderio di vendicarsi di tutti quelli che l’avevano abbandonata.

    *Vendetta*
    *Sangue*
    *Vendetta*

    Solo questi erano i pensieri che aveva in testa.
    La voglia di vendicarsi di tutto quel male che le era stato inferto in vita.

    Edited by Ichigo_x_Rukia - 9/6/2010, 10:34
     
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